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Ucraina, in Svizzera primo summit sulla pace: “Inizio di un processo”
Zelensky punta sulla "pace giusta": "Credo che faremo la storia, qui al summit"

Nessuno si illude che il summit sulla pace in Ucraina che si è aperto al Buergenstock, un resort di lusso con vista sul Lago dei Quattro Cantoni, in Svizzera, possa porre fine ad una guerra che infuria da oltre due anni inzuppando di sangue di nuovo il suolo europeo, dopo il mattatoio delle guerre che accompagnarono il collasso della Jugoslavia. Ma forse, per dirla con il presidente della Finlandia Alexander Stubb, per arrivare alla pace da qualche parte bisogna pur cominciare. "Non riusciremo a negoziare la pace in Ucraina qui al Buergenstock, ma desideriamo ispirare un processo che porti ad una pace giusta e duratura”, ha sintetizzato la presidente della Confederazione Svizzera Viola Amherd nel resort circondato da pascoli popolati da brune alpine e sorvolati da nibbi bruni.
Per il ministro degli Esteri svizzero, Ignazio Cassis, il summit "è un momento importante, perché è la più grande conferenza sulla pace da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina. Significa dare la speranza agli ucraini e a tutto il pianeta che anche questa guerra" può finire. L’Ucraina, che ha chiesto espressamente alla Svizzera di organizzare questo summit, sfrutta a fondo l’occasione, dimostrando ancora una volta di essere particolarmente abile anche nella guerra delle parole, oltre che in quella combattuta con le armi. Il presidente Volodymyr Zelensky ha sottolineato che “ogni nazione è ugualmente importante per noi e tutto quello che verrà deciso qui sarà parte del processo di pace che è necessario. Credo che faremo la storia, qui al summit".
Russia non invitata
Al vertice, che si tiene in un Paese storicamente neutrale come la Svizzera, sono presenti 92 Stati, 57 dei quali rappresentati a livello di capi di Stato e di governo, 30 a livello ministeriale, mentre 5 hanno inviato solo dei diplomatici. Questi ultimi sono tutti Paesi di un certo peso: il Brasile, il Sudafrica, gli Emirati Arabi Uniti, Israele e l’Indonesia. La Russia non è stata neppure invitata, secondo la stampa svizzera perché il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha chiarito al collega svizzero Cassis che Mosca non avrebbe accettato l’invito in ogni caso, sicché Berna avrebbe deciso di non invitare i russi per non irritarli ulteriormente.
La Cina, senza il cui aiuto l’apparato militare-industriale russo avrebbe maggiori difficoltà ad alimentare lo sforzo bellico in Ucraina, non è presente. Il cosiddetto Sud Globale ha reagito in modo abbastanza freddo alla conferenza di pace in Svizzera: le medie potenze che intendono mantenere buone relazioni anche con Mosca, come Brasile, India, Indonesia, Sudafrica, Arabia Saudita, tutti Paesi rilevanti se l’Occidente vuole isolare il nascente asse Russia-Cina-Iran-Corea del Nord, hanno scelto di partecipare, ma a un livello basso. E chi ha partecipato al massimo livello, come il presidente del Kenya William Ruto, ha parlato chiaro: la Russia, ha detto, “dev’essere al tavolo” e “l’appropriazione degli asset russi” decisa dal G7 è “illegale” e “inaccettabile”.
Malgrado le assenze, però, per una volta si dovrebbe iniziare a parlare di pace, di come arrivare a porre fine a una guerra che va avanti da oltre due anni, con costi umani ed economici altissimi. La reazione del Cremlino al summit sulle rive del Lago dei Quattro Cantoni è stata gelida. “La Russia non ha nulla da trasmettere ai partecipanti al vertice svizzero sull'Ucraina e spera che la prossima volta il conflitto venga discusso in un evento più costruttivo”, ha dichiarato all'agenzia Tass il portavoce Dmitry Peskov.
