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Esteri

Israele-Hamas, al Jazeera: oltre 40 morti in ultimi raid a...

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Israele-Hamas, al Jazeera: oltre 40 morti in ultimi raid a Gaza

Idf: ucciso portavoce Jihad Islamica che realizzava i video con ostaggi. Anp: "Pronti a governare a Gaza, in corso colloqui con Egitto". Hezbollah: "Israele non è pronto a guerra contro di noi"

Bombardamenti nella Striscia di Gaza (Afp)

Una delegazione guidata dal membro dell'ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzouk, ha incontrato a Mosca il vice ministro degli Esteri russo, Mikhail Bogdanov. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Ria Novosti, precisando che Bogdanov ha sottolineato la necessità che vengano rilasciati i civili presi in ostaggio dalle fazioni palestinesi, tra cui tre cittadini russi. "La parte russa ha sottolineato la necessità di un rapido rilascio dei civili catturati durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e detenuti da fazioni palestinesi, tra cui tre cittadini russi: A. Kozlov, A. Lobanov e A. Trufanov", si legge in una nota pubblicata dal ministero degli Esteri russo. Durante l'incontro, si precisa, l'attenzione principale è stata posta "sul confronto in corso nella zona del conflitto israelo-palestinese" e sulla crisi umanitaria nella Striscia di Gaza che "ha raggiunto dimensioni catastrofiche".

Hamas ha spiegato che la delegazione guidata dal capo del dipartimento per i Rapporti internazionali era composta anche da un membro del politburo a Gaza, Bassem Naim, e dal rappresentante del movimento palestinese a Mosca.

Secondo un comunicato, la delegazione ha tenuto consultazioni politiche con il ministero degli Esteri russo sui modi per raggiungere un cessate il fuoco e mettere fine all' "aggressione" contro i palestinesi. Nei colloqui con Bogdanov, i rappresentanti di Hamas hanno anche chiarito "la posizione del movimento e le politiche per gestire il dossier dei prigionieri detenuti dalla resistenza" a Gaza.

Anp: pronti a governare a Gaza, in corso colloqui con Egitto

L'Autorità nazionale palestinese (Anp) è pronta a governare la Striscia di Gaza al termine della guerra tra Israele e Hamas. Lo ha detto a Sky News Arabia un funzionario palestinese, spiegando che si sono tenuti diversi incontri con rappresentanti egiziani sul futuro della Striscia di Gaza e dei suoi valichi di frontiera. I colloqui, che si sono svolti in collaborazione con Israele, hanno anche analizzato la possibilità di riaprire il valico di Kerem Shalom per l'ingresso e l'uscita di merci e persone dalla Striscia di Gaza.

Erdogan: "Netanyahu è nuovo Fuhrer, assetato di sangue compie genocidio"

Il primo ministro israeliano Benjamin ''Netanyahu è il Fuhrer di oggi'' e la comunità internazionale ''resta a guardare mentre commette il genocidio dei palestinesi'' insieme alla sua ''squadra assetata di sangue e accecata dal rancore''. Parole di fuoco quelle usate dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che si rivolge anche a ''coloro che esprimono giudizi sui diritti umani e le libertà hanno chiuso un occhio sui bambini e sulle donne brutalmente uccise negli ultimi 105 giorni'' nella Striscia di Gaza.

Hezbollah: "Israele non è pronto a guerra contro di noi"

''Israele non è pronto a una guerra'' contro Hezbollah. Lo ha detto il capo del gruppo parlamentare di Hezbollah a Beirut, Mohammad Raad, sostenendo che ''il nemico israeliano non è preparato per una guerra alla quale è invece pronta la resistenza in Libano. Questa gli mostrerà tutta la sua potenza e avrà sempre l'ultima parola''. Aggiungendo che Israele è ''imbarazzato e frustrato'' per le sue perdite nella Striscia di Gaza, Raad ha affermato che l'esercito israeliano ''non è riuscito a raggiungere i suoi obiettivi''. L'esponente di Hezbollah ha aggiunto che ''il nemico israeliano è costretto a ritirarsi perché è stanco e deve affrontare una resistenza che non si aspettava. E' frustrato e ha messo in imbarazzo tutti coloro che lo sostengono''.

Nuovi attacchi nella Striscia di Gaza

Nuovi attacchi nella Striscia di Gaza da parte di Israele che, secondo quanto riferiscono media libanesi, con Idf ha inoltre colpito circa 10 obiettivi nel sud del Libano in raid ancora in corso. Non c'è stato ancora alcun commento da parte dell'esercito israeliano.

