Il medico risponde: Dolore alla spalla, quali sono le cause?
“Il Medico risponde”
Dolore alla spalla, quali sono le cause?
DOMANDA
Professore salve!
Sono un lettore assiduo del vostro interessantissimo giornale, Sbircia la notizia magazine, i miei più vivi complimenti per tutti gli argomenti che trattate. Purtroppo ho un dolore alla spalla che spesso mi assilla, mi darebbe qualche delucidazione in merito? Quali le cause e quale branca della medicina ne è interessata? Grazie d’anticipo. Buona giornata e buon lavoro.
Mario no Facebook no Twitter
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Salve Mario, grazie per i suoi graditissimi complimenti, ne siamo compiaciuti.
Vediamo subito di comprendere un po’ questo dolore alla spalla di cui lei mi chiede gentilmente delucidazioni in merito. Il dolore alla spalla è di origine articolare, tendinea o nervosa. Può originarsi dalla spalla stessa o irradiarsi dal rachide cervicale e richiede sempre un attento e sollecito consulto medico per stabilire una diagnosi e offrire un trattamento appropriato al caso, per evitare invalidanti peggioramenti.
Prima di affermare che il dolore proviene dalla spalla, dobbiamo assicurarci che non sia correlato al collo, a livello del rachide cervicale e che si irradia alla spalla.
Quando i movimenti della spalla o certi gesti come indossare una giacca risvegliano il dolore o non sono più del tutto possibili, il problema riguarda proprio l’articolazione della spalla.
Un dolore alla colonna vertebrale cervicale correlato si manifesta prontamente in altre condizioni: guidare l’auto, posizione durante il sonno o durante lavoro.
Il medico verifica la mobilità della spalla in modo attivo, passivo e attivo contro la resistenza. Questo esame può sembrare lungo perché i movimenti sono numerosi (antepulsione e retropulsione, abduzione e adduzione, rotazione interna ed esterna, gomito flesso a 90 ° e aderente al corpo), è comunque fondamentale per la diagnosi.
Gli esami sono definiti in base alle caratteristiche del dolore
È possibile ricorrere alla classica radiografia con immagini frontali in posizione neutra e in rotazione alla ricerca soprattutto delle calcificazioni.
Gli altri esami saranno indicati secondo i primi orientamenti forniti dalle caratteristiche del dolore:
- Un’ecografia della spalla identifica tendini e borse e individua lesioni della cuffia dei rotatori. Questo insieme di tendini e muscoli svolge un ruolo essenziale nella mobilizzazione della spalla (sopra e sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo).
- Una TAC o una risonanza magnetica per studiare le condizioni della cuffia dei rotatori.
- Un artrografia con scanner artro per uno strappo della cuffia dei rotatori o capsuliti.
- Infine, è possibile eseguire una valutazione infiammatoria alla ricerca di un problema infettivo in presenza di una sindrome iperalgesica.
La spalla dolorante ha diverse origini
- La tendinite della spalla, acuta o cronica, può interessare uno o più tendini della cuffia dei rotatori. Come ad esempio la periartrite scapolo-omerale, di solito si verifica in soggetti piuttosto giovani, prontamente innescata da sport ripetitivi o gesti professionali abitudinali.
- L’infiammazione più comune coinvolge il tendine sovraspinato che è responsabile del movimento del braccio rivolto verso l’esterno.
- Possono anche essere colpiti gli altri tendini, sottospinato e bicipiti lunghi.
- Quando la tendinite è associata all’infiammazione della capsula (capsulite), questo movimento è particolarmente doloroso e limitato.
- Le lesioni possono coinvolgere il nervo sottoscapolare, il nervo spinale , il nervo dentato o il nervo circonflesso.
Quali sono le cause? Le cause possono essere meccaniche, legate all’osteoartrosi o infiammatorie. La spalla bloccata, causa meccanica, può avere origini diverse:
- Può essere una rottura della cuffia dei rotatori, sia completa – collegata il più delle volte a un incidente portatile – o incompleta – di origine piuttosto degenerativa che si verifica in una persona anziana.
- La spalla bloccata può verificarsi come conseguenza di una spalla dolorosa non supportata o essere la manifestazione di una sindrome di distrofia degli arti superiori chiamata ” sindrome della mano spalla “.
