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Israele, migliaia in piazza per rilascio ostaggi e voto...

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Israele, migliaia in piazza per rilascio ostaggi e voto anticipato. Blinken domani in A. Saudita

Uno degli ostaggi in un video fa appello al premier: "Partecipate ai negoziati". Hamas: "Intesa difficile". Katz: "Con accordo stop a operazione su Rafah"

Le proteste dei familiari degli ostaggi  - Afp

Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Tel Aviv per chiedere il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza ed elezioni anticipate che portino a un governo diverso da quello guidato dal premier Benjamin Netanyahu. Come riporta il Times of Israel, i manifestanti hanno bloccato l'autostrada Ayalon in direzione nord fino all'intervento della polizia. Sono anche scoppiati scontri tra gli agenti e i manifestanti con il fermo di Ayala Metzger, la nuora dell'ostaggio Yoram Metzger, poi rilasciata.

Meirav Svirsky, sorella dell'ostaggio Itay Svirsky ucciso mentre era rapito, ha chiesto al governo israeliano di non inviare forze a Rafah per evitare la morte di altri ostaggi. Einav Zangauker, madre dell'ostaggio Matan Zangauker, ha affermato che il primo ministro Netanyahu sta ''sacrificando'' suo figlio e il resto degli ostaggi.

L'appello di uno dei rapiti a Netanyahu

Ad alimentare ancora di più le proteste la pubblicazione, ieri da parte di Hamas, di un video che mostra vivi due ostaggi israeliani catturati durante gli attacchi del 7 ottobre: Omri Miran, 46 anni e Kith Segal di 64 che cittadinanza anche americana.

"Qui la situazione non è piacevole, è difficile, ci sono molti bombardamenti. A volte abbiamo la sensazione che stia peggiorando. Chiedo al primo ministro e all'intero governo di partecipare ai negoziati", afferma Siegel nel video chiedendo poi ai familiari degli ostaggi di "fare tutto il possibile e continuare con le proteste" per portare ad un accordo. "Ho visto varie volte le manifestazioni a Tel Aviv e Gerusalemme", ha aggiunto nel video, in cui non compare una data, ma c'è un riferimento alla Pasqua ebraica, la festività di Pesach che si sta celebrando tra il 22 e il 29 aprile. Gli ostaggi sottolineano inoltre di essere prigionieri da 202 giorni.

Hamas: "Poche chance che proposta Israele venga accolta"

Ma un accordo nei negoziati sembra ancora lontano. Ci sono scarse possibilità che l'ultima proposta di Israele per un accordo sugli ostaggi venga accettata da Hamas ''senza emendamenti sostanziali'', ha fatto sapere un alto funzionario di Hamas. ''La proposta che è stata presentata dagli israeliani non riflette un cambiamento fondamentale nella loro posizione. Non fornisce risposte chiare alla questione del ritiro da Gaza e di un cessate il fuoco totale'', afferma il funzionario senza fornire dettagli sulla proposta.

Katz: "Se ci sarà accordo stop a operazione Rafah"

'Ma da Israele il ministro degli Esteri Israel Katz rilancia: 'Se si arriverà a un accordo'' tra Israele e Hamas per la liberazione degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, le Forze di difesa israeliane (Idf) ''sospenderanno l'operazione prevista a Rafah'', afferma intervistato da News 12.

Blinken in A.Saudita lunedì e martedì

Per agevolare l'intesa il Segretario di Stato americano Antony Blinken si recherà domani e martedì in Arabia Saudita dove per incontrare i partner regionali. L'obiettivo è quello di fare il punto sugli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani, come ha fatto sapere il Dipartimento di Stato Usa.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Morto a 98 anni Roger Corman, mitico produttore e regista...

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Si era fatto conoscere per una serie di film horror come 'La piccola bottega degli orrori' (1960) e la serie di adattamenti di Edgar Allan Poe con Vincent Price ('I vivi e i morti' e 'Il pozzo e il pendolo')

Roger Corman - (Afp)

E' morto a 98 anni Roger Corman, il mitico produttore e regista "re dei B-movie", leggendario per la sua rapidità nel realizzare i film (sei/sette l'anno, alcuni in meno di due giorni), che ha dato impulso alla carriera di giovani talenti non ancora affermati (molti dei quali protagonisti del rinnovamento del cinema statunitense) come Peter Bogdanovich, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Paul Bartel, Monte Hellmann, Jack Hill, John Sayles, James Cameron, Joe Dante, Jonathan Demme, Jack Nicholson, Robert De Niro, Ellen Burstyn, tanto da formare una factory, una vera e propria 'scuola cormaniana'.