Il bilancio di un nuovo raid aereo israeliano che ha colpito un condominio vicino all'ospedale di al-Shifa a Gaza City è salito a 15 morti. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa palestinese Wafa aggiungendo che un altro raid aereo ha ferito diversi civili a Sabra.

In precedenza al Jazeera aveva riferito che più di 40 persone sono state uccise dopo l'ultima ondata di attacchi israeliani in tutta la Striscia di Gaza.

Un altro attacco aereo ha preso di mira una casa nel nord di Rafah, ha scritto al Jazeera, aggiungendo di non essere in grado di stabilire il numero di vittime del raid a causa dell’interruzione della rete, "ma molti di loro con ferite gravi sarebbero ricoverati all’ospedale al-Najjar".

A Khan Younis, attacchi aerei notturni e pesanti bombardamenti hanno ucciso cinque persone, i carri armati militari israeliani e i veicoli dell'esercito si sono spinti più in profondità nelle vicinanze dell'ospedale Nasser e dell'ospedale da campo giordano. "L'esercito israeliano - scrive l'emittente - con carri armati, veicoli blindati e forze di terra, sta provocando un’ondata di panico tra le persone rifugiate all’interno dell’ospedale Nasser".

La Mezzaluna Rossa Palestinese ha dichiarato su X che l'esercito israeliano ha sparato, ferendoli, contro palestinesi sfollati che si rifugiavano nella sua sede centrale e nell’ospedale al-Amal di Khan Younis. La notizia arriva dopo che i bombardamenti dell'artiglieria israeliana hanno colpito la struttura nelle prime ore del mattino.

Il ministero della Sanità di Gaza, governato da Hamas, ha reso noto che è salito a 24.762 morti e 62.108 feriti il bilancio delle vittime causate dalla rappresaglia israeliana sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Solo nelle ultime 24 ore hanno perso la vita 142 palestinesi, mentre 278 sono rimasti feriti nell'enclave palestinese.

Concluse dopo 45 ore operazioni nel campo profughi di Tulkarem

L'Idf ha comunicato di aver concluso le operazioni antiterrorismo nel campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania, dopo 45 ore dal loro inizio. L'esercito israeliano afferma che le truppe hanno controllato circa 1.000 edifici, individuato più di 400 ordigni esplosivi e sequestrato 27 armi e altro equipaggiamento militare. Sono stati individuati e distrutti anche cinque laboratori di produzione di esplosivi e quattro siti utilizzati da agenti terroristici locali per controllare le forze israeliane attraverso telecamere. L'esercito ha scoperto e distrutto decine di esplosivi nascosti nei sotterranei del campo, ha detto ancora l'Idf, aggiungendo che 37 palestinesi ricercati sono stati arrestati durante l'operazione, tra cui diversi membri anziani di una rete terroristica locale. Almeno otto uomini armati palestinesi sono stati uccisi durante gli scontri con le truppe durante il raid.

Relatore speciale Onu: "Israele ha violato diritto internazionale a Gaza"

La relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi afferma che Israele ha violato il diritto internazionale bombardando la Striscia di Gaza, distruggendo interi quartieri e uccidendo migliaia di palestinesi.

“Israele ha fatto una serie di cose che sono in gran parte illegali - ha detto Francesca Albanese in una conferenza stampa a Madrid - Il diritto internazionale umanitario deve essere rispettato per proteggere le persone che non partecipano ai combattimenti: civili, prigionieri di guerra, malati e feriti".

“Ciò significa distinguere tra combattenti e civili - ha aggiunto - e garantire che gli attacchi militari siano proporzionati per evitare danni eccessivi alla popolazione. Invece, quello che è successo sono stati più di 100 giorni di pesanti bombardamenti. Nelle prime due settimane sono state usate 12.000 bombe, ordigni del peso di circa una tonnellata, in zone molto affollate”.

Idf: ucciso portavoce Jihad Islamica che realizzava i video con ostaggi

In un raid aereo israeliano nella Striscia di Gaza è stato ucciso un portavoce della Jihad Islamica, Wael Abu Fanounah. Lo si legge in una nota congiunta dello Shin Bet e delle Forze di difesa israeliana (Idf), che spiegano che Abu Fanounah si occupava della realizzazione e diffusione dei video di propaganda del gruppo, compresi quelli con gli ostaggi e sui razzi lanciati verso Israele. In precedenza Abu Fanounah aveva ricoperto altri incarichi di rilievo all'interno della Jihad Islamica, compreso quello di vice di Khalil Bahtini, il comandante del gruppo nel nord della Striscia di Gaza.

