Salute e Benessere
Diabete, a Milano 100 esperti a confronto su migliori...
Diabete, a Milano 100 esperti a confronto su migliori tecnologie Cgm
Indagine, i pazienti chiedono dispositivi impermeabili con versatilità di applicazione
I pazienti con diabete ritengono che le caratteristiche più improntati che dovrebbero avere i dispositivi per il monitoraggio continuo del glucosio (Cgm) riguardano l’impermeabilità (85%) e le posizioni del corpo in cui si può indossare (61%). Lo rivela un’indagine - realizzata da Personalive in collaborazione con le principali associazioni pazienti in ambito diabetologico e con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy - presentata oggi, a Milano, nel corso del ‘Well Done - Share your experience in diabetes’, la conferenza organizzata dalla farmaceutica e che vede la partecipazione di circa 100 esperti diabetologi provenienti da tutta Italia.
La due giorni - si legge in una nota - permetterà ai clinici di confrontarsi sull’evoluzione tecnologica nel diabete e sull’importanza della scelta del dispositivo per il monitoraggio in continuo del glucosio per una gestione sempre più personalizzata della malattia che ha un un forte impatto sulla quotidianità. Grazie allo sviluppo tecnologico, nell’ultimo decennio si sono resi disponibili dispositivi che consentono di rilevare in continuo il livello del glucosio nel liquido interstiziale del sottocute 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana (Cgm). Il settore “sta evolvendo con una rapidità tale” che è fondamentale per il diabetologo avere “una conoscenza approfondita della pluralità dei dispositivi oggi disponibili” per “scegliere quello più adatto al proprio paziente - afferma Emanuele Bosi, direttore dell'Unità di Medicina Generale, Diabetologia ed Endocrinologia, Università Vita-Salute San Raffaele - I sistemi attuali sono ormai tutti classificabili come Cgm, perché permettono di conoscere in tempo reale il valore di glucosio nel sangue e di predire l’andamento della glicemia attraverso frecce di tendenza, avvertendo il paziente con allarmi sonori, aiutandolo così a gestire pericolose variazioni di glicemia che possono portare a ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso e che sono alla base di complicanze importanti a lungo termine”.
Nonostante l’importanza dell’utilizzo dei Cgm e i benefici clinici siano riconosciuti e condivisi dalla comunità medica, dalla letteratura emergono ancora limiti di utilizzo. «Affinché questi dispositivi vengano sfruttati al meglio e gli utilizzatori possano usufruire di tutti i vantaggi che questa tecnologia offre, sia da un punto vista clinico sia psicologico - spiega Andrea Boaretto, fondatore e Ceo della società di ricerche di mercato Personalive - è importante capire i bisogni insoddisfatti e quali migliorie sia possibile apportare. Per questo, insieme alle associazioni pazienti in ambito diabetologico e con il contributo non condizionante di Roche Diabetes Care Italy, abbiamo indagato il percepito degli utilizzatori relativamente al loro rapporto con i diversi sistemi Cgm”.
L’indagine - ‘Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete’ - ha evidenziato che le caratteristiche ritenute più importanti dei sensori Cgm sono l’impermeabilità (85%) - rilevato in tutte le aree geografiche considerate, con punte al 93% nel Nord-Ovest - e il numero di posizioni del corpo in cui si può indossare (61%), in particolare al Sud Italia, dove viene indicato dal 67%, rispetto al 61% del Nord Est e al 48% del Centro. Per quanto riguarda gli aspetti emozionali, il 67% degli intervistati si dichiara sicuro, il 44 % accudito e il 56% protetto e più dei tre quarti del campione riporta di non sentirsi per nulla o poco giudicato/ansioso/turbato, sentimenti che risultano più comuni tra chi usa il sensore da meno di 2 anni. È infine emerso che il 63% utilizza l’app collegata al sistema Cgm, 5 o più volte al giorno per monitorare l’andamento del glucosio. Le funzionalità più utilizzate sono: il valore del glucosio; la freccia di tendenza e la possibilità di condividere i dati di monitoraggio con il medico.
“Alcune opzioni segnalate come possibili migliorie sono già presenti nei Cgm oggi disponibili - aggiunge Boaretto - Questo fa emergere la necessità di percorsi di formazione dedicati finalizzati a spiegare le diverse funzioni attraverso il vissuto e l’esperienza personale e fungere da guida e supporto per utilizzare i Cgm nel pieno delle loro funzioni”.
