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Salute e Benessere

Bertolino, Ale&Franz e Raul Cremona in scena al...

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Bertolino, Ale&Franz e Raul Cremona in scena al Niguarda per il Centro Nemo Milano

Il 28 gennaio la comicità milanese protagonista per dare uno 'schiaffo alla Sla'

Bertolino, Ale&Franz e Raul Cremona in scena al Niguarda per il Centro Nemo Milano

La grande comicità della tradizione milanese entra negli spazi dell’Asst grande ospedale metropolitano Niguarda, che diviene teatro per una sera con lo spettacolo “Uno Slavadent alla Sla”, in programma domenica 28 gennaio 2024, dalle ore 19.30, per sostenere le attività di ricerca e cura del Centro Clinico Nemo di Milano, il centro esperto sulla Sla e le malattie neuromuscolari. Uno spettacolo – si legge in una nota - dal sapore irriverente, ideato e diretto da Enrico Bertolino, con la partecipazione straordinaria di Ale e Franz, Raul Cremona e degli Jaga Pirates, che porta il teatro e l’arte negli spazi di cura dello storico nosocomio della città meneghina e per dare, almeno per una sera, uno “schiaffo alla Sla”, proprio con quel modo di dire schietto e ironico del dialetto lombardo.

’Una serata di comicità e risate per uno scopo nobile come quello di raccogliere fondi a sostegno di un centro d’eccellenza come il Nemo di Milano – dichiara Enrico Bertolino - Regalare un sorriso è quello che nel nostro piccolo possiamo fare, per dare speranza a chi vive ogni giorno con una malattia neurodegenerativa. Insieme agli amici, che saranno con me sul palco in questa importante iniziativa, ci auguriamo di portare un sorriso a tutti i medici, ricercatori e operatori sanitari in prima linea per l’assistenza e la cura”.

Per una sera, infatti, la galleria del Blocco Sud del Niguarda, abitata ogni giorno da centinaia di pazienti e famigliari per prenotare esami clinici e visite specialistiche, si trasformerà in un teatro. Seggiole degli spazi d’attesa come poltrone di platea; una pedana per palcoscenico; giochi di luce per illuminare la meravigliosa volta vetrata, la musica degli artisti Tiziano Cannas Aghedu e Raffaele Kohler, le grafiche di Enrico Bettella e in un istante la magia si avvera. Il teatro diventa cura, nell’ospedale della città che è per eccellenza “luogo di cura e cultura per la salute”.

“La partnership tra l'Ospedale Niguarda e il Centro clinico Nemo è storica e consolidata, con una collaborazione che si protrae da oltre 15 anni - commenta Marco Bosio, direttore generale del Niguarda - È quindi un onore per la nostra struttura condividere questo progetto e diventare teatro di un’iniziativa solidale che porta risate e spensieratezza supportando le attività di una realtà così importante come il Nemo".

L’idea dell’evento – dettaglia la nota - prende forma lo scorso settembre al Centro clinico Nemo di Milano, quando Enrico Bertolino incontra il team degli operatori, insieme agli amici InterNati, il gruppo whatsapp dei 107 tifosi dai volti noti del mondo delle professioni, della cultura, dell’arte, della musica, del food e della televisione, che fanno della loro fede calcistica per l’Inter anche un’opportunità di solidarietà. Un incontro nato dal racconto di Luca Leoni, uno degli InterNati più appassionati che, nel reparto della sede milanese del network clinico, affronta la sua partita più grande con la Sla. E proprio al Nemo verranno devolute tutte le donazioni raccolte in occasione della serata.

“Siamo grati ad Enrico Bertolino e agli artisti che insieme a lui hanno scelto di mettere il loro talento al servizio della nostra comunità di persone con Sla e malattie neuromuscolari – dichiara Alberto Fontana, presidente dei Centri Clinici Nemo – Il 28 gennaio di quasi sedici anni fa abbiamo aperto a Milano le porte al nostro primo paziente. Da allora ci siamo presi cura di circa 20.000 famiglie in quello che oggi è un network di sette sedi su tutto il territorio nazionale. Celebrare questo viaggio con una serata che unisce arte, spettacolo e cultura è un privilegio per tutti noi”. Non solo, il valore dell’appuntamento è dato anche dalla presenza di ben cinque chef volontari dell’Associazione Slafood, che offriranno agli ospiti un aperitivo pensato per l’occasione. Ancora una volta, gli chef hanno risposto senza riserve alla chiamata del loro presidente, Davide Rafanelli, la cui storia di malattia e di tenacia esprime appieno la missione dei Centri Nemo. La serata gode del patrocinio istituzionale di Aisla, l’Associazione nazionale punto di riferimento per l’assistenza delle persone con Sclerosi laterale amiotrofica e tra i soci fondatori dei Centri clinici Nemo. L’evento ha altresì il sostegno di Jesurum Leoni Comunicazione. È possibile da oggi prenotare il proprio posto all’evento con una donazione a partire da 40 euro, alla sezione del sito del Centro Nemo https://www.centrocliniconemo.it/sostienici/uno-slavadent-alla-sla/

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Salute e Benessere

“Italia vieti sculacciate ai bambini”,...

