Roma: cosa succede alle monete nella Fontana di Trevi?
Cosa succede alle monete gettate nella Fontana di Trevi a Roma? Dove vanno a finire? Oltre ad esprimere un desiderio, lanciare una moneta nell’acqua vi renderà delle “bravissime” persone!
L’idea di lanciare una moneta in una fontana ed esprimere un desiderio è diventata qualcosa di comune, ma è particolarmente romantico farlo alla Fontana di Trevi a Roma.
In effetti, è una leggenda che spinge milioni di turisti a lanciare una moneta nella Fontana di Trevi stando girati dalle spalle. Ma cosa succede alle monete? Potete immaginare che per tutto il tempo, se non venissero prelevate, nella vasca si sarebbe formata una gigantesca montagna di monete. In questo nostro articolo, vedremo dove finiscono queste monetine, raccolte minuziosamente più volte alla settimana, dai dipendenti comunali della città eterna…
A proposito, vi siete mai chiesti, perché vengono lanciate monete nella Fontana di Trevi a Roma?
La leggenda viene dal film “La fontana dell’amore” (1954): “Lancia una moneta (rigorosamente con le spalle alla vasca) nella famosa Fontana di Trevi, considerata la più bella fontana barocca di tutta l’Italia e sarai certo di visitare di nuovo Roma.” La leggenda va anche oltre e dice che lanciando due monete invece di una, ti assicurerai di trovare l’amore e ti sposerai.
Chiarito ciò, ora vediamo dove vanno a finire le monete gettate nella Fontana di Trevi.
La Fontana di Trevi sembra un’attrazione “trappola per turisti” a causa di questa usanza, ma non è assolutamente così. Milioni di visitatori, da ogni parte del mondo, accorrono ogni anno in questo luogo storico risalente alla metà del XVIII secolo, per partecipare a questa tradizione. La fontana, infatti, si riempie così velocemente di monete che i dipendenti comunali della città di Roma, ogni sera, ripuliscono accuratamente il fondo della vasca per raccogliere il fiorente “bottino” della giornata.
1,4 milioni di euro raccolti ogni anno nella famosa fontana
Si, carissimi lettori, avete letto bene: nel 2016 sono stati raccolti 1,4 milioni di euro e donati alla Caritas, l’ente di beneficenza cattolico che sostiene cause globali legate alla salute, ai soccorsi in caso di catastrofi, alla povertà e alle migrazioni. Ogni giorno si gettano complessivamente migliaia di euro nella Fontana di Trevi, raccogliendo decine e decine di migliaia di euro a settimana!
Una routine ben controllata alla Fontana di Trevi
Ogni sera, la circolazione dell’acqua viene interrotta. La fontana viene pulita con un pennello e le monete vengono raccolte, utilizzando lunghi pali, e raccolte mediante aspirazione, sotto sorveglianza oculata della Polizia di Stato.
Le parti raccolte vengono pulite, pesate, contate e consegnate alla Caritas. L’organizzazione utilizza i soldi per molte iniziative benefiche: il 27% della somma raccolta viene utilizzata per finanziare un supermercato gratuito per famiglie in difficoltà, il 32% per finanziare programmi di integrazione sociale, l’8% per mense dalla Caritas e il 31% per le sue strutture di accoglienza.
Un’ altra parte “prevalente” del ricavato viene assegnata a “progetti sociali”, un’altra, viene dirottata per la manutenzione ordinaria del patrimonio culturale e un’altra ancora per pagare l’Acea. Ecco perché lanciare una moneta nell’acqua della vasca vi renderà delle “bravissime” persone, poiché contribuirete alla “sopravvivenza” della fontana stessa…
Nel lontano 2005 nella fontana sono stati raccolti 500.000 euro in un anno. Nel 2016 quel “numero” è quasi triplicato raggiungendo 1,4 milioni di euro. Quest’anno, a causa della pandemia, la raccolta è stata scarna, speriamo che i prossimi anni siano fiorenti come quello del 2016.
Ma i soldi non sono l’unica cosa che si trova nella fontana. Tra le monetine si trovano spesso altri oggetti come occhiali, portachiavi, medaglioni religiosi, bottoni e persino protesi dentali.
