Cronaca
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Venezia, primo giorno con il ticket d’ingresso: 110mila arrivi tra le proteste
15mila turisti hanno prenotato e pagato. Ma non sono mancate tensioni durante le manifestazioni contro la misura
Primo giorno di sperimentazione, oggi 25 aprile, del ticket d'ingresso a Venezia. Circa 113mila le presenze in città, con oltre 15mila turisti che hanno prenotato e pagato i 5 euro di contributo. Ma non sono mancati momenti di tensione per le proteste dei comitati cittadini contrari alla misura.
I manifestanti dietro uno striscione con la scritta 'No al biglietto, Sì a case e servizi per tutti' hanno bloccato le auto sul ponte della Libertà per dirigersi poi verso Piazzale Roma e entrare attraverso l’accesso dei giardini di Papadopoli. Alcuni tenevano in mano i passaporti in segno di rabbia per il fatto che la città lagunare fosse stata messa dietro una barriera nello stile di un parco a tema. "Più case per i residenti, così Venezia è Disneyland", alcuni degli slogan.
"Posso dirvi che quasi tutta la città è contraria", ha affermato Matteo Secchi, direttore di Venessia.com, un gruppo di attivisti cittadini. “Non si può imporre un biglietto d'ingresso in una città; non stanno facendo altro che trasformarlo in un parco a tema. Questa è una brutta immagine di Venezia… voglio dire, stiamo scherzando?”
Molti i giornalisti stranieri presenti incuriositi dalla sperimentazione avviata dalla città. L’assessore al Turismo Simone Venturini si dichiara soddisfatto “dall’atteggiamento collaborativo degli stessi turisti che sono i primi ad aver capito lo spirito della nostra iniziativa”.
Il sindaco Brugnaro soddisfatto
"La maggior soddisfazione è stato vedere chi si avvicinava ai varchi sventolando il QR code d'accesso: queste persone hanno capito le nostre intenzioni”, ha detto il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro alla conclusione della prima giornata di sperimentazione. “Non si è mai fatto nulla per regolare il turismo ed abbiamo creduto che fosse necessario fare qualcosa. La paura del cambiamento è legittima, ma può servire per migliorare. Oggi spendiamo più soldi di quanti ne incassiamo, ma non la ritengo una spesa, quanto un modo per far capire che bisogna cambiare e diluire le visite alla città, evitando gli intasamenti, e le persone lo stanno capendo. Ricordo che non abbiamo più i finanziamenti della Legge speciale per Venezia, ma per questa delicata città una legge speciale è necessaria".
I numeri di oggi
Per la giornata di oggi si sono registrate 113.000 persone, di cui 15.700 paganti. Tra gli esenti: quasi 40.000 ospiti in strutture ricettive (che pagano già la tassa di soggiorno), 2.100 parenti di residenti e 2.000 amici di residenti. Inoltre, registrati per tutto il periodo 13.000 studenti e 20.400 lavoratori. In più vanno considerati tutti i residenti e i nati nel Comune di Venezia che possono entrare ed uscire dalla città senza registrazione, esibendo solo il documento di identità. I controlli, 75 steward informatori in 16 aree, 40 steward verificatori e 35 accertatori in 15 punti di controllo, hanno verificato quasi 14.000 persone, senza rivelare particolari criticità. Domani si replica, sempre con orario 8 – 16.
Ecco come funziona il biglietto
Il biglietto d'ingresso, richiesto solo per l'accesso al centro storico di Venezia, è prenotabile online e verrà applicato in 29 giorni di punta, prevalentemente week-end, da oggi 25 aprile fino al 14 luglio nell'ambito della fase di prova. Sono esenti i residenti, i pendolari, gli studenti e i ragazzi sotto i 14 anni, così come i turisti che pernottano.
I turisti, invece, dovranno acquistare il biglietto online e gli verrà poi fornito un codice QR. Chi ne è sprovvisto potrà acquistare il biglietto all'arrivo, con l'aiuto degli steward locali, che effettueranno anche controlli casuali in cinque principali punti di arrivo, inclusa la stazione ferroviaria di Santa Lucia. Chi è sprovvisto di biglietto rischia una multa dai 50 ai 300 euro
Cronaca
Ecco perché l’Italia non potrebbe difendersi da sola...
Le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto sull'importanza della Nato
"Non penso esista un futuro senza Nato". Lo ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, specificando che il nostro Paese "da solo non potrebbe difendersi, se dovessimo subire un attacco come quello dell'Ucraina non avremmo potuto difenderci e se avessimo subito come quello di Israele durato sei ore, non saremmo riusciti a fermare tutti i missili che Israele è riuscita a fermare".
"Non per colpa di qualcuno, ma perché negli ultimi 40 anni pensavamo di non aver bisogno della Difesa, che le guerre non esistessero più - dice nel corso dell'evento 'La visione lombarda per il futuro dell'Europa' organizzato da Confindustria Lombardia -, che ogni investimento nella Difesa fosse uno spreco. Siamo precipitati in un mondo completamente diverso - ha sottolineato Crosetto - non destinato a tornare indietro come nulla fosse successo, un mondo dove stanno cambiando gli equilibri, quelli nati dopo la II guerra mondiale sono messi in discussione. Si sta affacciando un nuovo modo di dirimere le controversie e se mi interessi ti invado. Non solo: ti faccio una guerra che non è solo quella dei carri armati, è ibrida, partendo dalla disinformazione all'uso degli Houthi per attaccare i trasporti occidentali".