Possono anche esserci lesioni artritiche infiammatorie, infettive o microcristalline nella spalla:
- Artrite infiammatoria nel contesto di reumatismi infiammatori (artrite reumatoide, artrite psoriasica, spondilite anchilosante);
- Artrite microcristallina di tipo condrocalcinosi articolare;
- Artrite infettiva, eccezionalmente.
L’ osteoartrosi chiamata anche artrosi gleno-omerale è primitiva ma in linea di principio non si verifica mai dopo un problema iniziale. A seconda della posizione della testa dell’omero nella cavità glenoidea, esistono due tipi di artrosi:
- Artrosi centrata, di solito a seguito di una frattura.
- Artrosi eccentrica , causata da una massiccia rottura della cuffia dei rotatori.
Il dolore alla spalla si sviluppa in due fasi: il primo è infiammatorio e doloroso e il secondo, meno doloroso, provoca rigidità.
Le sue cause sono variabili e possono essere del seguente ordine:
- Neurologico ( morbo di Parkinson , fuoco di Sant’Antonio , emiplegia )
- Toracico (tumori broncopolmonari);
- Medicinali (barbiturici, farmaci anti-tubercolosi).
Quale branca della medicina?
Medicina generale
La medicina generale, riconosciuta come specialità, svolge funzioni specifiche: cura complessiva del paziente, continuità e coordinamento delle cure. Il medico di base è, per la sua specifica pratica in prossimità e sul campo, al centro delle reti sanitarie. È un partner privilegiato delle azioni di sanità pubblica: prevenzione, screening, sanità e educazione sociale. Il suo ruolo è essenziale nel coordinare l’assistenza agli anziani e alle persone in situazioni precarie.
Sempre più medici di base stanno lavorando in ambulatori di gruppo o case di cura multidisciplinari, consentendo così di ampliare il campo delle competenze messe a disposizione dei pazienti e di aumentare le fasce orarie per la consultazione.
È il medico di base che viene più spesso dichiarato medico curante presso la previdenza sociale. Ma qualsiasi medico, qualunque sia la sua specialità, può essere scelto in questo ruolo.
Reumatologia
Secondo la definizione dell’Unione Europea dei medici specialisti, la reumatologia è la specialità medica che tratta il dolore e le disfunzioni dell’apparato muscolo-scheletrico e dei tessuti connettivi ad esso associati, nonché le condizioni che interessano la regione periarticolare:
- malattie infiammatorie;
- malattie del sistema muscolo-scheletrico;
- malattie del tessuto connettivo e dei vasi sanguigni;
- malattie degenerative delle articolazioni e della colonna vertebrale;
- malattie metaboliche che colpiscono il sistema muscolo-scheletrico;
- malattie dei tessuti periarticolari;
- malattie di altri organi e apparati, in particolare del sistema nervoso, nella misura in cui sono correlate alle malattie sopra menzionate.
Chirurgia ortopedica e traumatologica
La chirurgia ortopedica tratta malattie, traumi (fratture, rotture, ematomi) e deformità del sistema muscolo-scheletrico: ossa, articolazioni, legamenti, tendini e muscoli. Precedentemente limitato al solo trattamento delle fratture, si sta ora sviluppando in altri settori: protesi articolari, innesti ossei o chirurgia endoscopica. Il chirurgo ortopedico può eseguire interventi chirurgici, eseguire gesti con piccole incisioni (artroscopia), ridurre fratture o lussazioni con o senza anestesia, cucire ferite di grandi dimensioni o ferite che richiedono l’esplorazione per verificare l’assenza di lesioni associate a tendini o articolazioni.
Mario, le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, grazie per la cortese comprensione, le auguro una meravigliosa domenica.
“Non est vivere sed valere vita est.
La vita non è essere vivi, ma stare bene.“
(Marco Valerio Marziale)
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Salute e Benessere
Come avere denti sempre sani e puliti

La salute dei denti è un aspetto fondamentale del benessere generale. Un sorriso curato non solo migliora l’aspetto estetico, ma è anche un indicatore della salute complessiva della bocca. Denti sani riducono il rischio di problemi come carie, gengiviti e malattie parodontali, che possono avere ripercussioni anche su altri organi del corpo. Una corretta igiene orale, abitudini alimentari adeguate e visite regolari dal dentista sono gli elementi chiave per mantenere un sorriso luminoso e sano nel tempo.