Tuttavia, a Mosca l’iniziativa della Svizzera deve aver procurato qualche fastidio, se venerdì il presidente Vladimir Putin ha dettato condizioni di pace che implicherebbero una resa totale dell’Ucraina, che dovrebbe lasciare a Mosca quattro regioni che l’esercito russo non controlla completamente. Per la vicepresidente Usa Kamala Harris, Mosca non vuole negoziare con Kiev, ma vuole semplicemente “la resa” degli ucraini. A spiegare che cosa significhi il vertice svizzero per Kiev è il capo dell’ufficio di presidenza dell’Ucraina, Andriy Yermak: una volta che sarà approntato un "piano" per la pace in Ucraina con il contributo della comunità internazionale, dice, Kiev cercherà di presentarlo alla Russia in un "secondo summit, a livello di leader". Ma Kiev, chiarisce, non accetterà “alcun compromesso sull'indipendenza, sulla sovranità e sull'integrità territoriale”. Integrità territoriale che è uno dei nodi del conflitto Russia-Ucraina, dato che, a rigore, comprende anche la Crimea, occupata da Putin nel 2014, con una reazione debole dell'Occidente.
E’ dunque un tentativo di definire il terreno per le trattative che dovrebbero svolgersi in futuro. Come hanno documentato in aprile su Foreign Affairs Samuel Charap e Sergey Radchenko, nella primavera del 2022 Russia e Ucraina erano molto vicine a concludere un accordo che avrebbe posto fine alla guerra, dando prova entrambe di essere disponibili a fare concessioni. Non riuscirono per una serie di ragioni, non ultima l’indisponibilità dell’Occidente a fornire a Kiev garanzie vincolanti di sicurezza che avrebbero implicato il rischio, in futuro, di uno scontro diretto con la Russia. Uno dei nodi principali, che Putin ha ripetuto anche venerdì, è proprio la potenziale adesione dell’Ucraina alla Nato, che Mosca vive come una minaccia diretta. Kiev, al contrario, la considera l’unica vera garanzia di sicurezza.
Ora Zelensky punta sulla “pace giusta”, nel tentativo di delimitare il terreno di gioco, con l’appoggio di un numero consistente di Paesi. "Siamo riusciti a riportare nel mondo l'idea che gli sforzi congiunti possono fermare la guerra e stabilire una pace giusta. Questa idea funzionerà sicuramente, perché il mondo ha potere”, ha detto. In Ucraina, ha ricordato Yermak, "purtroppo la guerra continua, i nostri soldati continuano a combattere. Due anni sono un tempo sufficiente a dimostrare che l'Ucraina non è in grado solo di difendersi, ma di vincere e di ottenere una pace giusta". Il summit si tiene in Svizzera, ma l’Ucraina è molto interessata al suo successo: il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, arrivando, ha ringraziato sia la presidente della Confederazione, Viola Amherd, la padrona di casa, che il presidente ucraino Zelensky.
La dichiarazione finale
Oggi si tratterà di diversi temi che riguardano il conflitto in Ucraina, tra cui le questioni umanitarie, come lo scambio dei prigionieri e i bambini ucraini deportati, le minacce nucleari avanzate dalla Russia e le implicazioni della guerra per la sicurezza alimentare. Il summit sulla pace in Ucraina dovrebbe concludersi con una dichiarazione finale: la Svizzera guida e coordina il lavoro sul testo. La dichiarazione dovrebbe essere focalizzata, ha spiegato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, “su tre punti fondamentali. Io credo che si potrebbe partire dalla centrale nucleare di Zaporizhzhia per farne una zona franca. Poi c’è la questione del grano, che è anch’essa di grande importanza, perché ne fanno le spese anche i Paesi africani. E c’è la questione degli ostaggi, dei prigionieri”. Il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel ha sottolineato che il documento sarà centrato anche sul rispetto dei principi chiave della Carta delle Nazioni Unite.

Esteri
Grecia, il Parlamento elegge Tasoulas nuovo presidente

Con 160 voti a favore su 300. L'elezione è avvenuta alla quarta votazione

Il Parlamento greco ha eletto nuovo presidente della Repubblica - con 160 voti a favore su 300 - il 65enne Constantine Tasoulas, esponente di Nuova Democrazia (Nd), il partito conservatore di cui fa parte anche il primo ministro Kyriakos Mitsotakis. Tasoulas succede a Katerina Sakellaropoulou, che fu la prima donna cinque anni fa a ricoprire quest'incarico in Grecia e il cui mandato scadrà a metà marzo.
