Israele, Corte Aja ordina stop offensiva su Rafah ma raid continuano
Egitto e Qatar medieranno sulla base delle nuove linee guida messe a punto a Parigi. All'indomani della sentenza dell'Aia che intima lo stop all'offensiva israeliana su Rafah lo Stato ebraico continua con i suoi attacchi. Gaza: "20 palestinesi uccisi in raid, colpita una scuola"
Israele, gli Stati Uniti e il Qatar hanno concordato di riprendere i negoziati per ottenere il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza e una tregua con Hamas. Lo scrive il sito di informazioni Walla secondo il quale l'Egitto e il Qatar medieranno nuovi negoziati in settimana sulla base delle nuove linee guida messe a punto a Parigi dal direttore della Cia William Burns, dal capo del Mossad David Barnea e dal primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdulrahman al-Thani. E' da aprile che non si registrano progressi nei negoziati.
Intanto all'indomani della sentenza della Corte suprema delle Nazioni Unite che ha ordinato a Israele di fermare “immediatamente” l'assalto militare alla città meridionale di Gaza, Rafah, affermando che la situazione umanitaria nel territorio palestinese è “disastrosa”, Israele continua con gli attacchi.
Gaza: "20 palestinesi uccisi in raid israeliani, colpita una scuola"
Venti palestinesi sono morti in raid israeliani nel nord della Striscia di Gaza, riferisce l'agenzia palestinese Wafa, che cita fonti mediche secondo cui fra le vittime vi sono donne e bambini. Stando alle fonti, dieci persone sono morte e altre 17 sono rimaste ferite a causa di bombardamenti che hanno colpito una scuola nella zona di Safatwi a Gaza City. Altre dieci persone - tutti civili - sono morte e diverse sono rimaste ferite in un raid che ha preso di mira un'abitazione a Beit Hanoun.
E sarebbe salito a 35.903 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nella Striscia di Gaza da quando è iniziata la rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. A fornire i dati è il ministero della Sanità di Gaza City aggiungendo che 80.420 palestinesi sono rimasti feriti nell'offensiva militare israeliana. Solo nelle ultime 24 ore sono stati uccisi 46 persone e altre 130 sono rimaste ferite, riferiscono fonti da Gaza.
Sia ieri che oggi infatti i media hanno denunciato nuovi raid sulla Striscia di Gaza, anche a Rafah. Secondo l'agenzia palestinese Wafa che cita fonti mediche locali, una persona è morta in un raid aereo sulla città di Rafah e i caccia israeliani hanno poi colpito un'abitazione nel quartiere di al-Sabra, a sud di Gaza City, provocando la morte di una donna e il ferimento di altre persone. Secondo la Wafa, le due vittime sono civili.
Ieri la Bbc ha riferito di raid sul campo profughi di Shaboura, nel centro di Rafah. La rete britannica ha citato un attivista che si trova nel vicino ospedale kuwaitiano e ha parlato di boati terrificanti e dense colonne di fumo sul campo di Shaboura. Anche il Times of Israel ha rilanciato la notizia da fonti palestinesi che riferivano di un massiccio raid aereo israeliano nella zona di Shaboura.
La sentenza
''La Corte non è convinta che gli sforzi di evacuazione e le relative misure che Israele afferma di aver intrapreso per rafforzare la sicurezza dei civili nella Striscia di Gaza, e in particolare di quelli recentemente sfollati dal governatorato di Rafah, siano sufficienti ad alleviare l’immenso rischio che cui è esposta la popolazione palestinese a causa dell’offensiva militare a Rafah'', ha dichiarato il presidente della Corte internazionale di giustizia dell'Aia Nawaf Salam. ''Israele - ha aggiunto - deve adottare misure efficaci per garantire il libero accesso alla Striscia di Gaza a qualsiasi commissione d’inchiesta o organo investigativo incaricato dagli organi competenti delle Nazioni Unite di indagare sulle accuse di genocidio''.
La Corte ha ordinato alle autorità israeliane di presentarsi entro un mese in tribunale per riferire sui progressi compiuti rispetto alle misure indicate oggi. Finora, ha sottolineato il giudice, le misure provvisorie adottate da Israele dopo il precedente verdetto della Cig su Gaza non hanno affrontato pienamente le conseguenze della situazione.Il Sudafrica ha giustificato la sua richiesta alla CIG sostenendo che le precedenti misure della Corte in relazione alla guerra di Gaza erano inadeguate.
