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Spettacolo

E’ morto il pianista Maurizio Pollini, aveva 82 anni

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Martedì 26 marzo la camera ardente al foyer del Teatro della Scala di Milano. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella: "Era un poeta del pianoforte"

Maurizio Pollini (Fotogramma)

E' morto il pianista Maurizio Pollini. Il maestro aveva 82 anni. Ne dà notizia il Teatro della Scala di Milano, che "piange" la sua scomparsa, "uno dei grandi musicisti del nostro tempo e un riferimento fondamentale nella vita artistica del Teatro per oltre cinquant'anni", si legge nella nota del Teatro milanese. "Il Sovrintendente Dominique Meyer, il Direttore Musicale Riccardo Chailly, i professori dell'Orchestra e i lavoratori scaligeri sono accanto alla moglie Marilisa, al figlio Daniele e a tutta la famiglia". La camera ardente del maestro Maurizio Pollini si terrà presso il foyer del Teatro alla Scala dalle 10 alle ore 14 di martedì 26 marzo.

"La notizia della scomparsa di Maurizio Pollini mi addolora profondamente". Con queste parole il maestro Riccardo Chailly, direttore musicale del Teatro alla Scala di Milano, ricorda Maurizio Pollini. "Il mondo della musica perde un interprete sommo. Dalla prima occasione insieme, al Festival di Edimburgo nell’81 con il Concerto di Schumann fino agli ultimi concerti scaligeri, anche nell’ambito del Progetto Pollini, con l’orchestra del Gewandhausorchester e la Filarmonica della Scala, il sodalizio con Pollini è stato intenso, frequente ed elettrizzante".

"Interprete rigoroso del grande repertorio ma artista sempre aperto alle novità e ai linguaggi del contemporaneo, Maurizio è stato un punto di riferimento per la Scala e per Milano stabilendo parametri esecutivi che hanno fatto la storia dell'interpretazione pianistica", conclude Chailly.

Allievo di Carlo Lonati e Carlo Vidusso, protagonista assoluto della scena concertistica internazionale fin dalla vittoria, diciottenne, al concorso Chopin di Varsavia nel 1960, Pollini è stato un interprete capace di rivoluzionare la percezione di autori come Chopin, Debussy e lo stesso Beethoven e promuovere con infaticabile dedizione l'ascolto delle avanguardie storiche, sopra a tutti Schönberg, e della musica d'oggi. Accanto alla sua grandezza di strumentista resta fondamentale la sua testimonianza sul ruolo stesso della musica, intesa come componente essenziale della cultura e della vita civile e come strumento di trasformazione della società.

Dal debutto l'11 ottobre 1958 all'ultimo recital il 13 febbraio 2023 Pollini ha suonato alla Scala 168 volte, cui si aggiungono gli incontri con gli studenti e le partecipazioni a giurie e convegni. Dopo i primi concerti diretti da Thomas Schippers e Sergiu Celibidache, con la serata del 23 ottobre 1969 prende avvio la collaborazione con Claudio Abbado, destinata a segnare la storia dell'interpretazione, ma anche la storia culturale della città di Milano. Il comune impegno per allargare il repertorio, in particolare alla seconda scuola di Vienna e alla nuova musica si coniuga a un eguale impegno ad allargare le platee in linea con l'impostazione di Paolo Grassi, che in quegli anni sviluppava nuove politiche per coinvolgere tutta la città nelle attività del Teatro.

Fondamentali anche le collaborazioni con Riccardo Muti e poi con Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, ma nel corso dei decenni si ricordano anche concerti con Carlo Maria Giulini, Pierre Boulez e Zubin Mehta. Al rapporto costruito negli anni con i musicisti scaligeri, sia in veste di Orchestra della Scala sia soprattutto in veste di Filarmonica, si aggiungono le apparizioni con grandi orchestre come i Wiener Philharmoniker (con Abbado) e il Gewandhausorchester di Lipsia (con Chailly) e numerose compagini, dedicate alla musica d'oggi, in particolare nei 'Cicli Pollini', promossi da Stéphane Lissner: l'Ensemble Intercontemporain, il Klangforum Wien, la Musikfabrik Köln, l'Experimentalstudio SWR.

