Politica
Natale, consumi in ripresa. Meloni: “Nessun colosso...
Natale, consumi in ripresa. Meloni: “Nessun colosso web potrà sostituire negozi vicinato”
Il presidente del Consiglio in un videomessaggio all'Assemblea di Confesercenti: "Enormi rischi dal commercio online se non adeguatamente governato". Quest'anno per il regali gli italiani spenderanno il 13% in più dello scorso anno
"Nessun commercio elettronico o colosso del web potrà mai sostituire la funzione culturale e sociale che ricoprono i commercianti, gli artigiani, esercizi di vicinato". E' quanto afferma la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel videomessaggio indirizzato all'Assemblea Annuale 2023 di Confesercenti, sottolineando che "l’avvento del commercio elettronico e alle grandi piattaforme online è un’innovazione che la pandemia ha contribuito ad accelerare in modo determinante e che, come tutti i cambiamenti, se non è adeguatamente governato, può portare insieme a grandi opportunità anche enormi rischi. È un cambiamento che è ancora in atto, sul quale è necessario dal mio punto di vista trovare un giusto equilibrio per fare in modo che il suo impatto sul nostro sistema economico e produttivo sia sostenibile". "Certo, noi possiamo contare su due punti di forza: la capacità di fare rete dei commercianti e degli artigiani italiani - prosegue - e la straordinaria potenza del Made in Italy, un brand globale di cui i colossi del commercio non possono fare a meno e che nessun altro è in grado di eguagliare".
Secondo sondaggio Confesercenti-Ipsos, presentato in occasione dell'assemblea, per le festività di fine anno gli italiani ''progettano di spendere 223 euro per i doni da mettere sotto l’albero, il 13% in più dello scorso anno. A dare la spinta, però, è anche l’aumento dei prezzi, infatti, al netto dell’inflazione sui beni, l’incremento di spesa sul 2022 si riduce al +6%''.
Nel videomessaggio la premier ha sottolineato come commercianti e artigiani sono "presidi di sicurezza e di socialità, il principale antidoto alla desertificazione delle nostre strade, allo spopolamento dei nostri borghi. In questo compito non potete essere ovviamente lasciati da soli e noi siamo convinti che lo Stato debba fare la sua parte. A partire proprio dalla sicurezza, che è la precondizione per fare impresa e per permettervi di alzare ogni mattina la saracinesca della vostra attività". "È il motivo per il quale - prosegue la premier - questo Governo ha deciso di aumentare gli organici delle Forze dell’Ordine, di stanziare un miliardo e mezzo di euro per rinnovare i loro contratti, potenziare l’operazione ‘Strade sicure’ e riconoscere ai nostri uomini e alle nostre donne in divisa maggior strumenti per fare il proprio lavoro. E poi non solo sicurezza, ovviamente, ma anche grande attenzione ai nostri borghi, a chi decide di vivere e lavorare in collina e in montagna, nelle aree più interne della Nazione. Stiamo lavorando per prenderci cura di questi territori, che custodiscono la nostra identità più autentica che non devono essere lasciati indietro. Garantire risposte veloci, in termini di servizi, alle esigenze specifiche di ciascun territorio è una priorità per noi".
Parlando poi di fisco, Meloni ha ribadito che "noi vogliamo cambiare approccio, vogliamo affermare una cosa semplice: il cittadino non è un suddito da vessare e il rapporto con lo Stato deve basarsi sulla fiducia e sulla collaborazione. È una visione che abbiamo declinato anche nella riforma fiscale che trova la sua attuazione concreta in alcune norme molto importanti. Penso, ad esempio, all’estensione del concordato preventivo ai contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo. È uno strumento che dà la possibilità di accordarsi preventivamente con il fisco sulle imposte da pagare, ed essere liberi da accertamenti per i due anni di durata dell’accordo che poi è rinnovabile. Un grande segnale di fiducia e di collaborazione".
''Io credo che l’Italia deve e può ripartire da qui". Dalla "fiducia reciproca, dalla capacità di riscoprirsi parte di una comunità, di pensare ciò che si fa ogni giorno come parte di un progetto più grande, come parte di un progetto più alto. È un sentimento che in passato ha reso l’Italia ciò che è e che oggi noi dobbiamo saper recuperare. Perché il governo potrà adottare le norme migliori del mondo, le più efficaci e le più giuste, ammesso che sia capace di farlo, ma tutto sarà inutile se gli italiani non sapranno riscoprire l’orgoglio di sé stessi, la consapevolezza delle proprie capacità".
"Questa -ha sottolineato il presidente del Consiglio- è in assoluto la sfida più grande che abbiamo davanti, e su questo, però, io sono certa che posso contare sul vostro contributo. Grazie davvero per quello che rappresentate, per il lavoro che fate, per l’interlocuzione che avete garantito al Governo su tante materie che sono importanti per voi e per la nostra capacità di dare risposte ai cittadini e, ovviamente, buona assemblea!", ha concluso Meloni.
Natale, spesa di 233 euro per regali sotto l'albero (+13%)
Per le festività di fine anno gli italiani ''progettano di spendere 223 euro per i doni da mettere sotto l’albero, il 13% in più dello scorso anno. A dare la spinta, però, è anche l’aumento dei prezzi, infatti, al netto dell’inflazione sui beni, l’incremento di spesa sul 2022 si riduce al +6%''. I ''segnali positivi'' in vista delle spese per i regali di Natale arrivano dal sondaggio Confesercenti-Ipsos, presentato in occasione dell'assemblea. ''L’aumento dei prezzi continua a pesare'' e ''continua ad orientare le scelte di allocazione delle risorse, pure se in modo meno pressante dello scorso anno''.