La reazione di Israele
Israele ha respinto la sentenza: “Le accuse di genocidio mosse dal Sudafrica contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia sono false, oltraggiose e moralmente ripugnanti”, hanno dichiarato in una nota congiunta il capo del Consiglio di sicurezza nazionale e il portavoce del ministero degli Affari esteri. Israele è "obbligato a continuare a combattere per far tornare i suoi ostaggi e garantire la sicurezza dei suoi cittadini, in qualsiasi momento e luogo, anche a Rafah", ha dichiarato il ministro del gabinetto di guerra israeliano e leader del partito Unità nazionale, Benny Gantz, in una nota diffusa a seguito di un colloquio telefonico avuto con il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dopo l'ordinanza della Corte internazionale di giustizia (Cig) su Rafah. "Continueremo ad agire secondo il diritto internazionale a Rafah e ovunque operiamo, e faremo ogni sforzo per evitare di recare danno alla popolazione civile. Non per il Tribunale dell'Aja, ma soprattutto per quello che siamo", ha aggiunto. ''Fermare la guerra contro Hamas'', come chiesto dalla Corte internazionale di giustizia, equivarrebbe a ''un suicidio collettivo'', ha dichiarato il portavoce del governo di Israele David Mencer parlando alla Bbc. "Non c'è potere al mondo che ci possa spingere a commettere un suicidio pubblico, perché è di questo che si tratta se fermiamo la nostra guerra contro Hamas", ha detto Mencer.
L'Autorità Palestinese dal canto suo ha chiesto di aumentare la pressione internazionale su Israele dopo la decisione della Corte Internazionale di Giustizia. La comunità internazionale dovrebbe costringere Israele ad attuare la decisione, ha dichiarato in una dichiarazione pubblicata a Ramallah venerdì. L'Autorità ritiene che la decisione della Corte confermi l'opinione che Israele stia commettendo crimini di guerra.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha dichiarato che le decisioni della Corte internazionale di giustizia sono “vincolanti” e “confida che le parti si conformino debitamente all'ordine della Corte”, ha dichiarato il suo portavoce Stéphane Dujarric. “In conformità con lo Statuto della Corte, il Segretario generale trasmetterà prontamente al Consiglio di sicurezza la notifica delle misure provvisorie ordinate dalla Corte”, ha dichiarato.
Sebbene le sentenze del massimo tribunale delle Nazioni Unite siano vincolanti, non ha modo di imporne il rispetto. Può però chiedere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di agire.
Tajani riceve premier Anp Mustafa
Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato il primo ministro e ministro degli Esteri e degli Emigrati dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Mustafa. “L’Italia, grazie alle sue posizioni equilibrate, vuole svolgere un ruolo di ponte e lavorerà con sempre maggiore intensità affinché si chiuda questa fase dello scontro militare a Gaza. In questo si inserisce la visita a Roma del Primo Ministro palestinese, che è la prima in Europa dal suo insediamento”, ha commentato Tajani. “Ho informato Mustafa - ha aggiunto - che il Governo ha disposto nuovi finanziamenti a favore della popolazione palestinese, per un totale di 35 milioni di euro, che vanno ad aggiungersi a quanto già fatto in risposta alla crisi".
“Siamo molto fieri che la nostra visita in Europa sia iniziata dall’Italia. Ringrazio il Governo italiano e il Ministro Tajani per l’invito. Apprezziamo, il ministro Tajani, il suo impegno per la pace e per il processo politico”, ha detto Mustafa a Tajani nel loro incontro alla Farnesina.
Esteri
Attacco a Gerusalemme, spari contro bus: grave un 12enne
E' caccia all'uomo che sarebbe fuggito in auto
Un ragazzino di dodici anni è rimasto gravemente ferito in una sparatoria vicino a Gush Etzion a sud di Gerusalemme. Altre quattro persone sono rimaste ferite nell'attacco, che l'Idf sospetta di matrice terroristica. Secondo le prime ricostruzioni, un uomo avrebbe fatto fuoco contro l'autobus 291 partito da Beitar Illit e diretto a Gerusalemme. È in corso la caccia all'uomo che, dopo la sparatoria, è fuggito a bordo di una Bmw verso Hebron. Circondata l'area con posti di blocco.
Risoluzione Onu per il cessate il fuoco a Gaza
L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede un cessate il fuoco immediato e incondizionato a Gaza. La risoluzione, adottata tra gli applausi con 158 voti favorevoli, 9 contrari e 13 astensioni, chiede "un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente" e "il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi", simile al testo bloccato qualche settimana fa in Consiglio di Sicurezza da un veto americano.
Katz a Austin: "Vicini ad accordo per rilascio tutti ostaggi"
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha detto al capo del Pentagono Lloyd Austin che ''in questo momento c'è la possibilità di arrivare a un accordo che consenta, si spera, il rilascio di tutti gli ostaggi'' ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. E, tra questi, ''anche degli ostaggi americani''.
