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Politica
Europee, sondaggio: Fratelli d’Italia al 28%, tra...
Europee, sondaggio: Fratelli d’Italia al 28%, tra Lega e Forza Italia è ‘parità’
La rilevazione eseguita dall’istituto demoscopico Noto sondaggi per Porta a Porta: Pd al 20,5%
![Lega e Forza Italia, cartelloni elettorali a Milano per le europee - Fotogramma](https://www.adnkronos.com/resources/028d-1af31f1cba4f-c508e34d4673-1000/format/big/elezioni_europee_cartello_salvini_tajani_fg.jpeg)
Fratelli d'Italia al 28% seguito dal Pd al 20,5%. E' quanto emerge dal sondaggio eseguito dall’istituto demoscopico Noto sondaggi per Porta a Porta, relativo alle intenzioni di voto alle prossime Elezioni Europee. Il Movimento 5 Stelle si attesta al 15%, quindi il 'pareggio' tra Lega e Forza Italia entrambe al 9%. Azione, Avs e Stati Uniti d'Europa al 4%. Sotto la soglia la lista di Cateno De Luca al 3%, la lista Santoro al 2 e Alternativa Popolare allo 0,5%.
Su questa base Noto Sondaggi, ha anche simulato un’attribuzione dei seggi: Fdi tra 23/25 eletti, Pd tra 15/17, M5S 11/13, Lega e Fi tra 7/9 , 'ballano' tra 0 e 3 eletti Azione, Avs e Stati Uniti d'Europa sul filo della soglia del 4%.
Politica
Ucraina, Meloni a Zelensky: “Puoi contare su di noi...
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Intervento della presidente del Consiglio al summit in Svizzera: "Pace non significa resa, sarebbe pericoloso per tutti"
![Giorgia Meloni - (Afp)](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b2529d1ffbf-3e02008fbc93-1000/format/big/meloni_svizzera_afp.jpeg)
"Caro Volodymyr, sono qui per dirti che puoi continuare a contare su di noi, per tutto il tempo necessario". Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo al summit per la pace in Ucraina in corso al Buergenstock, un resort extralusso affacciato sul Lago dei Quattro Cantoni, nella Svizzera centrale. "Continueremo a fare ogni sforzo possibile - continua - per tenere tutti i partner internazionali impegnati, dato che anche loro stanno soffrendo le conseguenze globali di questo conflitto. Intendiamo fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per trasformare un futuro di pace e di liberà per l'Ucraina in realtà", conclude.
Politica
Ilaria Salis non interviene a festa Sinistra Italiana:...
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Rientrata ieri dall’Ungheria, la neo eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra (Avs) stamane era attesa in video collegamento
![Ilaria Salis non interviene a festa Sinistra Italiana:](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b2520a90b70-64a13ca2bca6-1000/format/big/ilaria_salis_auto_fg.jpeg)
Il tanto atteso intervento di Ilaria Salis non c’è stato. Rientrata ieri dall’Ungheria, la neo eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra (Avs) - eletta con oltre 176 mila preferenze - stamane era attesa in video collegamento (senza possibilità di domande) alla festa milanese di Sinistra Italiana, ma non c’è stato - nonostante le conferme anche dell’ultima ora - perché spiegano gli organizzatori “non è in condizioni di intervenire”.
Politica
Elezioni Europee, Follini: “Misura forza Meloni sarà...
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Il punto di vista di Marco Follini per Adnkronos
![Giorgia Meloni - (Afp)](https://www.adnkronos.com/resources/028e-1b24f6ad5a02-be6c33704b37-1000/format/big/meloni_follini.jpeg)
"Il duca di Wellington, dopo aver sconfitto Napoleone, commentò con mesta saggezza che non c’era sentimento più triste di quello che si prova all’indomani delle battaglie vinte. A parte ovviamente, aggiunse, di quello che si prova all’indomani delle battaglie perse.
Ora, non è ancora dato di capire fino in fondo quali siano i sentimenti politici nascosti nell’animo dei protagonisti della battaglia che s’è appena combattuta sul fronte delle elezioni europee. Vincitori e vinti sono infatti lì, in bella evidenza. Ma le conseguenze di tutte queste vittorie e sconfitte debbono ancora dipanarsi. Ed è assai probabile che ci vorrà un certo tempo prima di venire a capo di alcuni dei dilemmi che il voto ha consegnato a protagonisti e comprimari.
