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Iran, Netanyahu ‘ridimensiona’ risposta Israele. Si infiamma fronte con Libano

Il premier dopo il colloquio con Biden: "La risposta non sarà più quella prevista". Qatar in contatto con Usa e Iran per evitare escalation. Raid di Hezbollah in Galilea

Soldati in Iran - (Afp)

"La risposta non sarà più quella prevista", anche considerata la "diversa sensibilità diplomatica" emersa. La rete televisiva israeliana Kan riferisce che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accettato di ritardare la risposta all'attacco dell'Iran, dopo il colloquio con il presidente Usa Joe Biden. "Una risposta ci sarà, ma molto probabilmente sarà diversa da quanto previsto", sottolinea la tv. Secondo diverse fonti israeliane ed americane, Israele voleva colpire l'Iran già lunedì, in risposta all'attacco della Repubblica islamica di sabato notte, ma alla fine ha deciso di rinviare l'attacco.

Nel corso della giornata di ieri Netanyahu, incontrando i ministri degli Esteri tedesco Annalena Baerbock e britannico David Cameron in visita a Gerusalemme, aveva ribadito che Israele si riserva il diritto all'autodifesa in seguito all'attacco missilistico e di droni iraniani. "Voglio che sia chiaro, prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi", ha affermato. Netanyahu ha ringraziato i ministri per il loro sostegno "senza precedenti" nella difesa dall’attacco di Teheran, si legge in una nota su X del suo ufficio. Li ha, inoltre, informati sulla portata degli aiuti umanitari che entrano a Gaza, si legge nella dichiarazione, e ha respinto completamente le affermazioni delle organizzazioni internazionali secondo cui a Gaza si soffre la fame.

Iran minaccia risposta "potente e feroce"

L'Iran si prepara alla rappresaglia di Israele e minaccia una risposta "potente e feroce" a un eventuale contrattacco di Tel Aviv. "Consigliamo ai nemici di stare attenti non fare errori, dal momento che questi errori potrebbero provocare danni irreparabili da parte delle forze armate iraniane", ha dichiarato il comandante l'Aeronautica militare, il generale Hamid Vahedi, aggiungendo che le forze aeree sono assolutamente pronte per colpire gli obiettivi con i Sukoi Su-24, i bombardieri tattici supersonici di fabbricazione russa, ma anche con altri caccia.

Teheran reagirà con una risposta "potente e feroce" al minimo atto di aggressione sul proprio suolo, ha detto il presidente iraniano Ebrahim Raisi, mentre si susseguono le notizie sui tempi e la portata di una potenziale reazione. L'attacco contro Israele di sabato notte "ha sconfitto la falsa egemonia del regime sionista" in Medio Oriente, ha sottolineato Raisi. "Oggi non solo noi, ma anche i popoli della regione e del mondo, sono consapevoli dell'autorità delle Forze armate iraniane. Il mondo ha visto che dopo l'operazione 'Diluvio di Al Aqsa' - ha detto, in un riferimento all'attacco del 7 ottobre - la 'Vera Promessa' ha abbattuto la falsa egemonia del regime sionista".

Secondo Raisi, "i Guardiani della rivoluzione e l'Esercito hanno punito il regime sionista con un'azione razionale, saggia, calcolata e precisa". E quell'azione, ha continuato, "è stata una dichiarazione al mondo intero, in particolare agli americani e agli altri alleati del regime sionista", secondo cui "la grande nazione iraniana è pronta e le Forze Armate hanno la competenza, l'equipaggiamento, la fede e il potere" per agire.

Il presidente iraniano ha poi insistito sul fatto che l'operazione 'Vera promessa' è stata "limitata: se fosse stata concepita per essere completa ed estesa, coloro che sostengono il regime sionista avrebbero visto che non ne sarebbe rimasto nulla". E quindi è tornato ad avvertire che una risposta di Israele farà sì "il regime sionista e i suoi sostenitori scopriranno una potenza nascosta contro la quale non potranno fare nulla".

