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La leadership di Daniele De Rossi, l’anti Mourinho
A parlare non è solo il campo ma anche una gestione opposta da un punto di vista 'manageriale'
Jose’ Mourinho è nato a gennaio del 1963, ha 61 anni; Daniele De Rossi è nato il 24 luglio 1983, farà 41 anni tra pochi mesi. Ci sono 20 anni di differenza, insieme alla storia del calcio scritta dal portoghese e ai primi passi da allenatore della bandiera della Roma, a segnare un salto giorno dopo giorno più netto, da tutti i punti di vista. Da una parte, un guru del calcio che è stato, tutto carisma e palmares. Dall’altra, un potenziale grande allenatore del calcio che sarà.
Il dato anagrafico spiega solo in parte quanto DDR stia diventando l’anti Mou. Senza la necessità di dirlo ma con una ferma volontà di esserlo. Si parte dal calcio ma si arriva più lontano, alla gestione dei gruppi di lavoro e all’esercizio della leadership. Daniele De Rossi sta facendo scelte opposte a quelle del suo ingombrante predecessore.
Dal primo giorno in cui ha messo piede a Trigoria fino alla parole spese a Monza, dopo aver ottenuto la sua sesta vittoria in sette partite di campionato, ha imposto una rivoluzione drastica sul piano del campo, con il lavoro tattico, tecnico e fisico, e soprattutto sul piano della gestione. Tre frasi aiutano a centrare un cambio di passo che ha un marcato profilo ‘manageriale’. “La mia ricetta? Curo le persone”. Vuol dire esercitare la propria leadership non solo attraverso il linguaggio del comando ma attraverso i rapporti e le relazioni. Vuol dire ascoltare, capire, e rispondere alle esigenze di singoli che compongono un gruppo.
Mourinho era lo ‘Special One’, un capo che si confrontava con un gruppo di uomini mai capace di arrivare alla sua altezza. De Rossi, oggi, dice: “Non ho fatto nulla, il merito è della squadra”. E’ una prospettiva ribaltata, la leadership passa per il consenso di un gruppo, che ascolta, comprende e partecipa: “I giocatori capiscono quello che chiedo”. De Rossi in nove partite ha fatto giocare tutta la rosa e subito dopo la partita di Monza ha esaltato il terzino destro che ha giocato di meno, Celik, per la sua risposta in campo. Ogni volta che ha parlato, ha ricordato le qualità della sua squadra, alzando ancora di più la propria quota di responsabilità. Mourinho, in ogni conferenza stampa, lamentava sempre di non avere il materiale umano necessario. La Roma, diceva, non può vincere senza la fisicità di Lukaku e senza il talento di Dybala. La Roma, lamentava, non può correre con le altre perché non ha i mezzi per farlo.
De Rossi ha completamente azzerato il concetto dell’alibi e la protesta verso gli arbitri. Drasticamente, senza nessuna concessione a qualcosa che solo ricordi la martellante pressione mourinhana. Quello della Roma è un gruppo che lavora e che raccoglie in campo quello che si merita. Per ora, e non potrà essere sempre così, vince e convince. Arriveranno anche le sconfitte e i problemi ma De Rossi ha già costruito e imposto il profilo della sua leadership. Autorevolezza, costruita sul campo, fiducia e condivisione. Dopo un mese e mezzo nel calcio che conta, De Rossi e’ già l’anti Mourinho. (Di Fabio Insenga)
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Napoli-Roma 2-2, Abraham salva De Rossi dopo la rimonta...
Giallorossi avanti con il rigore di Dybala, i campioni d'Italia ribaltano il risultato con Olivera e Osimhen. Nel finale, il pari di Abraham. Atalanta-Empoli 2-0
Napoli e Roma pareggiano 2-2 nel match valido per la 34esima giornata della Serie A. Gli azzurri, che sognano la rimonta con i gol di Olivera e Osimhen, salgono a 50 punti ma perdono terreno nella corsa a un piazzamento europeo. La Roma, illusa dal vantaggio firmato da Dybala, si salva in extremis con Abraham. I giallorossi di De Rossi sono quinti con 59 punti e hanno solo 2 lunghezze di vantaggio sull'Atalanta, che batte l'Empoli con il rigore di Pasalic e il gol di Lookman salendo a quota 57.