Nel campo della musica da camera lo ricordiamo in particolare accanto a Salvatore Accardo, Toby Hoffmann, Margaret Batjer e Rocco Filippini. Ma al centro dell'ininterrotta presenza scaligera di Maurizio Pollini ci sono soprattutto i recital: dallo storico ciclo con le 32 sonate di Beethoven nel 1995 al sempre attesissimo concerto annuale in cui ricorrevano le stelle fisse del suo universo musicale: oltre ad alcune occasioni bachiane, Beethoven, Brahms, Chopin, Debussy, Schönberg, e Nono.

Addio al pianista-intellettuale dalla tecnica perfetta

Era malato da tempo e per questa ragione aveva cancellato gli ultimi concerti in programma. Musicista a tutto tondo, era stato anche direttore d'orchestra, Pollini era noto per la sua tecnica magistrale e per la sua continua ricerca della perfezione in tutto il vasto repertorio che eseguiva. Nato in una famiglia della borghesia illuminata milanese - era figlio dell'architetto Gino Pollini e della pianista Renata Melotti, a sua volta sorella dello scultore Fausto Melotti -. Pollini suscitò grande scalpore al Concorso Chopin di Varsavia, nel 1960, da cui uscì vincitore, per la sua esecuzione di 4 difficilissimi e complessi Studi di Chopin, tanto che il celebre pianista Arthur Rubinstein, componente della giuria, disse: "Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!". E il critico musicale esperto di pianismo, Piero Rattalino, presente all'esecuzione, aggiunse: "Questo giovane, o diventerà il più grande pianista del mondo, o finirà in manicomio!".

Pollini non finì in manicomio e divenne certamente uno dei più grandi pianisti del mondo, pubblicando, dopo la vittoria al concorso di Varsavia, diverse registrazioni di opere di Chopin per la Emi. Allievo dei corsi di perfezionamento di Arturo Benedetti Michelangeli, il quale diceva che c'era "ben poco da insegnare a Pollini", il giovane pianista iniziò un'importante carriera concertistica che lo portò nelle più importanti sale di tutto il mondo con le maggiori orchestre europee, americane e asiatiche. Il suo repertorio spaziava da Bach, Mozart e Beethoven a Chopin, da Schubert a Schoenberg fino a Stockhausen, Manzoni e Sciarrino. Il compositore Luigi Nono scrisse appositamente per Pollini '...Sofferte onde serene...', dedicando lo spartito al pianista e alla moglie Marilisa Marzotto, anche lei pianista.

Fondamentale nella sua vita l'amicizia con Claudio Abbado, il direttore d'orchestra scomparso dieci anni fa, con il quale condivise anche la passione politica. Celebre il suo concerto al Teatro Comunale di Bologna, nel gennaio del 1973, per denunciare gli orrori della guerra in Vietnam, seguito a un altro concerto, stavolta mancato, alla Società del Quartetto di Milano di pochi giorni prima, in cui aveva tentato di leggere un documento di protesta contro i bombardamenti americani in Vietnam, ma aveva dovuto lasciare la sala senza suonare. Eventi che diedero vita al 'caso Pollini' e che videro schierarsi diversi musicisti illustri (Claudio Abbado, Gianandrea Gavazzeni, Luigi Nono, Luciano Berio) in difesa dei diritti democratici e civili.

Mattarella: "Un poeta del pianoforte, ha dato lustro all'Italia"

"Desidero esprimere il mio profondo cordoglio per la scomparsa di Maurizio Pollini, pianista insigne, interprete rigoroso e ispirato di straordinarie pagine musicali, riferimento di generazioni di musicisti di tutto il mondo". E' quanto ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "Un poeta del pianoforte che nei suoi lunghi anni di straordinaria carriera ha dato lustro all’Italia sulla scena artistica internazionale. Alla sua famiglia esprimo le mie più sentite condoglianze”.

