Cultura
A Milano la mostra ‘uCRYna’, il dramma e la...
A Milano la mostra ‘uCRYna’, il dramma e la resistenza della guerra
Realizzata dai fotografi Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi del collettivo Memora, è in calendario fino al 30 marzo prossimo alla Biblioteca del Gallaratese
Una raccolta di 28 fotografie realizzate in Ucraina durante il conflitto e scattate in oltre sei mesi di lavoro sul campo nelle Oblast di Lviv, Kyiv, Kherson e Donbass che racconta le storie di civili, di soldati e di come la tragedia bellica abbia sconvolto l’esistenza di un intero popolo. Si chiama 'uCRYna' la mostra realizzata dai fotografi milanesi Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi del collettivo Memora, curata da Samar Zaoui e Alessandro Cimma, e promossa dal Municipio 8 di Milano in calendario fino al 30 marzo prossimo presso la Biblioteca del Gallaratese in via Giacomo Quarenghi 21. Domani ci sarà l'inaugurazione alle 18 con gli autori e Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Milano e Viktoria Fufalko, vice console ucraino, che dialogheranno con il pubblico e presenteranno il loro lavoro.
Durante la serata si terrà inoltre l’intitolazione di una sala della biblioteca Gallaratese alla memoria di Victoria Amelina, intellettuale, scrittrice e attivista ucraina per il rispetto dei diritti umani che ha perso drammaticamente la vita a soli 37 anni mentre documentava gli orrori della guerra a Kramthorsk. Carlo Cozzoli e Marco Cremonesi, co-fondatori del collettivo Memora, hanno testimoniato la guerra nell’ex Paese sovietico fin dai primi giorni dell'invasione russa del 24 febbraio 2022. Il percorso espositivo è strutturato su tre temi cardine: l'inizio del conflitto, la resistenza della popolazione e la nuova emersione di una consolidata e condivisa identità nazionale e culturale ucraina. La mostra termina con un'installazione che, attraverso l’utilizzo di foto e video, accompagna lo spettatore in un’esperienza multidimensionale e immersiva finalizzata a far comprendere il mutamento della guerra contemporanea a causa dell’impiego indiscriminato e spietato dei droni.
L’esposizione nasce per trasmettere al visitatore la struggente volontà di speranza e di vita di chi è imprigionato tra le spire di un conflitto. Lo spettatore è portato a esplorare gli aspetti più intimi dell’umano come la resistenza al fatalismo e la ricerca di un domani nonostante l’orrore del contingente, le crudeli difficoltà e i titanici drammi di chi vive sotto il cielo plumbeo di una terra dilaniata dalla guerra. Il titolo dell'esposizione, 'uCRYna,' rielabora il nome del Paese in guerra. La costruzione delle parole vuole immergere il lettore e sottolineare il dolore e il pianto del popolo ucraino. La U, che nel gergo inglese viene utilizzata come abbreviazione del pronome personale you (tu), diventa invocazione, appello e personificazione del Paese aggredito, l’inciso cry, richiama il verbo inglese to cry, piangere, e la lettura della parola Ucryna acquisisce così il significato semantico di: 'Ucraina, tu piangi!'.
Cultura
A Tunisi l’incontro tra Sangiuliano e Saied
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Cultura
Italia-Tunisia, Sangiuliano incontra Saied: “Cultura...
Siglato oggi a Tunisi un accordo tra il Parco archeologico del Colosseo e l'Anfiteatro di El Jem
Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha incontrato oggi a Tunisi il presidente della Repubblica, Kais Saied, al palazzo di Cartagine di Tunisi (FOTO). Nel corso del colloquio sono stati ripercorsi gli antichi legami di civiltà che uniscono le due nazioni ed è stato sottolineato quanto sia necessario incentrare sulla ricchezza dei rispettivi patrimoni culturali e sulla storia comune il dialogo tra il popolo italiano e quello tunisino (FOTO).
"La cultura può essere un formidabile volano di sviluppo", ha detto a margine il ministro Sangiuliano, sottolineando quanto la diplomazia culturale sia centrale nel Piano Mattei per l'Africa, varato dal governo italiano.
Il ministro Sangiuliano ha, poi, convenuto con il presidente Saied riguardo la disponibilità a lanciare iniziative congiunte che accrescano la cooperazione culturale tra Italia e Tunisia, tra cui il rafforzamento delle collaborazioni tra le istituzioni culturali dei due Stati, a partire dall'accordo siglato oggi a Tunisi tra il Parco archeologico del Colosseo e l'Anfiteatro di El Jem per tramite dell'Istituto Nazionale del Patrimonio tunisino e l'Agence de Mise en Valeur du Patrimoine et de Promotion Culturelle, e la promozione della ricerca scientifica e lo scambio di studenti e ricercatori.
