

Lavoro
Sindacato, Piras (Uiltec): “Stiamo affrontando sfide che Paese si trova davanti”
L'intervento ad Amatrice per celebrare decennale fondazione dell'organizzazione sindacale

“Come organizzazione sindacale stiamo affrontando le sfide che il nostro Paese si trova davanti. In particolar modo, con senso di responsabilità e condivisione stiamo dando il nostro contributo ai tanti percorsi di transizione verso cui è indirizzata la comunità nazionale: dalla transizione energetica a quella climatica, dalla transizione digitale a quella manifatturiera. L’economia italiana regge se si appoggia sulla dorsale industriale, ma questa struttura portante al momento ancora non riceve l’attenzione giusta e le risorse necessarie. Siamo fermamente convinti che il Green Deal non debba essere realizzato in modo eccessivamente radicale nei tempi e nella totalità delle scelte indicate dai vertici europei lo scorso febbraio”. Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, oggi ad Amatrice per celebrare il decennale dalla fondazione dell’organizzazione sindacale.
“Noi crediamo -ha spiegato- nell’importanza della transizione energetica ma è fondamentale che questo percorso non determini ricadute pesanti sulle aziende energivore e di conseguenza impatti negativi sulle condizioni di chi lavora. Crediamo alla scelta della decarbonizzazione per l’industria nazionale, ma per arrivarci occorre puntare nella fase di transizione succitata sull’utilizzo del gas come elemento primario dell’approvvigionamento energetico”.
“Inoltre, abbiamo dato risposte immediate -ha aggiunto- ai lavoratori che rappresentiamo, perché proprio loro, finora stanno hanno pagato per primi la grande crisi e la grande emergenza economica. Proprio il lavoro è il cuore pulsante di una società che non vuole smarrirsi ma che è determinata a ricostruire opportunità reali e durature di crescita civile, economica e sociale. Per questo abbiamo rinnovato i contratti di lavoro garantendo in questo modo salari capaci di coprire le erosioni dovute alle costanti spinte inflattive. In tal modo abbiamo salvato per quanto di nostra competenza il potere di acquisto delle retribuzioni dei lavoratori interessati. E continuiamo a farlo accelerando i tempi dei rinnovi dei contratti ancora in scadenza”, ha rimarcato. “Per uscirne a testa alta, occorre ricostruire partendo dalle nostre radici. Per noi del Ssindacato è un’esigenza ineludibile. Per gli abitanti di Amatrice lo è altrettanto. Non può esserci futuro senza memoria. Di questo futuro ha bisogno il Paese. Così dopo il tempo della ricostruzione può arrivare quello della rigenerazione vera e propria”, ha concluso.
Lavoro
Manovra, De Lise (Commercialisti): “Serve taglio cuneo fiscale per assunzioni nuovi dipendenti e sostegno a imprese”

Il leader dell'Ungdcec che dal 28 al 30 30 settembre a Genova terrà un convegno nazionale sul ruolo dei giovani commercialisti nella sostenibilità

“Ormai è chiaro che, escludendo il Pnrr, c’è poca finanza a disposizione. Per questo, servono interventi mirati che possano permettere alle imprese di investire in tecnologia. E poi immaginiamo una riduzione del cuneo fiscale per le assunzioni di nuovi lavoratori dipendenti”.Così, con Adnkronos/Labitalia, Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), sulla prossima manovra economica del governo. Ungdcec che a Genova dal 28 al 30 settembre prossimi dedicherà un convegno nazionale al tema ‘I giovani commercialisti futuri protagonisti della sostenibilità’.
E secondo De Lise nella prossima manovra del governo ci si aspetta “lo spazio necessario per dare alle imprese la possibilità di tornare rapidamente competitive. Aziende e cittadini (insieme ai commercialisti che li assistono) hanno bisogno di emergere da questi anni di sacrifici e difficoltà e tornare a una condizione favorevole, che tra l’altro sarebbe utile a sostenere il fisco e l’economia italiana. Altrimenti si rischia anche di avere un gettito sempre minore”.
E’ urgente quindi sostenere le imprese, secondo De Lise, perchè “sicuramente la salute delle imprese italiane non è la migliore possibile, ci troviamo in un momento anche storico in cui si iniziano a percepire ristrettezza economica, scarsa liquidità che va a incidere nelle imprese per quanto riguarda la capacità di sostenere investimenti e sviluppo; e scarsa liquidità anche nelle tasche dei contribuenti italiani. Questo porta, anche considerando l’inflazione, a un drastico calo dei consumi. Occorre investire per invertire questa tendenza che potrebbe rivelarsi pericolosa per il sistema Paese”, ribadisce.
Sul fisco, ribadisce, “ci aspettiamo una maggiore semplificazione. L’ultimo episodio relativo alla lettera di compliance sul quadro RS dei regimi forfettari va in senso contrario rispetto a quanto fin qui promesso. Auspichiamo che anche nella bozza della manovra vengano proposte norme che mirino alla semplificazione”, sottolinea.
E per quanto riguarda la Rottamazione quater “di certo non è la soluzione ai debiti incagliati per contribuenti e Stato. Serve una misura più forte e organica, in quanto tantissimi debiti sono nati successivamente al 2020: presto ci troveremo lo scoglio al 31 ottobre del versamento del 20% di tutto il debito rottamato, che comprende anche quelli più recenti e potrebbe essere difficile da superare”.
“Distribuire i pagamenti lungo un arco temporale più ampio e adeguato, potrebbe essere -spiega- una prima soluzione. Ricordo che, secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, per la rottamazione delle cartelle avviate tra il 2016 e il 2018, gli incassi sono stati di 19,9 miliardi di euro rispetto ai 53,9 ipotizzati. Tra l’altro, le imprese vivono un periodo storico di grande incertezza, con un livello di rischio creditizio medio-alto per quasi un’impresa su due, secondo le ultime indagini”, aggiunge.
“Significa che servono riforme organiche anche in materia di riscossione e non provvedimenti spot che, come strutturati nel recente passato, non hanno interessato la maggioranza dei contribuenti o non erano utilizzabili da chi realmente era interessato”, rimarca.
E arrivando al tema del prossimo convegno dei giovani commercialisti a Genova De Lise spiega che “riteniamo che i giovani commercialisti possano avere un ruolo determinante rispetto a quelle che sono tutte le nuove competenze. Riteniamo ad esempio che il bilancio di sostenibilità debba diventare un’esclusiva dei dottori commercialisti, insieme ad altri aspetti, in primis le certificazioni e la contabilizzazione dei beni intangibili. Sono tutti aspetti sui quali i giovani commercialisti devono specializzarsi per fornire valore aggiunto alle imprese”, sottolinea.
In conclusione, per De Lise, “le imprese italiane sono molto, molto in ritardo rispetto al tema della sostenibilità. Ma se al Nord la sostenibilità è un ambito sul quale si sta cominciando a insistere, nelle aziende del Centro-Sud questo tema è ancora lontano dall’essere una delle priorità degli investitori, degli imprenditori e anche dei commercialisti stessi. Sono presenti eccellenze, ma ancora in numero minimo. Quello che vorremmo fare nel corso del prossimo Convegno nazionale di Genova è dimostrare al tessuto economico italiano come vi sia un’urgenza in tal senso”.
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Startup, Wikipoint torna in crowdfunding e lancia il primo 3D Social Network