Fontana: "Scompare un pianista virtuoso e appassionato"

"Esprimo profondo cordoglio per la scomparsa dell’illustre maestro Maurizio Pollini" dichiara il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. "Il suo virtuosismo e la sua passione nell’interpretazione dei capolavori dei più grandi compositori classici resteranno una fonte di ispirazione per le giovani generazioni di pianisti. Giungano alla famiglia le mie più sentite condoglianze”.

La Russa: "Ha rappresentato la musica italiana nel mondo"

"La scomparsa del pianista e direttore d’orchestra Maurizio Pollini costituisce un grande lutto per la musica italiana che ha saputo rappresentare al meglio di fronte a tutto il mondo" dichiara il presidente del Senato, Ignazio La Russa. "Dotato di impressionante talento, è stato un protagonista della Scala di Milano. Le condoglianze, mie personali e del Senato della Repubblica, ai suoi cari".

Accademia Santa Cecilia: "Uno dei grandi del nostro tempo"

L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Presidente - Sovrintendente Michele dall'Ongaro, il Direttore Musicale designato Daniel Harding, il Direttore Emerito Antonio Pappano, l'Orchestra, il Coro e i lavoratori tutti piangono la scomparsa di Maurizio Pollini, uno dei grandi musicisti del nostro tempo e Accademico di Santa Cecilia dal 1978. Si è esibito in Accademia in oltre sessanta produzioni: è il 22 gennaio 1961 quando il giovane Pollini debutta con l’Orchestra ceciliana interpretando il Quarto concerto per pianoforte di Beethoven. Fu lui il protagonista, insieme a Myung-Whun Chung, dell’inaugurazione della Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma con la Fantasia corale di Beethoven il 21 dicembre 2002. La sua ultima esibizione a Santa Cecilia risale al 7 febbraio del 2022.

"Con la morte di Maurizio Pollini non solo piangiamo la scomparsa di un grande pianista, ma anche di un pezzo di fondamentale importanza della cultura del Novecento" ha dichiarato il presidente-sovrintendente dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Michele dall'Ongaro. "Lontano da ogni forma di narcisismo individualista - ha aggiunto dall'Ongaro - Pollini ha sempre messo gli autori e le loro opere, da Bach a Chopin, al centro della sua ricerca rigorosa e delle radici profonde del pensiero musicale. Questa lezione ha coinvolto anche tanti autori di oggi, come Stockhausen, Boulez, Nono, Manzoni, Sciarrino e prima ancora Schönberg, Webern, Berg e Debussy. Questa lezione si è allargata anche alle ragioni etiche e morali che guidano l'artista di oggi nelle sue nelle sue scelte musicali, intellettuali e civili. Un modo di pensare musicalmente la vita che diventerà materia di studio e di esempio per molte generazioni".

"Lunghissimo il rapporto tra Pollini e Santa Cecilia iniziato sin dalle prime tappe della sua carriera fino all'inaugurazione del nuovo Auditorium nell'anno 2002 con il coro e l'orchestra di Santa Cecilia diretti da Chung e che è proseguita fino a oggi con concerti, sempre seguitissimi da un pubblico festoso e pieno di giovani", ha concluso il presidente-sovrintendente di Santa Cecilia.

Maggio Fiorentino: "Aveva il pianoforte nel cuore e nelle dita"

"Facciamo fatica a crederlo: una delle figure artistiche più importanti del pianismo mondiale, un grandissimo interprete tra i massimi del nostro tempo, uno studioso delle note, il pianoforte nel cuore e nelle dita, Maurizio Pollini, si è spento oggi 23 marzo 2024 a Milano" scrive il Maggio Musicale Fiorentino sui suoi profili social. "Tutto il Maggio Musicale Fiorentino, con il maestro Gatti e il maestro Zubin Mehta partecipa, con profondo cordoglio il lutto ed è vicino alla famiglia del maestro Pollini". "È difficile menzionare tutte le volte, nella sua gloriosa carriera, che ha emozionato il pubblico fiorentino con le sue interpretazioni di Chopin, Mozart o Beethoven o di molti altri compositori classici e romantici ma ricordiamo con commozione il suo ultimo concerto del 29 ottobre 2022 quando con il maestro Zubin Mehta offrì a Firenze nella grande Sala del Teatro l’esecuzione del concerto K595 di Mozart", conclude il post del Maggio.

