Cronaca
Mercoledì 24 a Roma presentazione Osservatorio su enti...
Mercoledì 24 a Roma presentazione Osservatorio su enti religiosi e organizzazioni no profit
Il 24 gennaio 2024 alle ore 15 a Roma, presso Palazzo Cardinal Cesi, sarà presentato il Centro di Ricerca Universitario “Osservatorio su Enti religiosi, patrimonio ecclesiastico e organizzazioni non profit”, promosso dal prof. Giovanni Francesco Nicoletti, Magnifico Rettore dall’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, il quale ha evidenziato che “l’istituzione di questo nuovo Centro di Ricerca rappresenta un elemento strategico nelle azioni di promozione della ricerca scientifica di Ateneo in un settore cruciale per lo sviluppo di una società solidale e pluralista in ragione del rilevante contributo fornito dagli enti religiosi e del Terzo Settore in molteplici ambiti di rilevanza costituzionale”.
I lavori saranno introdotti dal prof. Nicoletti, Magnifico Rettore dell’Ateneo “Vanvitelli”, dal Prof. Raffaele Picaro, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, e dal Dott. Domenico Airoma, Vice Presidente Nazionale del Centro Studi Rosario Livatino, e si concentreranno sulla presentazione della nuova struttura che avrà l’importante compito di promuovere lo sviluppo della ricerca di base e applicata, favorire la diffusione dei risultati nel mondo scientifico e incoraggiare la collaborazione anche con enti esterni in materia di patrimonio ecclesiastico, enti religiosi e organizzazioni non profit. Le azioni messe in campo avranno altresì come finalità l’individuazione di best practices nazionali e internazionali nella gestione del patrimonio degli enti religiosi, anche al fine di assicurare una sua corretta amministrazione e valorizzazione.
L’iniziativa, curata dalle Cattedre di Diritto Ecclesiastico e Canonico dirette dal Prof. Antonio Fuccillo, prevede la partecipazione di importanti autorità religiose, civili e accademiche tra le quali spicca la presenza di S.E. Rev.ma Mariano Crociata – Presidente della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE), nonché quella di S.E. Rev.ma Mons. Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana.
Alla sessione introduttiva seguiranno i lavori di una tavola rotonda tematica coordinata dal Prof. Raffaele Santoro che vedrà tra i partecipanti il Dott. Luca Anziani, Presidente dell’Opera delle Chiese Metodiste in Italia, il Dott. Massimo Cozzolino, Segretario Generale della Confederazione Islamica Italiana, la Dott.ssa Livia Ottolenghi, Assessore Politiche Educative delle Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Rev.mo. Emanuele Frediani, Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, il Rev.mo Li Xuanzong, Prefetto Generale della Chiesa Taoista d’Italia e Vice Presidente del World Federation of Daoism e P. Luigi Sabbarese, Vicario Giudiziale del Tribunale del Vicariato dello Stato Città del Vaticano.
La Presentazione degli obiettivi dell’Osservatorio che sarà curata dai docenti: Prof.ssa Miriam Abu Salem, Prof.ssa Ludovica Decimo, Prof. Paolo Palumbo e Prof. Francesco Sorvillo. Le conclusioni saranno affidate al Prof. Carlo Venditti, Ordinario di Diritto civile e Direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Cronaca
Giustizia civile, tanti rinunciano alle cause legali
Lo rileva il Report Istat 'Cittadini e giustizia civile' relativo al 2023
Tanti, soprattutto uomini, rinunciano a ricorrere alla giustizia civile. Sebbene tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi, come recita l'articolo 24 della Costituzione della Repubblica Italiana, poco più di 900mila cittadini (2,1%) riferiscono di avere rinunciato, per varie ragioni, a esercitare tale diritto. Lo rileva il Report Istat 'Cittadini e giustizia civile' relativo al 2023.
Cronaca
Sanità, Romizi (Isde): “In Italia 10mila morti...