Per dare una nuova voce digitale alle pmi

“Le pmi italiane hanno bisogno di più visibilità: meno del 10% utilizza strategie strutturate di social media marketing e quelle che sviluppano una presenza online sui social network tradizionali si trovano a competere con aziende che hanno a disposizione budget di marketing fino a mille volte superiori”. A raccontarlo è Barbara Leonetti, founder e Ceo di Wikipoint, startup innovativa che ha realizzato un immenso mondo digitale parallelo con lo scopo di offrire negozi virtuali e vetrine nelle strade più importanti del mondo alle pmi. Un anno fa, l’azienda ha chiuso con successo un importante round di equity crowdfunding su Mamacrowd che ha portato a bordo oltre 300 investitori e una raccolta di ben 672mila euro.
“Abbiamo sempre operato con un faro costante: la concretezza. Non crediamo in esercizi di stile fini a se stessi. Per questo, abbiamo dato vita a una forma nuova di interazione digitale che abbiamo chiamato Wikipoint City, nata con lo scopo di permettere alle pmi di aprire un proprio ufficio o negozio virtuale nelle location più simboliche al mondo per acquisire una forma di visibilità, una nuova voce digitale. Un anno fa, gettavamo le basi per tutto questo progetto e oggi siamo lieti di annunciare 6 città virtuali perfettamente ricreate e già numerosi clienti a bordo”.
Nato come universo virtuale, oggi Wikipoint si evolve inaugurando il 3D Social Network, una versione più immersiva e coinvolgente dei Social Network tradizionali. Per gli utenti, questa piattaforma costituisce un nuovo ed entusiasmante modo di ricercare informazioni, socializzare e contribuire a cause solidali. Per le pmi, rappresenta l’opportunità di aprire il proprio negozio o ufficio virtuale in iconiche città ricostruite digitalmente, a soli 49 euro al mese. “Nel solo primo mese di lancio del prodotto, abbiamo già acquisito un numero significativo di clienti. Ad oggi Wikipoint conta 6 città (Milano, Roma, Firenze, Napoli, New York e Parigi) nelle quali hanno aperto la propria sede virtuale 361 negozi e 236 uffici, ma il nostro obiettivo è raggiungere 10.000 pmi in 5 anni”, continua Leonetti.
“Avere il proprio negozio virtuale in Wikipoint City, permette di raggiungere nuovi clienti e distinguersi dalla concorrenza con creatività. Intanto, stiamo continuando ad aggiungere nuove città puntando sempre più verso un pubblico internazionale. Basti pensare che tra Europa, Usa e Canada ci sono oltre 57 milioni di pmi che potrebbero trarre vantaggio da questo servizio”, spiega Guido Simonetti, founder e Coo dell’azienda.
Wikipoint City è accessibile da qualunque computer o smartphone. Entro la fine del 2023 Wikipoint inaugurerà il suo San Siro Green District, una visione della città del futuro fortemente incentrata sulla sostenibilità e pronta ad accogliere 10.000 utenti in altrettanti appartamenti virtuali offerti gratuitamente, per esibire contenuti e dialogare con i follower. “In questo modo vogliamo stimolare la formazione di una community di artisti, influencer e sostenitori di cause sociali. La aree virtuali del distretto saranno, inoltre, teatro di eventi e offriranno un’esperienza di shopping mai vista prima”, sottolinea la Ceo dell’azienda. Agli accessi in Wikipoint City saranno, inoltre, collegati eventi nel mondo reale che, grazie ad accordi stretti da Wikipoint, permetteranno di piantare alberi o donare cibo a centri di accoglienza per animali randagi. Wikipoint ha appena aperto una seconda campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd che in un solo giorno ha raccolto oltre 100mila euro. Gli obiettivi sono molto ambiziosi: arrivare, nei prossimi tre anni, a 50 città virtuali in grado di ospitare fino a 5mila clienti.
“Abbiamo chiuso gli ultimi due esercizi con pareggi di bilancio e incrementato il fatturato di oltre il 95%. Siamo imprenditori con esperienza e una visione molto chiara. Oggi, investire in Wikipoint vuol dire scommettere sul futuro dei social network. I nostri punti di forza? Un team internazionale consolidato, un modello di business scalabile, un prodotto già presente sul mercato e la fiducia di 300 investitori che hanno già creduto nel nostro progetto”, conclude.
Lavoro
Nomina Zamarian a executive vice president proprietary products di Engineering

