Salute e Benessere
Pastore (Sapienza): “100 borse di studio a...
Pastore (Sapienza): “100 borse di studio a studentesse in formazione Stem”
"Il mondo della sanità e della salute è in profonda trasformazione, indispensabile costruire nuove competenze"
Per favorire la presenza femminile nella formazione Stem, cioè delle materie scientifiche (science, technology, engineering, mathematics), "c'è un impegno forte. Lo scorso anno accademico sono state istituite 100 borse di studio per ragazze meritevoli che si iscrivono a percorsi Stem, che sono state rinnovate anche nell'anno corrente. Il mondo delle scienze della salute è soggetto a una trasformazione profonda, pensate all'inserimento dell'intelligenza artificiale, della realtà virtuale, della realtà aumentata, robotica, IT e via dicendo. Quindi è evidentemente indispensabile lavorare per costruire delle nuove competenze, delle nuove professionalità, anche in una chiave interdisciplinare, dal momento che, nelle scienze della salute, dovremo inserire delle competenze di natura ingegneristica, data scientist, artificial intelligence engineers e così via". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Alberto Pastore, pro rettore al Placement, scouting, fund raising e incubazione d'impresa, oggi all'Università La Sapienza di Roma in occasione dell'evento di chiusura della seconda edizione del progetto 'Health4U, Stem University Johnson & Johnson Bootcamp', promosso dalla Fondazione J&J.
"La collaborazione tra pubblico, quindi università, istituzioni - sottolinea - e privato, mondo produttivo in senso lato, è una condizione 'sine qua non' per affrontare queste sfide e, in particolare - continua Pastore - l'università può lavorare insieme alle imprese per disegnare i propri percorsi formativi in piena rispondenza alle esigenze del mondo produttivo. Da questo punto di vista La Sapienza ha istituito recentemente un corso di Medicina e tech, un corso in medicina digitale e ha costituito un organismo - la consulta con le imprese - per confrontarsi con il mondo produttivo proprio allo scopo di perfezionare i propri percorsi formativi e renderli adeguati alle esigenze attuali".
Salute e Benessere
Influenza in rialzo nei bimbi, l’esperto: colpa di...
Andreoni: "L'arrivo di temperature più miti farà progressivamente spegnere i casi"
Il rialzo dell'incidenza dell'influenza nei bimbi piccoli "anche a fine aprile non è inconsueto: in questo periodo circola l'influenza B (Haemophilus influenzae di tipo B) e questo fa aumentare gli effetti di un colpo di coda epidemiologico, poi il picco di freddo di queste settimane aiuta le malattie da raffreddamento come l'influenza perché i virus penetrano meglio nelle mucose. Immagino che l'arrivo di temperature più miti e in linea con la stagione farà progressivamente spegnere l'influenza". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sull'ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet, curato dall'Istituto superiore di sanità.
I dati
Secondo quanto riportano gli ultimi bollettini, superano quota 14 milioni gli italiani messi a letto da influenza e virus 'cugini', infezioni che ancora sembrano non voler mollare la presa, complici gli 'up and down' del meteo di questa strana primavera. Anzi, tra i bimbi più piccoli l'incidenza torna a risalire.
"Nella sedicesima settimana del 2024", dal 15 al 21 aprile, si legge, "i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all'intera popolazione italiana, sono circa 282.000, per un totale di circa 14.399.000 casi a partire dall'inizio della sorveglianza". Nei 7 giorni analizzati l'incidenza delle sindromi simil-influenzali resta "stabile", pari a 4,8 casi per mille assistiti (erano 4,7 nella settimana precedente). Rimangono "maggiormente colpiti i bambini sotto i 5 anni di età, in cui si osserva un livello di incidenza di 14 casi per mille assistiti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (13,7)". In Toscana, Puglia e Basilicata, l'incidenza di influenza & Co. torna alla soglia basale.
Salute e Benessere
Aviaria, Andreoni: “Rischio è H5N1 nei maiali, così...
"Ad oggi però non è mai stata registrata una trasmissione interumana". Bassetti: "H5N1 rischia di essere prossima pandemia"
"In Usa è ormai stabilito il passaggio del virus dell'influenza aviaria H5N1 dai volatili alle mucche, ma il rischio - molto temuto - è che ci possa essere un transito del virus anche nei maiali e, come abbiamo visto per altre malattie, questo faciliterebbe poi la possibilità che arrivi all'uomo. Ad oggi però, è bene chiarirlo per non generare allarmismo, non è mai stata registrata una trasmissione interumana". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sulla valutazione preliminare del rischio associato al patogeno - "basso ma evolve insieme al virus" - fatta dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) insieme all'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao) e alla Woah (Organizzazione mondiale della sanità animale).
