Il Medico risponde: “La Sclerosi Multipla”
“Il Medico risponde”
La “Sclerosi Multipla”
DOMANDA
Dottore sono Angela una vostra attenta lettrice. Complimenti per la sua rubrica e anche tutte le altre. Per favore mi spiega in dettaglio in cosa consiste la sclerosi multipla. Risponde anche a me, per favore, oltre che sul giornale, anche via mail come fa con gli altri post. Grazie e buona giornata a tutti.
Angela R. (Novara)
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Sclerosi multipla (SM) una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che compare nei giovani adulti.
Salve Angela, grazie per i graditi complimenti ne siamo profondamente lusingati.
La sclerosi multipla, è una malattia del sistema nervoso centrale. Questa malattia colpisce il cervello, i nervi ottici e il midollo spinale, che hanno tutti in comune il fatto di essere costituiti da cellule specifiche, i neuroni.
Il cervello sviluppa tutte le funzioni del corpo sotto forma di un impulso nervoso, che viene trasportato in tutto il corpo dai neuroni del midollo spinale. Quando il flusso dell’impulso viene interrotto, le informazioni create dal cervello non vengono più trasmesse in modo adeguato all’intero sistema.
La sclerosi multipla è caratterizzata dalla distruzione o dall’esaurimento della guaina protettiva dei neuroni, la mielina.
Questo deterioramento è causato dal sistema immunitario che attacca le cellule produttrici di mielina, per questo si parla di malattia autoimmune.
La causa esatta di questo malfunzionamento non è nota.
La mielina danneggiata lascia il posto a lesioni spesse e dure, sparse in tutto il sistema nervoso centrale chiamate “placche”.
A seconda della loro posizione ed estensione, causano una maggiore o minore interruzione delle informazioni che passano attraverso il sistema nervoso.
Questa malattia colpisce preferenzialmente i giovani adulti. È la prima causa di handicap da malattia neurologica del soggetto giovane, è anche due volte più frequente nelle donne che negli uomini.
La sclerosi multipla si manifesta con disturbi motori, sensoriali, dell’equilibrio o visivi che possono generare disabilità a lungo termine.
È una condizione cronica che può progredire per diversi decenni a un ritmo che varia da persona a persona.
Sono possibili due principali tipi di evoluzione:
- Nella stragrande maggioranza dei casi (80-85%), la malattia inizia intorno ai 30 anni con una forma recidivante-remittente caratterizzata da focolai ben individualizzati.
- Il paziente presenta uno o più danni neurologici (perdita di sensibilità di un braccio o di una gamba per esempio) che spesso regrediscono senza sequele. Dopo un ritardo variabile da 5 a 20 anni, nella metà dei casi, la forma recidivante-remittente evolve in una forma progressiva.
I sintomi permanenti compaiono e peggiorano, sono responsabili di un progressivo handicap funzionale e di una perdita di autonomia.
Più raramente, è progressiva sin dall’inizio senza recuperare il disavanzo. Si parla di forma progressiva primaria.
Sintomi
I sintomi sono talvolta banali e possono sembrare vagamente correlati tra loro.
È per questo motivo che la diagnosi della malattia a volte può essere complessa e ritardata rispetto alla comparsa dei primi segni.
I sintomi non sono gli stessi per tutte le persone con SM, possono anche variare nel tempo nella stessa persona.
Le funzioni interessate differiranno a seconda delle aree del cervello interessate.
Le prime manifestazioni possono coinvolgere:
- Funzioni sensibili ( formicolio, sensazione anormale al tatto)
- Funzioni motorie (paralisi transitoria di un arto)
- Visione (improvviso calo della vista in un occhio),
- L’equilibrio
- Controllo dell’urina
Insieme ai segni neurologici, i segni generali sono spesso presenti all’inizio della malattia. Si manifestano in particolare da stanchezza invalidante per la vita personale e professionale, talvolta da problemi di memoria o di concentrazione, oppure da episodi depressivi.
Classicamente, i medici considerano che la diagnosi di SM, può essere fatta solo se sono interessate più aree del sistema nervoso centrale (disseminazione nello spazio) e si verificano epidemie successive (disseminazione nel tempo).