L'elezione di Tasoulas è avvenuta alla quarta votazione. Nei tre turni precedenti, secondo la Costituzione greca, era richiesta una maggioranza di 200 voti del Parlamento per essere eletti.
Nato il 17 luglio 1959 a Giannina, città della Grecia nordoccidentale, avvocato, Tasoulas è stato deputato e segretario generale di Nd prima di essere eletto tre volte presidente del Parlamento. Il nuovo presidente ha ricoperto anche i ruoli di vice ministro della Difesa (2007-2009) e ministro della Cultura e dello Sport (2014-2015) nel pieno della crisi finanziaria greca. Presso il ministero della Cultura, lanciò una campagna internazionale per il ritorno dei fregi del Partenone, che si trovano al British Museum di Londra.
Esteri
Ucraina, colloquio telefonico Trump-Putin: “Avvio...

Il presidente Usa : "Siamo d'accordo, vogliamo fermare la guerra". Poi chiama Zelensky: "Vuole la pace come Putin". Il neo segretario alla Difesa Usa boccia l'ingresso di Kiev nella Nato come "irrealistico"

Fermare la guerra tra Ucraina e Russia e avviare subito i negoziati di pace. E' l'intento comune manifestato oggi, 12 febbraio, nel colloquio telefonico tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il leader russo, Vladimir Putin. "E' stata una telefonata molto lunga, durata quasi un'ora e mezzo", ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
Trump ha poi annunciato che terrà un primo incontro con il leader russo in Arabia Saudita. "Ci incontreremo in Arabia Saudita”, ha dichiarato parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, poche ore dopo il colloquio telefonico. Il presidnete prevede un cessate il fuoco in Ucraina in un "futuro non troppo lontano" e ritiene che il Paese, che sta combattendo contro l'invasione russa, avrà bisogno di nuove elezioni "ad un certo punto".
Trump: "Vogliamo fermare la guerra"
"Ho appena avuto una lunga e molto produttiva telefonata con il presidente russo Vladimir Putin", ha spiegato Trump, in un post su Truth Social. "Abbiamo discusso di Ucraina, Medio Oriente, energia, intelligenza artificiale, potere del dollaro e vari altri argomenti. Entrambi abbiamo riflettuto sulla grande storia delle nostre nazioni e sul fatto che abbiamo combattuto insieme con tanto successo nella Seconda Guerra Mondiale, ricordando che la Russia ha perso decine di milioni di persone e noi, allo stesso modo, ne abbiamo perse tante! - ha proseguito - Ognuno di noi ha parlato dei punti di forza delle rispettive nazioni e dei grandi vantaggi che un giorno avremo lavorando insieme". Ma prima, come abbiamo concordato entrambi, vogliamo fermare i milioni di morti che si stanno verificando nella guerra Russia-Ucraina - ha aggiunto - Il presidente Putin ha persino usato il motto della mia campagna elettorale, molto forte, "BUONSENSO". Entrambi crediamo fermamente in questo motto. Abbiamo concordato di lavorare insieme, molto da vicino, anche visitando le rispettive nazioni".
Quindi, ha annunciato Trump, "abbiamo concordato di far iniziare immediatamente i negoziati ai nostri rispettivi team e inizieremo chiamando il Presidente ucraino Zelensky per informarlo della conversazione, cosa che farò subito. Ho chiesto al Segretario di Stato Marco Rubio, al Direttore della Cia John Ratcliffe, al Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltz e all'Ambasciatore e Inviato Speciale Steve Witkoff di condurre i negoziati che, sono convinto, avranno successo", ha scritto su Truth Social al termini della lunga telefonata con Putin.
"Credo fermamente che i negoziati avranno successo: milioni di persone sono morte in una guerra che non ci sarebbe stata se io fossi stato presidente, ma è accaduto, e così deve finire. Non dovranno essere perse altre vite!".
Cremlino: "Trump invitato a Mosca"
Putin ha invitato Trump a Mosca, ha intanto annunciato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il presidente russo, ha reso noto Peskov, ha manifestato la propria disponibilità a ricevere rappresentanti della Casa Bianca in Russia per discutere della guerra in Ucraina. "Putin e Trump hanno anche deciso di continuare ad avere contatti, che includono l'organizzazione di un incontro di persona".
