Politica
Lega, Castelli: “Unica speranza è che Salvini...
Lega, Castelli: “Unica speranza è che Salvini lasci”
L'ex ministro: "La sua parabola è finita"
"L'unica speranza per la Lega è che vada via Salvini, la leadership deve cambiare assolutamente". Roberto Castelli, tra i fondatori della vecchia Lega, già ministro della Giustizia con Berlusconi, non vede altre soluzioni per tornare a sperare in un Carroccio decisivo e con le idee chiare. "Il partito -spiega all'AdnKronos- deve tornare a parlare dei temi del Nord, anche perché sto vedendo che anche quell'adesione che c'era al sud sta rapidissimamente scomparendo e dal punto di vista elettorale servirà a ben poco".
"Quindi di fatto oggi la Lega perde voti al sud perché se ne vanno, perché non è più un partito di potere, non lo sarà più fra poco, e d'altro canto perde voti al nord perché è diventato un partito centralista, meridionalista, ma la verità vera è che ormai la parabola di Salvini è finita e dovrebbe farsi da parte, altrimenti la Lega è morta", sottolinea tranchant.
"Salvini sta seguendo esattamente la parabola che ha seguito Renzi. Dopo un momento di grande innamoramento, oggi è aspramente criticato e lui non sa che pesci pigliare, sbatte di qua e di là cercando disperatamente un argomento che possa farlo tornare in auge, ma non lo trova, anche perché la gente ormai ha perso fiducia in lui", conclude Castelli.
Il tema del simbolo
Intanto, la Lega smentisce l'arrivo di un nuovo simbolo per il partito: "Nessun nuovo simbolo. Le notizie apparse questa mattina relative a 'Italia sicura' sono totalmente prive di fondamento. La Lega e Matteo Salvini agiranno in tutte le sedi contro l’ennesima menzogna: abbiamo ormai perso il conto del fango e delle calunnie contro il partito e il suo leader", si legge in una nota.
"Ora bisogna cambiare immediatamente il simbolo, non ha nessun senso tenere il simbolo con su scritto 'Salvini Premier', deve tornare la Lega", dice nelle stesse ora Da Milano l'ex segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi.
"Il nome dell'attuale segretario deve essere rimosso dal simbolo del partito nato dalle ceneri del vecchio Carroccio "innanzi tutto per motivi matematici -spiega il bossiano Grimoldi all'Adnkronos- perché se prendi il 3% come fai ad ambire a fare i premier? Secondo per motivi politici, perché qual è il progetto politico, qual è il sogno, qual è l'obiettivo, portare a casa il Presidente del Consiglio? Ma quello non può essere un progetto politico, quella non può essere la proposta con la quale si presenta la Lega".
Critiche arrivano anche per la politica estera del segretario Salvini che sabato a Roma riunisce gli alleati europei di estrema destra: "Arroccarsi sull'estremissima destra non ci porterà particolare fortuna come i dati elettorali stanno ovviamente dimostrando e viceversa chi parla di tasse, parla di burocrazia, parla di cose concrete invece che di sesso degli angeli, vedi Forza Italia e la stessa Meloni, raccoglie a piene mani il consenso elettorale".
Politica
Europee, è corsa al manifesto: centrodestra punta sui...
Da Meloni a Tajani, città tappezzate dai 'faccioni'. Anche di chi non corre come Salvini
A poco più di un mese dal voto per le europee - con election day anche per il rinnovo di tante amministrazioni locali in tutto il Paese - è partita la guerra dei manifesti elettorali, che negli anni hanno accompagnato gli italiani alle urne, sin dalla nascita della Repubblica, ormai 80 anni fa. Facile oggi incappare nei volti dei big della politica nostrana nei manifesti giganti magari accanto a perfetti signor nessuno, in corsa per qualche remoto consiglio comunale.
Tra i primi faccioni a campeggiare nelle città, a Milano e Roma, quello di Matteo Salvini, che oltre alla presenza da qualche settimana, sebbene unico leader del centrodestra non in lista, ci ha messo per primo lo slogan 'Più Italia-meno Europa', tanto per chiarire quali sono le idee della Lega. Per ora nessun 6X3 invece per il nome più chiacchierato di questa tornata in casa del Carroccio, quello del generale Vannacci, magari a breve sui cartelloni in mimetica e stellette o su qualche camion-vela.