Ma oggi, grazie allo sviluppo della risonanza magnetica, è possibile fare una diagnosi concreta, solo osservando accuratamente se in essa si riscontrano lesioni (le “placche”) che non si sono tutte verificate in tal modo concomitante. Vengono persino rilevate lesioni vecchie e croniche, nonché lesioni infiammatorie più recenti.
Il neurologo può anche eseguire una puntura lombare, per analizzare il liquido cerebrospinale nel sistema nervoso centrale e testare una diminuzione della velocità degli impulsi nervosi, chiamata studio dei potenziali evocati.
Un esame oftalmologico può essere eseguito a causa della frequenza del coinvolgimento oculare.
Le persone che soffrono di sclerosi multipla possono avere accesso a diversi tipi di trattamenti per alleviare o rallentare la progressione della malattia, ma nessuno dei farmaci esistenti oggi può curare la sclerosi multipla.
Esistono tre categorie di trattamento:
1) Trattamento delle recidive, basato sulla somministrazione di corticosteroidi ad alte dosi.
DMARD che agiscono sul sistema immunitario.
2) Trattamenti sintomatici che mirano a farsi carico dei sintomi che condizionano la vita quotidiana.
3) Trattamento modificante la malattia previene le ricadute delle recidive nelle forme recidivanti-remittente (con recidive).
Esistono due tipi di DMARD:
1) Immunomodulatori che “modulano” il sistema immunitario.
2) Immunosoppressori che sopprimono l’azione dei linfociti, le principali cellule del sistema immunitario.
Queste due classi di trattamenti hanno in comune il fatto che agiscono sul sistema immunitario per limitarne gli effetti dannosi sulla mielina. Le loro indicazioni sono diverse e sta al neurologo scegliere il trattamento più adatto al singolo caso.
Gli immunomodulatori sono indicati nelle forme progressive di SM, mentre gli immunosoppressori sono per le forme più aggressive dopo fallimento degli immunomodulatori o in malattie gravi di rapida evoluzione.
Le forme progressive possono beneficiare solo di un trattamento sintomatico.
La riabilitazione è utile in ogni fase della malattia, in caso di focolai significativi, mira ad evitare complicazioni legate all’immobilità.
La sclerosi multipla richiede cure complete per trattare i sintomi associati alla malattia come difficoltà a urinare, rigidità muscolare, tremore, affaticamento, disturbi sessuali, depressione.
A seconda delle esigenze, diversi operatori sanitari possono intervenire per migliorare la qualità della vita del paziente: oculista, fisioterapista, terapista occupazionale, psicologo.
La neurologia è la specialità dedicata allo studio dell’anatomia e del funzionamento del sistema nervoso centrale ( cervello e midollo spinale) o periferico (radici e nervi) e alla cura delle malattie che possono colpirlo. La diagnosi neurologica si basa su un attento esame e sull’esame dei riflessi e delle varie funzioni del sistema nervoso. Richiede anche ulteriori esami: imaging (MRI o scanner), elettroencefalogramma (EEG), elettroneuromiogramma (ENMG), puntura lombare, test neuropsicologici.
La neurologia si occupa di disturbi motori – paralisi di origine cerebrale o legate a una lesione del midollo spinale o dei nervi periferici, o a una malattia muscolare (miopatia), movimenti anormali (tremori, tic, torcicollo ad esempio), crampi e sensibilità: formicolio, intorpidimento, alcuni disturbi dell’equilibrio ma anche dolori nevralgici, emicranie, mal di testa.
Epilessiau, disturbi della coscienza e del sonno (insonnia, confusione mentale) e disturbi delle funzioni cerebrali (memoria, linguaggio, comprensione, disegno, calcolo, ragionamento…) sono anche responsabilità di un’attenta e scrupolosa diagnosi e cura del neurologo.
Gentilissima Angela, le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso, grazie per la cortese comprensione, le auguro una meravigliosa domenica.
“Quam est felix vita, quae sine odiis transiit…”
Quanto è felice la vita trascorsa senza odio…
(Publilius Syrus)
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Salute Orale, l’Abc della prevenzione si impara in famiglia

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Orale del 20 marzo, Mentadent ha diffuso i risultati del test online “Come cresce il suo sorriso?”. Questo strumento, composto da alcune domande semplici, offre indicazioni utili per migliorare la routine di igiene orale dei bambini.