Il cineasta statunitense, considerato un gigante del cinema indipendente, che nel 2009 aveva ricevuto un Oscar onorario ai Governors Awards, è morto giovedì 9 maggio nella sua casa di Santa Monica, in California, come ha dichiarato oggi la sua famiglia a 'The Hollywood Reporter'. "Roger era generoso, aperto e gentile con tutti coloro che lo conoscevano", hanno dichiarato i suoi familiari in un comunicato. "Quando gli è stato chiesto come avrebbe voluto essere ricordato, ha risposto: 'Ero un regista, solo questo'".

Corman si era fatto conoscere per una serie di film horror come 'La piccola bottega degli orrori' (1960) e la serie di adattamenti di Edgar Allan Poe con Vincent Price ('I vivi e i morti' e 'Il pozzo e il pendolo') ma era diventato famoso per saghe di droga e motociclisti come 'I selvaggi' (1966), presentato, tra le polemiche, in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia. Raggiunse la notorietà anche per 'Il massacro del giorno di San Valentino' (1967) e 'Il serpente di fuoco' (1967) che vedeva protagonista Peter Fonda nei panni di un uomo impegnato in un'odissea onirica e allucinata che ha appena fatto uso per la prima volta di Lsd. Le polemiche suscitarono l'entusiasmo di Corman, che fu uno dei primi produttori a riconoscere il potere della pubblicità negativa. La sua miscela di sesso, nudità, violenza e temi sociali è stata presa sul serio in molti ambienti anticonformisti, soprattutto in Europa, e nel 1964 è stato il primo produttore-regista americano a essere premiato dalla Cinematheque Francaise di Parigi con una retrospettiva dei suoi film. Secondo la banca dati Imdb, Corman ha prodotto 491 film, ne ha diretti 56 e interpretati 45.

Nato a Detroit (Michigan) il 5 aprile 1926, dopo aver studiato al Beverly Hills College di Detroit, durante la seconda guerra mondiale Roger Corman seguì un corso di addestramento alla U.S. Navy, e nel 1947 si laureò in ingegneria industriale alla Stanford University. Compiuto un apprendistato a Hollywood nel 1948 alla 20th Century-Fox, prima come fattorino poi come assistente alla sceneggiatura, effettuò un 'viaggio culturale' in Europa, a Parigi e a Oxford, con una borsa di studio in letteratura inglese. Tornato negli Stati Uniti, dopo essere stato giornalista e agente letterario lavorò per l'American International Pictures e cominciò la sua infaticabile attività di produttore, distributore e regista. A ritmo frenetico Corman ha realizzato nel tempo centinaia di film di largo consumo, dai western, ai gangster film, ai teenagers-movies, al soft-core, alla fantascienza, ai prediletti horror.

Il debutto come regista avvenne con il western "Cinque colpi di pistola" (1955) cui seguirono, nei soli anni Cinquanta, più di venti film, tra cui "La legge del mitra" (1958) e "Vita di un gangster" (1959), pervasi di violenza fisica e psicologica di quel mondo gangsteristico che sarebbe tornato poi con "Il massacro del giorno di San Valentino" (1967) e "Il clan dei Barker" (1970), con Shelley Winters, Robert De Niro e Bruce Dern, anticipatori del clima dei film di Martin Scorsese o di John Milius. L'antirazzismo di "L'odio esplode a Dallas" (1962), l'anarchismo di "I selvaggi" (1966), le visioni psichedeliche di "Il serpente di fuoco" (1967) anticiparono l'immaginario radical inaugurato dal ribellismo sessantottino.