Ecco per voi maggiori informazioni sulla Fontana di Trevi
Progettata originariamente da Nicola Salvi e completata nel 1762 da Giuseppe Pannini, la Fontana di Trevi impiegò tre decenni per essere costruita e misura 26 metri di altezza per 50 metri di larghezza. Il suo nome “Trevi” deriva dalle tre strade “Tre vie“, che portano alla fontana:
Via Dei Crocicchi, Via Poli e Via Delle Muratte.
La fontana è stata ristrutturata nel 2015 per una somma di 2 milioni di euro finanziata dal gruppo di moda italiano Fendi. È stata aggiunta l’illuminazione a LED curata dalla ditta “Acea” ed è stata restaurata la facciata in marmo, che rappresenta le figure mitologiche dell’Oceano, Abbondanza e Salute.
Precisiamo che la ditta “Acea” si occupa della gestione delle fontane più importanti di Roma e che comprende in particolare la manutenzione dei serbatoi, che alimentano le fontane stesse e rendono possibili i getti d’acqua immortalati da sempre negli scenari della città eterna e le suggestive attività di illuminazione artistica.
Con dimensioni di 20 metri di larghezza e 26 metri di altezza, la Fontana di Trevi è anche la più grande fontana di Roma.
Come arrivare alla Fontana di Trevi a Roma?
Situata nel cuore della città eterna in Piazza di Trevi , vicino al Pantheon e Piazza di Spagna, è possibile accedere alla Fontana di Trevi dalla stazione della metropolitana Barberini o da una delle tante linee di autobus che passano nelle vicinanze (52, 62, 63, 71, 80, 83, 116).

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Curiosità
SuperEnalotto: Roma festeggia un jackpot da record

Una semplice schedina dal costo di appena 3 euro ha portato un’immensa fortuna alla città di Roma, con una straordinaria vincita di ben 88,2 milioni di euro. La combinazione vincente è stata giocata presso il punto vendita Angeletti Marco, situato in Via della Giustiniana, 271. Stando a quanto riportato da Agipronews, il sistema impiegato per la giocata è stato il Quick Pick, che genera numeri in modo completamente casuale. Questo incredibile risultato rappresenta il primo jackpot del 2025, arrivato dopo che l’ultimo “6” era stato centrato il 15 ottobre 2024 a Riva del Garda, in provincia di Trento, con una vincita ancora più alta di 89,2 milioni di euro.
Oltre al jackpot principale, sono stati distribuiti anche altri premi significativi. In particolare, ci sono stati quattro vincitori nella categoria “5”, ciascuno dei quali si è aggiudicato un importo di 43.968,88 euro, rendendo il concorso ancora più ricco e interessante per i partecipanti.
Quanto costa partecipare al SuperEnalotto?
Partecipare al SuperEnalotto è semplice e accessibile a tutti. Per giocare, basta compilare una singola colonna composta da 6 numeri, al costo base di 1 euro. È possibile aggiungere l’opzione Superstar per un costo supplementare di 0,50 centesimi, portando così la spesa minima a 1,50 euro. Chi desidera incrementare le proprie possibilità di vincita può scegliere di giocare più colonne, aumentando così il numero di combinazioni per il prezzo unitario. Per i più audaci, la giocata massima può arrivare fino a 27.132 colonne, un’opzione che viene spesso utilizzata nei sistemi a caratura, dove il costo e l’eventuale vincita vengono condivisi tra più partecipanti.
Le categorie di premi
Il SuperEnalotto offre diverse categorie di premi, garantendo opportunità di vincita anche per chi indovina meno numeri. Si parte da chi azzecca 2 numeri fino a chi riesce a centrare il tanto ambito 6. Inoltre, è prevista una categoria speciale denominata “5+1”, riservata a chi indovina i cinque numeri principali più il numero Jolly. I premi vengono generalmente distribuiti in base alla quantità di numeri indovinati, rendendo il gioco avvincente per tutti i partecipanti.
Come verificare i risultati
Verificare se la propria schedina è vincente è molto semplice. Gli utenti possono utilizzare l’App ufficiale del SuperEnalotto per un controllo rapido e sicuro. Per chi fosse interessato a consultare i risultati di estrazioni precedenti, è disponibile online un archivio che raccoglie i dati relativi alle ultime 30 estrazioni, offrendo una panoramica completa dei premi distribuiti e delle combinazioni vincenti.
I numeri vincenti di oggi:
Nel concorso del 20 marzo 2025, i numeri estratti sono stati: 36, 40, 49, 54, 66, 83. Il numero Jolly è 14, mentre il numero Superstar è 44. Buona fortuna a tutti i giocatori!
