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Salute e Benessere

Allarme zanzare, +31% interventi per trattamenti in primi...

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Allarme zanzare, +31% interventi per trattamenti in primi due mesi 2024

In particolare alcune aree della Pianura Padana e zone della Toscana ad essere interessate da queste richieste

Una zanzara - FOTOGRAMMA

Se dapprima era l’estate a portare con sé insetti volanti, in particolare le zanzare - sempre più presenti nel territorio italiano in cui si contano oltre 70 specie diverse, tra le quali la più temibile è sicuramente la zanzara tigre – ora, complici il cambiamento climatico, l’esponenziale aumento delle temperature e il cambio di stagionalità al quale si assiste, la sopravvivenza delle zanzare si intensifica sempre più anche durante i mesi invernali. A dimostrarlo è l’aumento di richieste di intervento e di trattamenti registrati da Rentokil Italia, azienda specializzata nel monitoraggio e controllo degli infestanti del gruppo Rentokil Initial, aumentati nel 2023 rispetto all’anno precedente, dell'11%.

"La conferma della persistenza trans-stagionale di questi infestanti arriva anche con l’inizio di questo 2024: nei primi due mesi dell’anno infatti si registra un trend di crescita rispetto allo scorso anno, i trattamenti antilarvali e adulticidi registrati da Rentokil Initial Italia sono aumentati del +31%, evidenziando come si debba iniziare sempre prima per prevenire un’infestazione durante i mesi estivi. Dai dati emerge come siano in particolare alcune aree della Pianura Padana e zone della Toscana ad essere interessate da queste richieste", riporta una nota dell'azienda.

"Negli ultimi 2-3 anni si sta registrando un incremento rispetto agli anni precedenti sia di richieste che di trattamenti. È quindi evidente come il cambiamento delle temperature stagionali, con una contrazione temporale dei periodi più freddi, ci porti ad osservare attività delle zanzare durante tutto l'anno e questo equivale a un aumento dei rischi per la salute pubblica – spiega Fabio Landi, Quality & Pest Management Expert di Rentokil Initial Italia. “È perciò fondamentale cercare di prevenire il problema zanzare per garantire una protezione completa delle aree, diminuendo o eliminando i focolai di sviluppo e i punti critici per questi infestanti mediante interventi di prevenzione e trattamenti antilarvali. Solo in secondo luogo e se necessario, è bene procedere con una vera e propria disinfestazione che per essere efficace deve essere quanto più mirata possibile al tipo di zanzara".

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Influenza in rialzo nei bimbi, l’esperto: colpa di...

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Andreoni: "L'arrivo di temperature più miti farà progressivamente spegnere i casi"

(Fotogramma/Ipa)

Il rialzo dell'incidenza dell'influenza nei bimbi piccoli "anche a fine aprile non è inconsueto: in questo periodo circola l'influenza B (Haemophilus influenzae di tipo B) e questo fa aumentare gli effetti di un colpo di coda epidemiologico, poi il picco di freddo di queste settimane aiuta le malattie da raffreddamento come l'influenza perché i virus penetrano meglio nelle mucose. Immagino che l'arrivo di temperature più miti e in linea con la stagione farà progressivamente spegnere l'influenza". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sull'ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet, curato dall'Istituto superiore di sanità.

I dati

Secondo quanto riportano gli ultimi bollettini, superano quota 14 milioni gli italiani messi a letto da influenza e virus 'cugini', infezioni che ancora sembrano non voler mollare la presa, complici gli 'up and down' del meteo di questa strana primavera. Anzi, tra i bimbi più piccoli l'incidenza torna a risalire.

"Nella sedicesima settimana del 2024", dal 15 al 21 aprile, si legge, "i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all'intera popolazione italiana, sono circa 282.000, per un totale di circa 14.399.000 casi a partire dall'inizio della sorveglianza". Nei 7 giorni analizzati l'incidenza delle sindromi simil-influenzali resta "stabile", pari a 4,8 casi per mille assistiti (erano 4,7 nella settimana precedente). Rimangono "maggiormente colpiti i bambini sotto i 5 anni di età, in cui si osserva un livello di incidenza di 14 casi per mille assistiti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (13,7)". In Toscana, Puglia e Basilicata, l'incidenza di influenza & Co. torna alla soglia basale.

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Aviaria, Andreoni: “Rischio è H5N1 nei maiali, così...

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"Ad oggi però non è mai stata registrata una trasmissione interumana". Bassetti: "H5N1 rischia di essere prossima pandemia"

(Fotogramma)

"In Usa è ormai stabilito il passaggio del virus dell'influenza aviaria H5N1 dai volatili alle mucche, ma il rischio - molto temuto - è che ci possa essere un transito del virus anche nei maiali e, come abbiamo visto per altre malattie, questo faciliterebbe poi la possibilità che arrivi all'uomo. Ad oggi però, è bene chiarirlo per non generare allarmismo, non è mai stata registrata una trasmissione interumana". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sulla valutazione preliminare del rischio associato al patogeno - "basso ma evolve insieme al virus" - fatta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) insieme all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e alla Woah (Organizzazione mondiale della sanità animale).

