Soldato Sotto La Luna, intervista esclusiva a Daniela Fazzolari: «Clara è stato il personaggio più difficile che io abbia mai interpretato»
E’ tra i protagonisti di Soldato Sotto La Luna, il nuovo film di Massimo Paolucci che avrà nel cast anche divi internazionali come Abel Ferrara, Daniel McVicar e Tomas Arana. Parliamo dell’attrice piemontese Daniela Fazzolari, che il pubblico televisivo conosce, soprattutto, per Anita Ferri, storica protagonista della soap CentoVetrine, dove in seguito ha avuto l’occasione di interpretare pure Diana Cancellieri Ferri, la sorella minore della donna.
Nel nuovo lavoro, la Fazzolari interpreterà Clara, che l’attrice ha descritto come una sorta di “Dante Alighieri all’interno di un viaggio umano dove incontrerà diversi personaggi chiave della sua esistenza”. Un impegno cinematografico che le ha permesso di lavorare, per la prima volta, con Paolucci, che già conosceva in precedenza, e che l’ha resa molto orgogliosa per via della sinergia che si è venuta a creare con tutti i colleghi di set. Ecco che cosa ci ha raccontato.
In collaborazione con Roberto Mallò per Massmedia Comunicazione
Daniela, è nel cast del film Soldato Sotto La Luna, che uscirà presto nei cinema. Che tipo di esperienza è stata?
“Innanzitutto, parto col dire che è un thriller storico-psicologico. E’ sicuramente un film difficile, che abbiamo girato in poco tempo rispetto a quanto un lavoro del genere avrebbe richiesto. Anche per i momenti difficili che abbiamo vissuto in quest’ultimo periodo, non c’è al suo interno soltanto la passione che contraddistingue chi fa il nostro lavoro, ma anche uno spirito di abnegazione e sacrificio che ha portato, a mia sensazione, a dei risultati, per tutti, oltre ogni aspettativa. C’è stata una collaborazione di massa ammirevole, che comprende anche le varie maestranze e non soltanto noi attori”.
E col regista Massimo Paolucci come si è trovata? Avevate già lavorato insieme?
“No, non avevo mai lavorato con Massimo, anche se ci eravamo già sentiti telefonicamente in precedenza. Un po’ di tempo fa collaboravo con un amico discografico che doveva fare un lavoro, per il quale io comunicavo con Paolucci. Ormai ci davamo del tu, ma la nostra conoscenza era soltanto telefonica. Qualche anno dopo è quindi successo che, mentre mi trovavo con un regista che era suo amico, ho incontrato Paolucci. Da lì a un mese mi ha quindi chiamato per comunicarmi che voleva scommettere su di me per Soldato Sotto La Luna. Lo ringrazierò a vita per avermi dato questo importantissimo e difficilissimo ruolo. Ha avuto un bel coraggio, accompagnato dalla sua esperienza nel sapere le cose. Vedendo i suoi occhi, e giorno per giorno quello che accadeva, toccavo con mano la sua contentezza. E questo mi ha riempito d’orgoglio”.
Quindi mi sembra di capire che Clara, il personaggio che hai interpretato, sia stato difficile…
“Molto. Penso che sia il personaggio più complicato e difficile che io abbia mai interpretato fino ad oggi. Il film copre un arco narrativo ampio. All’interno di questo circolo dantesco in cui mi trovo vengono fuori vari aneddoti, fino ad arrivare al tempo della guerra, del nazismo. E’ veramente un lavoro che tocca più generi. Nel cast ci sono anche attori internazionali importantissimi come Abel Ferrara, Tomas Arana, Daniel McVicar. C’è stato un connubio e un insieme di elementi. Un esperimento che, a sensazione, sembra essere ben riuscito. E questo ci ha reso felici. E’ stata davvero un’emozione forte collaborare con chi fa questo mestiere da molto più tempo di me e conosce bene le dinamiche, anche internazionali”.
Il film è stato girato in piena pandemia. Immagino che per te che fai l’attrice non sia stato un periodo semplice…
“No, in questi ultimi due anni sicuramente non si è potuto lavorare bene. Soprattutto per me che sono mamma di un bambino che ha sei anni e mezzo. Ho dovuto quindi dedicare tutta me stessa a cercare di alleggerire e rendere meno duro l’impatto di questa tragedia su di lui, visto che si trova in una fascia d’età in cui inizia appena a comunicare, a socializzare e a vivere una pseudo dipendenza, che gli è stata completamente bloccata. Mi sono dunque dedicata anima e corpo solo ed esclusivamente a lui. Non poteva che essere così: quando sei mamma e accadono delle cose così gravi è quello il tuo ruolo. Non devi fare altro. Ho messo da parte Daniela come attrice, pur portando avanti delle cose sociali molto carine. Come un cortometraggio in casa, che si intitola Stadio, ossia una specie di testamento che resterà ai posteri per questo lockdown”.
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