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Attualità

I nuovi casting per Mister Talent of Italy a Milano e poi a...

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È nato un nuovissimo concorso maschile: “Mister Talent of Italy“. Il concorso unisce bellezza e talento con l’obiettivo di scoprire personalità artistiche in grado di affermarsi nel mondo dello spettacolo, sia in Italia che a livello internazionale.

Questo progetto è un’iniziativa di GRSHOW, azienda specializzata nella produzione e organizzazione di grandi spettacoli ed eventi. Al cuore del concorso c’è l’idea di valorizzare e premiare la bellezza, non intesa come mero involucro, ma combinata con autentiche capacità attoriali. “Mister Talent of Italy” si caratterizza come un concorso itinerante, con casting organizzati in tutta Italia.

“Consapevoli di quanto il talento sia importante, ‘Mister Talent of Italy’ offrirà ai ragazzi che superano i casting e quindi, arrivano alla selezione finale, delle masterclass di specializzazione e formazione per esaltare il talento di ognuno”, sottolineano gli organizzatori .

Un particolare ringraziamento va a Matteo Leggieri, principale partner del concorso, che sostiene questa nuova e ambiziosa iniziativa. Il Sig. Leggieri ha espresso il suo entusiasmo per il progetto, motivato da una grande passione per l’arte e dalla convinzione di avere il dovere di promuovere e sostenere i giovani talenti, pilastri per la costruzione del futuro.

Con la preziosa consulenza nelle fasi finali del Dott. Rosario Porzio e il coinvolgimento di attori, modelli e sponsor nazionali, “Mister Talent of Italy” si preannuncia come un evento rivoluzionario, destinato a cambiare la vita dei partecipanti e a influenzare il futuro dell’arte in Italia.

Il Dott. Rosario Porzio, noto farmacista e manager nel campo dell’arte, sarà consulente alle finali nazionali e guiderà i candidati attraverso provini di recitazione, consigliando alla produzione i talenti più promettenti.

Per la prima edizione del concorso, il testimonial d’eccezione sarà Gennaro Lillio, top model internazionale e attore di successo, già impegnato in nuovi progetti cinematografici e televisivi. La sua figura rappresenta l’ideale di bellezza e talento per i partecipanti del concorso.

I prossimi casting si terranno a Milano il 4 e 5 maggio, e successivamente a Bologna l’11 e il 12 maggio. Le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito ufficiale www.mistertalentofitaly.it, dove è possibile trovare anche ulteriori dettagli sui luoghi e orari delle selezioni.

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Spettacolo

I tanti progetti di Giuseppe Pisacane

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Sono tanti i progetti che attendono nei prossimi mesi Giuseppe Pisacane, attore italiano con alle spalle un lungo curriculum fatto di esperienze teatrali, televisive e cinematografiche. Volto della soap Un posto al sole, in onda su Rai3, dove ha prestato, dal 2018 al 2021, il suo volto al personaggio di Nicola Iodice, Pisacane ha partecipato di recente al film Sinapsi, diretto da Mario Parruccini, che gli ha dato modo ancora una volta di mostrare la sua crescita e il grosso impegno che mette per affinare la sua arte.
Apparso in prodotti di successo come Il piccolo Mago, la serie Tutti pazzi per amore e I Musei dei papi della NHK Japan Broadcasting Corp, Pisacane ha studiato all’Actor’s Planet nel 201 sotto la guida di Rossella Izzo, ha partecipato ad alcuni workshop con Alexis Sweet e ha lavorato sul palcoscenico con Enrico Montesano. Inoltre, è competente pure nel doppiaggio, visto che ha studiato con Rossella Izzo presso Italia International Film. Si è inoltre diplomato presso il Conservatorio Teatrale, guidato dal Maestro G.B. Diotajuti, dove ha studiato con diversi insegnanti stimati, tra cui Mirella Bordoni e Luca Negroni.