Colloquio telefonico Trump-Zelensky
"Ho appena parlato con il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. La conversazione è andata molto bene. Anche lui, come il Presidente Putin, vuole fare la PACE". Lo ha reso noto il presidente americano, Donald Trump, in un post su Truth Social.
Dopo il colloquio con Putin il presidente Usa ha chiamato anche il leader ucraino. "Ho appena parlato con il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky. La conversazione è andata molto bene. Anche lui, come il presidente Putin, vuole fare la PACE", ha scritto Trump, in un nuovo post su Truth Social.
"Abbiamo discusso di vari argomenti riguardanti la guerra, ma soprattutto dell'incontro che si terrà venerdì a Monaco, dove il vicepresidente JD Vance e il Segretario di Stato Marco Rubio guideranno la delegazione. Spero che i risultati dell'incontro siano positivi. È ora di porre fine a questa guerra ridicola, che ha provocato morti e distruzioni enormi e del tutto inutili. Dio benedica il popolo russo e ucraino!", ha scritto.
Dal canto suo anche Zelensky su X parla di una "conversazione significativa" con Donald Trump. "Abbiamo parlato a lungo delle opportunità di raggiungere la pace, abbiamo discusso della nostra disponibilità a lavorare insieme a livello di squadra e delle capacità tecnologiche dell'Ucraina, compresi i droni e altre industrie avanzate. Sono grato al presidente Trump per il suo interesse in ciò che possiamo realizzare insieme".
No Usa all'ingresso di Kiev nella Nato
Intanto oggi il neo segretario alla Difesa statunitense, Pete Hegseth, aprendo i lavori della ministeriale Nato a Bruxelles ha affermato che "gli Stati Uniti non credono che l'adesione dell'Ucraina alla Nato sia un esito realistico di un accordo negoziato. Al contrario, qualsiasi garanzia di sicurezza dovrà essere sostenuta da forze capaci, europee e non europee. Se queste truppe dovessero essere dispiegate come forze di pace in Ucraina in qualsiasi momento, dovrebbero far parte di una missione non-Nato e non dovrebbero essere coperte dall'Articolo 5" che, se attivato, farebbe scattare il supporto dell'intera Alleanza. "Dovrà esserci inoltre una solida supervisione internazionale della linea di contatto. Sia chiaro: nell'ambito di qualsiasi garanzia di sicurezza, non verranno dispiegate truppe statunitensi in Ucraina"
Secondo Hegseth "potremo porre fine a questa guerra devastante e stabilire una pace duratura solo unendo la forza degli alleati a una valutazione realistica del campo di battaglia. Vogliamo, come voi, un'Ucraina sovrana e prospera, ma dobbiamo partire dal riconoscere che il ritorno ai confini pre-2014 è un obiettivo irrealistico. Perseguire questa illusione non farà che prolungare la guerra e causare ulteriori sofferenze".
"Il presidente Donald Trump è stato chiaro con il popolo americano e con molti dei vostri leader: fermare i combattimenti e raggiungere una pace duratura è una priorità assoluta. Intende porre fine a questa guerra attraverso la diplomazia, portando sia la Russia che l'Ucraina al tavolo dei negoziati. E il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aiuterà nel raggiungere questo obiettivo", spiega Hegseth, sottolineando che una pace duratura per l'Ucraina"deve includere solide garanzie di sicurezza per assicurare che il conflitto non possa riaccendersi: non deve essere una Minsk 3.0", un riferimento ai due tentativi di risolvere pacificamente le tensioni tra Ucraina e Russia firmati nel 2014 e 2015 nella capitale bielorussa.