L'Idf ha anche comunicato di aver concluso "le operazioni antiterrorismo" nel campo profughi di Tulkarem, in Cisgiordania, dopo 45 ore dal loro inizio.

Secondo quanto riferiscono i media locali, le forze israeliane hanno istituito posti di blocco militari in tutta la Città Vecchia di Gerusalemme, impedendo a migliaia di palestinesi di raggiungere la moschea di al-Aqsa per la preghiera del venerdì. A causa dei blocchi, soltanto 15.000 persone hanno potuto raggiungere oggi la moschea, secondo il Waqf, l'ente islamico che amministra il sito, un numero nettamente inferiore rispetto al solito.

Anp: "Bene richiesta Cile e Messico a Cpi"

Il ministero degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha accolto positivamente la notizia che Messico e Cile hanno chiesto congiuntamente alla Corte Penale Internazionale (Cpi) di indagare su possibili crimini di guerra commessi contro i civili durante la guerra a Gaza. "La Corte deve adempiere al suo mandato nei confronti delle vittime palestinesi e garantire giustizia per i crimini commessi dai funzionari israeliani, senza timori o favoritismi", ha affermato il ministero degli Esteri dell'Anp sul social X. La Cpi è un organo giudiziario indipendente che ha giurisdizione a livello individuale sui crimini di genocidio, contro l'umanità e di guerra.

Proteste a Tel Aviv, in migliaia chiedono il cessate il fuoco

Migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv ieri sera tardi per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e la pace con i palestinesi. Le manifestazioni si stanno svolgendo di nuovo in Israele mentre cresce la rabbia nei confronti dell'amministrazione Netanyahu che non è riuscita a liberare i prigionieri nonostante la guerra devastante. Durante le proteste erano presenti anche alcune famiglie dei prigionieri, con molti manifestanti che portavano cartelli con la scritta “La pace inizia con la speranza” e “La pace è l’unica soluzione”.

Oms: "Epatite A e ittero dilagano nella popolazione di Gaza"

Almeno 24 casi di epatite A e migliaia di ittero sono stati rilevati nella Striscia di Gaza, poiché l'accesso all'acqua pulita rimane fortemente limitato. E' l'avvertimento lanciato su X dal capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus.

L’epatite A, un’infezione virale del fegato, è generalmente lieve “ma può occasionalmente causare malattie gravi”, afferma il capo dell’Oms. Sebbene soltanto 24 casi siano stati confermati attraverso i test a causa di mezzi limitati, si ritiene che anche le migliaia di casi di ittero siano collegati all'infezione del fegato, indicando che potrebbe essersi diffusa molto più di quanto mostrano i test.

“Le condizioni di vita disumane - quasi assenza di acqua potabile, servizi igienici puliti o capacità di mantenere pulito l’ambiente circostante - consentiranno all’epatite A di diffondersi ulteriormente”, scrive Ghebreyesus, descrivendo la crisi sanitaria come “esplosiva”. “La capacità di diagnosticare le malattie rimane estremamente limitata. Non esiste un laboratorio funzionante. Anche la capacità di risposta rimane limitata”, aggiunge. “Continuiamo a chiedere l’accesso libero e sicuro agli aiuti medici e la tutela della salute”.

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Re Carlo torna agli impegni pubblici, martedì la visita a...

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Buckingham Palace: "Medici incoraggiati dai suoi progressi"

Buckingham Palace mette fine alle congetture sullo stato di salute di Re Carlo. Il sovrano, malato di cancro, da martedì riprenderà i suoi impegni pubblici. Con la regina Camilla si recherà in visita a un centro di cure per i tumori. "Il team medico di Sua Maestà - fa sapere una nota della Casa Reale - è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".

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“Ho ucciso il mio cane”, la rivelazione choc...

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"Era indisciplinato" si difende Kristi Noem, la governatrice del South Dakota, su X

Kristi Noem (Fotogramma/Ipa)

Kristi Noem, la governatrice del South Dakota considerata una delle possibili vice di Donald Trump alle prossime elezioni, è stata travolta da polemiche e critiche, anche da destra, dopo che è emerso che nel libro che sta per pubblicare racconta di aver personalmente ucciso il suo cane di 14 mesi perché "indisciplinato".