Nelle ultime settimane, Giuseppe Pisacane ha preso parte a uno spettacolo sulla Passione di Cristo, dove ha interpretato Giuda dopo il ruolo di Gesù svolto nelle rappresentazioni precedenti. Perché, come lui stesso dice, ciò fa parte della “mia vita professionale, ho faccio il buono o il peggiore sulla faccia della terra”. Personaggi che gli danno possibilità di “cambiare, evolversi, diversificare”. Inoltre, ha potuto toccare con mano il lavoro del cinema di Hollywood, visto che ha stato scelto per un piccolo ruolo in The Equalizer. In attesa di altri personaggi, che sicuramente non tarderanno ad arrivare.

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Spettacolo

La ‘risposta’ di Amadeus a Presta, allo stadio...

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Dopo l'intervista dell'ex manager, Ama pubblica una Storia su Instagram con lo scatto e la celebre 'Buona Domenica' di Antonello Venditti

Amadeus con il figlio allo stadio. Foto da Instagram ufficiale

"Buona Domenica...". Una delle più celebri canzoni di Antonello Venditti e uno scatto social con il figlio allo stadio per tifare l'Inter. Questa l'unica 'risposta' di Amadeus alle dichiarazioni del suo ex manager Lucio Presta che oggi ha voluto dire la sua verità sulla recente rottura. Il conduttore del Festival di Sanremo 2024 "per la quinta volta", come si definisce lui stesso sulla sua pagina profilo ufficiale 'Amadeussonoio', sembra gettare, quindi, acqua sul fuoco delle polemiche e, visto che "non ha Facebook né Twitter", racconta la sua domenica su Instagram.

Il J'accuse di Lucio Presta

La rottura con Amedeus? "Il triste finale è che Giulio Andreotti aveva ragione" aveva detto l'ex manager in un'intervista al Giornale di questa mattina. "La gratitudine è il sentimento della vigilia e la sindrome rancorosa del beneficiato è una sindrome ascrivibile ai nostri giorni ed anche ai grandi personaggi". "Il primo Festival di Sanremo fatto insieme è risultato un capolavoro di complicità" ricorda. "Amadeus non sapeva neanche da dove si potesse iniziare a formulare un regolamento e ciò che ne consegue" e con lui e la sua famiglia "ho trascorso alcuni giorni a La Coruna, in Spagna, per scrivere interamente il regolamento che poi lui ha portato in Rai come opera sua", racconta l'agente, definendo il loro come un rapporto solido e di fiducia incondizionata, almeno "per quattro Festival".

Poco dopo l'inizio del lavoro per il quinto Sanremo, racconta il manager, "mi accorsi che qualcosa non andava. Presta racconta che Amadeus a giugno 2023 chiese, in relazione a Arena Suzuki, un programma prodotto da Arcobaleno Tre (la società di cui Presta ha venduto le quote ma rimane manager) "che gli venisse pagato dalla società la direzione artistica e che gli fossero riconosciuti il 100 per cento dei diritti della titolarità del format" e suo figlio in parte "cedette alle sue insistenze": "Gli riconobbe 90mila euro, oltre quelli versati negli anni precedenti e anch’essi - secondo Presta - non dovuti. Denaro che Ama ha fatturato regolarmente con la dicitura 'direzione artistica', contravvenendo così alla circolare della Vigilanza Rai".

"Sinceramente credo sia stato spinto a farlo, non riconosco lui in questo gesto", aggiunge il manager, spiegando che successivamente Amadeus gli "annunciò la sua intenzione di voler interrompere il rapporto dopo la fine del Festival". Per poi, "alcuni giorni dopo" scrivergli un messaggio "dicendo che preferiva interrompere subito il nostro rapporto perché la mia presenza lo avrebbe messo a disagio al Festival". "In quella circostanza mi ha confermato che avrebbe onorato il pagamento delle mie spettanze fino a fine contratto (agosto 2024)", salvo poi comunicare "che intendeva pagare solo fino a dicembre. Per questo è stata data disposizione all’ufficio legale di tutelare i miei interessi".

 

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