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I medici inglesi chiedono di chiarire in norme che non esistono punizioni fisiche ragionevoli. Farnetani: "Meglio dire quei no che aiutano a crescere"

Bambino che piange - ()

La sculacciata quando il bambino esagera con capricci estremi e comportamenti tanto sbagliati? "Mai. Anche in Italia andrebbero vietate espressamente". E' l'appello lanciato dal pediatra Italo Farnetani. Il tema delle punizioni fisiche è tornato nuovamente sotto i riflettori nei giorni scorsi in Uk, sulla scia della presa di posizione dei pediatri del Royal College of Pediatrics and Child Health (Rcpch), in un report che espone tutte le "ragioni sanitarie, educative e legali" a supporto di una modifica legislativa finalizzata a rimuovere il concetto di 'punizione ragionevole' e a "proibire ogni punizione fisica verso i bambini in Inghilterra e Irlanda del Nord". E infatti, hanno osservato i camici bianchi britannici, se la Scozia e il Galles sono nel gruppo degli "oltre 60 Paesi del mondo che hanno adottato misure per garantire ai bambini la stessa protezione dalle aggressioni che hanno gli adulti", in Inghilterra e Irlanda del Nord ancora "un genitore può avvalersi della difesa della 'punizione ragionevole' per giustificare la punizione fisica di un bambino in certe circostanze", ad esempio nel caso di uno schiaffo o uno scapaccione.

Cosa succede in Gran Bretagna

Il problema sollevato oltremanica, come spiegato dall'esperto del Rcpch Andrew Rowland, riguarda la "natura vaga delle leggi" in questione ed evidenzia che "non devono esserci zone grigie quando si tratta di tutelare i bambini", esortando a cambiare le normative in Inghilterra e Irlanda del Nord per garantire "assoluta chiarezza" sul fatto che "non ci sono casi in cui è accettabile o legale schiaffeggiare un bambino". Sul fronte italiano, Farnetani si dice "perfettamente d'accordo con i colleghi inglesi", spiega all'Adnkronos Salute. Le sculacciate andrebbero vietate "non solo per un motivo di scelta pedagogica, ma ancora prima per evitare proprio una violenza nei confronti dei bambini, per evitare l'autoritarismo da parte degli adulti di riferimento (genitori, insegnanti)".

In altre parole, "qualunque tipo di punizione corporale nei confronti di un bambino o di un adolescente è una forma di violenza, di sopraffazione e di autoritarismo e non ha nessuna giustificazione dal punto di vista psicopedagogico", evidenzia il professore ordinario di pediatria dell'Università Ludes-United Campus of Malta. "Fa solo cadere l'autostima del bambino e sicuramente non ottiene effetti educativi. Non li deve adottare nessuno, tantomeno i genitori. Perché se lo fanno sono genitori violenti, non autorevoli. I genitori autorevoli mettono i limiti ai figli: sono i famosi 'no che aiutano a crescere'".

"I limiti sono fondamentali per l'educazione del bambino e i genitori li devono mettere e li devono far rispettare dai figli, ma devono farlo spiegando loro le motivazioni, attuare un dialogo e convincerli delle ragioni per cui hanno imposto delle regole. Il genitore autorevole non ha bisogno della violenza delle percosse per educare il figlio, dunque, ma del dialogo continuo con loro", continua Farnetani.

Nel rapporto dei pediatri britannici, si entra nel merito degli impatti negativi sulla salute delle punizioni fisiche durante l'infanzia, spiegando che questi effetti sono "ben documentati". I bambini che subiscono punizioni fisiche hanno "quasi tre volte (2,6 volte) più probabilità di sviluppare una salute mentale peggiore e hanno più del doppio (2,3 volte) delle probabilità di sperimentare gravi aggressioni fisiche e abusi. La punizione fisica aumenta anche la probabilità di problemi comportamentali durante l’infanzia, rapporti più scadenti con i genitori e la famiglia e casi di aggressività più avanti nella vita".

"I genitori devono spiegare i limiti imposti e farli rispettare in modo preciso senza ricorrere ad altro che a parole ferme e autorevoli. Perché non va dimenticato che da violenza nasce violenza. E anche una sculacciata lancia un messaggio in questo senso". In pratica comunica ai bambini che per ottenere il rispetto delle regole si può usare la forza. E, conclude Farnetani, "anziché ottenere risultati, questi genitori avranno l'effetto opposto di allevare figli violenti".

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Salute, Fatale (J&J MedTech): “Al fianco di Sicob...