Igiene orale quotidiana: le abitudini indispensabili
Mantenere una buona igiene orale richiede costanza e attenzione ai dettagli. Il primo passo fondamentale è lavare i denti almeno due volte al giorno con un dentifricio contenente fluoro. L’uso dello spazzolino deve essere accurato, coprendo tutte le superfici dentali e massaggiando delicatamente le gengive per evitare infiammazioni. È consigliabile scegliere uno spazzolino con setole morbide o medie, a seconda della sensibilità delle gengive.
Il filo interdentale è uno strumento essenziale per rimuovere i residui di cibo e la placca tra i denti, dove lo spazzolino non riesce ad arrivare. Il suo utilizzo giornaliero contribuisce a prevenire l’accumulo di batteri e la formazione di carie interdentali. Anche il collutorio può essere un valido supporto, soprattutto per chi è soggetto a problemi gengivali o ha una predisposizione alle carie.
Alimentazione e salute dentale
L’alimentazione ha un impatto significativo sulla salute dei denti. Alcuni cibi contribuiscono alla protezione dello smalto, mentre altri ne favoriscono l’erosione. Gli alimenti ricchi di calcio, come latte, formaggi e yogurt, rafforzano i denti e le ossa. Anche le verdure croccanti, come carote e sedano, stimolano la produzione di saliva, che aiuta a neutralizzare gli acidi nocivi.
D’altro canto, il consumo eccessivo di zuccheri è uno dei principali nemici della salute orale. Dolci, bevande gassate e alimenti altamente processati favoriscono la proliferazione dei batteri responsabili della carie. Anche il caffè e il tè possono macchiare i denti, rendendoli meno brillanti nel tempo. Bere acqua dopo aver consumato questi alimenti aiuta a ridurre i danni e a mantenere il cavo orale pulito.
Lo sbiancamento denti a casa: efficacia e sicurezza
Uno dei principali desideri di chi si prende cura del proprio sorriso è avere denti bianchi e luminosi. Nel tempo, lo smalto può perdere la sua brillantezza a causa di fattori come il consumo di cibi pigmentati, il fumo e l’invecchiamento naturale. Per migliorare il colore dei denti senza ricorrere a trattamenti professionali, molte persone optano per lo sbiancamento denti a casa.
Esistono diversi metodi per schiarire i denti autonomamente, tra cui strisce sbiancanti, gel e dentifrici specifici. Sebbene questi prodotti possano offrire risultati visibili, è importante utilizzarli con cautela, evitando trattamenti troppo aggressivi che potrebbero danneggiare lo smalto o causare sensibilità dentale. Prima di iniziare qualsiasi trattamento, è sempre consigliabile consultare un dentista per verificare la salute generale dei denti e assicurarsi che il metodo scelto sia adatto alle proprie esigenze.
Il ruolo del dentista nella prevenzione
Le visite periodiche dal dentista sono fondamentali per prevenire problemi dentali e mantenere il sorriso sano. Anche chi non avverte sintomi evidenti dovrebbe sottoporsi a controlli regolari, poiché molte patologie dentali si sviluppano in modo silenzioso e possono essere individuate solo attraverso un esame professionale.
Oltre alla diagnosi precoce di carie e infezioni gengivali, il dentista può eseguire trattamenti di igiene professionale per rimuovere il tartaro e la placca accumulati. Questa procedura aiuta a prevenire l’infiammazione gengivale e contribuisce a mantenere il bianco naturale dei denti.
Per chi desidera migliorare ulteriormente l’estetica del proprio sorriso, il dentista può consigliare trattamenti specifici come la lucidatura professionale o l’applicazione di faccette dentali, che correggono discromie e imperfezioni senza danneggiare la struttura dentale.
I kit per lo sbiancamento dei denti: vantaggi e precauzioni
L’uso di un kit per lo sbiancamento dei denti è una delle soluzioni più diffuse per migliorare il colore dello smalto in modo pratico e veloce. Questi kit contengono generalmente gel a base di perossido di idrogeno o perossido di carbamide, che agiscono rimuovendo le macchie superficiali e rendendo i denti più luminosi.