Ma furono gli horror tratti dai racconti di Edgar Allan Poe, segnati da fantasia barocca, senso onirico della messinscena, orchestrazione del ritmo, abilità nel mescolare effetti orrorifici e note grottesche, a riassumere meglio la ridefinizione estetica del fantastico cinematografico di Corman. "I vivi e i morti" (1960) inaugurò la costruzione di un universo inquietante e morboso ma anche pervaso di una vena beffarda e sarcasticamente funebre, enfatizzato dagli arredamenti di Daniel Haller, dalle luci di Floyd Crosby e dalle sceneggiature di Richard Matheson, Charles Beaumont, Robert Towne e dalla recitazione di Vincent Price o Peter Lorre. Al primo film seguirono "Il pozzo e il pendolo" (1961), "Sepolto vivo" (1962), "I racconti del terrore" (1962), "I maghi del terrore" (1963), "La maschera della morte rossa" (1964), "La tomba di Ligeia" (1964). Queste pellicole, con altri horror come "La vergine di cera", "L'uomo dagli occhi a raggi X", "La città dei mostri", tutti del 1963, contribuirono all'elaborazione visiva di un mondo fantastico, presto diventato 'di culto' in cui il mostruoso non ha più solo una funzione terrorizzante ma diventa emblema figurativo e persino significazione morale, caricandosi di allusioni psicoanalitiche.

Dopo la corrosiva e sarcastica incursione nel mondo giovanile di "Gas, fu necessario distruggere il mondo per poterlo salvare" (1970) e "Il barone rosso" (1971), elegia individualista sul leggendario pilota tedesco della Prima guerra mondiale, Corman si è dedicato per tutti gli anni Settanta e Ottanta solo alla produzione e a un'encomiabile attività di distribuzione negli Stati Uniti dei film di grandi cineasti europei come Federico Fellini, François Truffaut e Ingmar Bergman. Utilizzò la sua sfrontata sensibilità di marketing di massa per distribuire "Amarcord" di Fellini, "La storia di Adele H." di Truffaut, "Dersu Uzala" di Akira Kurosawa e "Fitzcarraldo" di Wener Herzog.

Nel 1970 aveva fondato la sua casa di produzione e distribuzione New World Pictures sostituita nel 1983 dalla società di produzione New Horizons Pictures e da quella di distribuzione Concorde. Nel 1990 Corman era ritornato alla regia con una contaminazione di horror e fantascienza, "Frankenstein oltre le frontiere del tempo", ispirato a un romanzo di Brian Aldiss, piena di inventiva visionaria, di umorismo nero e di colta ironia. Nel 1990 ha pubblicato l'autobiografia, scritta con Jill Jerome, "Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro" (pubblicata in italiani dalle Edizioni Lindau nel 1998).

I suoi amici ed allievi hanno affettuosamente scritturato Corman in ruoli cameo, tra cui Coppola ne "Il Padrino: Parte II" (1974) e Demme in "Il silenzio degli innocenti" (1991), "Philadelphia" (1993) e "Rachel sta per sposarsi" (2008).

Nel marzo 2015, Corman e sua moglie Julie hanno intentato una causa presso la Corte Superiore di Los Angeles affermando di aver perso fino a 60 milioni di dollari quando i loro soldi sono stati gestiti male da un fondo di investimento. In seguito hanno dichiarato che i danni sono arrivati a 170 milioni di dollari. Oltre alla moglie Julie, lascia le figlie Catherine e Mary.

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Riforme, Follini: “Confronto duro e referendum sarà...

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Il punto di vista di Marco Follini per Adnkronos

Marco Follini  - (Fotogramma)

"A questo punto suona inutilmente malinconico l’appello a cercare di fare insieme, a due mani, le promesse riforme istituzionali. Da una parte infatti si arruolano cantanti, sportivi e attori per dare una coloritura pop al premierato annunciato, insofferenti ormai di ogni invito alla prudenza. Dall’altra si minaccia di farvi opposizione addirittura 'usando i nostri corpi' e già prenotando una piazza di protesta -il 2 giugno, festa della Repubblica, peraltro. Ce n’è quanto basta per mettere in calendario un confronto parlamentare duro e divisivo e di lì in poi un referendum che si annuncia non proprio come la battaglia di Armageddon ma quasi.