"In Europa 3 decessi ogni minuto - Evidente la correlazione con problemi ambientali e climatici, nuova Ue dovrà fare di più"
"L'antimicrobico resistenza (Amr) è strettamente legata alla triplice crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita della biodiversità, dell'inquinamento e spreco, guidata dall'attività umana, dal consumo insostenibile e dai modelli di produzione. In Europa causa ogni anno 35mila morti, 3 ogni minuto, e l'Italia con i suoi 10mila decessi l'anno ha il primato in negativo. Nessun Paese Ue è messo peggio. Non solo. L'Oms elenca la Amr tra le 10 principali minacce per la salute globale. Nel 2019 quasi 5 milioni di decessi nel mondo sono stati associati all'antimicrobico resistenza. Il collegamento fra problematiche ambientali e antimicrobico resistenza è sempre più evidente. Il nuovo Parlamento Ue dovrà fare di più". Lo ha detto il presidente dell'Associazione medici per l'ambiente (Isde Italia), Roberto Romizi, nel corso dell'evento promosso oggi da Isde Italia in occasione della 23.esima edizione delle Giornate italiane mediche dell'ambiente, presso l’Ufficio del Parlamento europeo in Italia a Roma.
"La cosa che colpisce è che in Italia, su 100.000 abitanti, abbiamo 1,7 morti evitabili per alcol, 6,2 per incidenti stradali, 32 per malattie cerebrovascolari e 18 per antimicrobico resistenza (dati Indice mortalità evitabile, www.mortalitaevitabile.it/index.php/it). Da qui la necessità di fare di più. Non c'è più tempo da perdere", conclude.
Cronaca
La Mantia (San Marco): “Poliposi nasale ha grande...
'Alterazione immunologia è problematica importante nella malattia'
“La poliposi nasale è una patologia flogistica, invalidante, cronica, spesso severa e con un grande impatto sulla qualità di vita del paziente, in quanto presenta una sintomatologia variegata: l’ostruzione nasale, in cui il paziente ha grossi problemi respiratori nasali, spesso una comorbidità asmatica e la diminuzione o la mancanza totale dell'olfatto, chiamata anosmia, che altera la qualità del sonno. L'impatto dei sintomi sulla qualità di vita del paziente è tale che, noi specialisti nel diagnosticare questa patologia, dobbiamo tenere conto di quanto impatta sulle capacità socio-relazionali del paziente”. Lo ha detto Ignazio La Mantia, direttore dell’Unità operativa complessa di Otorinolaringoiatria dell’Azienda universitaria ospedaliero Policlinico - S. Marco di Catania, parlando della rinosinusite cronica con poliposi nasale (Crswnp), in occasione del 110° Congresso nazionale della Società italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale - Sio, in programma a Bergamo dal 22 al 25 maggio 2024, il cui tema è “Il Futuro in ascolto”.
La Mantia approfondisce il tema dell'eosinofilo come fattore centrale nelle recidive di poliposi nasale e spiega come sia un indicatore fondamentale di infiammazione: “Questa patologia dà sicuramente una problematica importante, ossia l’alterazione dell'immunologia del paziente stesso. Abbiamo, infatti, un aumento degli eosinofili, che ritroviamo nel sangue e sulla mucosa nasale. L'ipereosinofilia ha un risvolto importante nel gestire tutta la sintomatologia - spiega - È una situazione che può dare quadri molto più importanti della semplice rinosinusite cronica con poliposi nasale, come delle sindromi quali la Churg Strauss ma anche esofagite eosinofila. Ne consegue che l’eosinofilo è il mediatore più importante ed è quello che andiamo a ricercare. È il biomarker che ci indica che siamo di fronte ad un’infiammazione di tipo 2”.
IL-5 è un target terapeutico importante e centrale nella rinosinusite cronica con poliposi nasale (Crswnp), in quanto in grado di estendere la sua azione oltre alla sola cellula eosinofila: “Le ultime ricerche dicono che l'interleuchina 5 ha un ruolo molto più importante che non la semplice attivazione degli eosinofili. E in questo senso è importante distinguere tra gli eosinofili infiammatori e quelli non infiammatori, ossia i residenti. L'interleuchina 5 impatta anche su altre cellule presenti sia a livello ematico che delle mucose nasali. Dalle ultime ricerche, soprattutto nel congresso che si sta sviluppando in questi giorni a Bergamo, sono emersi dei dati molto importanti su fattori addirittura genetici dell’interleuchina 5. Ne consegue, quindi, che l'interleuchina 5 svolge un ruolo centrale nella genesi di questo tipo di infiammazione (Crswnp)”, conclude.