Tuttavia, non tutti i kit presenti sul mercato garantiscono gli stessi risultati e non sempre sono adatti a ogni tipologia di dente. Alcuni prodotti possono causare irritazioni gengivali o aumentare la sensibilità dentale, soprattutto se utilizzati in modo improprio o troppo frequentemente. Per ottenere risultati efficaci senza rischi, è importante seguire scrupolosamente le istruzioni del produttore e non superare il tempo di applicazione consigliato.
L’efficacia dei kit sbiancanti dipende anche dalle abitudini quotidiane. Ridurre il consumo di cibi pigmentati e adottare una corretta igiene orale aiuta a mantenere il bianco dei denti più a lungo, evitando il rischio di nuove discromie.
Le abitudini da evitare per denti sani
Oltre a seguire una routine di igiene orale adeguata, è importante evitare comportamenti che possono compromettere la salute dentale. Tra le abitudini dannose più comuni vi è il fumo, che non solo macchia i denti, ma aumenta anche il rischio di malattie gengivali e tumori del cavo orale.
Masticare oggetti duri, come penne o ghiaccio, può provocare microfratture nello smalto e favorire la formazione di carie. Anche il bruxismo, ovvero il digrignamento involontario dei denti, è un problema che può causare usura dentale e dolori mandibolari. Chi soffre di questa condizione dovrebbe consultare uno specialista per valutare l’uso di un bite protettivo.
L’abitudine di non lavare i denti prima di dormire è un altro errore comune. Durante la notte, la produzione di saliva diminuisce, favorendo la proliferazione batterica. Una corretta pulizia serale riduce il rischio di carie e contribuisce a mantenere il respiro fresco.
Salute e Benessere
Le fragranze migliori da scegliere per profumare la propria abitazione

Profumare la propria abitazione è uno degli accorgimenti che si possono adottare per fare in modo che il luogo in cui si vive risulti più accogliente e familiare. È importante, ovviamente, saper scegliere con la massima attenzione la fragranza su cui si ha in mente di puntare, così da poter beneficiare dell’effetto che si vuole. La scelta delle fragranze è un esercizio sempre complesso, ed è per questo che è opportuno provvedere alla selezione tenendo conto della personalità di coloro che vivono la casa per tante ore al giorno, anche in considerazione dell’alternarsi delle stagioni. Ogni periodo dell’anno, infatti, richiede fragranze differenti.
Qual è il profumo ideale per il bagno
Il bagno è un ambiente in cui la scelta della profumazione deve essere studiata in modo che si possa ottenere il giusto mix di relax e armonia. Nella maggior parte dei casi vengono privilegiate le fragranze marine, che si fanno apprezzare per la loro freschezza e per la loro capacità di trasmettere energia. Non meno interessanti si rivelano le formulazioni con essenze floreali e agrumi. Fra le tante si possono citare le profumazioni con note di limone, senza dimenticare una soluzione delicata come quella che abbina vaniglia e rosa.
La fragranza perfetta per la camera da letto
Nel caso di una camera da letto, invece, il consiglio è di propendere per una fragranza leggera e per quanto possibile delicata, che abbia la capacità di favorire il sonno e di agevolare il riposo. A questo scopo si potrebbe optare per essenze a base di fiori di arancio o di melissa, senza escludere un grande classico come la lavanda. Il timo e l’eucalipto, invece, sono indicati quando si ha intenzione di rinfrescare l’ambiente. Se si ha in mente di dar vita a un’atmosfera sensuale, il consiglio è di preferire le note di patchouli e di gelsomino.
