Polonia: nuove manifestazioni contro il divieto quasi totale dell’aborto
Migliaia di persone hanno manifestato ieri, sabato 24 ottobre, in Polonia, esattamente per il terzo giorno consecutivo, contro un divieto quasi totale di abortire, quando le leggi del Paese erano già tra le più restrittive dell’intera UE.
Giovedì 22 ottobre, la Corte costituzionale Polacca ha bandito l’aborto in caso di grave malformazione del feto, decisione a priori definitiva, ma contestata dall’opposizione liberale e dalle organizzazioni per i diritti delle donne di questo Paese, profondamente radicato nella tradizione cattolica.
Cantando: “Libertà, uguaglianza, diritti delle donne“, tutti i manifestanti, sfidando il divieto assoluto del Governo di raduni pubblici nella lotta contro la pandemia di Coronavirus; hanno marciato imperterriti per le strade di tutto il Paese per denunciare audacemente, la decisione della Corte Costituzionale.
“Vergogna” o “Guerra alle donne” proclamati striscioni sventolati dai manifestanti, che hanno anche chiesto un referendum sull’argomento.
“Una violazione dei diritti umani”
La sentenza, in accordo con i desideri del partito nazionalista ultracattolico al potere, Diritto e Giustizia (PiS), limita il diritto all’aborto ai soli casi di pericolo di morte per la donna incinta e alle gravidanze derivanti da stupro, morte e incesto .
La Presidenza Polacca e l’Episcopato Polacco hanno espresso la loro “soddisfazione” dopo la sentenza del Tribunale, riformato dal governo PiS e accusato in quanto colpevole di avere nelle proprie fila un numero di giudici fedeli a questo partito.
Il Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha reagito giovedì 22 ottobre, alla decisione della Corte Costituzionale, denunciando in un comunicato stampa una grave “violazione dei diritti umani“.
Il leader del Partito Popolare Europeo (PPE), ex Presidente del Consiglio Europeo ed ex Primo Ministro Polacco, Donald Tusk, nel frattempo, ha sottolineato la “malvagità politica“.
Secondo i dati ufficiali, la Polonia, Paese di 38 milioni di abitanti, ha registrato nello scorso 2019 solo circa 1.100 casi di aborto, la stragrande maggioranza dei quali autorizzati a causa di una malformazione irreversibile del feto.
Secondo le ONG, il numero di aborti eseguiti clandestinamente in Polonia o in cliniche straniere potrebbe raggiungere quasi la cifra di 200.000 l’anno.
“L’abolizione del libero diritto di abortire per una donna, quando e se lo vuole, equivale a una maternità obbligatoria, una forma di stupro da parte dello Stato.” (Edward Abbey)
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