Politica
Europee, Mantovano: “Temiamo ingerenze russe sul...
Europee, Mantovano: “Temiamo ingerenze russe sul voto, vogliono favorire l’astensionismo”
La Russia potrebbe cercare di interferire nelle elezioni europee di giugno: "Non per favorire l'uno o l'altro, ma per far crescere l'astensionismo". Ad affermarlo è il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano in un colloquio su 'Il Messaggero'. "Lo hanno già fatto alle elezioni in Spagna", spiega: "Anche in quel caso, non fu per favorire una parte politica - riprende il sottosegretario parlando delle interferenze russe - ma per far crescere l'astensione, delegittimare un sistema intero. E quando questo succede perdiamo tutti".
Mantovano spiega che gli attacchi cibernetici stranieri contro le istituzioni italiane, già impennati dopo l'invasione dell'Ucraina e all'indomani del massacro di Hamas il 7 ottobre scorso, "si intensificheranno in corrispondenza di eventi topici, come le elezioni".
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Ostia, Gasparri: “Spada? Sinistra garantista se...
"È molto grave l'atteggiamento di minimizzazione della presenza del clan Spada a Ostia da parte del Presidente Pd del Municipio X di Roma"
"È molto grave l'atteggiamento di minimizzazione della presenza del clan Spada a Ostia da parte del Presidente Pd del Municipio X di Roma, Mario Falconi. La sinistra che ha sempre fatto polemiche e impartito lezioni a destra e manca si comporta in maniera ipocrita. Quello di Falconi è un atteggiamento gravissimo che noi biasimiamo e condanniamo". Lo dice all'AdnKronos, Maurizio Gasparri, presidente dei senatori di Forza Italia, dopo l'invito che il presidente del municipio X di Roma, Mario Falconi, ha rivolto durante la seduta del Consiglio chiedendo a tutti di evitare il clamore sul caso della maestra aggredita da una donna della famiglia Spada.
Per il capogruppo azzurro, già coordinatore romano di Forza Italia, "questa vicenda dimostra l’ipocrisia della sinistra che è garantista quando gli conviene e forcaiola quando gli fa comodo, crea allarmismi criminalizzando interi territori e, invece, quando dovrebbe assumere iniziative o dimostrare fermezza cerca di negare l’evidenza dei fatti. Criticano e evitano la stampa che fa il suo dovere e poi accusano gli altri di voler mettere il bavaglio. Nessuno abbassi la testa davanti a chi invita al silenzio quando, invece, è il momento di alzare la voce".
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Rushdie difende Saviano e punge Meloni: “Cresca e sia...
Lo scrittore al Salone del Libro: "I politici dovrebbero farsi la pelle un po' più dura"
Salman Rushdie difende Roberto Saviano e 'punge' Giorgia Meloni. "A rischio mio personale, dico questo, i politici dovrebbero farsi la pelle un po' più dura, perché un politico al giorno d'oggi oltre ad avere grande potere ha anche molta autorità e quindi è normale che qualcuno fra la popolazione ne parli direttamente, magari male, magari usando una brutta parola come quella che ha usato Roberto", dice lo scrittore nel corso di una conferenza stampa al Salone del Libro a chi gli domandava un suo giudizio sulle reazioni dei politici alle offese che ricevono, tra cui quelle rivolte al premier Giorgia Meloni da Roberto Saviano. "Io a questa signora darei un consiglio, di essere meno infantile e la inviterei a crescere", aggiunge Rushdie che domani al Salone presenterà il suo libro 'Il coltello meditazioni dopo un tentato assassinio' proprio con Saviano.
Rushdie affronta diversi temi nell'evento e si sofferma sul quadro attuale, caratterizzato da due conflitti. "Non è questione di parlare di vincitori o chi stia perdendo. Non è finito nulla, tutto sta accadendo. E' arrivato il momento di tenere conto della narrazione che si fa dei conflitti", dice. "Prendiamo le guerre in corso in Ucraina: c'è un leader russo che dice che gli ucraini sono nazisti - ha spiegato - e c'è un bel numero di russi che credono a queste affermazioni. Il resoconto degli ucraini è all’opposto e per questo si fanno guerra. Anche in Medioriente la narrazione del conflitto tra israeliani e palestinesi si basa sulla passione, ci sono due forze contrapposte che stanno lottando per lo stesso pezzo di terra. Tutto sta nella possibilità di riconciliarsi nella narrazione, altrimenti ci sarà una guerra che non avrà fine". Quanto al ruolo delle religioni nei conflitti, Rushdie sottolinea:"Non è una sola religione che sta facendo danni, ci sono molte cose in ballo da questo punto di vista, però questa politicizzazione, questo fatto che le religioni si debbano armare in tutto il mondo è fenomeno che in questo momento trovo assolutamente negativo".
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Europee, Fratelli d’Italia chiude campagna a piazza...
'Anticipo' dell'evento per evitare concomitanza con la festa della Repubblica, la presidente del Consiglio prenderà parte solo al comizio finale
Non prenderà parte alla campagna elettorale, come messo in chiaro sin dalla conferenza programmatica di Pescara dove ha confermato la sua discesa in campo per le europee nel nome di 'Giorgia'. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, confermano i suoi, si limiterà a chiudere la campagna di Fratelli d'Italia per le europee -il primo giugno a Roma, nella centralissima piazza del Popolo, salvo cambi di programma dell'ultimo minuto- lasciando il 'fardello' di tirar su voti a ministri, candidati e volti noti del partito, compresa la sorella Arianna, anche lei con presenze 'centellinate' sul territorio: al momento è confermato che prenderà parte a un evento in Salento. Per il resto, la campagna elettorale di Fratelli d'Italia si giocherà ricalcando il modello Pescara, ovvero tavole tematiche animate da ministri e volti noti del partito.
La presidente del Consiglio si limiterà alla volata finale, prestando volto e voce alla chiusura che, per via della Festa della Repubblica, verrà anticipata al primo giugno, giornata in cui in agenda figura anche il tradizionale aperitivo al Colle con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. A distanza di due settimane dalla kermesse pescarese viene dunque confermato lo schema studiato in via della Scrofa: per Meloni la campagna elettorale sarà 'light', ristretta: "non toglierò un solo minuto all'attività del governo per fare campagna elettorale sul mio nome", aveva anticipato lei stessa in quell'occasione. Nessuna novità di rilievo, a ben guardare un precedente c'è già: 2009, Silvio Berlusconi candidato alle europee e al timone di Palazzo Chigi. Il leader di Forza Italia non si spese per la campagna elettorale ma partecipò al solo comizio finale, forte del ruolo da presidente del Consiglio costantemente sotto i riflettori.