Meloni detta Giorgia, in particolare, può festeggiare numeri mai così favorevoli. E anche quanti sono critici verso la sua impostazione politica (il sottoscritto tra questi) non possono però non riconoscere la portata del consenso che si è guadagnata in questi primi mesi. Certo, verranno poi le difficoltà dell’economia, e non saranno poche né di poco conto. E non sarà facile neppure districarsi nel labirinto europeo, laddove i numeri non fanno prevedere un cambiamento della coalizione che governa l’unione ma la sconfitta della leadership franco-tedesca a sua volta non potrà non avere qualche conseguenza.
Dunque ci sarà subito un primo, impegnativo banco di prova da affrontare da parte del governo italiano. Che non ha nessuna ragione al mondo per isolarsi. Ma che non potrà neppure sovvertire del tutto -per sua fortuna, viene da dire- la grande coalizione che governa i destini europei. Finora la Meloni ha avuto l’accortezza di barcamenarsi, tenendo insieme le sue alleanze a destra e la collaborazione con la popolare Von dar Leyen. Impresa che ora diventa più difficile, ancorché forse più necessaria.
Come sempre si tratterà di trovare la misura giusta. E’ prevedibile infatti che Meloni vorrà tener fede, per quanto possibile, alle sue alleanze storiche. Ma la sua priorità principale sarà soprattutto quella di non farsi isolare. E sull’altare di questa priorità ci sarà inevitabilmente qualche rinuncia da fare. Vista da lontano, la cosa appare come un rompicapo. Risolvibile, certo. Ma a patto di pagare qualche prezzo in più per entrare nella 'stanza dei bottoni' della nuova governance europea.
E poi ci sarà, subito dopo, un altro banco di prova non meno impegnativo. E cioè decidere come portare avanti quel disegno riformatore (premierato più autonomia regionale) su cui finora Meloni sembra propensa a giocarsi il suo destino italiano. Ora, la premier può anche pensare che il voto europeo sia un lasciapassare per andare avanti così, indifferente alle critiche e alle insidie. Ma sbaglierebbe. E proprio ora che ha vinto e ha il vento in poppa dovrebbe cogliere questa occasione per cercare di stemperare le tensioni più forti che si addensano intorno a questi due traguardi.
Si può discutere, certo, l’elezione del premier. Ma pretendere di farla passare così com’è, senza por mano alla legge elettorale e senza studiare bene i contrappesi che possono rendere quella riforma digeribile anche per i custodi del vecchio ordine politico appare come un’imprudenza. Tanto più mentre la curva del non voto ha appena superato -per la prima volta- la maggioranza assoluta. Non era mai successo che restasse a casa il 51 per cento dei votanti. Argomento a doppio taglio, si dirà. Che può essere usato dai fautori della riforma per procedere più speditamente e dai critici per tirare il freno. Ma che almeno dovrebbe convincere tutti dell’utilità di uscire, per quanto possibile, dalle trincee della contrapposizione.
Quanto all’autonomia differenziata, il voto del Mezzogiorno sembra avvisare il governo e il partito meloniano del diffondersi di un certo numero di apprensioni a questo riguardo. Con una differenza, però. Che in questo caso la quadratura del cerchio sembra quasi impossibile, tra il nord che cavalca l’argomento e il sud che se ne sente minacciato. La virulenza del 'confronto' parlamentare dei giorni scorsi certifica, assieme, l’inciviltà di alcune frange (soprattutto) di destra e il carattere pressoché esplosivo della materia.
Occorrerà molta pazienza, insomma, per sciogliere tutti questi nodi. Il calendario politico istituzionale sta segnalando a tutti che si dovrebbe aprire una nuova stagione. E magari sta consigliando alla Meloni di fare l’uso più prudente e più accorto dei molti consensi che s’è appena guadagnata. Laddove questa volta la misura della sua forza sarà più nella sua saggezza che nel suo impeto". (di Marco Follini)