Raid Idf su Gaza, 9 civili uccisi
Nove civili palestinesi, tra cui la giornalista Iman Al-Shanti e suo figlio Bilal, sono stati uccisi in una serie di raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza. Lo riferisce l'agenzia di stampa Wafa spiegando che cinque civili, tra cui la giornalista e suo figlio, sono stati uccisi in un raid aereo che ha colpito un edificio residenziale nel quartiere di Sheikh Radwan a Gaza City. Un civile è stato poi ucciso nel campo sfollati di al-Maghazi e un'altra vittima è stata registrata a est di Deir al-Balah. Altri due cittadini sono stati uccisi nella zona di al-Mawasi a ovest di Rafah.
Esteri
Siria, Israele e i raid: tra nodo sicurezza e nuovo rischio...
Dopo il crollo del regime di Bashar al-Assad, la 'risposta' israeliana in nome della "sicurezza" attira critiche e solleva preoccupazione fra gli analisti per le possibili ripercussioni
Una campagna di operazioni militari in Siria "eccezionale per forza e portata". Che aggiunge "un'altra pericolosa variabile alla situazione in rapida evoluzione" nel Paese". Scrivono così i giornali americani dopo il crollo del regime siriano di Bashar al-Assad che ha innescato una 'risposta' da parte di Israele, in nome della "sicurezza", con raid contro obiettivi militari e truppe nel Golan siriano per la prima volta in 50 anni. Nessun commento, nessuna reazione, almeno per ora da Hayat Tahrir al-Sham (Hts), il gruppo che ha guidato l'offensiva fulminante delle forze anti-Assad.
Intanto, il Cremlino non risparmia critiche a Israele e torna a insistere per la rapida "stabilizzazione" della Siria, assicurando che Mosca - che negli anni passati è stata tra i principali sostenitori di Bashar al-Assad - è in contatto con tutte le forze politiche attualmente presenti nel Paese arabo. Diversi Paesi arabi hanno accusato di sfruttare la situazione della Siria per occupare altri territori.
Campagna israeliana "nuova pericolosa variabile"
La campagna militare israeliana, evidenzia il Nyt, è stata "eccezionale per forza e portata", nel tentativo di "assicurare che chiunque finisca al potere in Siria sia significativamente disarmato". Gli analisti sottolineano come i bombardamenti su vasta scala di questa settimana siano stati molto più ampi e devastanti rispetto a quelli condotti in passato. Hanno colpito anche l'infrastruttura in Siria che l'Iran ha utilizzato per trasferire armi a Hezbollah in Libano. Immagini arrivate ieri dalla Siria mostravano navi affondate, hangar e edifici crollati.
La Repubblica Islamica, ha detto ieri la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, "è forte e potente e diventerà solo più potente". Israele sta "smantellando l'asse del male dell'Iran", ha replicato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in dichiarazioni apparse come una forma di risposta indiretta all'85enne Khamenei.
"La campagna aerea intensificata, in parallelo alla prima operazione di terra israeliana in territorio siriano dalla guerra dello Yom Kippur del 1973, ha attirato le condanne internazionali e aggiunto un'altra pericolosa variabile alla situazione in rapida evoluzione in Siria, dove i gruppi armati stanno cercando di creare un nuovo ordine politico", scrive il Washington Post.
Il giornale sottolinea come Hts resti per lo più preoccupato dalla gestione della transizione da forza militare a politica, mentre fa i conti con casse vuote e carenza di generi alimentari. Nel Paese, dove restano circa 900 militari americani, altri gruppi armati - come evidenzia il giornale - sono ancora in lotta per l'influenza.
Raid, rischio ripercussioni con altra benzina sul fuoco
Martedì i militari israeliani hanno confermato di aver effettuato circa 480 raid in Siria in due giorni e il ministro della Difesa, Israel Katz, ha parlato delle attività della Marina, che "ha operato con grande successo la notte scorsa per distruggere la flotta siriana". Israele afferma di distruggere asset per evitare che finiscano in mano agli estremisti.
Tutto dopo anni di raid attribuiti a Israele e mesi in cui si erano intensificate le notizie di operazioni contro depositi di armi di Iran e degli Hezbollah libanesi, che con la Russia di Vladimir Putin sono stati tra i principali sostenitori del leader siriano Bashar al-Assad.
Le operazioni militari israeliane in Siria rischiano di avere "ripercussioni oltre le intenzioni degli israeliani", ha avvertito Ryan C. Crocker, ex ambasciatore Usa in Siria, durante un evento al Middle East Institute. E sul Golan ha chiarito che una presenza a lungo termine nell'area "potrebbe aggiunge benzina al fuoco".