Dario Zamarian entra a far parte di Engineering nel ruolo di Executive Vice President Proprietary Products con la responsabilità di supportare il go-to market dei prodotti proprietari del Gruppo e di definirne lo sviluppo in linea con i trend tecnologici e di mercato. Engineering, guidata da Maximo Ibarra, vanta un portafoglio diversificato di oltre 30 soluzioni proprietarie che il Gruppo intende incrementare e valorizzare nei prossimi anni, oltre ad accelerare l’evoluzione di prodotti leader di mercato quali Ellipse, Grace e Neta, ormai di riferimento per i settori Sanità, Finance ed Energy. Laureato in Ingegneria Elettronica in Italia, Zamarian ha maturato una vasta esperienza nell’industria IT e Servizi in Silicon Valley assumendo ruoli globali. Ha ricoperto posizioni di leadership come Leader di prodotto, General Manager, ceo e Board Member.
Lavoro
La Valle Aurina ospita il 1° Simposio internazionale della lavorazione al Tombolo

Appassionati, esperti e artisti provenienti da tutta Europa per celebrare non una semplice passione ma la storia e l’economia di un territorio

Si apre il sipario domani, venerdì 22, e sabato 23 settembre, per celebrare un antico sapere, sul 1° Simposio internazionale dell’arte del Tombolo. L’area vacanze Valle Aurina, in Alto Adige, diventa per tre giorni la capitale italiana che riunisce appassionati, esperti e artisti provenienti da tutta Europa per celebrare non una semplice passione ma la storia e l’economia di un territorio. Grande inaugurazione, domani, venerdì 22 settembre, nella location del museo delle miniere di Predoi, per proseguire sabato 23 settembre con la visita della mostra temporanea ‘Merletto e Miniere’ al museo provinciale delle miniere di Cadipietra e ‘Festa del Merletto a Tombolo’ nella sala culturale di Predoi con workshop, dimostrazioni e concerti. Due poli museali in stretta sinergia che dialogano con le nuove generazioni per svelare un aspetto della storia e dei costumi della Valle Aurina.
La lavorazione a Tombolo è un’arte antica che ha radici in diverse parti del mondo, ma è particolarmente associata alle tradizioni artigianali italiane. Nota anche come merletto a Tombolo, è una tecnica tradizionale di tessitura o intreccio utilizzata per creare pizzi e merletti e richiede una grande abilità manuale. Quest’arte prevede l’uso di un cuscinetto di tessuto imbottito, su cui vengono disposti degli spilli; il filo viene intrecciato e avvolto attorno agli spilli secondo uno schema prestabilito per creare intricate trame e motivi. Nel corso dei secoli, il Tombolo è stato tramandato attraverso le generazioni ed è diventato parte integrante della cultura e dell’economia di molte comunità, non una semplice espressione artistica ma anche una connessione con la storia e le tradizioni del luogo in cui viene praticato.
La lavorazione al Tombolo nasce dall’esigenza di un sostegno economico da parte delle famiglie del territorio a causa della chiusura della miniera di Predoi più di cento anni fa. L’idea, nata dal parroco Johann Pescosta, ha subito incontrato il favore della popolazione nonché il sostegno finanziario dei proprietari della miniera, il barone Sternbach e il conte Enzenberg. Nel 1889, tre donne furono inviate a Vienna per formarsi nei migliori corsi di pizzi e merletti per poi diffondere questo sapere attraverso una scuola di Tombolo che ha successivamente offerto un’opportunità anche ai figli dei minatori, permettendo loro di diventare abili artigiani con un forte senso del tatto, grazie alle loro agili mani, contribuendo così alla diffusione di quest’arte.
In anni più recenti, il comune di Predoi ha istituito l’associazione scuola di pizzi al Tombolo, che conta oggi numerosi membri. Annualmente, con il sostegno della formazione professionale tedesca e ladina della provincia autonoma di Bolzano, vengono organizzati corsi di perfezionamento per adulti e bambini con l’obiettivo di preservare la tradizione del Tombolo. Il 2023 è l’anno del 1° simposio internazionale dell’area vacanze Valle Aurina, una festa che vuole coinvolgere gli ospiti attraverso dimostrazioni pratiche diffuse presso le malghe a fondovalle, mostre a tema, concerti folkloristici che vogliono lasciare un’impronta indelebile nei ricordi dei visitatori.
Un programma ad hoc pensato per vivere un evento straordinario e per celebrare un’antica arte. L’area vacanze Valle Aurina accoglie gli ospiti nel museo delle miniere di Predoi venerdì 22 settembre per dare il benvenuto agli addetti ai lavori o semplici appassionati. Si prosegue sabato 23 settembre con una visita alla mostra temporanea ‘Merletto e Miniere’ al museo provinciale delle miniere di Cadipietra, che racconta il contesto storico tracciando un file rouge tra l’industria mineraria e quella del merletto. L’esposizione, visitabile fino al 5 novembre, si sofferma svelando i profili delle persone più influenti di questo settore con un’esposizione delle creazioni più belle della lavorazione a Tombolo. Sempre sabato, sono in programma dalle 13.30 dimostrazioni del lavoro al Tombolo diffuse in alcune malghe della zona e gran finale con la ‘Festa del Merletto a Tombolo’ nella location della sala culturale di Predoi con dimostrazioni pratiche, workshop e intrattenimento musicale dal vivo.
Un evento culturale che vuole unire passato e presente, arte e storia, nella cornice incontaminata dell’area vacanze Valle Aurina. Fino al 1° novembre, inoltre, nel castello medievale di Tures, a Campo Tures, sarà possibile visitare ‘L’Arte del Merletto al Tombolo’, un’esposizione allestita nelle suggestive stanze di questo antico castello che cerca di far vivere al visitatore un’esperienza nella storia di un mestiere così affascinante.
Lavoro
Halloween: zucche stregate e divertimento da paura, il più lungo d’Italia è a Cinecittà World

