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Salute e Benessere

‘Rifarsi’ il naso, ecco gli errori da non fare

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La rinoplastica è il quinto intervento di chirurgia plastica più praticato in Italia, con 20.722 operazioni nel 2022. Preferito dagli uomini e oggi sempre più da giovanissimi che vogliono 'assomigliare' a qualche influencer. Ma sono ancora molti gli equivoci e le convinzioni errate sull'operazione

'Rifarsi' il naso, ecco gli errori da non fare

Raddrizzare un profilo storto, modificare una protuberanza, correggere l’aspetto cadente, plasmare le dimensioni del naso, ma anche migliorare il respiro, sistemare un setto deviato, modificare strutture ossee e cartilaginee. La rinoplastica è il quinto intervento di chirurgia plastica più praticato in Italia, con 20.722 operazioni nel 2022, il 7,9% del totale. Si conferma uno dei preferiti dagli uomini, mentre si abbassa l’età media dei pazienti, con moltissimi giovani che vogliono replicare il naso di qualche influencer sui social. Ma sono ancora molti gli equivoci e le convinzioni errate su questo intervento. E, secondo uno studio, tra il 5 e il 15% delle operazioni si esegue per correggere un precedente intervento non andato bene (rinoplastica secondaria e terziaria), di solito per complicazioni dell’intervento risultato insoddisfacente o necessità di ulteriori miglioramenti. Dunque conoscere prima alcuni aspetti può evitare ai pazienti di ritornare in sala operatoria.

"La rinoplastica è un intervento impegnativo, in cui l’abilità del chirurgo è determinante nel bilanciare i miglioramenti estetici desiderati dal paziente mantenendo la corretta funzione nasale", spiega in una nota Raffaele Rauso, chirurgo plastico a Roma e Napoli, già presidente della Federazione italiana medici estetici (Fime). Ecco gli errori più comuni quando si tratta di rinoplastica:

"Non respiro più: mi rifaccio il naso". Se si ha un problema funzionale, non è necessario intervenire anche sull’estetica del naso. "Molti pazienti pensano erroneamente che l’operazione che corregge un setto deviato (settoplastica) o un’asimmetria ne modifichi obbligatoriamente anche la forma esterna. Non è così - spiega Rauso - perchè l’intervento funzionale, che risolve problemi respiratori o causati da un trauma o da malformazioni, è diverso da quello estetico e tocca zone diverse. Combinandoli insieme cambia il timing operatorio: più il tempo si allunga, più cresce la fase di ripresa. Se l’intervento è solo funzionale, alla fine non presenta gonfiore, ma è probabile che si usino i tamponi nasali".

Al chirurgo basta dire che il proprio naso non piace, senza specificare come si vorrebbe modificarlo. "In chirurgia plastica, soprattutto con il naso, il gusto personale incide molto. Bisogna essere specifici su come si desidera che venga cambiato: spesso i potenziali pazienti sanno che qualcosa non piace, ma non riescono a individuare esattamente cosa. Se non si definisce prima il risultato, il rischio di insoddisfazione è molto alto: spesso si interviene di nuovo dopo una prima rinoplastica perchè il risultato non piace, non perchè sono stati commessi errori tecnici. Oltre a un approfondito colloquio pre-operatorio, il paziente deve identificare il chirurgo che preferisce guardando le foto di pre e post pubblicate su sito e social e deve portare le immagini del naso che vorrebbe in modo tale da capire se i gusti estetici del paziente siano consoni con il proprio volto.” spiega Rauso.

I tamponi nasali sono molto dolorosi e inevitabili. Oggi i tamponi si usano solo in alcuni casi e non sono così terribili. "Sicuramente - afferma il chrurgo plastico - i tamponi sono necessari se ci sono turbinati o naso deviato, e comunque se c’è uno scollamento importante. Spesso sono temuti dai pazienti: in realtà non sono dolorosi, ma fastidiosi per i primi giorni, quando sarà necessario uno spray alla gola in quanto si irrita respirando solo con la bocca".

Voglio che il mio nuovo naso sia perfetto. "Un’operazione può rendere più dritto un naso o più simmetrico, insomma può migliorarlo, ma è importante che il paziente capisca subito che il naso perfetto non esiste, è un’utopia irraggiungibile - dice Rauso -. E’ importante che il paziente ne sia ben consapevole, altrimenti sarà sicuramente insoddisfatto del risultato"

Con il suo naso, sarò come lui/lei. Scegliere un naso solo per imitare un vip o un influencer, non ci farà diventare come lui/lei nella vita reale. Senza considerare che se non si ha un’anatomia simile al soggetto di partenza, si avrà un risultato ben diverso: "Un naso che ci sembra bellissimo, può essere del tutto inadatto al proprio viso - afferma il medico -. Anche seguire le mode, ad esempio scegliendo un naso all’insù o con la punta sottile, potrà causare problemi nel futuro, visto che modificare il risultato di un’operazione non è così semplice”.