"Odiavo quel cane, non era possibile addestrarlo, era pericoloso, non valeva niente come cane da caccia, e in quel momento ho capito che dovevo abbatterlo", ha scritto la 52enne ultra trumpiana governatrice, diventata famosa durante il Covid per essersi rifiutata di firmare l'obbligo di indossare le mascherine, nel libro 'No Going Back: The Truth on What’s Wrong with Politics and How We Move America Forward' ('Nessun passo indietro: cosa è sbagliato in politica e come far avanzare l'America', ndr.) di cui il Guardian ha ottenuto un'anticipazione.

La colpa di Cricket, il bracco tedesco di poco più di un anno da lei abbattuto e poi gettato in una cava di ghiaia, era quella di aver rovinato una caccia al fagiano ed ucciso le galline del vicino. Se l'intenzione di Noem era quella di provare di essere dura e determinata, la cosa rischia di essere un boomerang nell'America in cui l'amore per i pet è una sorta di religione. Non a caso, la campagna di Biden ha postato foto del presidente con il pastore tedesco Commander - protagonista di una lunga serie di aggressioni a agenti del Secret Service che hanno portato al suo allontanamento dalla Casa Bianca, non certo ad abbatterlo - e di Kamala Harris che fa le coccole ad un cane.

Critiche stanno arrivando anche da destra. "Io amo i cani e veramente sono orripilata da quello che ha scritto Noem, non avrei mai voluto leggerlo, a 14 mesi un cane è un cucciolo e può essere addestrato, gran parte dei cattivi comportamenti dei cani dipendendo dai cattivi addestramenti degli umani", ha dichiarato Alyssa Farah Griffin, ex staff della Casa Bianca di Trump, ora critica dell'ex presidente, sottolineando che i "cani sono un dono di Dio, chiunque in modo non necessario fa male ad un animale perché dà fastidio dovrebbe essere curato".

"Quando ho visto i tweet su Noem che ha assassinato il suo cucciolo, ho pensato, 'Diavolo, uno degli altri candidati al posto di Vp ha trovato materiale sporco su di lei', ma poi ho visto che lo ha scritto lei stessa. Non so perché qualcuno debba vantarsi di una cosa del genere a meno che non sia malato", le ha fatto eco Sarah Matthews, un'altra ex della Casa Bianca di Trump, ora critica del tycoon.

Il fatto è che nel libro Noem - che prima di iniziare nel 2006 la carriera politica si è occupata del ranch di famiglia in South Dakota - non solo descrive come ha sparato al suo cane, ma anche come ha scelto di abbattere un capra, sempre perché troppo agitata, sparandole tre colpi di fucile. E, di fronte al clamore e alla polemica provocata dalle sue rivelazioni, non sembra per niente intenzionata a fare un passo indietro, proprio come recita il titolo del libro in uscita il mese prossimo.

"Amiamo gli animali, ma decisioni devono essere prese ogni giorno in una fattoria" ha scritto su X replicando alle rivelazioni del Guardian. "Non è stato un lavoro piacevole, ma doveva essere fatto, e dopo mi sono resa conto che un altro lavoro spiacevole doveva essere fatto", ha aggiunto riferendosi all'uccisione prima del cucciolo e poi della capra, da lei definita "cattiva".

Una difesa destina a non placare le polemiche, se un gruppo di governatori democratici hanno risposto, sempre sui social, alla collega repubblicana postando le foto dei loro "pet" esortando anche gli altri utenti a fare lo stesso. "Pubblica una foto del tuo cane che non coinvolga il fatto di sparargli e buttarlo in una cava", ha scritto il governatore del Minnesota, Tim Walz, seguito dai colleghi di Michigan, New Jersey.

Anche il comitato democratico ha commentato la vicenda, dando la parola ai loro stessi pet: "Avevamo sentito dai nostri padroni quanto estremisti e pericolosi Donald Trump e i suoi alleati estremisti del Maga potessero essere, ma niente ci ha preparato all'inquietante ed orribile passaggio che Kristi Noem ha scelto di mettere nel suo libro".

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Proteste università Usa, analista iraniana:...

