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Primarie Usa 2024, l”indiana’ Haley e...
Primarie Usa 2024, l”indiana’ Haley e l’italiano DeSantis gli avversari di Trump rimasti in campo
Le primarie repubblicane iniziano lunedì in Iowa. L'ex presidente le considera già vinte
Nei mesi scorsi affollato, appare ora molto ridotto il campo degli avversari di Donald Trump nelle primarie repubblicane, che iniziano lunedì in Iowa, ma che l'ex presidente considera già vinte. Nonostante, o forse proprio grazie, alle sue tante vicende giudiziarie che lo porteranno a frequentare nei prossimi mesi aule dei tribunali che intende trasformare in palchi per comizi. Sono in tutto quattro gli sfidanti di Trump rimasti in campo: i due principali, l''italoamericano Ron DeSantis e l'indianoamericana Nikki Haley, e poi il miliardario dei bio-tech, Vivek Ramaswamy, e l'ex governatore dell'Arkansas, Asa Hutchinson.
Ron DeSantis
Rieletto governatore della Florida con percentuali di voto da record, il 45enne repubblicano, di origine italiana sia da parte di madre che da parte di padre, ha lanciato ufficialmente la sua campagna per la Casa Bianca nel maggio del 2023, con la promessa di replicare a livello nazionale la battaglia contro liberal, gay e in generale tutto quello che la destra bolla come 'woke' condotta in Florida. Grande oppositore delle misure anti-Covid e chiusure adottate durante la pandemia, per tutta la scorsa estate DeSantis è apparso come l'avversario più temibile per il tycoon, che infatti lo ha preso come bersaglio dei suoi attacchi.
Ma con il passare dei mesi il repubblicano, sempre indietro diverse decine di punti da Trump, ha perso l'occasione di apparire come una vera alternativa all'ex presidente, anche perché punta alla sua stessa base elettore estremista ed orientata all'ideologia Maga (Make America great again). Ed ora alla vigilia dei caucus in Iowa e del voto in New Hampshire, ha ufficialmente perso il posto di secondo, superato nei sondaggi da Nikki Haley.
Prima di essere eletto governatore della Florida nel 2018, allora con l'entusiastico sostegno dell'allora presidente Trump, DeSantis è stato deputato dal 2013 alla Camera e uno dei membri fondatori del Freedom Caucus, la fazione di estrema destra del partito repubblicano. Cresciuto in Florida, si è laureato in Giurisprudenza a Yale ed ha servito in Marina come avvocato militare. E non sono mancate polemiche per l'incarico ricoperto nel campo di prigionia di Guantanamo. Sposato con l'ex giornalista televisiva Jill Casey, ha tre figli.
Nikki Haley
Ex governatrice della South Carolina ed ex ambasciatrice nominata da Trump all'Onu, si è candidata alla Casa Bianca nel febbraio del 2023, dopo che in precedenza aveva detto che non sarebbe mai scesa in campo contro il suo ex boss. La 51enne repubblicana - figlia di un docente universitario immigrato dall'India insieme alla moglie, laureata in legge, prima in Canada e poi in South Carolina dove è nata Nimrata Nikki Randhawa- ha fatto invece della necessità di una nuova, più giovane leadership, il fulcro della sua campagna, proponendo anche test cognitivi per i politici che hanno più di 75 anni. Come appunto Trump e Joe Biden, i probabili protagonisti nel nuovo duello per la Casa Bianca.
Partita in sordina, la campagna di Haley sta catalizzando sempre più interesse entusiasmo tra i conservatori che vogliono un'alternativa al ritorno di Trump, anche da parte di finanziatori influenti del partito repubblicano come i ricchissimi fratelli Koch che a fine novembre le hanno dato il loro sostegno. A differenza di DeSantis, che viene considerato come una versione 'light' di Trump, si pensa che Haley possa avere più successo con indipendenti, minoranze e soprattutto donne. Argomento che sembra, in questi ultimi giorni, confermato dai sondaggi che hanno registrato Haley al secondo posto con il 20% in Iowa, superato DeSantis fermo al 13%, e soprattutto in grande ascesa in New Hampshire dove sarebbe a 7 punti da Trump.
Se dovesse centrare il suo obiettivo, Haley diventerebbe la prima donna candidata repubblicana, e la prima asiatica, alla presidenza. Dopo che nel 2010 è stata la prima donna eletta governatrice della South Carolina: nel 2017 si dimise a metà del suo secondo mandato per diventare ambasciatrice dell'Onu di Trump, incarico che lasciò a sorpresa nel 2018. La repubblicana ha frequentato la Clemson University, dove ha incontrato il marito, Michael Haley, che nel 2013 è stato inviato in Afghanistan con la Guardia Nazionale della South Carolina, mentre la moglie era governatrice. La coppia ha due figli.
Vivek Ramaswamy
Altro figlio di immigrati indiani, il miliardario del bio tech che, appena 38enne, si candida come outsider alla Casa Bianca, con la promessa di combattere, come ha detto nell'annunciare la candidatura nel febbraio 2023, l'ideologia 'woke', il termine caro alla destra americana per demonizzare ogni posizione liberal e politically correct, mettere fine alla corruzione del governo ed attirare giovani elettori verso il partito repubblicano.
Ramaswamy ha avuto il primo successo nel settore privato fondando la società di biotecnologie Roivant Sciences, poi si è allargato con la Strive Asset Management, società di gestione specializzata a contrastare le politiche 'woke', di rispetto dell'ambiente, sociali e di genere, adottate dalle corporation. Posizioni che ha illustrato nei suoi libri “Woke Inc.” e “Nation of Victims”. Laureato ad Harvard in biologia e in legge a Yale, è sposato con una dottoressa, Apoorva, ed ha due figli.
Asa Hutchinson
Completato nel gennaio del 2023 il secondo mandato di governatore dell'Arkansas, il 73enne repubblicano ha annunciato pochi mesi dopo, in aprile, la candidatura alla Casa Bianca per "attirare il meglio dell'America". Nel suo programma tagli alla spesa e ai dipendenti federali, maggiore sicurezza sul confine in chiave anti-immigrati e riforme delle forze dell'ordine federale. E' favorevole a continuare il sostegno Usa all'Ucraina, posizione non scontata di questi tempi tra le file repubblicane, ed è contro l'iisolazionismo americano. E' fortemente critico di Trump, ed ha esplicitamente chiesto all'ex presidente di rinunciare alla candidatura a causa dei suoi problemi giudiziari. Procuratore federale ai tempi della presidenza Reagan, Hutchinson è stato deputato, inviato per la lotta alla droga e sottosegretario alla Sicurezza nazionale durante l'amministrazione di Bush figlio. Con la moglie Susan ha avuto quattro figli.
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici, martedì la visita a...
Buckingham Palace: "Medici incoraggiati dai suoi progressi"
Buckingham Palace mette fine alle congetture sullo stato di salute di Re Carlo. Il sovrano, malato di cancro, da martedì riprenderà i suoi impegni pubblici. Con la regina Camilla si recherà in visita a un centro di cure per i tumori. "Il team medico di Sua Maestà - fa sapere una nota della Casa Reale - è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".