Hamas: "Attacco Iran a Israele è legittimo e meritato"

E' "legittimo e meritato" l'attacco che l'Iran ha sferrato sabato notte contro Israele. Lo ha dichiarato Hamas in una nota ricordando ''il raid dell'entità sionista al consolato iraniano a Damasco". Nella prima reazione ufficiale di Hamas si legge che ''la risposta della Repubblica islamica dell’Iran conferma che è finito il tempo in cui l'entità sionista poteva agire come voleva senza responsabilità o punizione''.

Si infiamma il fronte libanese

Ci sono 14 soldati tra i 18 feriti nell'attacco con drone e un missile, rivendicato da Hezbollah nel nord di Israele, nella località di Arab al-Aramshe. Lo hanno riferito le fonti di difesa israeliane (Idf), secondo cui sei militari hanno riportato gravi ferite, sei lievi e due moderate.

Qatar in contatto con Usa e Iran per evitare escalation

Doha ha contattato più volte Teheran e Washington per evitare qualsiasi una ulteriore escalation in Medio Oriente dopo il lancio di missili iraniani verso il territorio israeliano. Lo ha dichiarato il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani affermando che ''tutti nella regione dicono di non volere alcuna escalation''. Il modo migliore per allentare la tensione, ha aggiunto, è fermare la guerra a Gaza.

Germania: "Importante che Tel Aviv non risponda con attacco massiccio a Teheran"

La Germania ritiene ''importante'' che venga ''ridotta la tensione'', dopo il lancio di droni e missili dall'Iran verso il territorio israeliano. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, auspicando che ''Israele non risponda con un attacco massiccio di ritorsione" contro l'Iran. In visita in Israele, dove ha incontrato anche il premier Benjamin Netanyhu, la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha nuovamente esortato Tel Aviv ad agire con prudenza e responsabilità in risposta all'attacco di Teheran del 13 aprile. "Non sto parlando di fare marcia indietro. Sto parlando di prudente moderazione, che non è altro che forza", ha dichiarato la responsabile della diplomazia di Berlino. Il desiderio di pace degli altri Paesi della regione è "una delle armi più forti contro l'Iran", ha affermato Baerbock, secondo cui Teheran, che "si dice interessata alla causa palestinese, ha fatto capire chiaramente di essere completamente indifferente alle sofferenze della popolazione di Gaza: non permetteremo che gli occhi della comunità internazionale vengano distolti dalla popolazione di Gaza e dalla situazione degli ostaggi in questa situazione di tensione".

Israele diffonde foto Londra su X: "Fermate l'Iran prima che sia tardi"

''Fermate l'Iran adesso, prima che sia troppo tardi''. Ovvero prima che gli iraniani possano ''arrivare presto una città vicino a voi''. E' il messaggio che viene condiviso sull'account ufficiale di X dello Stato di Israele, che sceglie di diffondere un'immagine di Londra per avvertire del rischio che corrono le capitali europee. ''L'attacco missilistico del regime iraniano contro Israele questa settimana ha mostrato al mondo esattamente di cosa è capace l'Iran e cosa è disposto a fare'', recita il post. Viene, quindi, rivolto un appello a ''sanzionare il programma iraniano di missili balistici e dichiarare il Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane un'organizzazione terroristica, prima che sia troppo tardi''. Il post è stato condiviso il giorno in cui il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha incontrato in Israele il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

Mosca-Teheran, asse militare consolidato

Il riferimento ai caccia russi evidenzia l'asse Mosca-Teheran, consolidato nelle scorse ore con la telefonata tra Vladimir Putin e Raisi. Un "nuovo" scontro tra l'Iran e Israele avrebbe "conseguenze catastrofiche per l'intera regione", ha detto il presidente russo. Secondo una nota del Cremlino, Putin ha auspicato che "tutte le parti mostrino ragionevole moderazione".