Fratelli d'Italia si era intanto già portata avanti: ben prima che Meloni annunciasse la candidatura anche i suoi avevano scelto lei come testimonial 'Con Giorgia' con tanto di foto. Qui lo slogan è di segno quasi europeista: "L'Italia cambia l’Europa'. L'altro partito dell'alleanza al governo, Forza Italia rivendica il primato a difesa dell'Europa. Il volto in doppiopetto è quello di Antonio Tajani, capolista in quattro circoscrizioni, che si fa affiancare da Silvio Berlusconi, chiedendo il voto per "una forza rassicurante al centro dell’Europa".
A sinistra, a partire dal Pd, si punta sulla foto ad effetto, quasi d'autore, come le due mani che si sfiorano, con dietro un drappo arcobaleno su sfondo rosso ("una famiglia, non un bersaglio"), perché per i democratici 'L'Europa che vogliamo è inclusiva". Si punta quindi a parlare di temi e programmi, ma chi può gioca pure sul nome: Cecilia Strada, ex presidente di Emergency e capolista nel Nord Ovest per il partito di Elly Schlein scrive "la Strada siamo noi - Cecilia è l’Europa che vogliamo".
A Lecce si corre pure per il rinnovo del consiglio comunale. Tra chi chiede di nuovo fiducia anche l'attuale assessore al traffico 'Marco detto Urban De Matteis'. Anche lui, come Giorgia Meloni potrà essere votato semplicemente scrivendo 'Urban' sulla scheda, come ricorda nel suo manifesto elettorale nel capoluogo salentino.
Politica
Renzi querela Lilli Gruber: “In Ue io ci andrò”
Il leader di Italia Viva annuncia la candidatura alle europee
Matteo Renzi querela Lilli Gruber. "Il senatore Matteo Renzi ha dato mandato ai propri legali di agire in giudizio contro Lilli Gruber per le dichiarazioni rilasciate questa sera nel corso della trasmissione 8 e mezzo, su La7, per la parte in cui la conduttrice ha affermato che Renzi come gli altri leader se eletto non andrà in Europa", si legge in una nota l'ufficio stampa di Italia Viva. Renzi oggi ha annunciato la candidatura alle elezioni europee e l'intenzione di andare al Parlamento Ue in caso di elezione.
"È una affermazione falsa, tendenziosa e priva di fondamento. Il senatore Renzi ha più volte detto che, a differenza degli altri, come tutti i candidati della lista Stati Uniti d’Europa se eletto andrà a Strasburgo", si legge nella nota.
Politica
Europee 2024, traguardo firme raggiunto per ‘Pace...
Quasi centomila quelle raccolte. Il giornalista: "Domani presentiamo la lista"
"Traguardo raggiunto per Michele Santoro, Raniero La Valle e Maurizio Acerbo, la lista Pace Terra Dignità ha raccolto le firme per presentarsi alle europee, ma con non poche difficoltà, come racconta Santoro al termine del lungo viaggio per l’Italia in cui, città dopo città, ha messo in fila quasi centomila firme. Una denuncia ad un sistema obsoleto che penalizza e affatica la democrazia". Si legge in una nota.
“È semplicemente assurdo - scrive Santoro su Facebook - che nel 2024, al solo scopo di difendere l’esistente, con uno sbarramento alle Elezioni europee del 4 per cento, le nuove formazioni politiche siano state costrette a raccogliere un numero così elevato di firme, praticamente casa per casa e a certificarle manualmente una per una. Questo governo ha dimenticato volutamente le promesse per la firma digitale e per di più ha di fatto autorizzato molti comuni, tra i quali il Comune di Roma, a fare ostruzionismo e a rallentare la raccolta. Ma grazie allo straordinario lavoro di chi ha cuore la Pace volontari (cattolici, comunisti, liberali) e grazie a chi crede nel confronto delle idee e nella partecipazione democratica, siamo andati caparbiamente avanti regione dopo regione. Possiamo essere finalmente fieri di aver realizzato un’impresa che sembrava impossibile e domani, Primo Maggio, festa dei lavoratori, consegneremo la lista Pace Terra Dignità in tutte le circoscrizioni, sottoscritta da quasi centomila nomi”.