Zelensky: "Non ci arrendiamo, ma c'è un Piano B"
L'Ucraina "non si arrende" e continuerà a chiedere di entrare nella Nato, ma se la porta dell'Alleanza rimarrà chiusa Kiev dovrà "costruire la Nato sul suo territorio", il che significa "raddoppiare" il suo esercito, ha risposto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un'intervista all'Economist in cui ha ammesso che l'adesione alla Nato è ora complicata a causa dell'opposizione di Usa, Germania e Ungheria. "Dobbiamo raddoppiarlo. Raddoppiarlo. Per essere allo stesso livello dell'esercito russo", ha proseguito Zelensky, ribadendo che il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, può fornire le garanzie di sicurezza e l'Europa potrebbe contribuire a finanziarle. "Missili, missili a lunga gittata e Patriot. Questo è il piano B", ha precisato.
Zelensky ha poi lanciato un monito ai leader occidentali che spingono per una rapida soluzione della guerra - anche se questa andasse a svantaggio di Kiev - pensando di trarne vantaggi sul fronte interno. Questo tipo di considerazioni sono un errore, ha spiegato. "Nessuno capisce cosa sia la guerra finché non arriva a casa tua. Non voglio spaventare nessuno. Arriverà. Sto solo raccontando i fatti", ha dichiarato Zelensky, spiegando che la Russia ha aumentato le dimensioni del suo esercito di 140mila unità l'anno scorso e di 150mila quest'anno.
Il leader ucraino ha detto di essere a conoscenza di piani per inviare la maggior parte di questi militari in Bielorussia con il pretesto dell'addestramento in un inquietante deja vu delle esercitazioni che anticiparono l'invasione su vasta scala dell'Ucraina tre anni fa. Per Zelenski, Paesi dell'Europa orientale come Lituania o Polonia non sono al sicuro. La Russia ha 220 brigate, composte all'incirca da 3.500-5.000 uomini ciascuna. L'Ucraina ne ha 110. l'Europa solo 80, ha insistito, "capite cosa sta succedendo? Senza l'Ucraina, l'Europa sarà occupata".
Rutte: "Se Putin ci attaccasse perderebbe e lo sa"
Oggi, se il presidente russo "Vladimir Putin attaccasse la Nato, la reazione sarebbe devastante". "Perderebbe. E lui lo sa" dice dal canto suo il segretario generale della Nato Mark Rutte, a Bruxelles in conferenza stampa alla vigilia della Ministeriale Difesa. Per Rutte, oggi nella Nato "deterrenza e difesa sono molto forti. Ciò di cui dobbiamo essere sicuri è che tra quattro o cinque anni, data la velocità con cui ha accelerato l'industria della difesa, la produzione, e alla luce di quello che sta facendo la Cina, che investe pesantemente nella sua Marina, la qualità di tutto ciò che stanno producendo ora... è a un livello paragonabile a quello che stiamo facendo all'interno del territorio della Nato".
Obiettivo spesa difesa sopra 3%
Il prossimo obiettivo di spesa per la difesa che i Paesi membri della Nato decideranno sarà "sopra il 3%" del Pil. Rutte ha detto che la cifra precisa verrà decisa dagli Alleati più avanti. Il segretario generale ja ribadito che gli europei devono spendere di più: "Dobbiamo fare molto di più per avere ciò di cui abbiamo bisogno per la deterrenza e la difesa, affinché l'onere sia ripartito in modo più equo", ha detto.
L'ex premier olandese ha anche spiegato che l'obiettivo del 2%, fissato nel 2014 per il 2024 e non da tutti raggiunto, non è sufficiente ad assicurare all'Alleanza che verrà colmato il "divario" che esiste tra le necessità di difesa, alla luce del mutato contesto geopolitico, e le capacità oggi disponibili. Quanto al fatto che Hegseth ha detto che l'Alleanza deve diventare più "letale", Rutte ha concordato, dicendo che un'alleanza militare come la Nato deve essere "letale" per definizione, perché in caso contrario non avrebbe alcun effetto deterrente.
Colloqui con l'Ucraina
Dai futuri "colloqui", volti a porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia dovrà uscire una soluzione "durevole", non un remake degli accordi di Minsk del 2014. "Abbiamo molti alti funzionari americani in visita qui alla Nato, ma anche, ovviamente, a Monaco per la conferenza sulla sicurezza - afferma - e c’è una convergenza di opinioni, secondo cui dobbiamo assicurarci che l’Ucraina si trovi nella migliore posizione possibile per avviare i colloqui".