I dati del test, sviluppato con il supporto scientifico di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), mostrano un quadro promettente. Le famiglie italiane prestano attenzione all’alimentazione dei bambini, essenziale per prevenire problemi orali, con oltre il 77% che limita il consumo di bevande zuccherate e il 42% che evita l’uso eccessivo del ciuccio.
Sebbene la cura quotidiana dell’igiene orale sia elevata, più del 72% dei genitori non ha fatto visitare i figli da un dentista negli ultimi 12 mesi. Tuttavia, è importante programmare controlli regolari già prima dei 2 anni per monitorare lo sviluppo di denti, palato e gengive.
Mentadent si impegna a promuovere la prevenzione a 360 gradi, fornendo strumenti pratici come i test online “Come cresce il suo sorriso?” per i bambini e “Quanti anni ha il tuo sorriso?” per gli adulti. Inoltre, attraverso l’iniziativa “Sorrisi Previdenti”, coinvolge scuole, insegnanti e bambini in progetti educativi sull’importanza dell’igiene orale.
I risultati del test delineano uno scenario positivo: i genitori prestano attenzione a pratiche fondamentali, dalla corretta alimentazione alla prevenzione di problemi come macchie sullo smalto o sanguinamento gengivale.
La salute orale dei bambini inizia dalla tavola, riducendo gli zuccheri e garantendo un apporto adeguato di calcio:
- Il 77% dei genitori limita il consumo di bibite zuccherate a meno di una volta al giorno, prevenendo la formazione di carie.
- Oltre l’80% assicura l’assunzione di cibi ricchi di calcio, come latte, formaggio e yogurt, almeno una o più volte al giorno.
- Solo il 42% riesce a includere verdura e frutta fresca nella dieta quotidiana dei figli una o più volte al giorno.
Per prevenire problemi, è essenziale monitorare la crescita del sorriso dei bambini già prima della comparsa del primo dentino:
- La carie dentale è la malattia orale più comune, colpendo 486 milioni di bambini nel mondo. In Italia, circa il 70% degli adolescenti presenta carie o lesioni dello smalto.
- Il fluoro è un alleato importante per proteggere i denti. Più del 60% dei genitori utilizza dentifrici contenenti fluoro per i propri figli.
- Il 42% dei genitori evita del tutto l’uso del ciuccio, mentre il 30% ne limita l’uso entro i primi due anni.
- L’80% dei genitori non ha rilevato macchie sui denti dei figli, il 95% non ha notato sanguinamento gengivale e il 76% non ha rilevato problemi respiratori durante il sonno.
Un dato preoccupante è che oltre il 72% dei genitori non ha portato i figli dal dentista negli ultimi 12 mesi. La visita regolare, anche in assenza di sintomi, è essenziale per prevenire e monitorare lo sviluppo dei denti e dei tessuti orali.
Secondo il Dottor Salvatore Ranieri, odontoiatra ANDI, il controllo precoce consente di individuare eventuali anomalie e di migliorare le abitudini di igiene orale. Consolidare la routine delle visite fin da piccoli favorisce il mantenimento di questa abitudine anche in età adulta.
Cristiano Gallotta, Head of Oral Care Italy, spiega che il test “Come cresce il suo sorriso?” fornisce ai genitori uno strumento pratico per monitorare le buone pratiche e sensibilizzarli su eventuali segnali di allarme. Attraverso questo test, Mentadent incoraggia una relazione di fiducia con il dentista, promuovendo iniziative educative rivolte anche alle scuole.
Il test “Come cresce il suo sorriso?” è disponibile online al link https://comecresceilsuosorriso.it/ ed è stato lanciato durante il 44° Mese della Prevenzione Dentale, un’iniziativa consolidata che Mentadent e ANDI portano avanti da anni.
Oltre al test per le famiglie, Mentadent offre il test per adulti “Quanti anni ha il tuo sorriso?”, creando un ambiente affidabile per monitorare la propria salute orale e accedere a informazioni utili sulla prevenzione.