Dal 7 ottobre al 5 novembre al parco divertimenti del cinema e della TV della Capitale

Dolcetto o giretto? Dal 7 ottobre al 5 novembre a Cinecittà World, il parco divertimenti del cinema e della TV di Roma, si alza il sipario sull’Halloween più lungo d’Italia. Un giro sulle attrazioni regalerà dolcetti a tutti i bambini. E tra zucche giganti, covoni di fieno, lapidi e bare del cinema la Halloween Street si popola di fantasmi, streghe e scheletri pronti a infestare gli edifici della New York anni ’20.
Un’atmosfera ad alto tasso di terrore e in perfetto stile americano con 13 attrazioni da paura: si può varcare la soglia della Horror House e camminare tra i set ispirati dalle pellicole più spaventose di sempre da The Ring a Nightmare, da l’Esorcista a Venerdì 13, dal Silenzio degli Innocenti all’antro di Lord Voldemort di Harry Potter. Esperienze inquietanti attendono gli ospiti nel nuovo Horror Hotel, un tranquillo albergo cittadino, in cui non tutto è come sembra…
Vi siete mai sentiti schiacciati dalla paura? Per voi c’è il Cinema Dei Morti Viventi, nel maestoso Teatro 1: spettatori sdraiati e film horror proiettati sul soffitto. Ricco il palinsesto degli spettacoli live a tema: dall’Halloween Show al divertente Trucchi Da Paura passando per il Musical Gangs of Halloween, il viaggio nel mondo del terrore si snoda tra divertimento, suspence e adrenalina.
Per i più coraggiosi e per chi vuole sfidare l’oscurità, il must to do è un giro su Inferno, la montagna russa indoor che conduce nel temuto girone dantesco. L’atmosfera si scalda dentro U571, il sommergibile che dopo aver ospitato l’attore Pierfrancesco Favino sul set del film Il Comandante, per l’occasione si riempie di sexy marinai e vampiresse a caccia di sangue. Manikomio, angusto percorso sotterraneo al buio, metterà alla prova gli spiriti più impavidi. E se il giorno non vi è bastato, la notte si potrà dormire nell’Ostello Maledetto: un nome un programma.
Bambini protagonisti con 14 attrazioni dedicate che, oltre al divertimento, regalano tante caramelle e sorprese, con il Truccabimbi dove potranno assumere le sembianze del loro mostro del cuore per spaventare mamme ed amici, e con il suggestivo Spettacolo del Fuoco da gustarsi dopo il tramonto.
Sarà un Halloween lungo oltre un mese e ricco di eventi: il 21 e 22 ottobre si svolgerà la Cinefiera Horror Show, prima fiera a tema in Italia dedicata totalmente al mondo di Halloween, dal 28 ottobre al 5 novembre il Parco sarà aperto tutti i giorni e la notte per tre grandi Halloween Nights il 28, 31 ottobre e 4 novembre con spettacoli dal vivo, cene a tema, grandi concerti e dj set. Anche Roma World, il parco a tema dell’antica Roma, si prepara al suo primo Halloween, ospitando la fattoria delle zucche: un Halloween Contadino con laboratori per bambini di intaglio e decorazione delle zucche.
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Industria, Piras (Uiltec): “Il 2 e 3 ottobre a Rimini il decennale del nostro sindacato”

