Salute e Benessere
Sorriso ‘social’ perfetto e subito, è boom per...
Sorriso ‘social’ perfetto e subito, è boom per le faccette sui denti anche a 14 anni
Aumentano le richieste per la tecnica che consente di avere un sorriso 'spettacolare' senza i tempi lunghi e il fastidio delle cure ortodontiche, "ma non mancano i rischi", spiega l'odontoiatra Raoul D'Alessio
Un sorriso perfetto e candido, senza l'ombra di un difetto, da sfoggiare sui social rapidamente senza aspettare, per eventuali correzioni, i tempi spesso lunghi di cure ortodontiche comunque meno 'spettacolari'. C'è questo dietro l'aumento di richieste per l'applicazione delle cosiddette 'faccette dentali', che rivestono il dente e che permettono di avere un risultato estetico "ottimale, con uno standard elevatissimo, grazie alle tecnologie e ai materiali di cui disponiamo oggi". E l'età di chi le richiede "si sta molto abbassando, parliamo anche di 14-15 anni". Un fenomeno non senza rischi, "se la scelta non viene fatta con la necessaria valutazione dell'odontoiatra", spiega all'Adnkronos Salute Raoul D'Alessio, noto professionista della capitale che è anche docente del master della Società italiana di odontoiatria forense (Siof) dedicato all'etica della professione. E convito assertore "dell'estetica, in odontoiatria e non solo, che è fortemente legata all'etica, nella sua corretta applicazione".
Il social, "con la necessità di mostrare la propria immagine tanto perfetta da rasentare l'irrealtà - continua D'Alessio - sono sicuramente all'origine di questo aumento di richieste, cresciute negli ultimi 5 anni di un buon 30%. Per molti sono particolarmente importanti, infatti, gli elementi di rapidità della 'correzione del sorriso' con questa metodologia, che grazie all'elevato miglioramento tecnologico, oggi può permettere l'applicazione delle faccette in 2 sedute, con uno standard estetico elevatissimo".
In generale, quindi, precisa l'odontoiatra, "rappresentano una soluzione assolutamente innovativa. Con le nuove tecniche, usando le faccette in zirconio, in soli 0,2 millimetri e con una preparazione poco invasiva, che non danneggia lo smalto, è possibile avere un dente praticamente perfetto. Si tratta di una soluzione utilissima per la correzione dei denti in caso di discromie, rotture, spazi irregolari, denti malformati o irregolari".
Tecniche molto 'performanti' dunque, scelte però anche in casi in cui potrebbero essere necessarie, invece, cure ortodontiche più lunghe. "Questa ricerca di un risultato più immediato fa sì che alcune volte non vengano fatte le necessarie analisi e approfondimenti sulla salute della bocca. Il paziente si accontenta dei soli risultati estetici. E questo può avere conseguenze legate ai mancati interventi funzionali. In nome dell'immediatezza e della perfezione (indotta da immagini spesso irrealistiche proposte in rete) si rischia di fare danni involontari, utilizzando tecniche non adatte al caso", aggiunge D'Alessio che è anche coordinatore nazionale dei presidenti provinciali del Sindacato unitario specialità ortodonzia (Suso).
Le faccette possono essere di diversi materiali, con costi diversi, quelle di ceramica, ormai 'datate' rispetto ai nuovi prodotti, costano, ognuna, dai 600 ad oltre 1.500 euro. "Ma si può arrivare a oltre 2mila euro l'una se parliamo di faccette digitali, ultrasottili in zirconio. Ovviamente si può usare un solo elemento per una discromia. Ma la linea più diffusa è coprire da canino a canino, sopra e sotto, quindi 12 denti", conclude l'esperto.
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Immunologo: “Nuovo allarme spezie contaminate...
