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Basilicata, centrosinistra si ricompatta: verso accordo su Marrese

Intesa raggiunta tra Pd, M5S, Verdi, sinistra italiana, socialisti, Basilicata possibile sulla candidatura del presidente della provincia di Matera. Il candidato: "Pronto alle sfide future"

Elly Schlein e Giuseppe Conte - (Fotogramma)

Si ricompatta il centrosinistra in Basilicata in vista delle elezioni regionali 2024 in programma il 21 e 22 aprile. A quanto apprende l’Adnkronos da fonti dem lucane, sarebbe stato definitivamente chiuso l’accordo sulla candidatura del presidente Pd della provincia di Matera, Piero Marrese. Candidatura sostenuta da Pd, M5S, Alleanza Verdi Sinistra, socialisti.

"Sono state giornate difficili ma che alla fine hanno prodotto un risultato positivo. Siamo soddisfatti di aver raggiunto una condizione che sembrava impossibile raggiungere fino a poche ore fa, in modo convincente con una candidatura di primo livello", quella di Piero Marrese del Pd. Conferma Igor Taruffi, responsabile Organizzazione del Pd, sulla Basilicata. "Noi abbiamo sempre lavorato in modo ostinato per tenere insieme le forze del centrosinistra. Con qualche fatica e qualche inciampo, ci siamo arrivati".

"Su Marrese c'è una convergenza ampia di Pd, M5S, Avs, Più Europa, Socialisti. Sostanzialmente il campo progressista che si è presentato in altre regioni: la Basilicata è la quarta dopo Molise, Sardegna e Abruzzo. Questo è lo schema di base. E sono le forze che già hanno eletto Marrese presidente della Provincia di Matera".

Chi è Marrese

Piero Marrese, 43 anni, presidente della Provincia di Matera dal 2018 e sindaco di Montalbano Jonico dal 2015. Laureato in giurisprudenza all'Università di Bari dove ha svolto anche attività di ricerca, libero professionista nella consulenza per la pubblica amministrazione, è stato il più giovane presidente della Provincia di Matera; attualmente anche presidente dell'Upi Basilicata. Anche se il suo nome è stato spesso indicato per i dem sul tavolo delle intese della coalizione, Marrese è rimasto sempre defilato, proseguendo nell'attività amministrativa e seguendo in questi giorni soprattutto la vertenza della CallMat (call center di Matera con circa 400 lavoratori a rischio esubero) e la valorizzazione delle riserve protette della provincia. A dicembre ha promosso una protesta contro la giunta regionale per la contrarietà ai criteri del piano di dimensionamento scolastico.

"Grato per la scelta, pronto alla sfida"

''Ora è tempo di un nuovo impegno, dobbiamo proseguire insieme in questo nuovo percorso innovativo e come sempre il vostro sostegno sarà fondamentale per la crescita e lo sviluppo della nostra Lucania'', ha detto Piero Marrese, appena investito dalla coalizione progressista in un messaggio sui social. ''Sono grato al Pd, al M5s, al Psi, all'Avs e Basilicata Possibile - ha aggiunto - per aver creduto in me e a tutte le forze politiche che mi daranno il loro sostegno. Sono pronto ad affrontare le sfide future, lavorando instancabilmente insieme a tutti voi per costruire un futuro migliore per la nostra meravigliosa Basilicata''.

''Umiltà, determinazione e perseveranza sono sempre stati i miei valori ispiratori, da quando, sin da giovane, ho deciso di abbracciare l'impegno sociale e politico, dopo la laurea in Giurisprudenza e il dottorato di ricerca presso l'Università di Bari, scegliendo di tornare nella mia amata Basilicata. Tornato a Montalbano Jonico la fiducia e la stima dei miei concittadini - ha detto - mi ha permesso di diventare sindaco nel 2015 con un ampio consenso. Nel corso degli anni abbiamo raggiunto insieme traguardi significativi: nel 2018 sono diventato presidente della Provincia di Matera, nel 2020 con il 90% dei consensi sono stato riconfermato con la mia squadra alla guida della mia comunità. Nel 2022 la vostra forza mi ha spinto a ripresentare la candidatura a presidente della Provincia e grazie all'unanime sostegno ricevuto dagli amministratori del territorio, sono stato riconfermato alla guida della Provincia di Matera, riprova della fiducia e della stima nel mio operato''. Marrese, quindi, si è detto pronto ''per un nuovo impegno''.