L'appuntamento per celebrare i dieci anni del sindacato

“Il 2 e 3 ottobre prossimi celebreremo a Rimini il decennale della Uiltec che a nostro giudizio ha tutte le potenzialità per essere una delle categorie propulsive del sindacato, in una fase come quella attuale di transizione energetica e di passaggio ad un’economia effettivamente sostenibile”. Lo ha detto Daniela Piras, segretaria generale della Uiltec, che oggi ha concluso i lavori del Consiglio regionale della Lombardia del sindacato che guida da circa un anno.
Il 2 ottobre l’apertura dei lavori alle 15 vedrà i saluti della stessa Piras, seguiti dalla celebrazione del decennale con le testimonianze moderate da Antonello Di Mario. Il giorno successivo la relazione di Daniela Piras, a seguire il dibattito e le conclusioni del segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
“In questi dieci anni – ha sottolineato la leader sindacale- abbiamo tenuto alto l’orgoglio di appartenenza ad una grande organizzazione sindacale ed abbiamo tutelato diritti ed interessi dei lavoratori iscritti ed operanti nei settori di nostra competenza. Lo abbiamo fatto in un periodo che ha scontato un biennio di crisi pandemica e le conseguenze di una crisi di guerra alle porte dell’Europa tra Russia ed Ucraina. Abbiamo dato il nostro meglio per quanto concerne l’agire sindacale e la rappresentanza dei lavoratori”.
“La Uiltec con determinazione e tenacia -ha continuato- ha proseguito con le sue numerose e diverse attività, sia in materia contrattuale, sia nelle relazioni industriali che hanno dimostrato di essere molto coerenti e funzionali con la situazione attuale economica e sociale: una stagione che ha visto la presentazione di numerose piattaforme contrattuali significative, e la firma di tutti i contratti di nostra pertinenza, a partire dai rinnovi economici e quelli normativi”.
Per Piras “in questo senso la Uiltec presenta tutte le potenzialità per crescere ulteriormente come consistenza organizzativa e come qualità politica, un trend rappresentato dai risultati dei rinnovi Rsu nelle aziende in tutto il territorio nazionale. Ma per farlo è necessario un dialogo costante ed un serio confronto con aziende ed istituzioni. E’ il rapporto col governo a preoccuparci particolarmente”, ha continuato.
E Piras ha spiegato perchè: “siamo giunti alla prova della verità ed il governo ha scoperto le carte. Mantenere tutte le promesse della campagna elettorale risulta troppo costoso. Per accogliere le richieste dei ministeri, messe per iscritto nei giorni scorsi, il dicastero dell’Economia e Finanza dovrebbe trovare almeno quaranta miliardi di euro. La coperta è corta, si rischiano tagli non solo all’industria, ma alle politiche culturale e dell’istruzione”.
Per la dirigente sindacale “così il Paese rischia una futura classe dirigente impreparata, inadeguata, incapace di utilizzare al meglio le risorse comunitarie. Per quanto ci riguarda continueremo a sostenere la necessità di aumentare i salari perché la ripresa passa anche attraverso l’aumento dei consumi: si darà così anche alle imprese che producono per il nostro territorio la possibilità di riprendersi. In questo senso è fondamentale il confronto con il Governo che misureremo proprio sui fatti concreti”, ha rimarcato.
“Ad oggi, ci sono alcuni punti -ha continuato- su cui ci sono grandi distanze: il lavoro, la riforma fiscale e quella delle pensioni sono tutti temi su cui si era avviata una discussione, che non ci ha trovati soddisfatti. Il confronto tra le parti sulla manovra è di vitale importanza, dato che bisognerà valutare gli aggiornamenti degli obiettivi programmatici di finanza pubblica. Il limite invalicabile è a breve: entro il 20 ottobre conosceremo i dettagli del Bilancio dello Stato. Ecco perché bisogna continuare a far sentire la propria voce a chi governa”, ha sottolineato ancora.
“Siamo profondamente interessati a tutto ciò che riguarda le scelte di politica industriale concernenti i settori di nostra competenza come quelli energetici, del tessile e della moda, del chimico e farmaceutico, del manifatturiero. Soprattutto la fase di transizione energetica deve basarsi su passaggi che favoriscano una produzione industriale sostenibile, ma soprattutto una tutela sociale comune e condivisa. E’ bene discutere nella logica del ‘Green deal’ ma e’ necessario farlo partendo dalle fondamenta di un ‘Social deal’ adeguato”, ha proseguito.
“Il sindacato da sempre, e mai come ora, risulta impegnato a valutare, monitorare, approfondire le tecnologie e normative, nazionali e comunitarie, connesse al Piano Industriale Verde dell’Unione Europea. In tale prospettiva risulta fondamentale il contributo della parte sociale che rappresentiamo, da esprimere nelle indicazioni riguardanti gli aggiornamenti del Pniec e del Pnrr. Ci siamo dotati di un apposito comitato di esperti ed economisti per svolgere al meglio questa funzione”, ha spiegato Piras.
Per la dirigente sindacale “la nostra idea di transizione energetica continua ad essere quella che passa attraverso l’utilizzo del gas. Ci vuole la costruzione di nuovi rigassificatori in ambito nazionale che costituiscono le giuste infrastrutture dove utilizzare il gas liquefatto che dobbiamo far arrivare dall’estero prima possibile Ci vogliono carburanti a basso impatto ambientale ed occorre valorizzare il contributo energetico delle fonti fossili. Infine, bisogna ampliare la platea delle energie rinnovabili per la generazione elettrica, dato che l’attuale modello tiene conto quasi esclusivamente della produzione di energie solare ed eolica. Insomma, tutto possiamo fare, ma non stare a guardare”.
Il sindacato della Uiltec si candida ad avere un ruolo fondamentale del percorso di transizione energetica. “Siamo pronti –ha concluso Piras- a sostenere questa transizione, dal passaggio dell’uso del carbone fossile a quello dell’idrogeno verde, ma non si va da alcuna parte se non si ricorre all’uso del gas. Ravenna è destinata a diventare il principale hub tra Europa e mediterraneo della cattura e dello stoccaggio del carbonio, ma manca un quadro normativo che garantisca, dopo la raccolta, la reimmissione nei giacimenti esausti utili allo stoccaggio. Un altro esempio è la costruzione del rigassificatore di Porto Empedocle, in Sicilia, ma non basta l’inserimento dell’opera nel Pniec da parte del ministero dell’Ambiente. Si tratta di una struttura che va sostenuta adeguatamente nel corso della intera realizzazione. In questo senso il governo deve fare la sua parte, affinchè la transizione energetica possa basarsi sul sostegno ad infrastrutture materiali ed immateriali, in modo da garantire le produzioni industriali che servono all’economia nazionale”, ha concluso Piras.
Lavoro
Lazio, Uniko SpA SB: consulenza gratuita per accesso semplificato imprese agricole a Bando Agrisolare