Attualità
Jim Morrison, il fantasma che non trova pace? Il nuovo documentario risveglia l’enigma

Una storia che mette i brividi, quasi come se ci fosse una porta socchiusa nel passato pronta a riaprirsi. Potremmo persino dire che questa vicenda ci riporta a un bivio in cui ogni certezza traballa: si parla ancora di Jim Morrison. Non si tratta della solita leggenda metropolitana da bar, ma di una questione che è riemersa con vigore grazie al documentario Before the End: Searching for Jim Morrison, firmato dal regista Jeff Finn e disponibile su Apple TV+.
Guardandolo, saltano fuori sussurri, ipotesi, tracce polverose. E c’è una domanda, lì, che spiazza: Morrison è davvero morto a Parigi nel 1971 per un attacco di cuore, come afferma la versione ufficiale, oppure ha inscenato la propria uscita di scena per sfuggire ai riflettori?
Un documentario che sfida i referti
Il film di Finn fa qualcosa di audace: non si limita a riflettere sulla vita travagliata del frontman dei Doors, ma rilancia l’idea che il suo decesso possa essere stato, in realtà, un piano per sparire. Vecchie testimonianze, interviste raccolte nel tempo e voci che continuano a puntare su un uomo misterioso, un tale “Frank,” risvegliano antiche curiosità. Alcuni sostengono di aver incontrato questo sconosciuto negli Stati Uniti, in luoghi anonimi come un condominio di Syracuse, e di aver notato su di lui una cicatrice esattamente dove Jim aveva un piccolo neo in volto.
Una realtà capovolta
Diventa sconcertante pensare a un Morrison che abbandona tutto: musica, fan, ribalta mediatica. Cosa l’avrebbe spinto a tanto? Per alcuni, la pressione insopportabile di essere un’icona rock. Per altri, la semplice voglia di respirare una vita più normale, lontana dagli assedi dei paparazzi e dall’industria discografica. C’è chi considera questa ipotesi un’eresia, eppure il documentario s’insinua negli spiragli di dubbio come un’ombra tenace.
La fragilità di un mito
Tutto ruota attorno a un conflitto tra la storia che conosciamo e le supposizioni che resistono da decenni. Da un lato, abbiamo un certificato di morte che parla chiaro: insufficienza cardiaca. Dall’altro, individui che giurano di aver visto il leggendario artista ben oltre la data del 1971. Pura follia? Oppure frammenti di verità rimasti in sordina per mezzo secolo?
A ben pensarci, la fascinazione verso i miti eterni è una costante: tanti fan, forse, non vogliono accettare che il Re Lucertola se ne sia andato così presto. E Before the End rimescola le carte, trasformando una vecchia ferita in un nuovo motivo di stupore. Noi non pretendiamo di fornirvi risposte definitive, ma ammettiamo che questa storia – proprio come la voce di Morrison – sa risvegliare in chiunque un’indomita voglia di andare oltre ciò che appare.
Curiosità
Facebook e gli altri social: quanto tempo passiamo sulle piattaforme?

Gli strumenti digitali hanno preso piede nella quotidianità di milioni di persone, offrendo occasioni per ritrovarsi, scambiare messaggi e condividere immagini in tempo reale. Basta pensare a quanto spesso si senta parlare di Facebook o di altre realtà simili, entrate a far parte delle conversazioni come se fossero strumenti che si conoscono da sempre. È un’evoluzione che ha sorpreso molti, perché ha modificato il ritmo con cui si comunica e il tipo di informazioni a cui si presta attenzione. Attualmente un numero notevole di utenti si connette regolarmente a queste reti sociali, al punto da chiedersi quante ore della giornata vengono dedicate a queste piattaforme e che peso hanno nelle vite di tutti.
La trasformazione di Facebook
Secondo un articolo di ExpressVPN, che ha lanciato un approfondimento incentrato su Facebook e sulle prospettive di questa piattaforma nel 2025, il social creato da Mark Zuckerberg conserva una posizione di rilievo. Lo studio a cui si fa riferimento ripercorre la storia di Facebook a partire dalle sue origini, per arrivare a tempi più recenti, mettendo in luce come l’interfaccia e le funzioni abbiano risposto ai continui cambiamenti del mercato.