E ha aggiunto: "Siamo in grado di arrivare al 2% in tempi brevi come ci chiede la Nato? No, perché abbiamo questo debito pubblico, questa spesa pubblica, perché non c'é abbastanza consapevolezza a livello politico per togliere la polemica su temi cruciali. Ci dovremmo arrivare nel più breve tempo possibile; la difesa è la garanzia perché tutto il resto esista".
"L'Europa negli ultimi anni ha dato una immagine di sé che nessuno ha mai pensato potesse avere. Questa Europa non esiste dal punto di vista della politica estera, ne ha 27 diverse, della difesa: è esistita solo sull'Euro e su alcune regole, e non quelle importanti. E' facile attaccarla, facile fare slogan per questo" aggiunge il ministro Crosetto. "Questa Europa non ha mantenuto le promesse e va cambiata - conclude - avvicinata alle industrie e alle famiglie, è quella che ha messo regole che non abbiamo capito, fissato la grandezza dei piselli e la curvatura delle banane".
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Lucia Ocone: “Da attrice felice di parlare di...
L'artista leggerà un monologo che racconta la storia di una donna con cancro al seno in apertura delle tappe di Roma e Milano del tour della band Pinguini Tattici Nucleari
"Quando sono stata scelta per interpretare un monologo che parla di tumore al seno nell'ambito della campagna nazionale di sensibilizzazione 'Non sono tutti uguali' sono stata molto felice, perché secondo me parlare di prevenzione, ma parlarne in maniera giusta - anche dal palco di un concerto - per farsi ascoltare dalle ragazze più giovani, è un modo innovativo, molto intelligente e interessante". Lo ha detto all'Adnkronos Salute Lucia Ocone, comica, imitatrice e attrice italiana, in occasione della presentazione - oggi a Roma - della campagna nazionale di sensibilizzazione 'Non sono tutti uguali. Tumori al seno e percorsi di vita', iniziativa social promossa da Msd Italia.
La campagna vuole analizzare anche gli aspetti emozionali, attraverso un monologo che racconta il vissuto di una donna che riceve una diagnosi di tumore al seno, interpretato da Ocone. Il monologo è presentato in apertura delle tappe di Roma e Milano (10 e 17 maggio 2024) del tour nei palazzetti di un gruppo italiano di grande successo, i Pinguini Tattici Nucleari. "Intanto non è la solita campagna di prevenzione - che va fatta assolutamente perché tutte noi dobbiamo farci la mammografia e tutti i controlli del caso una volta all'anno - però è importante specificare il fatto che i tumori non sono tutti uguali e per questo occorre informare sui diversi percorsi di cura e di vita", aggiunge l'attrice.
Il tumore "può colpire chiunque, può succedere ad ognuna di noi - rimarca Ocone - In tante hanno avuto a che fare con il cancro in maniera diretta o indiretta, perché la malattia ha preso di mira amici, parenti, vicini e lontani. Ma non ci dobbiamo vergognare di chiamarlo con il suo nome: non è una vergogna né un tabù. Tuttavia per molti è 'quel brutto male', invece si chiama tumore. Ecco perché trovo giusto e importante fare informazione con l'ironia, attraverso un evento come il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari, perché ci sono molte persone giovani che vanno sensibilizzate soprattutto sul fatto che i tumori non sono tutti uguali e che la scienza e la ricerca hanno fatto grandi passi in avanti importanti. Discorso che vale per le donne di tutte le età".
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Natalità, Mereddu (Fs): “Aiutiamo i nostri dipendenti...
“Welfare e seminari per supportare le nostre persone”
“Mettiamo a disposizione dei nostri dipendenti competenze molto concrete per aiutarli a fare meglio possibile il mestiere di genitori, un mestiere molto difficile se non il più difficile di tutti”. Parole di Adriano Mureddu, Chief Human Resources Officer del Gruppo Fs, intervenuto nella seconda giornata di lavori degli Stati generali della Natalità organizzati a Roma da Fondazione Natalità.
Per supportare i dipendenti nella gestione familiare, Ferrovie dello Stato agisce su due fronti, welfare e seminari: “Siamo uno dei più grandi datori di lavoro in Italia. Abbiamo oltre 92.000 dipendenti nel mondo, di cui circa 80.000 in Italia. Mettiamo a loro disposizione servizi di welfare sotto forma di bonus che possono essere spesi per prendersi cura della propria famiglia”, contestualizza Mereddu che aggiunge: “Mettiamo a disposizione servizi molto concreti, anche di aiuto formativo. Ad esempio 500 donne rientrate dalla maternità, negli ultimi dieci anni, hanno partecipato a programmi di coaching con persone esperte che le hanno aiutate proprio in questo momento complicato nella vita di una donna che è quello di rientrare nel mondo del lavoro dopo aver avuto un bambino. E poi mettiamo a disposizione dei seminari. Negli ultimi tre anni e mezzo circa, oltre 4000 dipendenti hanno partecipato a seminari on-line sulla genitorialità, su temi molto concreti e molto attuali, come ad esempio come prevenire il cyberbullismo”, conclude.