Coadiuvata da Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza

La Uniko SpA Società Benefit, coadiuvata da Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza, con il supporto di un autorevole partner finanziario, ha attivato un percorso di consulenza gratuita e full service con l’obiettivo di assistere, accompagnare e supportare le aziende agricole, con sede nel territorio della regione Lazio, interessate ad accedere al bando ‘Parco Agrisolare’ del ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, che, con uno stanziamento di circa 1 miliardo di euro, finanzia impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, prevedendo contributi in conto capitale, ossia a fondo perduto, che coprono fino all’80% delle spese sostenute.
“Grazie a questa sinergia -afferma Francesco Pecci, ceo di Uniko SpA Società Benefit- siamo in grado di garantire un accompagnamento professionale, qualificato e a costo zero in ogni fase della partecipazione al bando Parco Agrisolare del Masaf. Infatti, il know how di ciascuna delle realtà aderenti consente a qualsiasi imprenditore attivo nel territorio del Lazio nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale di poter contare su un supporto full service e totalmente gratuito, dall’assistenza nella compilazione della domanda da presentare al Ministero, fino alla consegna dell’impianto fotovoltaico chiavi in mano”.
Le domande vanno presentate tramite la piattaforma informatica del Gse, dalle ore 12 del 12 settembre e fino alle ore 12 del 12 ottobre 2023 e la Uniko SpA SB insieme a Plurima Progetti e Agevola Impresa Finanza offrono assistenza gratuita alle imprese agricole laziali, mettendo a disposizione un know how solido e comprovato in materia di edilizia sostenibile, finanza agevolata, accesso al credito e progettazione innovativa.
Lavoro
Olio, Sicolo (Italia Olivicola): “Prezzo di quello italiano sarà 10-11 euro allo scaffale per consumatori, +30%”

L'organizzazione dei produttori: "Campagna a macchia di leopardo, boom costi di produzione per siccità"

“Per la prossima campagna olivicola calcoliamo un rincaro del prezzo del 30-40% all’ingrosso, noi produttori venderemo a 9 euro al chilo e sullo scaffale l’olio italiano sarà a 10-11 euro al litro, con un 30% in più per il consumatore finale rispetto alla scorsa annata. Questo perchè i costi di produzione sono lievitati a causa della siccità e in più per la mancanza di prodotto in tutta l’area del Mediterraneo”. Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola, la più grande organizzazione nazionale di produttori olivicoli che raggruppa 47 cooperative in tutte le province italiane.
Sicolo sottolinea che “a fine mese si inizierà il raccolto delle olive in Sicilia, poi la Calabria e poi in Puglia ai primi di ottobre. Di seguito inizierà la raccolta anche nelle altre regioni. E’ una campagna a macchia di leopardo. Ci sono regioni, come appunto la Sicilia, la Puglia e la Calabria, in cui c’è una buona produzione. Nel Centro-Nord, invece, non c’è tanta produzione a causa delle piogge del mese di maggio che hanno slavato l’albero di ulivo quando era in fiore e quindi non c’è stata la necessaria impollinazione dei fiori stessi”, rimarca.
E i produttori italiani, lamenta Sicolo, sono lasciati soli a portare avanti la campagna olivicola nonostante le difficoltà climatiche. “Da maggio in poi la siccità ha regnato sovrana al Sud e al Centro e quindi stiamo facendo irrigazione dove possiamo farlo. E questo sta aumentando i costi perchè al Sud si tira l’acqua da 1.500 metri di profondità con spese energetiche e di carburante esplose. I costi di produzione quindi stanno lievitando”, spiega.
Nonostante ciò “in questa campagna, con questi prezzi, quest’anno recupereremo i costi di produzione rispetto ad altri anni in cui è andata peggio. Ma non per un effetto strutturale sul mercato ma semplicemente perchè nell’intero bacino del Mediterraneo non c’è produzione, la Spagna è stata colpita da una forte siccità e non ha produzione, come anche la Tunisia, il Marocco e il Portogallo. E quindi le industrie non possono andare lì ad acquistare il prodotto”, sottolinea Sicolo.
Per il presidente di Italia Olivicola è arrivato però il momento di un intervento strutturale a sostegno del comparto. “Noi stiamo lavorando con il ministero per recuperare le aree marginali che sono state abbandonate negli anni, in modo da agire anche a tutela del territorio ed evitare effetti catastrofici in caso di alluvioni. E poi serve un piano olivicolo serio, dobbiamo aumentare noi la produzione e coprire il nostro fabbisogno, e non aspettare Spagna e altri. Altrimenti, saremo sempre preda di questi prezzi che vanno su e giù”, spiega.
E questa situazione allontana i giovani dal comparto. “Le nostre aziende .-sottolinea- devono fare anche un utile. A volte si parla della grande distribuzione, dell’industria e non si tiene conto dei costi di produzione dei produttori. Ma se io produttore, non solo di olio ma anche di grano e quant’altro, non guadagno quanto necessario per fare vivere la mia famiglia, non vado più a lavorare nei terreni. Nell’olivicoltura -rimarca- non c’è ricambio generazionale per questo motivo, l’olivicoltura non rende, i giovani preferiscono puntare più su ortofrutta o vigneti, in cui non hanno neanche la concorrenza di queste miscele di olii che arrivano dall’estero”, sottolinea.
E l’intera vicenda Xylella è emblematica per Sicolo dell’indifferenza generale verso il settore. “In Puglia 24 milioni di piante sono state distrutte dalla Xylella e nessuno ne parla a livello nazionale. La politica è assente totale. Le tre province colpite producevano un milione di quintali? Non ne produrranno più per anni. Se non c’è prodotto sul mercato, è chiaro che i prezzi vanno alle stelle”, conclude amaro.
Lavoro
Periti industriali: entro 2030 sempre più giovani punteranno su professioni tecnico-scientifiche