Gli italiani che dichiarano di voler contenere la spesa per i regali per questo Natale sono il 43%: una quota in diminuzione rispetto al 47% dello scorso anno, ''ma ancora rilevante'', secondo Confesercenti. ''Continua, dunque, la polarizzazione tra chi può e chi non può: a trainare l’incremento del budget medio è infatti l’aumento dei consumatori che manterranno invariata la spesa (che passano al 41%, dal 39% dello scorso Natale) e di quelli che pianificano di spendere di più (17% nel 2023, erano il 14% nel 2022)''.
Nella top ten delle intenzioni di acquisto per un regalo, spiccano i capi d’abbigliamento (51% delle indicazioni), seguiti dai prodotti di profumeria (45%) e dai libri (44%), giochi e giocattoli (38%), accessori di moda (33%), regali gastronomici (29%), prodotti tecnologici e regali di gioielleria (entrambi al 24%), arredamento e prodotti per la casa, calzature e videogiochi (tutti al 20% di indicazioni). Il 10%, invece, segnala l’intenzione di regalare un viaggio o una vacanza, un dato in ascesa rispetto al 7% dello scorso anno.
Politica
Ucraina, Borghi: “Governo censuri Stoltenberg”
Lega pronta a odg o interrogazione contro il segretario generale della Nato
"Con il primo strumento disponibile depositeremo un testo parlamentare per invitare il governo a censurare le parole di Stoltenberg che, senza alcun mandato per farlo, ha previsto un utilizzo offensivo e non difensivo degli aiuti militari mandati a Kiev a supporto dell'Ucraina". Lo dice all'AdnKronos Claudio Borghi, senatore della Lega, partito che ha annunciato un odg o una interrogazione parlamentare per "censurare le parole di guerra del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg" a firma del senatore Borghi.
"Non abbiamo bisogno di alcuna escalation militare e non siamo in guerra con nessuno - spiega il leghista -. Prevedere impieghi di soldati italiani o l'uso delle nostre armi per colpire il territorio di un'altra nazione è una pazzia e Stoltenberg non ha alcun diritto di trascinarci in conflitti armati". "La Nato è un'alleanza difensiva, la guerra se vuole vada lui a farla ma senza di noi", conclude Borghi.
Politica
Ucraina, Meloni: “Stoltenberg? Bisogna essere...
"Scongiurare l'ingresso israeliano a Rafah", necessario che Israele "rispetti il diritto internazionale"
"Fermo restando che ci sono incognite, ritengo controproducente il racconto allarmante di una Europa sull'orlo di un conflitto ampio, irresponsabile chi alimenta questo racconto". Lo dice Giorgia Meloni, ospite di In mezz'ora su Rai 3. "La deterrenza è l'unico rimedio, se si parla di via diplomatica è perché finora si è mantenuto equilibrio tra le forze", dice ricordando il motto latino 'se vuoi pace prepara la guerra'. Poi sulle parole di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, dice: "Credo che bisogna essere prudenti, ma credo pure che sia giusto che la Nato mantenga la sua fermezza".
Israele-Gaza
Sulla questione mediorientale la premier afferma che "bisogna sempre ricordare chi è il responsabile di questa crisi in partenza. E' Hamas che ha scatenato questo conflitto" e "spaventa l'assenza di empatia verso le vittime israeliane". Questo "racconta un antisemitismo latente che sta venendo fuori", aggiunge la presidente del Consiglio.
Osserva Meloni: "Vedo che Israele rischia di infilarsi nella trappola costruita dai fondamentalisti", che è "costringere" lo Stato ebraico "a una rappresaglia sul territorio di Gaza molto forte". Per la premier occorre "scongiurare l'ingresso israeliano a Rafah" ed è necessario che Israele "rispetti il diritto internazionale".
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Ucraina, Vannacci: “Armi occidentali per colpire in...
Il generale: "Potrebbe condurre al superamento di quella sottile linea rossa che demarca il confine del 'non ritorno'"
"Sarebbe un errore perché potrebbe portare alla spiralizzazione del conflitto invece che attenuarlo". Con queste parole il generale Roberto Vannacci, candidato indipendente nelle liste della Lega alle elezioni europee dell'8-9 giugno, commenta con Affaritaliani.it la possibilità che la Nato e gli Stati Uniti tolgano il divieto all'Ucraina di utilizzare le armi occidentali per colpire direttamente il territorio russo.
"Togliere queste restrizioni - dice il generale - sarebbe un grave errore da parte della Nato perché significherebbe che la fornitura di armamenti all'Ucraina non si configurerebbe più come azione di difesa dall'aggressione russa da parte di Kiev sul territorio ucraino ma sarebbe a tutti gli effetti un'attività militare volta a neutralizzare non solo le capacità offensive delle forze armate russe ma anche l’infrastruttura industriale e produttiva coinvolgendo anche direttamente la popolazione civile russa nella guerra. E tutto ciò porterebbe a una spiralizzazione del conflitto che potrebbe condurre al superamento di quella sottile linea rossa che demarca il confine del 'non ritorno'".
L'utilizzo di armi occidentale per colpire la Russia "innalzerebbe inoltre molto pericolosamente la possibilità di un coinvolgimento diretto dei Paesi Nato nel conflitto perché, colpiti sul proprio territorio, i russi potrebbero legittimamente decidere di attaccare le linee di rifornimento di armamenti dall'Occidente alla Russia provocando così quella spiralizzazione del conflitto che aumenterebbe la possibilità di un coinvolgimento diretto dei Paesi Nato nella guerra. E questa, forse, è una condizione a cui - con in testa il ministro degli Esteri britannico David Cameron - molti pericolosi e spregiudicati politici anelerebbero al fine di impantanare tutta la Nato in un conflitto con la Federazione Russa per ridimensionarne, una volta per tutte, le aspirazioni internazionali", conclude Vannacci.