Una tecnica vale l’altra. La rinoplastica è un intervento complesso, che prevede la rimozione del superfluo e il rimodellamento dell'impalcatura osteo-cartilaginea. Per eseguirla ci sono diverse tecniche (rinoplastica chiusa o aperta, conservativa o strutturale, etc), ciascuna con i propri pro e contro: l’importante affidarsi a un medico esperto, che abbia l'esperienza necessaria per eseguire diverse tecniche, permettendo di volta in volta di individuare quella più adeguata. "Affidarsi a chi esegue solo una metodica, può significare non scegliere quella più adatta al proprio caso", spiega ancora Raffaele Rauso.

Il rinofiller è una 'prova generale' prima della rinoplastica. Il rinofiller, che prevede iniezioni di acido ialuronico per modificare temporaneamente l’aspetto del naso, non è un’opzione da considerare in vista di una rinoplastica. "Anzitutto non è sempre possibile intervenire con il filler sull’estetica del naso: il rinofiller è utilizzabile solo in certi casi, altrimenti peggiora la situazione - spiega il professore -. Bisogna poi considerare che, secondo studi scientifici, il filler non si riassorbe mai del tutto, soprattutto in alcuni punti, , quindi se si decide di operarsi, anche dopo anni, è necessario avvisare il medico per evitare imprevisti”.

Fidarsi dell’imaging 3D per predire il risultato. Esistono programmi predittivi in 3D in cui, inserendo immagini del paziente, si può vedere già il risultato finale: "Bisogna considerare il 3D con estrema cautela: nell’atto operatorio ci sono troppe variabili per ottenere a priori un risultato attendibile, senza considerare che basta premere un pulsante per manipolare il naso in un modo che nella realtà non potrà essere replicato, lasciando il paziente con aspettative irrealistiche", spiega Rauso.

Pensare che il risultato finale si veda subito dopo l’operazione. Una volta conclusa l’operazione, non bisogna restare delusi dallo specchio, ma avere pazienza. "Ci vogliono mesi perché il risultato sia definitivo e potranno esserci alti e bassi causati dal gonfiore, che potrebbe comparire anche parecchi mesi dopo, alterando il risultato con gobbe o narici allargate", afferma il chirurgo plastico.

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Zanzara della malaria in Italia dopo oltre 50 anni: la...

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Dallo studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale locale e della Basilicata emerge "la necessità di rafforzare la sorveglianza in tutto il Mezzogiorno"

Zanzara della malaria (Afp)

La zanzara della malaria ritrovata in Puglia dopo oltre 50 anni. E' il risultato di uno studio dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, pubblicato su PubMed. "La scoperta ha una forte rilevanza e impatto sanitario, evidenziando un aumento della ricettività delle aree meridionali del Paese", scrivono gli autori. Nel settembre del 2022 un unico esemplare di 'Anopheles maculipennis' fu raccolto nel comune di Lecce e identificato molecolarmente come Anophelse sacharovi. Questa rilevazione ha portato ad attuare nel settembre 2023 un'indagine entomologica mirata.

"Ogni anno vengono segnalati casi di malaria importata nei paesi europei, il rischio di introduzione del plasmodium della malaria da parte di portatori di gametociti tra i viaggiatori provenienti da Paesi endemici dovrebbe essere preso in maggiore considerazione - avvertono gli autori -. I nostri risultati consentono di ripensare e costruire nuovi modelli per la previsione e l'espansione della malaria. Inoltre, per prevenire il rischio di reintroduzione della malattia, va considerata la necessità di rafforzare la sorveglianza dell'anofelismo residuo in tutto il Mezzogiorno".

Le indagini sono state condotte concentrandosi sugli allevamenti di animali, i maneggi e potenziali siti di riproduzione della zanzara.

Lopalco: "Nessun allarmismo, ma sorveglianza"

"La presenza di zanzare del genere anofele, quelle cioè in grado di trasmettere la malaria, è una informazione da tenere nella giusta considerazione" dice all'Adnkronos Salute, Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento. "Si fa la sorveglianza della circolazione delle zanzare per questo motivo. Niente allarmismi, quindi". Si tratta, per Lopalco, in ogni caso, di "un altro segnale di preoccupazione sui cambiamenti che il clima e le modificazioni dell'ambiente stanno comportando. Certamente non parliamo di rischio immediato di riportare la malaria in Italia. Ma è un avvertimento che impone di prendere seri provvedimenti per migliorare ancora di più la sorveglianza delle zanzare e ridurne la circolazione''.