La zona giorno e la cucina
Le migliori fragranze per la zona giorno hanno una peculiarità anti stress e, quindi, sono molto rilassanti: è il caso delle profumazioni che hanno note speziate, legnose e floreali. La scelta è molto ampia e spazia dal patchouli all’anice, passando per i legni dolci e la vaniglia: sono tutte proposte che contribuiscono a rendere il soggiorno più affascinante e ricco di suggestioni, per un ambiente nel complesso molto accogliente. Per quel che riguarda la cucina, invece, i profumi ritenuti più appropriati sono quelli caratterizzati da un alto tasso di delicatezza e di freschezza, con un impatto quasi purificante, in modo che gli odori che si producono nella preparazione delle pietanze possano essere nascosti e coperti. A tale scopo si potrebbe scegliere una fragranza al bergamotto o al mandarino, dato che le profumazioni agrumate sono sempre frizzanti e portatrici di energia. Non meno apprezzabili sono i profumi floreali, che contribuiscono a comunicare serenità e felicità. Ancora, meritano di essere citate le essenze al rosmarino e al basilico, che grazie alla loro natura aromatica contribuiscono a far sparire gli odori dei cibi.
La ricerca del profumo migliore
Per far sì che le fragranze possano essere diffuse in un ambiente in maniera ottimale si può far riferimento a molteplici soluzioni. Si possono citare, per esempio, i diffusori a bastoncini, che sono formati da flaconi di piccole dimensioni in cui sono contenute le essenze. Questi flaconi, per altro, sono sempre più spesso degli elementi di design, e contribuiscono quindi ad arredare gli ambienti in cui vengono posti. Volendo, per diffondere negli ambienti di casa una o più fragranze si potrebbe propendere anche per una o più candele profumate con oli essenziali: di solito vengono messe in bagno, ma nulla vieta di collocarle anche in altri spazi della casa. Il consiglio è di preferire, durante la stagione invernale, le fragranze che presentano note di bosco o legnose, perché più calde o intense, come quelle al muschio, al sandalo o alla cannella. Invece nei mesi più caldi c’è bisogno di fragranze frizzanti, come quelle agrumate, o leggere, come quelle floreali.
Dove comprare i profumatori per ambienti
I diffusori per ambienti Muhà possono essere comprati facilmente sul sito tuttomuha.com, un portale specializzato nella vendita online di profumatori e prodotti per la cura della persona. Il suo catalogo mette a disposizione una ricca e variegata selezione di diffusori di qualità, con collezioni raffinate che consentono di arredare qualunque ambiente con stile, grazie a un connubio perfetto fra eleganza del design e materiali di pregio.
Notizie
‘In buona salute’, supporto psiconcologico online per migliore speranza vita...

L’esperta: “Oltre il 50% dei pazienti oncologici sviluppa distress emozionale”, professionisti solo nel 20% delle strutture

Ansia e depressione, nei pazienti con cancro, peggiorano la risposta alle cure e riducono la sopravvivenza. Lo evidenziano i risultati di uno studio (Stress Lung) pubblicato su ‘Nature Medicine’ e condotto su 227 pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule in stadio avanzato e trattati in prima linea con farmaci immunoterapici. A 2 anni, solo il 46% dei pazienti con distress emozionale, in particolare ansia e depressione, era vivo rispetto al 65% delle persone colpite dal carcinoma polmonare, ma senza segni di disagio psicologico. In Italia lo psicologo dedicato all’oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, in realtà solo il 20% delle strutture dispone di professionisti formati per affrontare il disagio mentale determinato dal cancro. Per contribuire a colmare questa lacuna nasce ‘In buona salute’, la prima piattaforma online di psiconcologia in Italia (inbuonasalute.eu), presentata ieri a Milano, in un incontro con la stampa. Si tratta di un luogo sicuro, accessibile e altamente professionale – riporta una nota – dove pazienti, caregiver e operatori sanitari possono ricevere un aiuto qualificato, senza limiti di tempo o spazio.
“Si stima che più del 50% dei pazienti oncologici sviluppi livelli significativi di distress emozionale che hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull’adesione ai trattamenti e, quindi, sulla sopravvivenza – spiega Gabriella Pravettoni, responsabile scientifico di ‘In buona salute’, direttrice della divisione di Psiconcologia dell’Istituto europeo di oncologia e professoressa di Psicologia delle decisioni all’Università degli Studi di Milano – Il sostegno psiconcologico è fondamentale prima, durante e dopo le cure. Sono contenta che ci siano iniziative di questo genere dove si possa offrire un supporto concreto e personalizzato a chi affronta il tumore, attraverso un percorso di cura psicologica mirato e focalizzato al miglioramento del benessere mentale durante ogni fase della malattia”.