Oms-Fao-Woah hanno suggerito di "non consumare latte crudo, ma solo pastorizzato". "Nell'animale infetto il virus oltre a trasmettersi per via naso-faringea si trova anche nel latte fresco - ricorda Andreoni raggiunto telefonicamente a Barcellona dove da domani inizia il congresso europeo Escmid, che raccoglie gli esperti di malattie infettive e microbiologia - E' quindi è chiaro che non va consumato e serve massima attenzione degli operatori che lavorano negli allevamenti e nelle filiere".
Bassetti: "H5N1 rischia di essere prossima pandemia"
Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova, sottolinea che "in Usa il problema del riscontro anche nel latte bovino del virus influenzale H5N1 è importante. Il fatto che l'Oms e la Fao evidenzino che serva di innalzare l'attenzione sull'aviaria e sul consumo di latte crudo dimostra che siamo di fronte ad un fenomeno diverso da quello visto 25 anni con i primi casi nei volatili. Oggi l'aviaria H5N1 non è più un problema di quella specie, dovremmo forse smetterla di chiamarla aviaria perché oggi colpisce i bovini degli allevamenti e si sta avvicinando pericolosamente all'uomo. Dire che non va consumato il latte crudo, in Usa almeno, vuol dire che ci può essere un potenziale rischio che l'H5N1 diventi il prossimo problema pandemico".
Ciccozzi: "Alto rischio mutazioni virus in allevamenti bovini intensivi"
"Dai dati che arrivano dagli Usa sui casi di H5N1 negli allevamenti bovini sappiamo che nel latte c'è il virus ma non sappiamo se è vivo o morto, ovvero se può infettare gli umani che lo bevono - afferma all'Adnkronos Salute l'epidemiologo Massimo Ciccozzi - E' chiaro che va pastorizzato, ma questo vale al di là dell'influenza aviaria. Chiariamo, le temperature del processo di pastorizzazione, anche se il virus fosse vivo, ucciderebbero l'H5N1. Oggi il problema è cosa sta accadendo negli allevamenti, il patogeno lo conosciamo da 20 anni ma dobbiamo evitare - e mi pare che l'Oms non lo dica - gli allevamenti intensivi perché sappiamo che più il virus infetta e più fa casualmente delle mutazioni che possono danneggiare anche l'uomo".
"Ad oggi - prosegue - non è mai stata dimostrata la trasmissione interumana e quindi, per ora, il rischio è basso", come evidenzia anche l'Oms-Fao-Woah. "Però tasso di letalità se dovesse accadere è intorno al 40%. Va evitato assolutamente e vanno evitati quindi gli allevamenti intensivi", conclude.
Salute e Benessere
Sanità, Siaarti: ‘anestesisti merce rara ma serve...
Giarratano, 'contrari a formare specializzandi rianimatori, medici d'urgenza e chirurghi in ospedali periferici fuori rete formativa'
"Anestesisti, rianimatori, medici d'urgenza e chirurghi sono ormai merce rara. Tuttavia, formare questi specializzandi anche in ospedali fuori rete formativa per colmare carenze di organico dovute ad anni di programmazione sbagliata ci lascia molto perplessi. La formazione sul campo e negli ospedali non è in discussione. Anzi, è fondamentale, ma occorre una riforma piena del sistema di formazione post-laurea Medicina che garantisca qualità della stessa, competenze e attività maturate sul campo". Così all'Adnkronos Salute il presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) Antonino Giarratano, commenta l'approvazione da parte del Senato del 'Decreto Pnrr' che tanto preoccupa i medici specializzandi in cerca di una vera formazione post-laurea.
Per Giarratano "occorre evitare che lo specializzando sia considerato una risorsa destinata a coprire buchi di organico del Servizio sanitario regionale in strutture periferiche prive di molte specialità, dove - sottolinea - per restare alla disciplina di Anestesia e rianimazione, farebbe un'attività diversa e comunque priva di quelle specialità necessarie alla sua formazione, non maturando competenze essenziali per chi poi dovrà da tali nuovi specialisti essere assistito e curato".
Inoltre, "con questo provvedimento - evidenzia il presidente di Siaarti - è stata tolta ai docenti la loro funzione di certificare le acquisizioni di competenze. Chi lo farà, soprattutto se in alcune reti gli specializzandi non le matureranno? Insistiamo, troviamo soluzioni complessive che garantiscano tutte le esigenze, del sistema sanitario e della formazione. O la fuga dalle iscrizioni in alcune specialità diventerà una emorragia".