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Proteste università Usa, analista iraniana: “Indeboliranno Biden alle elezioni”

La riformista Afifeh Abedi, candidata alle ultime elezioni, "velo non può essere imposto alle donne"

Proteste università Usa, analista iraniana:

"Il trattamento violento degli agenti di polizia americani nei confronti di studenti e professori consapevoli dei crimini di Israele, combinato con il pieno sostegno dell'Amministrazione Biden alla guerra a Gaza, indebolirà senza dubbio la sua posizione alle elezioni presidenziali americane". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Afifeh Abedi, ricercatrice su questioni di politica estera presso il Center for Strategic Research (Csr) di Teheran, uno dei principali think tank della Repubblica islamica, commentando le proteste contro Israele nei campus universitari americani.

"Il numero crescente di vittime dei crimini israeliani a Gaza, almeno due terzi delle quali sono donne e bambini, ha allarmato la comunità internazionale. Tuttavia, Washington continua a fornire pieno sostegno politico e militare a Israele. L'America rifiuta di accettare una soluzione politica per un cessate il fuoco a Gaza, cosa che fa arrabbiare ogni coscienza sveglia", prosegue la ricercatrice, che alle ultime elezioni parlamentari in Iran si è candidata con la lista 'Sade Mellat', sostenuta dai riformisti moderati. Secondo Abedi, "l'Amministrazione Biden ha mostrato una significativa debolezza anche nell'affrontare altre questioni mondiali".

La candidata riformista lancia quindi l'allarme sull'annunciata operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che a suo parere "ha il potenziale per scatenare una guerra regionale" dal momento che "incita le opinioni pubbliche nei Paesi arabi contro i loro leader", mentre si moltiplicano gli appelli internazionali al governo Netanyahu a desistere dall'avviare un attacco contro Rafah.

Secondo Abedi, l'obiettivo di Israele è di "occupare Gaza e trasformare le sue strutture sociali, economiche e politiche in quelle israeliane". L'operazione prevista a Rafah fa parte degli "sforzi in corso di Israele per indebolire Hamas e garantirsi l'accesso a Gaza", spiega l'analista, secondo cui, tuttavia, l'emergere di "una nuova dimensione di crimini", come la scoperta di fosse comuni, rende "sempre più difficile la capacità di Washington di continuare a sostenere Israele".

Per quanto riguarda l'Iran, precisa, le sue richieste sono sempre quelle che Israele cessi i suoi attacchi contro Gaza e Rafah, che si ritiri completamente da Gaza e che gli abitanti di Gaza ritornino nelle loro case. "Su questa base continuerà a tenere consultazioni regionali e internazionali".

Abedi commenta quindi la denunciata stretta ulteriore da parte della cosiddetta 'polizia morale' (Gasht-e Ershad) sull'obbligo di indossare il velo in pubblico. Stretta che è sfociata in una campagna sui social con l'hashtag 'Guerra contro le donne'.

"Credo che l'hijab sia una questione consuetudinaria, culturale e religiosa che non possa essere imposta alle persone", afferma, ricordando che il ministero dell'Interno ha il compito di far rispettare l'obbligo e confermando che gli agenti della Gasht-e Ershad hanno recentemente ripreso le operazioni.

"Tuttavia, l'attuazione della legge sull'hijab è ancora monitorata" su pressione della "parte tradizionale e religiosa della società", sottolinea Abedi, che dice di essersi candidata per sostenere una maggiore libertà sociale per le donne, la riforma delle leggi a favore delle donne e l'aumento della percentuale di donne al potere.

"L'ingerenza straniera in questa questione sociale ha aumentato l'importanza dell'hijab in Iran - aggiunge - Gli oppositori dell'Iran, così come alcune istituzioni americane e occidentali, hanno effettuato investimenti finanziari per rimuovere l'hijab dall'Iran. Usano media e persone speciali per fare pubblicità contro l'hijab. Secondo i social trend in Iran, c'è una divisione sull'hijab. Tuttavia, il problema principale è che si tratta di una questione sociale e i rappresentanti delle varie classi sociali dovrebbero lavorare per promulgare leggi che tutelino gli interessi di tutte le donne".