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La riformista Afifeh Abedi, candidata alle ultime elezioni, "velo non può essere imposto alle donne"

Proteste università Usa, analista iraniana:

"Il trattamento violento degli agenti di polizia americani nei confronti di studenti e professori consapevoli dei crimini di Israele, combinato con il pieno sostegno dell'Amministrazione Biden alla guerra a Gaza, indebolirà senza dubbio la sua posizione alle elezioni presidenziali americane". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos Afifeh Abedi, ricercatrice su questioni di politica estera presso il Center for Strategic Research (Csr) di Teheran, uno dei principali think tank della Repubblica islamica, commentando le proteste contro Israele nei campus universitari americani.

"Il numero crescente di vittime dei crimini israeliani a Gaza, almeno due terzi delle quali sono donne e bambini, ha allarmato la comunità internazionale. Tuttavia, Washington continua a fornire pieno sostegno politico e militare a Israele. L'America rifiuta di accettare una soluzione politica per un cessate il fuoco a Gaza, cosa che fa arrabbiare ogni coscienza sveglia", prosegue la ricercatrice, che alle ultime elezioni parlamentari in Iran si è candidata con la lista 'Sade Mellat', sostenuta dai riformisti moderati. Secondo Abedi, "l'Amministrazione Biden ha mostrato una significativa debolezza anche nell'affrontare altre questioni mondiali".

La candidata riformista lancia quindi l'allarme sull'annunciata operazione militare israeliana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, che a suo parere "ha il potenziale per scatenare una guerra regionale" dal momento che "incita le opinioni pubbliche nei Paesi arabi contro i loro leader", mentre si moltiplicano gli appelli internazionali al governo Netanyahu a desistere dall'avviare un attacco contro Rafah.

Secondo Abedi, l'obiettivo di Israele è di "occupare Gaza e trasformare le sue strutture sociali, economiche e politiche in quelle israeliane". L'operazione prevista a Rafah fa parte degli "sforzi in corso di Israele per indebolire Hamas e garantirsi l'accesso a Gaza", spiega l'analista, secondo cui, tuttavia, l'emergere di "una nuova dimensione di crimini", come la scoperta di fosse comuni, rende "sempre più difficile la capacità di Washington di continuare a sostenere Israele".

Per quanto riguarda l'Iran, precisa, le sue richieste sono sempre quelle che Israele cessi i suoi attacchi contro Gaza e Rafah, che si ritiri completamente da Gaza e che gli abitanti di Gaza ritornino nelle loro case. "Su questa base continuerà a tenere consultazioni regionali e internazionali".

Abedi commenta quindi la denunciata stretta ulteriore da parte della cosiddetta 'polizia morale' (Gasht-e Ershad) sull'obbligo di indossare il velo in pubblico. Stretta che è sfociata in una campagna sui social con l'hashtag 'Guerra contro le donne'.

"Credo che l'hijab sia una questione consuetudinaria, culturale e religiosa che non possa essere imposta alle persone", afferma, ricordando che il ministero dell'Interno ha il compito di far rispettare l'obbligo e confermando che gli agenti della Gasht-e Ershad hanno recentemente ripreso le operazioni.

"Tuttavia, l'attuazione della legge sull'hijab è ancora monitorata" su pressione della "parte tradizionale e religiosa della società", sottolinea Abedi, che dice di essersi candidata per sostenere una maggiore libertà sociale per le donne, la riforma delle leggi a favore delle donne e l'aumento della percentuale di donne al potere.

"L'ingerenza straniera in questa questione sociale ha aumentato l'importanza dell'hijab in Iran - aggiunge - Gli oppositori dell'Iran, così come alcune istituzioni americane e occidentali, hanno effettuato investimenti finanziari per rimuovere l'hijab dall'Iran. Usano media e persone speciali per fare pubblicità contro l'hijab. Secondo i social trend in Iran, c'è una divisione sull'hijab. Tuttavia, il problema principale è che si tratta di una questione sociale e i rappresentanti delle varie classi sociali dovrebbero lavorare per promulgare leggi che tutelino gli interessi di tutte le donne".

Nell'ultima parte dell'intervista Abedi parla dei rapporti tra Iran e Italia, evidenziando che da un punto di vista politico ""sono stati più stabili di quelli tra l'Iran ed altri Paesi dell'Unione Europea". La ricercatrice rimarca che la Repubblica islamica "vuole rafforzare i rapporti con l'Italia". A questo proposito riporta alla memoria che il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian ha dichiarato, durante un recente incontro con la nuova ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, che spera di aprire "un nuovo capitolo nello sviluppo delle relazioni bilaterali", denunciando che "le sanzioni degli Stati Uniti e dell'Ue contro l'Iran hanno un impatto sulle relazioni economiche bilaterali".

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