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100 anni di Mike Bongiorno, oggi il compleanno di mr...
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Euro 2024 e ascolti tv, Rai 1 vince di nuovo prima serata...
Secondo posto per 'Segreti di Famiglia' su Canale 5, terzo per Rai3 con 'Report'
La partita per Euro 2024 tra Serbia e Inghilterra su Rai1 vince la prima serata di ieri, domenica 16 giugno, con 4.865.000 di spettatori e il 28.7% di share. Secondo posto per 'Segreti di Famiglia' su Canale 5 visto da 1.984.000 di spettatori e il 13.3% di share. Terzo gradino del podio per Rai3 che con 'Report' realizza 1.285.000 di spettatori e il 7.5% di share.
Segue Rai2 con 'Il Velo Nuziale' che ottiene 818.000 spettatori (4.8% di share) mentre Italia1 con 'Così è la vita' raggiunge 782.000 spettatori (5% di share). Seguono: Rete4 con 'Zona Bianca' (673.000 spettatori, 5.4% share); La7 con 'La Torre di Babele – Cosa resta di Berlinguer?' (585.000 spettatori, 3.4% share). Chiudono la classifica degli ascolti Tv8 con 'Italia’s Got Talent 7 – Best Of' (303.000 spettatori, 2% share) e Nove con 'Che Tempo Che Fa – Best Of' (265.000 spettatori, 1.6% di share).
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Green Day, a Milano concerto-monumento per 80mila:...
Il trio di Berkeley agli I-Days regala un live sold out, il più grande mai tenuto in Europa, e celebra la sua storia
Una calda serata estiva, quasi 80mila persone arrivate da tutte le parti d’Italia e dall’estero e i Green Day che vogliono trasformare l'Ippodromo La Maura di Milano in un paradiso per gli appassionati di punk rock da arena. Cosa volere di più? Dopo il live dei britannici Nothing But Thieves, ormai una certezza del panorama rock internazionale degli ultimi quindici anni, ecco salire sul palco degli I-Days il trio di Berkeley. Per coloro che hanno vissuto sotto un sasso negli ultimi 40 anni (ebbene sì, si sono formati nel 1986) i Green Day sono la band ‘colpevole’ di aver portato il punk rock in vetta alle classifiche di tutto il mondo, generando una corrente che ha travolto l’industria discografica mondiale.
Era giusto 30 anni fa quando pubblicarono il loro terzo album ‘Dookie’ e da lì, in un crescendo vertiginoso, la band californiana è diventata un nome sempre presente quando si parla di mega tour e festival da tutto esaurito. Come questo concerto, che promuove il loro ultimo album ‘Saviors’ del 2024 ma è soprattutto una celebrazione della loro storia. Oltre ai 30 anni del sopracitato ‘Dookie’ quest’anno si festeggiano anche i 20 di ‘American Idiot’, altro classico dal loro sterminato catalogo (14 album in studio, senza contare raccolte e live), in alcune occasioni addirittura suonati entrambi, integralmente.
Quello di stasera è il più grande show tenuto dal terzetto in Europa. Loro ci tengono a dimostrare di essere ancora la band punk degli esordi, e il fatto di essere passati dai centri sociali ai grandi raduni non li ha cambiati più di tanto. Eccoli quindi presentarsi con un concerto-monumento da più di 35 canzoni, per oltre due ore di musica, con un tiro pazzesco, una scaletta che ripercorre tutto il loro sterminato repertorio, e tanto di fiamme e gonfiabili sul palco. Da quel famigerato ‘Dookie’ del 1994 con ‘Longview’ e ‘Basket Case’, tra gli altri, fino all’ultimo ‘Saviors’, dal quale viene il brano con cui aprono lo show, ‘The American Dream is Killing me’, che prende di mira la società del sogno americano e tutte le sue contraddizioni. Poi la carrellata di hit, da ‘American Idiot’ fino alle varie ‘Boulevard of Broken Dreams’, che Billie Joe intona avvolto nella bandiera italiana, la monumentale ‘Jesus of Suburbia’ e le intense e melodiche ‘Wake me up when September Ends’ e ‘Good Riddance’.