Nell'ultima parte dell'intervista Abedi parla dei rapporti tra Iran e Italia, evidenziando che da un punto di vista politico ""sono stati più stabili di quelli tra l'Iran ed altri Paesi dell'Unione Europea". La ricercatrice rimarca che la Repubblica islamica "vuole rafforzare i rapporti con l'Italia". A questo proposito riporta alla memoria che il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato, durante un recente incontro con la nuova ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, che spera di aprire "un nuovo capitolo nello sviluppo delle relazioni bilaterali", denunciando che "le sanzioni degli Stati Uniti e dell'Ue contro l'Iran hanno un impatto sulle relazioni economiche bilaterali".

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Ucraina, Zelensky sostituisce di nuovo il comandante delle...

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A Kiev il parlamento ucraino ha rimosso dal suo incarico il vice primo ministro responsabile per la ricostruzione

Volodymyr Zelensky

Doppio ribaltone in Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, in una fase cruciale della guerra con la Russia, sostituisce il comandante delle forze speciali per la seconda volta in pochi mesi. Il generale Serhiy Lupanchuk è stato licenziato. E al suo posto è stato nominato Oleksandr Trepak che dal 2014 partecipa attivamente alle operazioni di difesa dell'est del Paese contro i separatisti sostenuti da Mosca.

Trepak ha preso parte alla battaglia per l'aeroporto di Donetsk nel 2015 ed è una figura quindi legata alla zona più critica del conflitto. Le forze speciali ucraine sono particolarmente attive nelle aree del paese occupate dai russi. Il loro ruolo è determinante in questo periodo nel cuore della guerra.

La situazione sul campo

La Russia preme lungo la linea del fronte, con l'obiettivo primario di conquistare la roccaforte di Chasiv Yar, che può diventare il trampolino di lancio per un'offensiva che, tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate, punterebbe decisamente verso ovest.

L'Ucraina aspetta l'arrivo di tutte le armi che gli Usa si sono impegnati a inviare con il pacchetto di aiuti da 61 miliardi di dollari varato dal Congresso. Intanto, però, a Kiev la situazione è decisamente fluida anche a livello istituzionale.

A Kiev salta il vicepremier

Il parlamento ucraino ha rimosso dal suo incarico il vice primo ministro responsabile per la ricostruzione, con la conseguente cancellazione di un incontro in programma a Kiev tra lo stesso vicepremier e il ministro dello Sviluppo tedesco Svenja Schulze.

Schulze era andata a Kiev proprio per preparare una conferenza internazionale sulla ricostruzione dell'Ucraina che si terrà a Berlino a giugno: Oleksandr Kubrakov, 41 anni, era ministro delle infrastrutture dal 2021 e vice primo ministro dal 2022. Il suo ministero era anche responsabile della politica locale e regionale. È stato inoltre responsabile della logistica per la difesa nella guerra contro la Russia.

Secondo le dichiarazioni del parlamento, la gestione delle infrastrutture e del governo locale verranno nuovamente suddivisi. Kubrakov ha scritto su Facebook di non essere stato informato dal premier Denys Shmyhal di queste decisioni. E Schulze ha espresso delusione per il licenziamento di Kubrakov e preoccupazione per ciò che potrebbe significare per la futura cooperazione e per i piani in vista della prossima conferenza di Berlino.

Il suo licenziamento è "personalmente molto, molto spiacevole", ha detto. Kubrakov si era impegnato molto nella lotta alla corruzione e aveva avuto molto successo in questo campo. "E insieme a lui abbiamo portato avanti molti progetti". Schulze ha incontrato brevemente Kubrakov dopo il suo arrivo a Kiev, ma a causa dell'inattesa svolta degli eventi, l'incontro è stato interrotto.

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Combattere la propaganda russa, la sfida della Moldova

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In netto aumento l'ondata di disinformazione, alimentata dall'Intelligenza artificiale, in vista del doppio voto del prossimo ottobre

Putin (Fotogramma)

La Moldova combatte per liberarsi dalla propaganda russa, un'ondata di disinformazione alimentata dall'Intelligenza artificiale in netto aumento in vista del doppio voto del prossimo ottobre, quando si voterà per le elezioni presidenziali e per il referendum sull'adesione all'Ue.