Nei primi anni, l’entusiasmo era evidente: ci si iscriveva per cercare vecchi amici, condividere foto di vacanze o momenti di festa e scoprire gruppi tematici. Con l’arrivo di piattaforme basate su video brevi o contenuti veloci da condividere, alcuni hanno scelto di spostarsi altrove, mentre altri continuano a usare Facebook per mantenere i contatti o informarsi in modo rapido.
Diverse generazioni interpretano il social in maniera differente: giovani e adulti mostrano comportamenti e motivazioni specifiche e questo incide sulle funzioni più utilizzate all’interno della piattaforma. Alcuni preferiscono i gruppi dedicati, altri si concentrano sul marketplace o restano fedeli alle classiche condivisioni di post. La coesistenza di diversi modi di impiego fa di Facebook un luogo virtuale dalle tante sfaccettature, capace di offrire spazi sia a chi preferisce comunicazioni immediate sia a chi ama approfondire tematiche di vario genere.
La crescita costante dei social
Si sente spesso parlare di una presunta stanchezza accumulata dopo aver passato molto tempo online nei periodi di lockdown. Alcuni ritengono che le persone abbiano iniziato a ridurre l’uso dei social negli ultimi anni. Eppure, se si confrontano i dati dal 2020 al 2023, secondo quanto riporta il report di We Are Social, viene fuori un quadro decisamente diverso. Il numero di utenti globali è cresciuto con costanza, così come il tempo complessivo trascorso sui vari canali digitali.
Nel 2019, la media giornaliera si attestava intorno ai 144 minuti. L’anno seguente l’aumento non è stato notevole, ma si è comunque passati a 145 minuti. Nel 2021 c’è stato un aumento a 147, per poi raggiungere 151 nel 2022. Alcuni esperti hanno interpretato questo rialzo come effetto di una diffusione più ampia dei social nella routine delle persone, complice la pandemia che ha spinto tanti a cercare modalità virtuali per restare in contatto.
La discussione si fa interessante nel momento in cui si esaminano le singole piattaforme: TikTok, ad esempio, ha conquistato un pubblico ampio, sottraendo minuti preziosi ad altre realtà. Facebook, nello stesso periodo, ha dovuto fronteggiare rivali molto forti, ma non è sparito dai radar globali. Gli osservatori affermano che la pandemia ha accelerato la diffusione dei social, tanto che si è arrivati a superare 4,20 miliardi di utenti attivi, pari a una fetta importante della popolazione totale.
La flessione improvvisa e i nuovi trend
Tutto cambia nel 2023, quando la media giornaliera scende a 143 minuti, 8 in meno rispetto all’anno precedente. Il dato fa riflettere, soprattutto perché nello stesso arco di tempo l’uso di internet, in generale, risulta in leggero aumento. Da cosa dipende questa variazione? Secondo alcuni, il cambiamento potrebbe essere collegato anche a metodologie differenti di rilevazione.
Naturalmente, la questione resta delicata, perché investire meno sui social, partendo da un solo anno di calo, rischia di non essere una strategia ottimale. Gli esperti, infatti, indicano che sarebbe opportuno guardare alle singole realtà nei Paesi e alle preferenze dei segmenti demografici.
Nel 2024, la media quotidiana scende ancora di 2 minuti. TikTok continua a crescere, mentre Facebook mantiene comunque un bacino enorme di iscritti attivi. In un contesto di cambiamenti continui, le piattaforme introducono novità per trattenere gli utenti. Una notizia recente riguarda Instagram, che sperimenta il pulsante non mi piace con l’obiettivo di migliorare la qualità dei commenti e stimolare le interazioni.
L’utilizzo dei social media in Italia
È opportuno considerare che ogni nazione presenta delle peculiarità diverse. I dati sull’uso delle piattaforme social in Italia, per esempio, mostrano come il Paese continui ad amare la condivisione sui canali digitali. Durante il 2023, molti utenti della penisola non hanno affatto ridotto il tempo trascorso online: anzi, alcune statistiche indicano una crescita lieve, in controtendenza rispetto alla media globale.
Un fenomeno che non può essere ignorato è l’ingresso di nuovi utenti su piattaforme come Facebook. I giovanissimi che hanno sempre preferito video brevi e immagini istantanee a volte riscoprono il fascino di un social più tradizionale, magari per contattare parenti e amici lontani. Facebook è così uno strumento di collegamento tra generazioni, anche se rimane la concorrenza di servizi molto dinamici.