La collaborazione tra Russia e Iran in ambito militare non è una novità. Nella guerra con l'Ucraina, i raid che quotidianamente Mosca effettua contro città e infrastrutture ucraine vengono attuati anche con l'impiego di droni Shahed, gli stessi che Teheran ha utilizzato per l'attacco contro Israele.

Usa e Ue annunciano nuove sanzioni contro Teheran

A seguito dell'attacco iraniano a Israele del fine settimana scorso, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro Teheran. Ad annunciarlo è stato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. "In seguito all'attacco aereo senza precedenti dell'Iran contro Israele, il presidente Biden si sta coordinando con gli alleati e i partner, compreso il G7, e con i leader bipartisan del Congresso, per una risposta globale", ha scritto in un comunicato. "Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro l'Iran, il suo programma di missili e droni, nonché nuove sanzioni contro le entità che sostengono il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e il Ministero della Difesa iraniano. Prevediamo che i nostri alleati e partner seguiranno presto con le loro sanzioni".

Sanzioni anche dall'Ue. Nel Consiglio Europeo "abbiamo deciso di mettere in atto sanzioni contro l'Iran" per l'attacco lanciato contro Israele. "E' un segnale chiaro che vogliamo lanciare". Lo ha annunciato il presidente Charles Michel, al termine della prima giornata di lavori del summit. "Riteniamo che sia molto importante interagire con i Paesi della regione per isolare l'Iran - continua - in modo da tentare di sostenere un processo di pace. Sosteniamo la sicurezza di Israele". Per Michel "l'idea è quella di prendere di mira le aziende che producono droni e missili", ma sono idee che verranno sviluppate "dal Consiglio" Ue, a livello quindi di ministri degli Esteri.

Bilaterale Tajani-Blinken, sanzioni a Iran segnale politico a Israele

Sono un segnale politico e di solidarietà a Israele, affinché la sua reazione non mandi la situazione in Medio Oriente fuori controllo, le sanzioni all'Iran sul quale c'è convergenza all'interno del G7 Esteri. E' quanto emerso dal bilaterale a Capri tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ed il segretario di Stato americano, Antony Blinken, i quali hanno concordato sulla necessità di accelerare le sanzioni contro gli individui iraniani legati alla produzione e alla commercializzazione di droni e missili balistici anche per convincere Israele alla moderazione nella sua attesa rappresaglia.

Blinken, in particolare, ritiene che il futuro di Israele sia in un contesto di integrazione politica e di sicurezza con i Paesi della regione - chiaro riferimento al processo di normalizzazione con i Paesi arabi e agli accordi di Abramo - e che questo sia l'orizzonte che Tel Aviv deve tenere ben presente qualora decidesse di reagire in maniera massiccia contro la Repubblica islamica. Uno scenario che appare sempre più probabile nonostante la contrarietà degli alleati. Il segretario di Stato ha fatto capire che i Paesi che possono continuino a dialogare con l'Iran per far capire a Teheran che l'attacco del 13 aprile, malgrado gli ayatollah lo ritengano 'telefonato', sia stato visto da Israele come una minaccia per la sua sicurezza. E l'Italia può essere uno degli interlocutori.

In merito alla crisi a Gaza, Tajani e Blinken hanno concordato sulla necessità di arrivare rapidamente a una tregua nella guerra tra Israele e Hamas, ottenere la liberazione degli ostaggi e l'ingresso massiccio di aiuti umanitari nell'enclave palestinese.

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Cronaca

Depardieu, il legale accusa Barillari: “Ha spinto la...