I professionisti a congresso a Roma, sempre più a 'banda larga' cioè diversificate per ruoli, competenze e servizi offerti

Sempre più giovani, soprattutto laureati e donne, punteranno da qui al 2030 su una professione tecnico-scientifica. Professioni che saranno sempre più a ‘banda larga’ cioè estremamente diversificate per ruoli, competenze e servizi offerti. Parallelamente il mondo delle professioni evolverà sostanzialmente, così come il ruolo degli Ordini professionali che saranno sempre più erogatori di servizi. A queste evoluzioni faranno da traino le innovazioni tecnologiche, in particolare l’intelligenza artificiale, che modificheranno il lavoro intellettuale assorbendo un quarto delle attuali occupazioni. Questi alcuni dei risultati emersi dall’indagine previsionale ‘Il futuro delle professioni tecnico-ingegneristiche. Scenario 2030’, realizzata dallo studio del Professor Domenico De Masi attraverso il metodo ‘Delphi’ e presentata oggi a Roma, presso l’Auditorium Antonianum, in occasione della giornata inaugurale del XV congresso nazionale dei Periti Industriali, organizzato dal consiglio nazionale e dall’ente di previdenza di categoria, che si chiuderà domani.
Obiettivo: tracciare uno scenario che sia il più plausibile possibile sulle evoluzioni delle professioni tecniche da qui al 2030 considerando le influenze tecnologiche, sociali ed economiche. A metterne in luce gli aspetti salienti il professor Francesco Giorgino, chairman scientifico – Università Luiss, insieme ai 7 esperti che hanno preso parte alla ricerca: Franco Bonollo, Alberto Brambilla, Federico Butera, Luca Giustiniano, Giuseppe Rossi, Stefano Sacchi, Pasquale Sandulli.
Al centro della ricerca, quindi, il tema delle innovazioni tecnologiche che da qui al 2030 continueranno ad aumentare quantitativamente e a svilupparsi qualitativamente: più robotizzazione e più automazione, ma soprattutto più Intelligenza Artificiale, che assorbirà e modificherà soprattutto il lavoro intellettuale, sia impiegatizio che creativo e avrà notevoli impatti sulle competenze dei lavoratori e sulle forme organizzative.
Questo obbligherà a puntare su formazione e competenza, tanto che le professioni emergenti ascrivibili ai contesti tecnologici e ingegneristici, richiederanno una formazione di livello terziario. Del resto da qui al 2030 il paradigma dominante del lavoro sarà quello delle professioni dei servizi a “banda larga”, ossia di professionisti che hanno un altissimo numero di attività e di ruoli per contenuto, livello e formazione. Un modello che permetterà alle persone di passare da un ruolo all’altro senza perdere l’identità. A cambiare, nello stesso tempo, sarà il ruolo degli Ordini professionali che assumeranno sempre più le caratteristiche di fornitori di servizi per i propri iscritti.
Pertanto l’offerta di formazione diventerà cruciale. La tendenza dei giovani laureati, fortemente orientata a non iscriversi, imporrà la necessità di rinnovarsi sotto differenti punti di vista: effettiva rappresentatività dei propri iscritti e dei loro legittimi interessi; capacità di stimolare innovazione e nuove prospettive nei percorsi professionali; capacità di organizzare, fornire, integrare la formazione professionale e di coinvolgere chi opera nel settore della libera professione.
E come cambierà il lavoro dei periti industriali da qui al 2030? Più portatile e automatizzato rispetto ad oggi, con modalità di lavoro sempre più “fuori ufficio”. E’ quanto emerge dall’indagine previsionale ‘Il futuro delle professioni tecnico-ingegneristiche. Scenario 2030’, presentata oggi al congresso nazionale dei periti industriali in corso a Roma.
Il ‘core’ del lavoro resterà abbastanza simile a quello attuale, ma necessiterà di aggiornamenti continui a causa delle nuove tecnologie legate alla transizione energetica. La formazione del perito industriale sarà comunque sempre più caratterizzata dall’unione di cultura tecnica con i saperi scientifici proprio per garantire quel necessario approccio culturale e interdisciplinare alle competenze.
Ma quali saranno i settori in espansione da qui al 2030? Per la ricerca non ci sono dubbi, la domanda di lavoro crescerà soprattutto negli ambiti relativi alla trasformazione digitale, economia circolare, transizione energetica ed ecologica, trasformazioni demografiche, quindi all’adattamento a una silver economy con tutti i bisogni (abitativi, sanitari, ecc.) che ne deriveranno. Il recupero del patrimonio abitativo esistente in ottica di sostenibilità ambientale, e di supporto alla silver economy, rappresenterà una tra le opportunità di incremento occupazionale.
E, come emerge dalla ricerca, sarà necessario un ripensamento del sistema di welfare della categoria dei periti industriali. Da qui al 2030, sarà essenziale, spiegano i periti industriali, infatti mettere a punto anche percorsi individuali di welfare previdenziale ed assistenziale per consolidare le azioni attuate al fine di migliorare l’adeguatezza dell’assegno pensionistico, tutelare la salute e le situazioni di vulnerabilità. Ovvero, un welfare della persona, che la sostenga nella vita privata e nelle esigenze familiari e di salute, con uno sguardo attento al fine previdenziale e alla sostenibilità.
“Il nostro virtuoso modello di welfare -spiegano i periti industriali- dovrà essere pronto ad aprirsi ad ulteriori platee di riferimento, e favorire l’aggregazione di servizi comuni agli altri enti di previdenza, assicurando con responsabilità, il valore dell’autonoma gestionale riconosciuta dalla legge istitutiva”, concludono.
Il XV congresso dei Periti Industriali si concluderà domani, venerdì 22 settembre, con una giornata dedicata alla presentazione del documento programmatico di categoria che sarà sottoposto a mozioni e votazioni da parte dei delegati e si chiuderà con le relazioni del presidente del consiglio nazionale dei periti industriali, Giovanni Esposito, e del presidente dell’ente di previdenza di categoria, Paolo Bernasconi.
Lavoro
Startup, Biova Project in campo contro spreco alimentare e torna in crowdfunding