Dall'India arriva un allarme sulle spezie. La Food Safety and Standards Authority of India (Fssai), l'ente governativo indiano che si occupa della regolamentazione degli alimenti, sta indagando sulla presenza di sostanze tossiche in spezie prodotte da aziende locali. Il rischio è che ci possa essere l'ossido di etile, un pesticida ritenuto altamente cancerogeno. "Nel 2020 una serie di warning diffusi dal sistema europeo Rasff (Rapid Alert System for Food and Feed), avevano preallertato i Paesi europei circa l'ingresso nel Vecchio continente di alcuni alimenti contaminati da ossido di etilene. Oggi il tema si ripropone per prodotti a base di sesamo, ma anche di erbe ed altre spezie provenienti dall'India, nei quali sarebbero stati rilevati elevati valori di questo gas". A fare il punto per l'Adnkronos Salute è Mauro Minelli, immunologo e docente di Fondamenti di dietetica e nutrizione all'Università Lum.
Sul ritorno dell'allarme per l'ossido di etilene, "pur ritenendo doverosa e meritoria l'azione di monitoraggio che, a garanzia della salute del consumatore, gli enti preposti sono chiamati a svolgere per far sì che le sostanze alimentari siano sempre conformi agli standard sanitari e di sicurezza, va tuttavia sempre ribadita, in circostanze come questa, la necessità di non generalizzare, magari contingentando, in questo caso, il richiamo alla prudenza solo alle produzioni indiane commercializzate anche in Europea con i marchi Mdh ed Everest".
"Come dire, in altri termini, che non tutte le spezie sono uguali e che la maggior parte delle spezie consumate nel mondo sono da considerarsi sicure quando di qualità elevata, conservate in modo corretto, preferibilmente in contenitori ermetici e al riparo dalla luce e dall'umidità, e comunque utilizzate in quantità moderate. Al consumatore - suggerisce l'immunologo - spetterà il compito di fare attenzione alla provenienza delle spezie che acquistano e consumano, considerando, tra l'altro, la rilevanza tutt'altro che marginale che nel nostro Paese ha da sempre la coltivazione di spezie ed erbe aromatiche, elemento di grande valore nella tradizione culinaria italiana".
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Iss, in pandemia aumento consumo snack salati e dolci tra i...
Durante il periodo pandemico, "i bambini e le bambine hanno aumentato il consumo di snack salati (24%) e cibi dolci (25%) e hanno leggermente diminuito quello di frutta (8%) e verdura (9%). Nonostante sia emersa una maggiore irregolarità quotidiana nel consumo dei pasti, sono stati rilevati anche cambiamenti positivi come un maggiore consumo di pasti in famiglia (39%) e di cibo cucinato in casa insieme a figli e figlie (42%)". Lo segnalano i risultati dello studio Epas-Istituto superiore di sanità (Iss), 'Effetti della pandemia da Covid-19 sui comportamenti di salute e sullo stile di vita di bambine, bambini e delle loro famiglie residenti in Italia', presentato oggi a Roma in un convegno all'Iss dedicato al tema dell'obesità infantile. La ricerca ha permesso di rilevare e approfondire gli effetti che la pandemia da Covid ha avuto sugli stili di vita e sul benessere di bambine e bambini del terzo anno di scuola primaria e delle loro famiglie.
I genitori hanno segnalato che, rispetto al periodo pre-pandemico, "i figli e le figlie hanno subito un peggioramento del loro benessere fisico e psicosociale. In particolare, hanno notato una diminuzione di vitalità e di energia, oltre a un aumento di sentimenti di tristezza e solitudine". In analogia con quanto riscontrato a livello internazionale, i dati Epas-Iss su movimento e sedentarietà hanno evidenziato "una riduzione del tempo dedicato al gioco attivo e alle attività all'aperto (44%) e un aumento del tempo trascorso davanti a un dispositivo elettronico (53%)".
Le famiglie hanno dichiarato "di aver ricevuto supporto in ambito scolastico, anche se è emersa una pronunciata eterogeneità di risposta alla pandemia da parte delle diverse istituzioni scolastiche. I dati dello studio hanno inoltre evidenziato un incremento delle disuguaglianze educative a seguito della scuola a distanza, specie tra bambine e bambini più vulnerabili", conclude la nota dell'Iss.