Il progetto “Sorrisi Previdenti”, nato nel 2020, è giunto alla sua quinta edizione. Mentadent e Fondazione ANDI ETS, in collaborazione con Studyo Edu-Care, forniscono materiale educativo digitale per insegnanti, genitori e bambini, aiutando a integrare l’educazione alla salute orale nei programmi scolastici. Ad oggi, il progetto ha coinvolto più di 1000 scuole in tutta Italia.
Con materiali specifici per la Scuola primaria e dell’Infanzia, video e contenuti interattivi, i bambini imparano a prendersi cura della propria bocca, limitare alimenti dannosi e adottare comportamenti corretti. Tutti i materiali sono disponibili sull’app gratuita “Sorrisi Previdenti” o stampabili dal sito.
Nel 2024, il progetto ha premiato 20 classi con una biblioteca per bambini, incentivando l’educazione alla prevenzione orale. Inoltre, l’app offre ai genitori il “Calendario dei 21 giorni”, un gioco per instaurare una routine consolidata di igiene orale con tutta la famiglia. Questo strumento, insieme a video e cartoni animati, rende l’apprendimento divertente e coinvolgente.
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Farmaci, ok Ue per trattamento malattia di Crohn nei pazienti adulti

L’azienda farmaceutica Lilly ha comunicato che la Commissione Europea ha dato il via libera all’impiego di mirikizumab, un antagonista dell’interleuchina-23p19 (IL-23p19), per trattare la malattia di Crohn in fase attiva da moderata a grave. Questo farmaco è destinato agli adulti che non hanno risposto adeguatamente alle terapie tradizionali, hanno perso l’efficacia del trattamento o non tollerano i farmaci biologici. Già nel 2024, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) aveva approvato mirikizumab come terapia per la colite ulcerosa attiva da moderata a grave. Il farmaco agisce miratamente contro l’interleuchina-23p19, una proteina cruciale nell’infiammazione intestinale, contribuendo a ridurre l’infiammazione del tratto gastrointestinale.
La malattia di Crohn, una delle principali patologie infiammatorie croniche intestinali (MICI), colpisce circa 100mila persone in Italia, manifestandosi soprattutto in giovane età, tra i 15 e i 40 anni, ma può insorgere a qualunque età. Questa condizione è associata a danni intestinali progressivi, disabilità e peggioramento della qualità della vita. In Lombardia, oltre 44mila persone convivono con MICI, di cui circa 17mila affette da malattia di Crohn, con oltre 900 nuove diagnosi stimate ogni anno.
Secondo il professor Alessandro Armuzzi, responsabile dell’Unità Operativa IBD presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e docente di Gastroenterologia alla Humanitas University, la malattia di Crohn, se non adeguatamente gestita, può comportare complicanze che richiedono ospedalizzazioni e interventi chirurgici. “I pazienti spesso affrontano una qualità di vita ridotta, con sintomi debilitanti come diarrea cronica, dolori addominali e urgenza intestinale, influenzando negativamente il loro benessere psicologico, la socialità e la vita professionale. È fondamentale puntare su trattamenti mirati che possano migliorare la gestione della malattia. Mirikizumab rappresenta un’opzione valida, grazie al suo profilo di sicurezza ed efficacia, aiutando i pazienti a ottenere una remissione duratura, anche dopo precedenti fallimenti terapeutici.”
L’approvazione di mirikizumab da parte della Commissione Europea costituisce un passo avanti significativo nella cura della malattia di Crohn. Questo trattamento offre un’opzione efficace per migliorare la qualità di vita dei pazienti. Attualmente, molti pazienti non riescono a ottenere una remissione completa o a mantenere la malattia sotto controllo: fino al 40% non risponde ai farmaci inibitori del TNF, mentre il 50% di coloro che inizialmente ottengono risultati perde i benefici entro il primo anno di trattamento.
La decisione della Commissione Europea è basata sul parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), rilasciato nel dicembre 2024. Tale approvazione si fonda principalmente sui risultati dello studio clinico Vivid-1, un trial di fase 3, randomizzato e controllato con placebo. I dati evidenziano che i pazienti trattati con mirikizumab hanno ottenuto un miglioramento significativo nella remissione clinica (54,1% contro il 19,6% dei pazienti trattati con placebo) e una risposta endoscopica con guarigione visibile del rivestimento intestinale (48,4% contro il 9% dei pazienti con placebo) a un anno. Mirikizumab è attualmente oggetto di ulteriori studi tramite il trial Vivid-2, che ne sta valutando l’efficacia e la sicurezza fino a tre anni in pazienti adulti con malattia di Crohn da moderata a severa.