Per finanziare i propri progetti a favore di una maggiore sostenibilità della filiera alimentare

Biova Project, la startup innovativa che lotta contro lo spreco alimentare, ha appena avviato una campagna di equity crowdfunding su Mamacrowd per finanziare i propri progetti a favore di una maggiore sostenibilità della filiera alimentare. L’obiettivo minimo di raccolta di 400mila euro sarà utilizzato per espandere la propria capacità di recuperare invenduti, tramite la creazione di unità denominate Surplus Treatment Unit, veri e propri centri di stoccaggio e trasformazione dei surplus alimentari in nuove materie prime. “Questo aumento di capitale servirà anche a finanziare un’importante campagna di marketing per ampliare ulteriormente la notorietà del brand e, contemporaneamente, ampliare la nostra rete di vendita e il team interno. Lo scopo è essere sempre più capillari e presenti sul mercato”, ha spiegato Franco Dipietro, founder e Ceo della startup.
Nata nel 2019 a Torino, Biova Project è diventata in breve tempo la più nota startup italiana di economia circolare legata al food & beverage. Fondata da Franco Dipietro ed Emanuela Barbano, la startup è passata da concept a prodotto sugli scaffali della Gdo in pochi mesi, cominciando a generare revenue già dal primo anno di vita. Il modello di business di Biova Project si basa sul recupero e trasformazione di invenduti e sottoprodotti della filiera agroalimentare italiana in prodotti dal nuovo valore aggiunto, valorizzando quello che per altri è uno scarto in una nuova risorsa.
La startup, infatti, prende accordi con player della grande distribuzione e produzione per recuperare, stoccare e trasformare cibo invenduto, o non più commercializzabile per motivi estetici, in nuovi prodotti dall’alto valore aggiunto. La maggior parte delle volte il prodotto finito viene rivenduto tramite gli stessi canali del fornitore di surplus. Un modello che ha portato i prodotti Biova Project ad esser venduti in centinaia di punti vendita sul territorio italiano, presso clienti come Coop Nord Ovest, Carrefour, Eataly, Ikea Italia, Capatoast, Getir, Cortilia, Riso Gallo, Pasta Berruto, Consorzio Prosciutto di Parma e tanti altri.
“Biova Project è cresciuta molto negli ultimi anni e sono contento di vedere che stiamo raggiungendo sempre più persone con i nostri prodotti. Per noi è fondamentale continuare a dare il nostro contributo alla lotta contro lo spreco alimentare, creando altri prodotti di successo, come lo sono le nostre birre e i nostri snack. Ogni anno in Europa 931 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecate. 158,27 milioni di tonnellate derivano da pane, pasticceria e cibi secchi. Con i capitali raccolti potremo pensare e sviluppare nuovi prodotti capaci di trasformare invenduti in qualcosa di nuovo, buono e divertente. Potremo allargare la nostra squadra e far sentire ancora di più la nostra voce. La campagna di crowdfunding su Mamacrowd rappresenta un’occasione importante per sostenere un’azienda che sta cambiando, un sorso alla volta, il modo in cui oggi guardiamo i sottoprodotti e gli invenduti della filiera agroalimentare”, ha sottolineato Dipietro.
Biova Project è ad oggi sinonimo della più completa e verticale gamma di ‘birre contro lo spreco’: birre fatte risparmiando fino al 30% di materie prime vergini a favore di sottoprodotti e invenduti della filiera agroalimentare. La gamma di birre Biova Project, infatti, è creata a partire da pane invenduto, sfridi di pasta e rotture di riso recuperate da importanti player del mercato italiano. Nel 2022 la startup ha anche lanciato Ri-Snack, uno snack salato fatto a partire del sottoprodotto della birrificazione, il malto d’orzo esausto, già utilizzato nella creazione della loro gamma di birre, e riutilizzato una seconda volta per creare uno spuntino croccante e dal gusto irresistibile.
Oggi Biova Project è una realtà nota e presente su tutti i canali, sia online che in horeca, con migliaia di follower sui propri social e una grande voglia di crescere.
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