Nella nostra Italia un “Referendum Costituzionale” controverso.
Tutti gli elettori italiani, domenica 20 settembre dalle ore 07:00 alle ore 23:00 e lunedì 21 settembre dalle ore 07:00 alle ore 15:00, sono chiamati alle urne per votare sulla riduzione dei membri del parlamento. Un referendum, che mira a modificare la Costituzione, per diminuire il numero di deputati e senatori da 945 a 600 e risparmiare oltre 80 milioni di euro ogni anno. Una promessa del Movimento Cinque Stelle, membro della coalizione di governo.
“Allinearsi agli standard di altri Paesi europei significa guadagnare in efficienza“, ha detto Michele Sodano, membro del Movimento 5 Stelle. “Fino ad ora il Parlamento è servito da garage per le amanti o gli amici di certi politici. È chiaro che se il numero dei deputati viene rivisto al ribasso, i partiti dovranno risolverlo in base alla qualità“.
Il nostro Paese detiene il record in Europa, per il numero di deputati eletti a suffragio universale diretto. Questa riforma mira a sollevare le casse dello Stato. Ma alcuni temono una rappresentanza indebolita, soprattutto per le minoranze.
“Dobbiamo piuttosto concentrarci sull’invio di persone competenti in Parlamento“, afferma Jasmine Cristallo, coordinatrice del Movimento delle Sardine. “Persone che vogliono davvero rappresentarci e approvare leggi che includono sanzioni per assenteismo, per assicurarsi che le parti rispettino le regole“.
Il testo era un prerequisito per l’ingresso nel governo del Movimento Cinque Stelle, è stato adottato dal Parlamento lo scorso ottobre. Un astuto tentativo di far dimenticare gli scandali che hanno segnato la politica italiana, secondo i suoi detrattori.
“Questo testo mira a sanzionare la classe politica“, assicura Giovanni Orsina, direttore dell’Istituto di scienze politiche della Luiss, a Roma. “In altre parole, questa è una riforma anti-sistema o populista ed è per questo che è così controversa, ben oltre il suo significato di base“.