Oms-Fao-Woah hanno suggerito di "non consumare latte crudo, ma solo pastorizzato". "Nell'animale infetto il virus oltre a trasmettersi per via naso-faringea si trova anche nel latte fresco - ricorda Andreoni raggiunto telefonicamente a Barcellona dove da domani inizia il congresso europeo Escmid, che raccoglie gli esperti di malattie infettive e microbiologia - E' quindi è chiaro che non va consumato e serve massima attenzione degli operatori che lavorano negli allevamenti e nelle filiere".

Bassetti: "H5N1 rischia di essere prossima pandemia"

Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, sottolinea che "in Usa il problema del riscontro anche nel latte bovino del virus influenzale H5N1 è importante. Il fatto che l'Oms e la Fao evidenzino che serva di innalzare l'attenzione sull'aviaria e sul consumo di latte crudo dimostra che siamo di fronte ad un fenomeno diverso da quello visto 25 anni con i primi casi nei volatili. Oggi l'aviaria H5N1 non è più un problema di quella specie, dovremmo forse smetterla di chiamarla aviaria perché oggi colpisce i bovini degli allevamenti e si sta avvicinando pericolosamente all'uomo. Dire che non va consumato il latte crudo, in Usa almeno, vuol dire che ci può essere un potenziale rischio che l'H5N1 diventi il prossimo problema pandemico".

Ciccozzi: "Alto rischio mutazioni virus in allevamenti bovini intensivi"

"Dai dati che arrivano dagli Usa sui casi di H5N1 negli allevamenti bovini sappiamo che nel latte c'è il virus ma non sappiamo se è vivo o morto, ovvero se può infettare gli umani che lo bevono - afferma all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Massimo Ciccozzi - E' chiaro che va pastorizzato, ma questo vale al di là dell'influenza aviaria. Chiariamo, le temperature del processo di pastorizzazione, anche se il virus fosse vivo, ucciderebbero l'H5N1. Oggi il problema è cosa sta accadendo negli allevamenti, il patogeno lo conosciamo da 20 anni ma dobbiamo evitare - e mi pare che l'Oms non lo dica - gli allevamenti intensivi perché sappiamo che più il virus infetta e più fa casualmente delle mutazioni che possono danneggiare anche l'uomo".

"Ad oggi - prosegue - non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana e quindi, per ora, il rischio è basso", come evidenzia anche l'Oms-Fao-Woah. "Però tasso di letalità se dovesse accadere è intorno al 40%. Va evitato assolutamente e vanno evitati quindi gli allevamenti intensivi", conclude.

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Sanità, Siaarti: ‘anestesisti merce rara ma serve...

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Giarratano, 'contrari a formare specializzandi rianimatori, medici d'urgenza e chirurghi in ospedali periferici fuori rete formativa'

Sanità, Siaarti: 'anestesisti merce rara ma serve riforma sistema post-laurea'

"Anestesisti, rianimatori, medici d'urgenza e chirurghi sono ormai merce rara. Tuttavia, formare questi specializzandi anche in ospedali fuori rete formativa per colmare carenze di organico dovute ad anni di programmazione sbagliata ci lascia molto perplessi. La formazione sul campo e negli ospedali non è in discussione. Anzi, è fondamentale, ma occorre una riforma piena del sistema di formazione post-laurea Medicina che garantisca qualità della stessa, competenze e attività maturate sul campo". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) Antonino Giarratano, commenta l'approvazione da parte del Senato del 'Decreto Pnrr' che tanto preoccupa i medici specializzandi in cerca di una vera formazione post-laurea.

Per Giarratano "occorre evitare che lo specializzando sia considerato una risorsa destinata a coprire buchi di organico del Servizio sanitario regionale in strutture periferiche prive di molte specialità, dove - sottolinea - per restare alla disciplina di Anestesia e rianimazione, farebbe un'attività diversa e comunque priva di quelle specialità necessarie alla sua formazione, non maturando competenze essenziali per chi poi dovrà da tali nuovi specialisti essere assistito e curato".

Inoltre, "con questo provvedimento - evidenzia il presidente di Siaarti - è stata tolta ai docenti la loro funzione di certificare le acquisizioni di competenze. Chi lo farà, soprattutto se in alcune reti gli specializzandi non le matureranno? Insistiamo, troviamo soluzioni complessive che garantiscano tutte le esigenze, del sistema sanitario e della formazione. O la fuga dalle iscrizioni in alcune specialità diventerà una emorragia".

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