Il Protocollo di Minsk, firmato il 5 settembre 2014 nella capitale della Bielorussia da Ucraina e Russia, sotto l'egida dell'Osce, constava di dodici punti e mirava a porre fine al conflitto nel Donbass.
Per "cambiare davvero la traiettoria del conflitto" in Ucraina, "dobbiamo fare ancora di più. Quanto più forte è l’Ucraina sul campo di battaglia, tanto più forte sarà al tavolo dei negoziati, tanto maggiori saranno le possibilità di ottenere un buon accordo per una pace duratura". "E' ciò che tutti vogliamo per l’Ucraina - aggiunge Rutte - per la nostra sicurezza condivisa e per la nostra stabilità globale". Per gli aiuti a Kiev "gli alleati non solo hanno rispettato i propri impegni, ma li hanno ampiamente superati. Hanno fornito oltre 50 miliardi di euro, più della metà dei quali provengono dagli alleati europei in Canada. Questo invia un chiaro segnale del nostro incrollabile impegno nei confronti dell’Ucraina".
"Costituisce inoltre un grande passo - conclude - nella direzione di ciò che il presidente Donald Trump ha richiesto. Sono d'accordo con lui che dobbiamo equiparare l'assistenza in materia di sicurezza all'Ucraina" tra Usa e alleati europei.
Esteri
Usa, giornalista non usa il nome ‘Golfo...

Secondo l'Associated Press il reporter non è stato autorizzato a partecipare a un evento come 'punizione' per non aver cambiato la storica dicitura geografica del 'Golfo del Messico'

La Casa Bianca ha negato l'accesso a un evento nell'Ufficio Ovale a un giornalista dell'Associated Press, in risposta al rifiuto dell’agenzia di stampa di modificare la storica dicitura geografica 'Golfo del Messico' in 'Golfo d'America' come ordinato dal presidente Donald Trump.
L'AP ha formalmente dichiarato che la restrizione all'accesso costituisce una violazione del Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. "È allarmante che l’amministrazione Trump voglia punire l’’Associated Press per il suo giornalismo indipendente. Limitare il nostro accesso allo Studio Ovale in base alla dichiarazione dell’’Associated Press non solo impedisce gravemente l’accesso del pubblico a notizie indipendenti ma viola chiaramente il Primo Emendamento", ha affermato Julie Pace, vicepresidente senior ed editore esecutivo dell’’Associated Press.
A gennaio, Trump ha firmato un ordine esecutivo per la modifica onomastica del Golfo. L'AP ha affermato che la denominazione "Golfo del Messico" è in uso da oltre 400 anni e che manterrà tale nomenclatura.
Su Google Maps compare il Golfo d'America
Anche Google e Apple Maps hanno proceduto all'adozione della denominazione 'Golfo d'America', almeno per gli utenti americani. In precedenza, Google aveva spiegato di avere "la prassi consolidata di applicare i cambiamenti di nome quando sono stati aggiornati in fonti governative ufficiali". E quindi, si legge in una nota, "le persone che usano Google Maps negli Stati Uniti vedranno 'Golfo d'America', mentre le persone in Messico vedranno 'Golfo del Messico'. Tutti gli altri vedranno entrambi i nomi".
Il mese scorso Google ha anche annunciato che avrebbe cambiato il nome della vetta più alta degli Stati Uniti da Denali a Monte McKinley, seguendo l'ordine esecutivo di Trump. L'ex presidente Barack Obama aveva rinominato il monte dell'Alaska in Denali nel 2015, in riconoscimento della popolazione nativa della regione. Al momento però la modifica non è ancora stata attuata su Google Maps.
Cina: "Golfo d'America? Noi da sempre contro il bullismo"
"Nelle relazioni internazionali, opporsi all'egemonia e al bullismo è sempre stata una posizione costante" della Cina. Ha risposto così, come riportano i media ufficiali del gigante asiatico, il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, a una domanda sulla decisione del presidente americano Donald Trump di cambiare il nome del Golfo del Messico in Golfo d'America, "un bellissimo nome, appropriato". Trump ha anche istituto il 'Gulf of America Day', proclamando il 9 febbraio 2024 come la prima 'Giornata del Golfo d'America'.