La caratteristica dei Green Day è quella di essere perfettamente a loro agio tanto nel pezzo punk da tre minuti strofa-ritornello quanto nella ballad acustica mai zuccherosa e questo grazie a una capacità eccezionale nello scrivere melodie e ritornelli inno. Il tutto sempre con un’attenzione particolare ai temi sociali e alla politica. Come i titoli di alcuni dei loro pezzi più famosi suggeriscono, i Green Day non hanno mai avuto paura di far sapere come la pensano su questo o quel presidente e su questa o quella guerra, insomma punk melodico sì, ma con il cervello sempre acceso.
Billie Joe Armstrong, con i fedeli compagni di avventura Mike Dirnt al basso e Tré Cool alla batteria, è in gran spolvero e con il pubblico è sempre un dare-avere per tutta la durata della performance. Il frontman è conosciuto per la sua coinvolgente presenza scenica e la sua interazione con i fan e spesso si rivolge all’audience in italiano. “Siamo ancora vivi” scandisce nella lingua dei suoi avi, che partirono proprio da un piccolo paesino della Basilicata presso il quale si è recentemente recato per ricevere la cittadinanza onoraria.
Come da consuetudine ormai consolidata durante ‘Know your enemy’ Armstrong invita anche una giovane fan sul palco a cantare, una tradizione dei concerti dei Green Day, che da sempre crea un momento indimenticabile. Proprio come questo evento, un viaggio nella memoria per una band eccezionale e la celebrazione di due album capolavoro che costituiscono un punto fermo nella storia del rock. (di Federica Mochi)
Spettacolo
La guerra in Ucraina vista con gli occhi Abel Ferrara
Il doc "Turn in the Wound" presentato in anteprima italiana a Biografilm Festival di Bologna
Un documentario poetico sull'esperienza della guerra in Ucraina nella vita delle persone, alla ricerca di un significato nella sofferenza: è "Turn in the Wound" di Abel Ferrara, presentato in anteprima italiana questa sera alla giornata di chiusura della 20/a edizione di Biografilm Festival di Bologna.
"E' un film di performance, poesia, musica ed esperienza di persone in guerra", lo ha definito il regista statunitense. "Una ricerca di significato nella sofferenza infinita e nei conflitti che riecheggiano nel passato": "Turn in the Wound", ha aggiunto Ferrara, è "uno sguardo sull'eterna ricerca della libertà contro l'incubo dell'oppressione e della forza militare".
La voce della 'sacerdotessa del rock Patti Smith, che canta e legge intimamente le opere dei poeti Antonin Artaud, René Daumal e Arthur Rimbaud, si unisce alle testimonianze dei soldati e di chi vive nelle zone di combattimento dell'Ucraina e nelle parole del loro presidente Volodymyr Zelensky. La cantautrice offre così una profonda riflessione emotiva sull'anelito alla libertà di fronte alla violenza che dal febbraio 2022 sta sconvolgendo la vita degli ucraini.
Abel Ferrara, autore del film di culto "Il cattivo tenente", esplora i conflitti umani e la ricerca della pace e dell'equilibrio attraverso la musica e le parole e attraverso le esperienze delle persone in guerra in Ucraina.
"Quando al Dalai Lama viene chiesto come può aiutare il mondo, lui risponde 'essendo la migliore versione di me stesso'. Quando vedo Patti Smith nel suo lavoro, nella sua vita, la poetessa, la cantante, la madre, o il presidente Zelensky che governa con umiltà, mi ispiro, voglio quello che hanno, voglio essere vicino a loro, imparare da loro, filmarli - dichiara il regista - La guerra è lontana dalla mia realtà immediata, ma è la realtà di troppe persone che sono come me. La morte e la distruzione possono essere combattute solo con azioni contrarie, amore, compassione, empatia, poesia, film. Con la retta intenzione".