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Sorriso ‘social’ perfetto e subito, è boom per...

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Aumentano le richieste per la tecnica che consente di avere un sorriso 'spettacolare' senza i tempi lunghi e il fastidio delle cure ortodontiche, "ma non mancano i rischi", spiega l'odontoiatra Raoul D'Alessio

Sorriso 'social' perfetto e subito, è boom per le faccette sui denti anche a 14 anni

Un sorriso perfetto e candido, senza l'ombra di un difetto, da sfoggiare sui social rapidamente senza aspettare, per eventuali correzioni, i tempi spesso lunghi di cure ortodontiche comunque meno 'spettacolari'. C'è questo dietro l'aumento di richieste per l'applicazione delle cosiddette 'faccette dentali', che rivestono il dente e che permettono di avere un risultato estetico "ottimale, con uno standard elevatissimo, grazie alle tecnologie e ai materiali di cui disponiamo oggi". E l'età di chi le richiede "si sta molto abbassando, parliamo anche di 14-15 anni". Un fenomeno non senza rischi, "se la scelta non viene fatta con la necessaria valutazione dell'odontoiatra", spiega all'Adnkronos Salute Raoul D'Alessio, noto professionista della capitale che è anche docente del master della Società italiana di odontoiatria forense (Siof) dedicato all'etica della professione. E convito assertore "dell'estetica, in odontoiatria e non solo, che è fortemente legata all'etica, nella sua corretta applicazione".

Il social, "con la necessità di mostrare la propria immagine tanto perfetta da rasentare l'irrealtà - continua D'Alessio - sono sicuramente all'origine di questo aumento di richieste, cresciute negli ultimi 5 anni di un buon 30%. Per molti sono particolarmente importanti, infatti, gli elementi di rapidità della 'correzione del sorriso' con questa metodologia, che grazie all'elevato miglioramento tecnologico, oggi può permettere l'applicazione delle faccette in 2 sedute, con uno standard estetico elevatissimo".

In generale, quindi, precisa l'odontoiatra, "rappresentano una soluzione assolutamente innovativa. Con le nuove tecniche, usando le faccette in zirconio, in soli 0,2 millimetri e con una preparazione poco invasiva, che non danneggia lo smalto, è possibile avere un dente praticamente perfetto. Si tratta di una soluzione utilissima per la correzione dei denti in caso di discromie, rotture, spazi irregolari, denti malformati o irregolari".

Tecniche molto 'performanti' dunque, scelte però anche in casi in cui potrebbero essere necessarie, invece, cure ortodontiche più lunghe. "Questa ricerca di un risultato più immediato fa sì che alcune volte non vengano fatte le necessarie analisi e approfondimenti sulla salute della bocca. Il paziente si accontenta dei soli risultati estetici. E questo può avere conseguenze legate ai mancati interventi funzionali. In nome dell'immediatezza e della perfezione (indotta da immagini spesso irrealistiche proposte in rete) si rischia di fare danni involontari, utilizzando tecniche non adatte al caso", aggiunge D'Alessio che è anche coordinatore nazionale dei presidenti provinciali del Sindacato unitario specialità ortodonzia (Suso).

Le faccette possono essere di diversi materiali, con costi diversi, quelle di ceramica, ormai 'datate' rispetto ai nuovi prodotti, costano, ognuna, dai 600 ad oltre 1.500 euro. "Ma si può arrivare a oltre 2mila euro l'una se parliamo di faccette digitali, ultrasottili in zirconio. Ovviamente si può usare un solo elemento per una discromia. Ma la linea più diffusa è coprire da canino a canino, sopra e sotto, quindi 12 denti", conclude l'esperto.

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Influenza in rialzo nei bimbi, l’esperto: colpa di...

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Andreoni: "L'arrivo di temperature più miti farà progressivamente spegnere i casi"

(Fotogramma/Ipa)

Il rialzo dell'incidenza dell'influenza nei bimbi piccoli "anche a fine aprile non è inconsueto: in questo periodo circola l'influenza B (Haemophilus influenzae di tipo B) e questo fa aumentare gli effetti di un colpo di coda epidemiologico, poi il picco di freddo di queste settimane aiuta le malattie da raffreddamento come l'influenza perché i virus penetrano meglio nelle mucose. Immagino che l'arrivo di temperature più miti e in linea con la stagione farà progressivamente spegnere l'influenza". Così all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), interviene sull'ultimo bollettino del sistema di sorveglianza RespiVirNet, curato dall'Istituto superiore di sanità.