Fra i primi segnali di questo sforzo, costato alla Russia circa 50 milioni di euro solo nel 2023, si prevede il doppio quest'anno, un video diffuso lo scorso anno, prima di tutto su canali filorussi Telegram e Tik Tok, in cui una finta presidente Maia Sandu annunciava un bando imposto ai suoi connazionali al consumo di the alla rosa canina, bevanda tradizionale e molto popolare, per presunte misure di protezione dell'ambiente. Un fake. Anzi, un 'deepfake', creato con strumenti di IA e usato dagli avversari per accusare la filoeuropea Sandu, che si candiderà nuovamente a ottobre per un altro mandato di quattro anni, di essere un fantoccio in mano all'Occidente. Tanto è stato il successo del video che Sandu è stata costretta a spiegare che si trattava di un falso, nel suo discorso per la fine dell'anno.

"Questi deepfake (contenuti, video o audio creati con strumenti di Intelligenza artificiale per sembrare autentici, ndr.) sono parte del nuovo livello della guerra ibrida della Russia contro la Moldova, ha denunciato Stanislav Secrieru, il Consigliere per la sicurezza nazionale della Moldova in una intervista a Politico. "Ci aspettiamo molto di più nei mesi a venire", ha affermato Secrieru.

Queste interferenze avvengono su base quotidiana. E analisti occidentali hanno denunciato che sembrano essere la preparazione per una invasione futura da parte della Russia.

Al massimo a luglio del prossimo anno si terranno in Moldova anche le elezioni parlamentari. Il 60 per cento dei moldavi sostengono ora l'avvicinamento del Paese all'Occidente. L'Ue è il principale partner economico, mentre centinaia di migliaia di persone hanno anche la cittadinanza Ue, grazie a legami familiari con la vicina Romania.

Ma politicamente il Paese rimane spaccato in due. La Transnistria è una storia a se, isolata di fatto dall'inizio degli anni Novanta, quando Mosca aveva inviato una forza di pace presente tuttora. Ma la Gagauzia, che come la Transnistria ha chiesto l'aiuto di Mosca per contrastare quella che viene denunciata come 'guerra commerciale', lanciata da Chisinau, rimane dominata da esponenti filo russi. I partiti politici legati al miliardario di origine israeliana Ilan Shor, imperversano anche a Chisinau.

Le autorità in Moldova hanno sequestrato a inizio aprile un milione di euro da decine di rappresentanti del partito filo russo 'Vittoria' di ritorno da Mosca, molti dei quali ancora all'aeroporto di Chisinau. Come risposta, ci sono stati cyberattacchi contro siti del governo, durati diverse ore. "Quando abbiamo iniziato a dichiarare la nostra intenzione di entrare nell'Ue, gli attacchi si sono fatti più violenti e sofisticati", ha denunciato Anexandru Coretchi, direttore del Servizio per la tecnologia It e Cyber sicurezza.

Lo scorso aprile, sono stati registrati centinaia di commenti falsi anche su pagine Facebook (i bot alimentari da IA su Twitter sono comuni, ma non su Fb) inclusa quelle di Sandu, commenti filorussi da account di finti normali cittadini, con immagini del profilo simil reali, alcune delle quali, ancora una volta, generate con strumenti di Intelligence artificiale. I contenuti sono sempre gli stessi, l'IA accelera il processo, ma non lo cambia: Sandu è corrotta, un fantoccio dell'Occidente, solo legami più stretti con la Russia possono garantire un futuro al Paese.

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Esteri

Torna la minaccia nucleare di Putin – Ascolta

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(Ipa/Fotogramma)

Nel giorno della parata della Vittoria a Mosca, tradizionale celebrazione che si tiene in tutta la Federazione, del 79° anniversario della sconfitta del nazismo nella 'Grande Guerra Patriottica', il presidente russo Vladir Putin, nel suo discorso trasmesso sui canali ucraini dagli hacker russi ha risollevato la questione dell’arsenale nucleare.

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