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Durante il 32esimo Congresso nazionale della Società italiana chirurgia dell'obesità dal titolo 'Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica', presso Giardini Naxos.

Salute, Fatale (J&J MedTech):

"La partnership consolidata che da anni ci vede al fianco della Sicob ha come obiettivo comune quello di offrire le migliori cure possibili per il paziente obeso. L'obesità è una malattia complessa che deve essere riconosciuta e trattata come tale. Ecco perché è importante offrire le cure migliori e che i pazienti si affidino a centri di eccellenza dove, tramite un approccio multidisciplinare, si sa trattare il paziente lungo tutto il suo percorso”. Così Patrizio Fatale, General Manager Ethicon Italia in occasione del 32esimo Congresso nazionale della Società italiana chirurgia dell'obesità dal titolo 'Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica', in corso presso Giardini Naxos (Messina).

Johnson & Johnson MedTech è presente anche quest'anno all'appuntamento Sicob per ribadire il proprio impegno in merito a due aspetti fondamentali quali l’innovazione e la formazione dei chirurghi. “Abbiamo investito molto nella formazione - osserva Fatale - perché crediamo che nelle mani dei chirurghi sia possibile fare la magia e curare i pazienti nel modo migliore. Abbiamo un progetto che punta proprio a formare giovani chirurghi nella gestione del paziente obeso ed elevare non solo le capacità chirurgiche, ma anche aumentare le capacità del sistema di curare pazienti obesi”.

Altro aspetto fondamentale è quello della comunicazione, in merito al quale Fatale ritiene che, essendoci “uno stigma nei confronti dell'obesità sia fondamentale lavorare insieme alla comunità scientifica per offrire le migliori informazioni possibili ai pazienti, così che possano scegliere il trattamento migliore”.

Una presenza, quella della Johnson & Johnson MedTech - riports uns nota - che conferma il successo delle edizioni precedenti, con l’organizzazione del consueto Training Village, che prevede due giorni di sessioni pratiche dedicate alla formazione dei chirurghi presenti all’evento. E, sempre relativamente all'innovazione, il general manager di Ethicon Italia ha ribadito che “quest’anno per J&J MedTech il congresso rappresenta anche una importante occasione per parlare delle ultime innovazioni a servizio della chirurgia bariatrica". "Per noi l'innovazione è il cuore di come operiamo come azienda - ha spiegato - Ogni prodotto che sviluppiamo è il frutto di uno studio attento della biologia e dell'anatomia del paziente e anche dell'utilizzo che il chirurgo fa dello strumento stesso. Quindi cerchiamo di unire la biologia con la tecnologia e cerchiamo di raccogliere il feedback di centinaia di chirurghi quando sviluppiamo un nuovo prodotto". Quest'anno "portiamo qui anche le nostre ultime innovazioni e confermiamo il nostro impegno per la riduzione delle complicanze chirurgiche e per una maggiore sostenibilità e accessibilità delle cure per i pazienti” conclude.

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Salute, Navarra (Sicob): “Contro l’obesità...

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'Calo nella vocazione chirurgica, noi impegnati per stimolare la curiosità e l'entusiasmo dei giovani verso la chirurgia'

Salute, Navarra (Sicob):

“Possiamo affrontarla con la dieta, con trattamenti cognitivo comportamentali, con l'incremento dell'attività fisica, con i farmaci e con la chirurgia. Gli attori che hanno in mano singole armi per la battaglia contro l'obesità devono sedersi attorno a un tavolo, così come succede tutti i giorni negli ospedali, e scegliere la strategia più giusta per il singolo paziente e per il singolo momento della sua vita”. Così il presidente della Società italiana di chirurgia dell'obesità e delle malattie metaboliche Giuseppe Navarra, in occasione del 32° Congresso nazionale della Sicob dal titolo 'Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica', in corso presso Giardini Naxos (Messina).

"C'è un calo nella vocazione per la chirurgia: sempre meno giovani vogliono fare il chirurgo e non vorremmo - ha aggiunto Navarra - che in futuro li si dovesse far venire da fuori. Quindi è importante stimolare la curiosità e l'entusiasmo dei giovani verso la chirurgia. Noi, come altre società, abbiamo rivolto grande attenzione e impegnato un notevole impiego di risorse per stimolare il loro entusiasmo e la oro curiosità e negli ultimi anni siamo stati ripagati”.

Rispetto poi al valore di una partnership consolidata come quella con J&J MedTech, Navarra ha sottolineato che si tende “a una qualità e a una sicurezza sempre maggiori per le cure e quindi l'elemento formazione è fondamentale. Questa partnership si è creata intorno a un bene comune che è la formazione del chirurgo che segue e agisce sull'obesità. Già da 3 anni si è creato un ciclo di attività che l'anno scorso è stato premiato come uno dei migliori progetti in questo ambito e siamo molto soddisfatti e speranzosi che questa collaborazione continui a lungo nel futuro” conclude.

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