Pediatri: "Ripresa insolita per il periodo ma ora confidiamo nel caldo"

Dunque, gli studi dei pediatri di famiglia tornano a riempirsi per l'influenza 'fuori stagione'. "Una ripresa insolita per il periodo che sta facendo registrare l'aumento del numero dei casi legati a virus respiratori, non solo influenzali. Stimiamo una crescita del 20% rispetto alle medie di questa fase dell'anno. Confidiamo però che con l'aumento delle temperature, previsto nelle prossime settimane - e quindi con più vita all'aria aperta - ci saranno meno contagi e i casi tenderanno a ridursi, insieme all'impatto sulla salute e sulla quotidianità delle famiglie", dice all'Adnkronos Salute Antonio D'Avino, presidente Federazione italiana medici pediatri (Fimp).

Normalmente, in questo periodo dell'anno, "nei nostri ambulatori le visite per malattie allergiche e le gastroenteriti con vomito, diarrea, erano più frequenti. Nella settimana scorsa e in quella precedente abbiamo però registrato un cambiamento, con una ripresa delle malattie respiratorie virali che hanno variato il quadro. In particolare i piccoli con meno di 5 anni hanno manifestato nuovamente malattie respiratorie che vanno dalla rinite fino all'impegno delle basse vie respiratorie. C'è stata una vera e propria recrudescenza di alcune malattie infettive".

Molto presenti, in particolare, "tutte quelle forme parainfluenzali che sono caratterizzate da sintomi molto comuni all'influenza - come la rinite, cioè il naso che cola, la tosse - che in questa fase dell'anno non erano usuali. Una risalita dei casi probabilmente legata al fatto che, abbassandosi le temperature nei giorni scorsi, è stata favorita di nuovo la promiscuità dei bambini in luoghi chiusi. Confido molto nell'aumento delle temperature delle prossime settimane perché la vita all'aria aperta di per sé riduce la circolazione non solo del virus influenzale ma anche di tutti quegli altri virus (i parainfluenzali, gli adenovirus, i rinovirus) che determinano una sintomatologia simile a quella dell'influenza".

Più giochi all'aperto e verdure a tavola contro i virus

Il consiglio dei pediatri è più giochi all'aperto e verdure a tavola per i più piccoli, con l'obiettivo di contrastare i virus respiratori che hanno 'rialzato' la testa. "Con il previsto aumento delle temperature dei prossimi giorni l'invito che farei alle famiglie è di portare i piccoli fuori all'aria aperta, a giocare nel verde, evitare gli assembramenti in luoghi chiusi che favoriscono la trasmissione virale ma anche la sedentarietà del tempo passato davanti a uno schermo", è l'appello di Antonio D'Avino ai genitori.

Con il ritorno del bel tempo "facciamo stare di più i bambini fuori, meno attaccati alle tecnologie. E facciamoli mangiare secondo i principi, semplici, della dieta mediterranea", aggiunge D'Avino che ribadisce "l'importanza di portare a tavola verdure, frutta fresca e di stagione. Un discorso che a noi pediatri è molto caro, che oltre ad essere un caposaldo della prevenzione fa parte della nostra cultura culinaria. Una cultura che è lontana dai fast food e da quelle modalità che ci arrivano da oltreoceano tutt'altro che salutari".

L'invito del pediatra è "a evitare cibi preconfezionati e super raffinati, e preferire quelli genuini che garantiscono l'apporto di vitamine e nutrienti che a loro volta sono in grado di favorire una risposta migliore del sistema immunitario alle infezioni".

I dati

Secondo quanto riportano gli ultimi bollettini, superano quota 14 milioni gli italiani messi a letto da influenza e virus 'cugini', infezioni che ancora sembrano non voler mollare la presa, complici gli 'up and down' del meteo di questa strana primavera. Anzi, tra i bimbi più piccoli l'incidenza torna a risalire.

"Nella sedicesima settimana del 2024", dal 15 al 21 aprile, si legge, "i casi stimati di sindrome similinfluenzale, rapportati all'intera popolazione italiana, sono circa 282.000, per un totale di circa 14.399.000 casi a partire dall'inizio della sorveglianza". Nei 7 giorni analizzati l'incidenza delle sindromi simil-influenzali resta "stabile", pari a 4,8 casi per mille assistiti (erano 4,7 nella settimana precedente). Rimangono "maggiormente colpiti i bambini sotto i 5 anni di età, in cui si osserva un livello di incidenza di 14 casi per mille assistiti, in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (13,7)". In Toscana, Puglia e Basilicata, l'incidenza di influenza & Co. torna alla soglia basale.

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