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Magda Vavrusova denuncia il fotografo: "Mi ha spinto, provo dolore"

Gerard Depardieu

Gerard Depardieu respinge le accuse e punta il dito contro il fotografo Rino Barillari per l'episodio che si è verificato oggi a Roma in via Veneto. "Il cosiddetto 're dei paparazzi' Rino Barillari, noto anche per le sue foto e per i suoi metodi aggressivi, ha spinto violentemente la compagna di Gérard Depardieu oggi nel cuore di Roma, Magda Vavrusova", scrive in una nota l'avvocato dell'attore, Delphine Meillet. La legale contattata dall'Adnkronos, ha sostenuto che la Vavrusava è rimasta "scioccata" dall'accaduto.

La versione del legale di Depardieu

"Il fotografo mi ha spinto toccandomi il busto e il petto con il braccio. In questo momento in cui presento la denuncia provo ancora dolore, è stato violentissimo", ha dichiarato agli agenti della Questura di Roma ai quali ha sporto denuncia per violenza, secondo quanto riferisce Meillet, spiegando che la donna "è in ospedale clinica ospedaliero-universitaria Policlinico Umberto I di Roma in questo momento" e che "questo fotografo, che non è al suo primo litigio, vanta quasi 170 emergenze mediche per aver litigato con celebrità che si rifiutavano di farsi fotografare".

Ricostruendo l'accaduto, l'avvocato Meillet poi spiega che "di fronte alla violenza della situazione, Gérard Depardieu, intervenuto tra i paparazzi e la sua compagna, è caduto ed è scivolato su di lui. Il famoso attore e la sua compagna sono saliti quindi in macchina, mentre il fotografo, nonostante tutto quello che era appena successo, persisteva nel tempestarli di foto. Barillari che in un'intervista ha risposto 'quando rincorri qualcuno e gli scatti una foto, cosa fai con quella foto? Hai bisogno di una storia. La lite era il momento della provocazione: se la persona rifiutava, le foto migliori le ottenevi quando la facevi arrabbiare' sarà perseguito per aver fabbricato la propria storia", conclude l'avvocato di Depardieu.

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Esteri

Russia, via a esercitazioni con armi nucleari

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L'annuncio del ministero della Difesa di Mosca

Vladimir Putin

La Russia ha dato il via alla prima fase delle esercitazioni con prove pratiche sulla preparazione e l'uso di armi nucleari non strategiche. Lo ha annunciato il ministero della Difesa di Mosca. Nell'ambito delle esercitazioni, le formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale stanno mettendo a punto i preparativi per il lancio dei missili del sistema tattico-operativo Iskander. Il personale delle unità aeree delle forze aerospaziali russe equipaggerà gli aerei con le armi, tra cui i Kinzhal ipersonici, con cariche speciali e si dirigerà verso le aree di pattugliamento, ha aggiunto il ministero della Difesa russo.

Dall'annuncio all'azione

L'avvio delle esercitazioni arriva a 2 settimane dalle prime comunicazioni. Il 6 maggio il ministero della Difesa preannunciava preparativi per le esercitazioni militari che avrebbero incluso l'utilizzo di "armi nucleari non strategiche" a fronte di quelle che descrive come "dichiarazioni e minacce provocatorie" da parte di "funzionari occidentali".

Le esercitazioni ordinate dal presidente Vladimir Putin "al fine di aumentare la prontezza delle forze nucleari tattiche a svolgere missioni di combattimento" coinvolgeranno "formazioni missilistiche del Distretto Militare Meridionale" ed è ipotizzabile quindi che le manovre avverranno non lontano dal confine con l'Ucraina.

Il quadro complessivo

L'iniziativa russa si è inserita in un quadro di crescente tensione, caratterizzato dalle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron sull'ipotesi di invio di soldati in Ucraina e dalla disponibilità di Estonia e Lituania a svolgere un ruolo che vada oltre la semplice fornitura di armi e aiuti.

A completare il mosaico, l'entrata in scena della Bielorussia che parteciperà alle esercitazioni nucleari. Mosca lo scorso anno ha dislocato armi nucleari tattiche - "diverse decine" secondo il presidente Aleksandr Lukashenko - anche sul territorio della Bielorussia.