Cultura
Il manga piace, sempre più spazio agli autori europei
Il successo editoriale dei mangaka Federica Di Meo, Da Hosoi e Gin Zarbo
Non solo Giappone. Il manga italiano ha passione e talento e piace sempre di più. Ne sanno qualcosa gli autori nostrani Federica Di Meo e Da Hosoi (al secolo Daniele Magrì), che insieme all’autrice svizzera Gin Zarbo, sono al Comicon di Napoli con Star Comics per lanciare un messaggio forte e chiaro: il manga si può fare ovunque, anche in Europa. Il manga, afferma all'Adnkronos Federica Di Meo, "è il linguaggio che ormai i giovani conoscono di più perché è un tipo di media che sa parlare loro e sa creare delle storie interessanti, li sa coinvolgere e credo che nei prossimi anni non saremo più l'eccezione". Da 'Ranma ½', che ha segnato il “primo colpo al cuore” per Federica, ai giganti come 'Naruto' e 'Dragon Ball', che hanno forgiato l'arte di Gin Zarbo.
Creare manga fuori dal Giappone, però, non è stato privo di sfide. "Il problema più grande era legato alla possibilità o meno di riuscire a guadagnarmi da vivere facendo i manga", racconta Gin Zarbo che aggiunge: "Quando ho cominciato, ho fatto tanti altri lavori, ma devo dire che la mia esperienza di vita mi ha aiutato molto: ho incanalato tutte le mie esperienze nella creazione delle mie storie". Passione e dedizione, dunque, possano t rasformare un sogno in realtà e "adesso, in Europa, le case editrici come Star Comics che stanno dando spazio ai manga europei stanno dando voce a dei movimenti che fino a poco tempo fa non avevano le stesse possibilità, creando così una comunità internazionale - continua Gin Zarbo - È proprio in questa maniera che possiamo crescere, mostrando agli aspiranti mangaka europei che il loro è un sogno realizzabile", anche fuori dal Giappone.
"Quello che raccontiamo è quello che conosciamo, in cui siamo vissuti e che percepiamo ogni giorno", afferma Federica Di Meo. Per cui generalmente "le nostre storie non sono ambientate in Giappone, ma in Italia o in un mondo fantasy. Questo perché per fare manga bisogna creare qualcosa di estremamente solido e conoscere tutti gli aspetti dell'ambiente, dei personaggi, tutti i modi di dire e di fare: non possiamo creare empatia tra personaggio e lettore se non conosciamo il terreno di base".
Mantenere un equilibrio tra il rispetto della tradizione manga giapponese e l’espressione della propria identità culturale, dunque, è possibile: "Nelle nostre opere, per quanto cerchiamo di nasconderlo, è difficile non far emergere quella che è la nostra occidentalità quindi ho dovuto semplicemente applicare quello che è il mio bagaglio culturale, le mie conoscenze ed esperienze", afferma Da Hosoi che aggiunge: "Il manga sta prendendo sempre più piede in Europa anche non soltanto il manga tipicamente giapponese ma soprattutto anche quello occidentale. Capire le tecniche di base ci sta permettendo di fare passi avanti anche con collaborazione con gli editor occidentali che danno sempre più spazio agli autori europei".
Con Star Comics, Federica Di Meo pubblica 'Oneira', un seinen dark fantasy sceneggiato dal francese Cab: la storia, dal gusto e dall’ambientazione gotica, narra di un mondo cupo in cui gli incubi delle persone diventano realtà, trasformandosi in creature della notte che mettono a rischio la stabilità e la sicurezza della popolazione. L’avventura artistica di Da Hosoi è invece fortemente radicata nel suo amore per la narrazione e la cultura manga, passioni che hanno trovato riconoscimento nel 2017 quando si è aggiudicato il terzo posto al concorso internazionale Silent Manga Audition organizzato dalla casa editrice giapponese Coamix. Diablomachia, il suo manga di produzione francese, è sugli scaffali italiani grazie a Star Comics. Nell’universo di Diablomachia, a causa del loro carattere atipico, i demoni benevoli vivono come degli emarginati nel regno infernale.
Al centro della vicenda c’è Neve, un evocatore che spende il suo tempo in compagnia di questi demoni buoni e che cercherà di salvarli portandoli sulla Terra. Gin Zarbo, talento emergente, si è guadagnata un posto nella top ten delle classifiche di vendita con Undead Messiah, successo che ha seguito l’autopubblicazione iniziale del suo Doujinshi Cope Soul. Il suo ultimo lavoro, The Secret of Scarecrow, pubblicato con Star Comics, fa immergere i lettori in un regno minacciato dai Crow, mostri carnivori che diffondono il terrore tra gli abitanti.