Come rivela l’indagine, “i progressi della tecnologia in questo campo - osserva Emilio Augusto Benini, presidente Fand, Associazione italiana diabetici - sono una vera e propria svolta. Oggi abbiamo a disposizione strumenti in grado di prevenire situazioni critiche, restituendo una qualità di vita decisamente semplificata e migliorata. Purtroppo però l’offerta risulta disomogenea nelle varie regioni italiane e in tante ancora si fa fatica ad avere accesso alle tecnologie. È fondamentale offrire un sistema equo, che garantisca la massima qualità e le migliori soluzioni a tutte le persone con diabete nell’intero territorio nazionale”.
Purtroppo, “le linee guida nazionali non sono al passo con le ultime innovazioni tecnologiche disponibili - evidenzia Marcello Grussu, vicepresidente Diabete Italia - e, soprattutto, non sono allineate alla convergenza delle categorie. La mancanza di un aggiornamento e l’adeguamento difforme a livello regionale ha un forte impatto negativo sull’aderenza alla terapia e sulla qualità di vita dei pazienti”. Per questo “è necessario procedere quanto prima con un aggiornamento delle linee guida, coinvolgendo dal principio associazioni pazienti e società scientifiche, per favorire un accesso equo a tutte le soluzioni tecnologiche oggi disponibili e garantire così ai clinici la possibilità di scelta prescrittiva e, a ogni persona con diabete, di poter beneficiare di una gestione personalizzata della propria patologia”.
A tale proposito, “Roche Diabetes Care è da sempre impegnata a lavorare a fianco di tutti gli interlocutori del sistema salute con lo scopo di agevolare il progresso scientifico e l’innovazione mettendo sempre al centro i bisogni dei pazienti - conclude Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy - Oggi ci troviamo a dare il nostro sostegno per promuovere una salute equa, accessibile a tutti, alimentata dalla ricerca. Attraverso questo momento di confronto, vogliamo facilitare il dialogo tra gli interlocutori del Sistema Salute rispetto alla pluralità delle soluzioni di monitoraggio oggi disponibili e sull’impatto che queste possono avere sulla personalizzazione della terapia, la prevenzione delle complicanze e la qualità di vita delle persone con diabete”.
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Zanzara della malaria in Italia dopo oltre 50 anni: la...
Dallo studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale locale e della Basilicata emerge "la necessità di rafforzare la sorveglianza in tutto il Mezzogiorno"
La zanzara della malaria ritrovata in Puglia dopo oltre 50 anni. E' il risultato di uno studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, pubblicato su PubMed. "La scoperta ha una forte rilevanza e impatto sanitario, evidenziando un aumento della ricettività delle aree meridionali del Paese", scrivono gli autori. Nel settembre del 2022 un unico esemplare di 'Anopheles maculipennis' fu raccolto nel comune di Lecce e identificato molecolarmente come Anophelse sacharovi. Questa rilevazione ha portato ad attuare nel settembre 2023 un'indagine entomologica mirata.
"Ogni anno vengono segnalati casi di malaria importata nei paesi europei, il rischio di introduzione del plasmodium della malaria da parte di portatori di gametociti tra i viaggiatori provenienti da Paesi endemici dovrebbe essere preso in maggiore considerazione - avvertono gli autori -. I nostri risultati consentono di ripensare e costruire nuovi modelli per la previsione e l'espansione della malaria. Inoltre, per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia, va considerata la necessità di rafforzare la sorveglianza dell'anofelismo residuo in tutto il Mezzogiorno".
Le indagini sono state condotte concentrandosi sugli allevamenti di animali, i maneggi e potenziali siti di riproduzione della zanzara.
Lopalco: "Nessun allarmismo, ma sorveglianza"
"La presenza di zanzare del genere anofele, quelle cioè in grado di trasmettere la malaria, è una informazione da tenere nella giusta considerazione" dice all'Adnkronos Salute, Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Si fa la sorveglianza della circolazione delle zanzare per questo motivo. Niente allarmismi, quindi". Si tratta, per Lopalco, in ogni caso, di "un altro segnale di preoccupazione sui cambiamenti che il clima e le modificazioni dell'ambiente stanno comportando. Certamente non parliamo di rischio immediato di riportare la malaria in Italia. Ma è un avvertimento che impone di prendere seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare e ridurne la circolazione''.
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Sorriso ‘social’ perfetto e subito, è boom per...