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Cresce mercato medicina estetica anche tra giovanissimi,...
Il mercato della medicina estetica in Italia registra un trend in aumento in tutte le fasce d'età, giovani e giovanissimi compresi. In un campo ancora largamente dominato dalla richiesta delle donne (che sono oltre l'80%), cresce la domanda al maschile, aumentata del 25% dal 2008. A trainare la crescita la 'normalizzazione' e l'accettazione sociale di queste procedure, in gran parte guidate dai social che impongono modelli di bellezza 'migliorata'. Un quadro che emerge da un report di mercato presentato al Congresso della Società italiana di medicina estetica (Sime), che si apre oggi a Roma.
Una consistente fetta di mercato è occupata dalla fascia d'età 19-34 anni, che effettua il 40-45% delle procedure ed è la più influenzata dalle mode e dai trend legati ai social. Il 35-40% delle procedure è appannaggio della fascia d'età tra i 35 e i 50 anni, il che suggerisce che la richiesta di trattamenti preventivi sia in netto aumento prima di approssimarsi alla soglia della mezza età. A dominare il mercato sono ancora i prodotti iniettabili (acido ialuronico e tossina botulinica), che rappresentano quasi l'80% di tutte le procedure di medicina estetica. Nel campo dei trattamenti di ringiovanimento facciale, le star sono i peeling chimici e i trattamenti di skin tightening, mentre degli evergreen sono la depilazione permanente, i trattamenti anti-cellulite e la rimozione non chirurgica del grasso. Richieste 'tradizionali', dunque, quelle che gli italiani fanno alla medicina estetica, ma in un mercato molto dinamico e in costante rinnovamento, che ha visto negli ultimi anni affermarsi procedure quali il rinofiller (per correggere il naso senza chirurgia) e il coolsculpting, per ridurre il grasso grazie al 'congelamento' delle cellule adipose.
La reputazione dei medici estetici italiani, infine, sta facendo del nostro Paese anche una meta di turismo sanitario: ben il 15% dei trattamenti estetici nel 2021 sono stati effettuati su pazienti internazionali.
Sebbene il mercato internazionale sia saldamente dominato dagli Usa (5,3 milioni di procedure di medicina estetica effettuate nel 2021), l'Italia è il Paese con il maggior numero di procedure in rapporto al numero di abitanti.
Il mercato internazionale della medicina e chirurgia estetica è stato valutato intorno a 13,9 miliardi di dollari nel 2022, ma entro il 2027 si stima che potrebbe arrivare a 23,4 miliardi di dollari. Le procedure non chirurgiche nel 2021 rappresentavano il 54% del mercato globale, per un valore stimato intorno a 7,5 miliardi di dollari. La crescita di mercato è guidata principalmente dalla crescente importanza attribuita all'aspetto fisico e alla necessità di sentirsi meglio con sé stessi. Accanto a questo, non esistono più lo stigma e i pregiudizi che circondavano il ricorso a queste pratiche.
Per quanto riguarda le alte percentuali di giovani che ricorrono alla chirurgia estetica, una ulteriore survey della Sime ridimensiona il fenomeno, spiega il presidente della società Emanuele Bartoletti, indicando che "solo il 5% rientra nella fascia d'età al di sotto dei 24 anni e la maggior parte di questi giovani presenta problemi di acne". Ma in ogni caso, "l'aumento del ricorso dei giovani alla medicina estetica rappresenta un problema serio. Molto spesso sono spinti dai social media in maniera diretta o subliminale, e ciò comporta il rischio di incontrare medici, o peggio ancora, non medici, che accondiscendono a richieste spesso prive di senso. E' importante prestare attenzione, poiché la dipendenza dei giovani da questo tipo di terapie sta diventando sempre più preoccupante. Questo porta al rischio di sottoporsi a trasformazioni di cui potrebbero pentirsi in seguito".