Economia
Bper Banca Private Cesare Ponti rafforza Servizio...
Bper Banca Private Cesare Ponti rafforza Servizio Investimenti con arrivo di Pio Benetti
Importante rafforzamento nel Wealth Management del Gruppo Bper: entra in Bper Banca Private Cesare Ponti Pio Benetti con il ruolo di Responsabile Servizio Investimenti nella Direzione Investment Strategy coordinata da Grazia Orlandini.
Classe 1966, Pio Benetti dopo aver conseguito la laurea in Corporate Finance presso l'Università Bocconi a Milano, ha iniziato la sua carriera professionale come analista in Solofin Sim del Gruppo Credito Agrario Bresciano. Prosegue poi, prima in Ing e, successivamente per alcuni anni in Ducato Gestioni come Fund Manager. Il suo percorso professionale lo ha portato poi a ricoprire ruoli di crescente responsabilità manageriale in primari Istituti Italiani ed Internazionali, divenendo nel 1999 Responsabile dell’Asset Allocation in Mps Asset Management Sgr. Dal 2001 Cio in Intesa Sanpaolo Private Banking dove, per oltre tredici anni, ha avuto la responsabilità delle Gestioni Patrimoniali, sia della clientela Istituzionale che di quella Privata. Gli ultimi due prestigiosi incarichi sono quelli dal 2014 in Pictet come Cio Wealth Management Europe e dal 2017 in Kairos come Responsabile delle Gestioni Patrimoniali.
"Nell'ambito del potenziamento delle strutture di business del Gruppo Bper - dichiara Fabrizio Greco, responsabile della Divisione Private e Wealth Management di Bper e Ceo di Banca Cesare Ponti – la nuova Bper Banca Private Cesare Ponti ha assunto un ruolo strategico di indirizzo delle attività di investimento di tutto il Gruppo con particolare attenzione alla gestione dei grandi patrimoni e del private banking. L'ingresso di Pio Benetti conferma l'impegno del Gruppo Bper rivolto al miglioramento dei servizi di investimento alla clientela".
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Nucleare, Pichetto: “Ipotesi al 2030 in Italia con...
Il ministro: "L'obiettivo al 2050 è la decarbonizzazione totale, la scala è lunga bisogna fare uno scalino per volta
"L'obiettivo al 2050 è la decarbonizzazione totale, la scala è lunga bisogna fare uno scalino per volta. Il primo è quello del carbone, poi il petrolio e poi produrre energia pulita con le rinnovabili, che sono il biotermico, l'idroelettrico, il fotovoltaico e l'eolico e, per dare continuità, il percorso è anche il nuovo nucleare". Ad affermarlo il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ospite della trasmissione radiofonica 'Non stop News' su Rtl 102,5.
Quanto alla produzione di energia nucleare in Italia per Pichetto non bisogna ripartire da zero. "Da zero proprio no, - ha risposto - perché la cosa rilevante è che il Paese di Enrico Fermi ha mantenuto livelli alti di conoscenze, nelle nostre università, nei nostri centri di ricerca. Abbiamo continuato con imprese private importanti a lavorare sia sul fronte della fissione, quindi sul nucleare di nuova generazione con piccoli reattori, sia che su quello della fusione".
"Non arriveranno più le grandi centrali, le tecnologia sta andando avanti così velocemente che saranno piccoli moduli e per fare una grande quantità sarà una somma di moduli" ha spiegato "riguardo all'ipotesi che facciamo al 2030 e dopo, non voglio certo fare l'indovino" ha precisato Pichetto Fratin.
G7
"E' un'agenda fittissima perché copre tutti i campi, quello che stiamo vivendo è un momento di forte cambiamento climatico, di rischio di perdita biodiversità, di inquinamento e dobbiamo svolgere azioni prima di tutto di mitigazione che significa di decarbonizzare e ridurre a livello mondiale le emissione di CO2, e il ruolo del G7 che rappresenta i 7 Paesi industrializzati, può essere determinate per le scelte a livello di Cop per accelerare percorsi di decarbonizzazione nel tentativo di evitare che le temperature della Terra superino un grado e mezzo", ha affermato ancora il ministro a proposito del G7 Ambiente, Clima ed Energia che si svolge in questi giorni a Venaria (Torino).
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Fincantieri: Folgiero, ‘focus subacquea, puntiamo a...
“Il mar Mediterraneo è il mare più geopolitico, dove passano più cavi sottomarini, cavi per le telecomunicazioni e gasdotti e l'attenzione di Fincantieri per il dominio subacqueo punta innanzi tutto a sviluppare sistemi di protezione di queste infrastrutture critiche. Produrremo sommergibili più piccoli, droni di 9 metri e di 3 metri con equipaggio e senza equipaggio che serviranno con la Marina militare italiana a definire quelle missioni di protezione delle infrastrutture critiche, ma svilupperemo questi prodotti anche per l’utilizzo in settori diversi come l’energia, esplorazione mineraria dei fondali marini, l’acquacoltura. I nuovi prodotti tecnologici funzioneranno solo se ci saranno dei sistemi di telecomunicazione che funzioneranno sott’acqua, dove si propaga solo l’ottico e l’acustico: stiamo lavorando con aziende del settore per creare delle reti di telecomunicazione subacquee che consentono a questo ecosistema di svilupparsi”. Così Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri, nel suo intervento alla conferenza programmatica di Fratelli d'Italia.
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Nucleare, Corvaro: “Abbiamo know how, doveroso...
Così l'inviato speciale del governo per il cambiamento climatico
Sul nucleare “la volontà del Governo è quella di non lasciare indietro nessuna tecnologia che possa permetterci di arrivare all'obiettivo di zero emissioni, qui dobbiamo essere molto tecnici”. Così Francesco Corvaro, inviato speciale del governo per il cambiamento climatico, che a margine del ‘Transitioning to net zero: energy technology roadmaps’ in corso a Torino ha osservato: “noi abbiamo un comparto industriale e un know-how elevatissimo nel settore”.
“In questo momento, e la Cop l'ha messo tra le possibili soluzioni tecnologicamente vantaggiose per arrivare a Net Zero nel 2050 - ha proseguito - è doveroso pensare e valutare l'ipotesi di rientrare in questo settore perché abbiamo il know tecnologico, aziende che già lavorano in questo settore con queste nuove tecnologie di nucleare E poi in prospettiva - ha aggiunto - lavoriamo sulla fusione, che è l'energia che ci permetterà probabilmente dopo il 2050 o a ridosso del 2050 di fare un decisivo passo avanti verso il completo abbandono dei combustibili fossili”.
“Noi dobbiamo aver chiari gli obiettivi. Se gli obiettivi sono chiari, mettere in pista tutto quello che abbiamo è doveroso perché gli obiettivi che abbiamo sono ambiziosi, il tempo che abbiamo è poco quindi tutto quello che è utile per poter arrivare a quello scopo, che sono i target dell'accordo di Parigi, cioè l'1.5 gradi, va preso in considerazione - ha concluso - e direi che il governo ha una visione molto pragmatica, realistica della situazione”.
“Non esiste per il governo il negazionismo per il cambiamento climatico. Ce ne rendiamo conto. A volte viene confusa l’idea di pragmatismo con l’idea di negazionismo, non hanno niente a che fare. Il governo - ha aggiunto - è per un futuro sostenibile partendo da un presente che sia altrettanto sostenibile perché il cambiamento climatico riguarda principalmente la vita dell’uomo sulla terra oltre che la natura”.