Ieri il passo indietro di Lacerenza

Ieri l'oculista Domenico Lacerenza ha rinunciato alla candidatura alla presidenza della Regione. A pochi giorni dalla chiusura delle liste, tutto è stato rimesso in discussione. Pd e Movimento 5 Stelle hanno tentato in extremis di trovare una quadra ma "alla luce della situazione, non escludiamo di correre da soli", avevano fatto sapere fonti di Campo Marzio. Una 'situazione' dovuta alle divisioni nel Pd, l'accusa dei pentastellati. "Lacerenza era la persona giusta ma è stato impallinato dai giochi di corrente locali", aveva scandito Giuseppe Conte.

"Avevo dato la mia disponibilità, ma non posso non registrare le reazioni che ci sono state in seguito", così Lacerenza ha annunciato il suo passo indietro. Le perplessità ascoltate di parte del centrosinistra lucane, manifestate anche ieri in una infruttuosa riunione anche con Pittella, hanno convinto l'oculista a farsi da parte.

Calenda

"Schlein, dopo la figuraccia del candidato ritirato, ha riconfermato l'adesione al veto dei 5S sulla partecipazione di Azione alla nuova coalizione, confermando la definitiva svolta del Pd verso il campo populista e la leadership di Conte. La segretaria del Pd ha evitato qualsiasi interlocuzione, da noi ricercata in questi giorni più e più volte. Spiace vedere la distruzione di quello che una volta era un grande partito riformista ridotto a ruota di scorta dei 5S. Buon viaggio", scrive su X il leader di Azione, Carlo Calenda, tornando sul nodo della candidatura in Basilicata.

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Europee, Meloni in campo: “Scrivete Giorgia sulla...

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Salvini si videocollega in strada con la figlia Mirta. La presidente del Consiglio punge: "Ci ha preferito il ponte"

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni (Fotogramma)

A Pescara, poco più di un mese fa, mimò il gesto di chi calza l'elmetto. A distanza di un mese, sempre a Pescara, Giorgia Meloni quell'elmetto lo indossa davvero, pronta a scendere in campo per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno, capolista in tutte le circoscrizioni. L'annuncio, atteso ma ormai diventato un 'segreto di Pulcinella', arriva in chiusura di un intervento di ben 73 minuti, in cui la leader di FdI puntella tutte le battaglie portate avanti in questi 18 mesi al governo del Paese. Seduti in prima fila i leader di centrodestra, tutti eccetto uno: Matteo Salvini, che si videocollega da via del Corso, con la figlia Mirta al suo fianco, gli 'impegni improrogabili' che hanno fatto saltare la sua presenza a Pescara sono legati all'ultima domenica da trascorrere in famiglia prima di dare il via alla maratona elettorale. "Ci ha preferito il ponte…", punge Meloni, che però corregge subito il tiro: "Scherzo ovviamente, so quanto è importante trovare il tempo da dedicare alla famiglia". Nel pomeriggio arriva la telefonata tra i due, per fare il punto sulla kermesse e darsi appuntamento a Roma, fanno sapere dai rispettivi staff.

Sorridente, ma a tratti un po' tesa, Meloni dal palco vista mare spiega che gli otoliti continuano a darle il tormento: "Mi sembra di essere su un ottovolante", confessa. "Ma tranquilli, ce la faccio", rincuora la platea, tanto da essere ancora una volta pronta a mettersi in gioco. "Mi sono sempre considerata un soldato e i soldati, quando devono, non esitano a schierarsi in prima linea". "Siamo di fronte a una battaglia decisiva, un vero e proprio bivio che non consente di sbagliare la scelta o di tirarsi indietro. Tutti devono essere pronti a fare la loro parte e io, come sempre, intendo fare la mia". Trainando la corsa di FdI alle europee e intestandosi una battaglia per l'intero centrodestra: "Vogliamo fare in Europa esattamente quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022: creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare finalmente all'opposizione la sinistra anche in Europa".

Per centrare l'obiettivo, la presidente del Consiglio spinge sull'acceleratore. Incurante di chi guardava come fumo negli occhi a una sua possibile discesa in campo, decide di calarsi nell'arena dando alla sua corsa il massimo della personalizzazione: "Scrivete sulla scheda Giorgia, semplicemente Giorgia", raccomanda a chi vorrà votarla. Un'astuzia da campagna elettorale, resa possibile dalla legge, spiegherà poi ai cronisti un po' interdetti dalla scelta il ministro Francesco Lollobrigida.