Quindi, è il ragionamento di Crocker, gli israeliani "devono stare molto attenti a non innescare un nuovo attivismo diretto contro di loro".
La Siria sarà con tutta probabilità al centro della prossima visita in Turchia - annunciata da Ankara per venerdì - del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che negli ultimi giorni ha sentito almeno due volte il capo della diplomazia turca, Hakan Fidan, per parlare degli sviluppi nel Paese arabo.
Era ad Ankara il riferimento di ieri di Khamenei, che non ha puntato direttamente il dito contro la Turchia, ma ha accusato "un Paese vicino della Siria" di aver "chiaramente avuto un ruolo in questa vicenda" e di continuare "ad averlo" nell'ambito di un "complotto" che per la Guida Suprema vede in Usa e Israele "i principali responsabili".
Esteri
Ucraina-Russia, Orban: “Zelensky rifiuta...
Il premier ungherese sente Putin e addossa a Zelensky la responsabilità per la prosecuzione del conflitto
L'Ucraina rifiuta la tregua di Natale nella guerra con la Russia? Tutto falso. Ad alimentare il caso sono le parole di Viktor Orban. Il premier ungherese monopolizza l'attenzione con una telefonata a Vladimir Putin e chiama in causa Volodymyr Zelensky. Sarebbe stato il presidente ucraino a rifiutare l'ipotesi di una tregua di Natale con scambio di prigionieri.
"Alla fine della presidenza ungherese dell'Ue, abbiamo compiuto nuovi sforzi per la pace. Abbiamo proposto un cessate il fuoco a Natale e uno scambio di prigionieri su larga scala. È triste che il presidente Zelensky abbia chiaramente respinto ed escluso questa possibilità. Abbiamo fatto quello che potevamo", le parole di Orban.
A stretto giro, Kiev ha smentito categoricamente di aver affrontato il tema con Orban, che a luglio ha fatto visita a Zelensky nella capitale ucraina e si è sostanzialmente proposto come mediatore senza nessun mandato dell'Ue.
La smentita di Kiev
Il consigliere della presidenza ucraina Dmytro Lytvyne, in un messaggio ai media, ha giudicato totalmente prive di fondamento le esternazioni di Orban: "Come sempre, la parte ungherese non ha discusso con l'Ucraina e, come sempre, l'Ungheria non ha avvertito Kiev dei suoi scambi con Mosca", si legge nel messaggio.
Zelensky, del resto, anche nei recenti incontri con il nuovo presidente americano Donald Trump e con il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito la posizione di Kiev: per dire sì ad una tregua e fermare la guerra servono garanzie e, in particolare, serve l'invito della Nato all'Ucraina, che ritiene indispensabile agganciarsi al treno dell'Alleanza Atlantica.
La telefonata Orban-Putin
Orban ha fornito la sua versione dopo il contatto diretto con il Cremlino. "Ho avuto una conversazione telefonica di un'ora con il presidente Putin. Queste sono le settimane più pericolose della guerra Russia-Ucraina. Stiamo adottando tutte le misure diplomatiche possibili per sostenere un cessate il fuoco e colloqui di pace", ha scritto il premier ungherese su X dopo il colloquio con il presidente russo.
Anche il Cremlino ha reso nota la telefonata spiegando che Putin e Orban si sono scambiati i loro punti di vista sulla situazione in Ucraina. Il premier ungherese, che lunedì ha visto Donald Trump a Mar-a-Lago, ha proposto una "soluzione politico diplomatica" grazie ai suoi "contatti con i dirigenti occidentali". Putin ha denunciato "la linea distruttiva del regime di Kiev" che esclude una soluzione pacifica del conflitto.
Zelensky: "Ecco come finisce la guerra"
Zelensky ha bollato tutto come propaganda e ha chiosato ironicamente: "Ci auguriamo tutti che Viktor Orban non chiami Assad a Mosca per ascoltare anche le sue lezioni lunghe un'ora", ha commentato chiamando in causa l'ex dittatore siriano, che dopo la caduta del regime ha chiesto e ottenuto asilo in Russia.
"È assolutamente chiaro che per raggiungere una vera pace e una sicurezza garantita sono necessari la determinazione dell'America, l'unità dell'Europa e l'impegno incrollabile di tutti i partner nei confronti degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite", ha ribadito il presidente ucraino, che poi, in un riferimento al premier ungherese, ma forse anche al cancelliere tedesco Olaf Scholz che lo scorso mese aveva telefonato al presidente russo, ha ammonito: "Nessuno dovrebbe promuovere la propria immagine a spese dell'unità: tutti dovrebbero concentrarsi sul successo condiviso".