Le armi in Bielorussia "sono strumenti di deterrenza. Difensive. Nessuno attaccherà con tali armi", ha dichiarato Lukashenko rendendo noto che Minsk "intende per la prima volta esercitarsi nell'uso di armi nucleari non strategiche". "Le manovre hanno solo natura difensiva", ha aggiunto.

Le forze militari "consegneranno munizioni speciali (le armi nucleari tattiche, ndr) alle unità delle forze aeree, le monteranno su lanciatori e aerei. Battaglioni assegnati ai missili Iskander e Polonez (missili che possono essere equipaggiati con testate nucleari, ndr) saranno dispiegati segretamente in posizioni segrete e si eserciteranno a dispiegare lanci di missili", ha aggiunto.

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Esteri

Sifilide e ‘super gonorrea’, l’allarme...

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"Malattie sessualmente trasmissibili in aumento in tutto il mondo"

Una coppia ()

Malattie sessualmente trasmissibili. "Crescono nella maggior parte del mondo", fa notare il direttore generale dell'agenzia Tedros Adhanom Ghebreyesus dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). "I nuovi casi di sifilide tra gli adulti di età compresa tra 15 e 49 anni sono aumentati di quasi 1 milione nel 2022, raggiungendo gli 8 milioni. E ci sono stati 230mila decessi correlati alla sifilide. Gli aumenti più elevati si sono verificati nella regione delle Americhe e in quella africana". Il report elenca il "forte incremento" delle infezioni sessualmente trasmesse fra le sfida, insieme a quelle poste in particolare dall'Hiv per la quale si osserva un "calo insufficiente delle nuove infezioni" e dai numeri delle epatiti virali che continuano a essere sostenuti. E poi ci sono i 'superbug': "I dati nuovi mostrano anche un aumento della gonorrea multiresistente", evidenzia il Dg Oms.

Nel 2023, si legge nella sintesi del rapporto, su 87 Paesi in cui è stata condotta una sorveglianza rafforzata della resistenza antimicrobica della gonorrea, 9 hanno riportato livelli elevati (dal 5 al 40%) di resistenza all'ultima linea di trattamento per la gonorrea, il ceftriaxone. L'Oms sta monitorando la situazione e, spiega il Dg Tedros, "ha aggiornato il trattamento raccomandato per ridurre la diffusione di questo ceppo di gonorrea multiresistente".

In generale, si legge ancora nella nota, "l'Hiv a livello globale, le epidemie di epatite virale e le infezioni a trasmissione sessuale continuano a rappresentare sfide significative per la salute pubblica, causando 2,5 milioni di morti ogni anno", secondo il rapporto Oms.

Nel dettaglio, il documento rileva che 4 malattie sessualmente trasmissibili curabili, cioè sifilide (Treponema pallidum), gonorrea (Neisseria gonorrhoeae), clamidia (Chlamydia trachomatis) e tricomoniasi (Trichomonas vaginalis), rappresentano oltre 1 milione di infezioni al giorno. Il rapporto rileva un aumento della sifilide adulta e materna (1,1 milioni) e della sifilide congenita associata (523 casi ogni 100mila nati vivi all'anno) durante la pandemia di Covid.

Nel 2022 sono stati poi registrati circa 1,2 milioni di nuovi casi di epatite B e quasi 1 milione di nuovi casi di epatite C. Il numero stimato di decessi per epatite virale è aumentato da 1,1 milioni nel 2019 a 1,3 milioni nel 2022, nonostante efficaci strumenti di prevenzione, diagnosi e trattamento, segnala l'Oms.

Quanto all'Hiv, le nuove infezioni "si sono ridotte solo da 1,5 milioni nel 2020 a 1,3 milioni nel 2022", rileva infine il report. I decessi legati a questo virus "continuano ad essere elevati": nel 2022 si sono verificate "630mila morti correlate all'Hiv, il 13% delle quali tra bambini di età inferiore ai 15 anni".

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