"Non toglierò un solo minuto all'azione di governo"

"C'è la possibilità, nelle elezioni di ogni tipo – spiega infatti il responsabile delle Politiche agricole -, di dare all'elettore la scelta se mettere il nome per esteso oppure semplificarlo quando è chiarito in fase di presentazione di candidatura come è sostituibile il nome. Accade in tutte le elezioni", in queste "ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'". Un piccolo artificio tecnico e le jeux sont faits.

Si tratta di una trovata elettorale che la premier investe di un forte valore simbolico. "Se gli italiani pensano che stia facendo bene – dice infatti mentre la sala gremita scandisce il suo nome - chiedo loro di andare a votare, chiedo loro di scegliere Fratelli d'Italia e chiedo loro di scrivere sulla scheda il mio nome, il mio nome di battesimo: scrivete Giorgia. La cosa che personalmente mi rende più fiera è che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continua a chiamarmi Giorgia, semplicemente Giorgia. Non presidente, non Meloni, ma Giorgia. Perché io sono e sarà sempre una di voi: il potere non mi cambierà, il Palazzo non mi isolerà", promette in quell'Abruzzo che sembra portarle fortuna.

La campagna elettorale, però, non la vedrà giocare nel ruolo da protagonista, tutt'altro. Per lei sarà 'light', ristretta, come già accaduto nel 2009, quando Silvio Berlusconi, candidato alle europee ma al timone di Palazzo Chigi, prese parte solo al comizio finale, forte del ruolo da presidente del Consiglio costantemente sotto i riflettori. "Su una cosa voglio essere chiara e so che mi capirete – rimarca la premier -: io non toglierò un solo minuto dell'attività del governo per fare campagna elettorale sul mio nome. Il mio compito è risolvere i problemi di questa nazione e questo intendo fare anche in campagna elettorale".

Anche Arianna Meloni in campo per la campagna elettorale

Dunque l'affondo sul Pd. "Siccome, per fortuna, non sono la segretaria del Partito Democratico – dice -, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito sarà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale". Lo schema di gioco, del resto, è già pronto. Incentrato sul 'modello Pescara', con i panel di discussione che hanno animato la 'tre giorni' della conferenza programmatica replicati in tutta Italia, protagonisti ministri, sottosegretari e nomi di peso del partito di via della Scrofa.

Compreso quello di Arianna Meloni, la più fedele dei fedelissimi, responsabile della segreteria politica e del tesseramento di FdI, decisiva per le sorti del partito ma sempre convintamente e per scelta nell'ombra. Non correrà nemmeno stavolta, ma darà una mano in campagna elettorale prendendo parte a un evento in Salento.

L'obiettivo, dichiarato, resta quello di replicare il voto messo a segno alle politiche, il 26%. Ma qui, tra i delegati e i militanti di FdI che hanno riempito le tre sale di Pescara, nessuno fa mistero di puntare più in alto: con il nome di 'Giorgia' sulla scheda, il tetto del 30% potrebbe essere a portata di mano. (dall'inviata Ileana Sciarra)

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Giorgia Meloni, Mantovano: “Mai a rischio la sua...

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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio riferisce in merito a notizie giornalistiche sulla presenza di due uomini vicino all'auto dell'ex compagno della premier, Andrea Giambruno

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (Fotogramma)

"La sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio". Lo sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in riferimento a notizie giornalistiche che parlavano della presenza di due uomini nei pressi dell'auto dell'ex compagno della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno.

"Dell'episodio accaduto sotto l'abitazione del presidente del Consiglio nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, mentre il presidente Meloni era impegnata in una missione all'estero, ho puntualmente riferito - quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell'intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell'episodio di appartenenti ai Servizi".

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Europee, Calenda si candida: “La scelta di Meloni...

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"In tutte le circoscrizioni"

Carlo Calenda (Fotogramma)

Il leader di Azione Carlo Calenda si candida alle elezioni Europee. "Dopo aver consultato il Direttivo del partito, i o ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni - annuncia - per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l'obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l'8 e il 9 giugno" aggiunge.

"Dobbiamo opporci al progetto di Giorgia Meloni"

"Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle Europee" dice. "Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di 'una piccola Italia in una piccola Europa' di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco".

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