Aumentano le richieste per la tecnica che consente di avere un sorriso 'spettacolare' senza i tempi lunghi e il fastidio delle cure ortodontiche, "ma non mancano i rischi", spiega l'odontoiatra Raoul D'Alessio
Un sorriso perfetto e candido, senza l'ombra di un difetto, da sfoggiare sui social rapidamente senza aspettare, per eventuali correzioni, i tempi spesso lunghi di cure ortodontiche comunque meno 'spettacolari'. C'è questo dietro l'aumento di richieste per l'applicazione delle cosiddette 'faccette dentali', che rivestono il dente e che permettono di avere un risultato estetico "ottimale, con uno standard elevatissimo, grazie alle tecnologie e ai materiali di cui disponiamo oggi". E l'età di chi le richiede "si sta molto abbassando, parliamo anche di 14-15 anni". Un fenomeno non senza rischi, "se la scelta non viene fatta con la necessaria valutazione dell'odontoiatra", spiega all'Adnkronos Salute Raoul D'Alessio, noto professionista della capitale che è anche docente del master della Società italiana di odontoiatria forense (Siof) dedicato all'etica della professione. E convito assertore "dell'estetica, in odontoiatria e non solo, che è fortemente legata all'etica, nella sua corretta applicazione".
Il social, "con la necessità di mostrare la propria immagine tanto perfetta da rasentare l'irrealtà - continua D'Alessio - sono sicuramente all'origine di questo aumento di richieste, cresciute negli ultimi 5 anni di un buon 30%. Per molti sono particolarmente importanti, infatti, gli elementi di rapidità della 'correzione del sorriso' con questa metodologia, che grazie all'elevato miglioramento tecnologico, oggi può permettere l'applicazione delle faccette in 2 sedute, con uno standard estetico elevatissimo".
In generale, quindi, precisa l'odontoiatra, "rappresentano una soluzione assolutamente innovativa. Con le nuove tecniche, usando le faccette in zirconio, in soli 0,2 millimetri e con una preparazione poco invasiva, che non danneggia lo smalto, è possibile avere un dente praticamente perfetto. Si tratta di una soluzione utilissima per la correzione dei denti in caso di discromie, rotture, spazi irregolari, denti malformati o irregolari".
Tecniche molto 'performanti' dunque, scelte però anche in casi in cui potrebbero essere necessarie, invece, cure ortodontiche più lunghe. "Questa ricerca di un risultato più immediato fa sì che alcune volte non vengano fatte le necessarie analisi e approfondimenti sulla salute della bocca. Il paziente si accontenta dei soli risultati estetici. E questo può avere conseguenze legate ai mancati interventi funzionali. In nome dell'immediatezza e della perfezione (indotta da immagini spesso irrealistiche proposte in rete) si rischia di fare danni involontari, utilizzando tecniche non adatte al caso", aggiunge D'Alessio che è anche coordinatore nazionale dei presidenti provinciali del Sindacato unitario specialità ortodonzia (Suso).
Le faccette possono essere di diversi materiali, con costi diversi, quelle di ceramica, ormai 'datate' rispetto ai nuovi prodotti, costano, ognuna, dai 600 ad oltre 1.500 euro. "Ma si può arrivare a oltre 2mila euro l'una se parliamo di faccette digitali, ultrasottili in zirconio. Ovviamente si può usare un solo elemento per una discromia. Ma la linea più diffusa è coprire da canino a canino, sopra e sotto, quindi 12 denti", conclude l'esperto.
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Influenza in rialzo nei bimbi, l’esperto: colpa di...
Andreoni: "L'arrivo di temperature più miti farà progressivamente spegnere i casi"
Il rialzo dell'incidenza dell'influenza nei bimbi piccoli "anche a fine aprile non è inconsueto: in questo periodo circola l'influenza B (Haemophilus influenzae di tipo B) e questo fa aumentare gli effetti di un colpo di coda epidemiologico, poi il picco di freddo di queste settimane aiuta le malattie da raffreddamento come l'influenza perché i virus penetrano meglio nelle mucose. Immagino che l'arrivo di temperature più miti e in linea con la stagione farà progressivamente spegnere l'influenza". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sull'ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet, curato dall'Istituto superiore di sanità.