Secondo Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italy Hub, “Questa approvazione rappresenta una svolta importante per il trattamento della malattia di Crohn. Il nostro obiettivo è offrire soluzioni terapeutiche innovative e sicure, collaborando con la comunità scientifica per rispondere ai bisogni insoddisfatti dei pazienti. Siamo fiduciosi che mirikizumab possa giocare un ruolo fondamentale nella gestione della malattia e nel miglioramento del benessere complessivo dei pazienti.”
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Aviaria, gatti positivi a New York: “Ma rischio per cittadini resta basso”

Due gatti, residenti in abitazioni separate a New York, sono stati trovati positivi al virus dell’influenza aviaria. La notizia è stata confermata dal dipartimento sanitario della città, che sta indagando su questi episodi avvenuti in famiglie senza alcun contatto tra loro. “In collaborazione con esperti di salute animale, il Dipartimento sanitario di New York sta cercando di determinare come i due gatti siano stati esposti al virus H5 dell’influenza aviaria”, ha dichiarato Michelle Morse, commissario ad interim della Salute di New York City. Ha aggiunto che casi di influenza aviaria nei gatti sono stati già documentati in altre aree degli Stati Uniti.
Ai proprietari di animali domestici, gli esperti suggeriscono alcune misure precauzionali. Tra queste, il divieto di fornire ai propri animali cibi crudi o latte non pastorizzato. Inoltre, viene consigliato di evitare che i gatti vaghino all’aperto, dove potrebbero entrare in contatto con uccelli selvatici o altri animali. Morse ha sottolineato che, attualmente, il rischio di infezione per i cittadini di New York resta basso. Ha spiegato che i virus dell’influenza aviaria rappresentano un rischio significativo solo se sviluppano la capacità di trasmettersi tra esseri umani, cosa che al momento non è stata osservata.
Riguardo ai due casi, il Dipartimento non ha fornito ulteriori dettagli. Tuttavia, secondo quanto riportato da CBS News, una clinica veterinaria nell’Upper West Side, la Brilliant Veterinary Care, ha trattato un caso critico. La dottoressa Deborah Bayazit ha dichiarato di aver dovuto sopprimere un gatto a seguito di complicanze legate all’influenza aviaria. “I sintomi erano molto generici: non mangiava, era letargico e, al momento del ricovero, presentava una febbre elevata”, ha spiegato Bayazit. È emerso che l’animale seguiva una dieta a base di pollo crudo in scatola.
Il pollo crudo consumato dal gatto era prodotto da un’azienda chiamata Savage Cat Food, specializzata nella produzione di carne cruda per gatti. L’azienda ha dichiarato a CBS News New York di essere stata informata di un possibile problema già a febbraio, dopo che un gatto in Colorado si era ammalato. Sebbene i primi test sul prodotto non fossero conclusivi, un’analisi successiva ha dato esito negativo. Nonostante ciò, l’azienda ha deciso di avviare un richiamo volontario dei propri prodotti e sta collaborando con la FDA per ottenere maggiori informazioni sul caso del gatto deceduto a New York. “Tutti i nostri ingredienti a base di pollame sono sottoposti a ispezioni e approvati per il consumo umano”, ha assicurato l’azienda.
Il Dipartimento sanitario di New York ha invitato i cittadini a non somministrare ai propri animali domestici i prodotti di Savage Cat Food. “In collaborazione con funzionari sanitari locali, statali e federali, abbiamo confermato che due gatti, e forse un terzo, sono stati contagiati dall’influenza aviaria, collegata a un prodotto di cibo crudo per animali domestici a base di pollo di Savage Cat Food. Esortiamo i proprietari i cui gatti mostrano segni di malattia dopo aver consumato prodotti di Savage Cat Food o altri alimenti a base di carne cruda o latticini a contattare immediatamente il proprio veterinario”, ha concluso Michelle Morse.