Si dirà che neppure le riforme sono un pranzo di gala, e che perfino ai tempi della mitica Assemblea Costituente ci fu molto da discutere e perfino qualcosa su cui litigare. Ma nel caso delle nuove regole su cui ci si sta accapigliando fin dall’inizio della legislatura sembra sia mancata una sia pur minima volontà di cercare un punto di contatto. Da una parte, quella della Meloni, perché si scommette sul fatto che nel paese soffi un vento propizio alla personificazione del comando politico (il premierato, appunto). Dall’altra, quella del Pd, perché si scommette all’opposto che nel paese soffi un vento propizio alla protesta e alla diffidenza verso l’uomo, o la donna, soli al comando. Due venti che soffiano, effettivamente, tutti e due, e a quanto pare con pari forza. Tant’è che i sondaggi, per quel che valgono, già profetizzano un serrato testa a testa nel referendum che potrebbe essere chiamato infine a dirimere la controversia. Finendo per diventare un incentivo in più a dividere il campo.

Così ora verrebbe spontaneo ripiegare le bandiere della pace e predisporsi a uno scontro già annunciato con ostinazione degna di miglior causa da una parte e dall’altra. Salvo il fatto che a lasciar andare le cose verso questo sbocco è molto probabile che all’indomani ci si troverà ad aver compiuto un altro giro sulla giostra della delegittimazione della politica. E anche chi avrà la ventura di vincere nel referendum finale è assai probabile che non ricaverà da questa affermazione la solidità del proprio insediamento politico. Come talvolta succede, infatti, la fragilità è l’esito delle prove di forza un po’ maldestre.

A questa deriva, s’è già detto, hanno concorso in tanti. Ma non tutti nella stessa misura. Governo e maggioranza, infatti, avrebbero dovuto dar prova di maggiore prudenza e di maggiore disponibilità. Aver vinto le elezioni due anni fa avrebbe dovuto spingere Meloni a un di più di mediazione. Cosa di cui, almeno finora, non s’è vista traccia. Inoltre aver deciso di tenere per ultima la fondamentale questione della legge elettorale ha finito per alimentare ancora di più il sospetto che si stesse preparando una vera e propria forzatura ai danni del resto del mondo. E’ evidente che proprio il rafforzamento dei poteri del primo ministro richiederebbe un altrettanto forte consolidamento del ruolo rappresentativo del Parlamento. Se invece si continua allegramente a portare i fedelissimi alla Camera e al Senato, facendoli contare poco e niente, è tutto l’equilibrio dei poteri che va a farsi benedire.

Per come è configurata attualmente la riforma rischia di sfociare in un premier pressoché minoritario, eletto di stretta misura (la soglia non è ancora stata messa nero su bianco) e contornato da un Parlamento ridotto al coro muto degli yes men. Si dirà che c’è ancora tempo per rimediare, e che molte cose potranno magari essere corrette. Ma questo richiederebbe appunto una maggiore (e reciproca) disponibilità a muoversi dalle proprie trincee. Cosa di cui neppure gli osservatori più inclini all’ottimismo hanno finora visto traccia.

Così, l’intento di rafforzare il potere politico sortirà il paradossale effetto di rendere ancora più fragile la nostra impalcatura istituzionale. E l’uomo forte di domani scoprirà inevitabilmente che la debolezza del suo stesso contesto prima o poi gli renderà le cose ancora più difficili". (di Marco Follini).

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Cronaca

Palermo, turista investita e uccisa in centro da auto pirata

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E' accaduto in corso Tukory, vicino alla stazione centrale, poco prima delle due

Auto della polizia - (Fotogramma)

Una turista polacca di 40 anni è stata investita e uccisa la notte scorsa a Palermo da un pirata della strada. L'incidente è avvenuto poco prima delle due, quando la donna, che era in compagnia del marito, stava attraversando corso Tukory, vicino alla stazione centrale. L'uatomobilista, a bordo di una smart di colore blu, si è dato alla fuga.

A dare l'allarme è stato il marito della donna, che è morta all'ospedale Civico. La Polizia municipale e la Polizia di Stato hanno rintracciato all'alba la smart blu e adesso son o in corso le indagini per risalire all'automobilista pirata della strada.

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