Dopo aver completato un questionario online, la piattaforma suggerisce lo specialista più in linea con le necessità di ogni persona. E’ infatti disponibile un team di psiconcologi certificati, impegnati a fornire un aiuto prezioso a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Nella piattaforma è possibile trovare risorse, supporto emotivo e informazioni affidabili. E’ consigliato un ciclo di 10 sedute online di 50 minuti.
“Troppo spesso i risvolti psicologici di una diagnosi di cancro sono lasciati in seconda linea, rispetto ai bisogni strettamente clinici – continua Pravettoni – Vanno considerate le difficoltà dei medici a discutere di questi argomenti durante la visita, anche per mancanza di tempo, e la riluttanza dei pazienti a confidarli, talvolta per lo stigma ancora associato ai problemi legati alla salute mentale. Anche quando i problemi psicologici vengono riconosciuti, non è facile gestirli nella pratica clinica. Non esiste, infatti, un modello di valutazione e intervento adatto a tutte le circostanze. Anche il supporto psiconcologico deve adeguarsi e rispondere ai bisogni dei pazienti, adottando tutti gli strumenti utili, incluse le sedute online”.
Nel 2024, nel nostro Paese, sono stati stimati 390.100 nuovi casi di tumore. Grazie ai programmi di screening e ai progressi nelle terapie, aumenta il numero di persone che vivono dopo la diagnosi: nel 2024 erano circa 3,7 milioni. “La cura a 360 gradi di questi cittadini deve implicare una maggiore attenzione alle conseguenze psicologiche della malattia – afferma Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia medica dell’Irccs Ospedale policlinico San Martino, Università di Genova – Il distress emozionale nelle persone colpite dal cancro è una condizione frequente, che ha un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi mostrano, inoltre, una minor aderenza ai protocolli terapeutici. Uno studio retrospettivo ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante in donne con carcinoma della mammella: tra le pazienti con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi alla chemioterapia. L’associazione tra sintomi depressivi e riduzione della sopravvivenza può essere dovuta non solo alla mancata aderenza terapeutica, ma anche alla risposta allo stress cronico e ai meccanismi immunitari implicati”.
Per garantire “servizi adeguati di psiconcologia – prosegue Del Mastro – serve non solo un potenziamento delle risorse, ma anche riconoscere il ruolo dello psiconcologo all’interno del team multidisciplinare. Inoltre, i pazienti devono essere informati di più e meglio sull’opportunità di beneficiare di questi servizi. Ad esempio, la norma che ha istituito in Italia le Breast unit ha stabilito che, all’interno dei team multidisciplinari, siano inclusi gli psiconcologi, ma troppo spesso nei centri di senologia mancano professionisti strutturati, sostituiti da figure che lavorano con contratti precari. Ecco perché sono importanti progetti come ‘In buona salute’, che possono rispondere alle esigenze di supporto emotivo dei pazienti. Va considerata anche la facilità di accesso al servizio online, perché non è necessario spostarsi per accedere alle strutture, vantaggio importante soprattutto quando si tratta di pazienti fragili in trattamento”.
Aggiunge Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia: “Già dalla diagnosi la donna si trova a affrontare una serie di problematiche che afferiscono all’ambito psicologico. Stress, disturbi d’ansia, depressione, immagine corporea alterata, difficoltà nella sfera emotiva, familiare e di coppia, sono le più comuni di un elenco purtroppo molto lungo. Grazie anche all’aiuto dello psiconcologo, è possibile per la paziente sviluppare una capacità di adattamento e di autogestione di fronte alla malattia, arrivare cioè a quello stato di resilienza necessario a superare le difficoltà nel percorso di cura. Lo psiconcologo dovrebbe essere presente, insieme all’oncologo medico, fin dall’inizio, ad ogni colloquio, anche se siamo ben consapevoli della carenza di personale dedicato e della precarietà degli incarichi”.
“Mentre ci impegniamo con forza affinché questi limiti vengano superati e si rispettino le linee guida europee che prevedono la presenza dello psiconcologo in tutte le Breast Unit, accogliamo con favore la disponibilità di una piattaforma online con figure specializzate – conclude – a cui pazienti e familiari possano rivolgersi con la certezza di trovare un supporto qualificato”.