Pediatri: "Ripresa insolita per il periodo ma ora confidiamo nel caldo"
Dunque, gli studi dei pediatri di famiglia tornano a riempirsi per l'influenza 'fuori stagione'. "Una ripresa insolita per il periodo che sta facendo registrare l'aumento del numero dei casi legati a virus respiratori, non solo influenzali. Stimiamo una crescita del 20% rispetto alle medie di questa fase dell'anno. Confidiamo però che con l'aumento delle temperature, previsto nelle prossime settimane - e quindi con più vita all'aria aperta - ci saranno meno contagi e i casi tenderanno a ridursi, insieme all'impatto sulla salute e sulla quotidianità delle famiglie", dice all'Adnkronos Salute Antonio D'Avino, presidente Federazione italiana medici pediatri (Fimp).
Normalmente, in questo periodo dell'anno, "nei nostri ambulatori le visite per malattie allergiche e le gastroenteriti con vomito, diarrea, erano più frequenti. Nella settimana scorsa e in quella precedente abbiamo però registrato un cambiamento, con una ripresa delle malattie respiratorie virali che hanno variato il quadro. In particolare i piccoli con meno di 5 anni hanno manifestato nuovamente malattie respiratorie che vanno dalla rinite fino all'impegno delle basse vie respiratorie. C'è stata una vera e propria recrudescenza di alcune malattie infettive".
Molto presenti, in particolare, "tutte quelle forme parainfluenzali che sono caratterizzate da sintomi molto comuni all'influenza - come la rinite, cioè il naso che cola, la tosse - che in questa fase dell'anno non erano usuali. Una risalita dei casi probabilmente legata al fatto che, abbassandosi le temperature nei giorni scorsi, è stata favorita di nuovo la promiscuità dei bambini in luoghi chiusi. Confido molto nell'aumento delle temperature delle prossime settimane perché la vita all'aria aperta di per sé riduce la circolazione non solo del virus influenzale ma anche di tutti quegli altri virus (i parainfluenzali, gli adenovirus, i rinovirus) che determinano una sintomatologia simile a quella dell'influenza".
Più giochi all'aperto e verdure a tavola contro i virus
Il consiglio dei pediatri è più giochi all'aperto e verdure a tavola per i più piccoli, con l'obiettivo di contrastare i virus respiratori che hanno 'rialzato' la testa. "Con il previsto aumento delle temperature dei prossimi giorni l'invito che farei alle famiglie è di portare i piccoli fuori all'aria aperta, a giocare nel verde, evitare gli assembramenti in luoghi chiusi che favoriscono la trasmissione virale ma anche la sedentarietà del tempo passato davanti a uno schermo", è l'appello di Antonio D'Avino ai genitori.
Con il ritorno del bel tempo "facciamo stare di più i bambini fuori, meno attaccati alle tecnologie. E facciamoli mangiare secondo i principi, semplici, della dieta mediterranea", aggiunge D'Avino che ribadisce "l'importanza di portare a tavola verdure, frutta fresca e di stagione. Un discorso che a noi pediatri è molto caro, che oltre ad essere un caposaldo della prevenzione fa parte della nostra cultura culinaria. Una cultura che è lontana dai fast food e da quelle modalità che ci arrivano da oltreoceano tutt'altro che salutari".
L'invito del pediatra è "a evitare cibi preconfezionati e super raffinati, e preferire quelli genuini che garantiscono l'apporto di vitamine e nutrienti che a loro volta sono in grado di favorire una risposta migliore del sistema immunitario alle infezioni".
I dati
Secondo quanto riportano gli ultimi bollettini, superano quota 14 milioni gli italiani messi a letto da influenza e virus 'cugini', infezioni che ancora sembrano non voler mollare la presa, complici gli 'up and down' del meteo di questa strana primavera. Anzi, tra i bimbi più piccoli l'incidenza torna a risalire.
"Nella sedicesima settimana del 2024", dal 15 al 21 aprile, si legge, "i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all'intera popolazione italiana, sono circa 282.000, per un totale di circa 14.399.000 casi a partire dall'inizio della sorveglianza". Nei 7 giorni analizzati l'incidenza delle sindromi simil-influenzali resta "stabile", pari a 4,8 casi per mille assistiti (erano 4,7 nella settimana precedente). Rimangono "maggiormente colpiti i bambini sotto i 5 anni di età, in cui si osserva un livello di incidenza di 14 casi per mille assistiti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (13,7)". In Toscana, Puglia e Basilicata, l'incidenza di influenza & Co. torna alla soglia basale.