La partita
Il match in avvio è caratterizzato dall'atteggiamento aggressivo di entrambe le squadre. Pellegrini, al 6', spaventa il Napoli con un colpo di testa che finisce alto. Il Napoli si accende e cerca di innescare Osimhen. Le accelerazioni del centravanti vengono contrastate a ripetizione da Ndicka. I padroni di casa si rendono pericolosi al 20' con l'inserimento di Di Lorenzo, che riceve palla da Politano e calcia: Svilar è attento. Al 30' prima sbavatura di Ndicka e spazio per Osimhen, Svilar respinge la conclusione del nigeriano. Al 36' il portiere giallorosso ringrazia Anguissa che si presenta da solo in area e spedisce il pallone sul fondo. La Roma soffre e rischia grosso al 39'. Kvaratskhelia entra in partita, tiro deviato da Ndicka e palla fuori di pochi centimetri. Prima dell'intervallo, altre due chance azzurre: Juan Jesus e Di Lorenzo, però, non trovano la porta.
La ripresa propone un copione più equilibrato, con la Roma decisa a guadagnare campo rispetto al primo tempo. La sfida si stappa al 59'. Juan Jesus stende Azmoun e per l'arbitro Sozza è rigore. Dybala trasforma, 0-1 e Roma avanti dopo un'ora targata Napoli. I padroni di casa hanno il merito di incassare il colpo e di reagire subito. Olivera calcia dal limite, Kristensen devia e inganna Svilar: 1-1 al 64'.
Il pareggio non soddisfa nessuna delle due squadre. Napoli e Roma continuano a spingere e le occasioni fioccano. Al 66' Osimhen non inquadra la porta di testa, dall'altra parte Pellegrini mette alla prova la reattività di Meret. Passa una manciata di secondi e Politano spreca l'appoggio di Osimhen sparando alto. Al 74' serve un prodigio di Svilar per negare il gol a Osimhen, che perde il duello con il portiere giallorosso. L'equilibrio salta all'83'. Sanchez interviene su Osimhen, il Var invita l'arbitro Sozza a rivedere l'episodio: rigore, l'attaccante del Napoli fa centro per il 2-1. La Roma reagisce e pareggia all'88'. Corner di Dybala, sponda di Ndicka e Abraham non ha problemi a insaccare per il 2-2.
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Scudetto Inter, lo striscione di Dumfries contro Theo...
Il giocatore del Milan raffigurato come un cane
Non poteva mancare il 'caso striscione' durante la festa scudetto dell'Inter. Nella sfilata della squadra nerazzurra sul pullman scoperto, per le vie di Milano, spicca il 'due aste' esibito da Denzel Dumfries. L'olandese riceve lo striscione da un tifoso e lo mostra festante. Il drappo raffigura Dumfries che tiene al guinzaglio un cane: il rottweiler ha il volto di Theo Hernandez, giocatore del Milan che - proprio dopo un confronto acceso con Dumfries - la scorsa settimana è stato espulso con il nerazzurro nel derby vinto 2-1 dall'Inter. Tra cori e sfottò, più innocuo il due aste impugnato da Davide Frattesi: un 'milanista chiacchierone' con emoji piangente destinato a passare in secondo piano.
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Bologna-Udinese 1-1, gol di Payero e Saelemaekers
I rossoblu falliscono l'aggancio alla Juve al terzo posto
Il Bologna pareggia 1-1 in casa con l'Udinese nel match della 34esima giornata della Serie A. I rossoblu salgono a 63 punti e perdono la chance di agganciare la Juve al terzo posto a quota 65. L'Udinese, che nel finale vede sfumare una vittoria preziosissima, ha 29 punti ed è terz'ultima da sola: oggi sarebbe in Serie B.
La partita
Il match si apre con una lunga fase bloccata. Il Bologna gestisce il possesso del pallone ma non trova spazi per affondare il colpo. La squadra di Thiago Motta prova ad aggirare il muro bianconero, ma i cross dalle fasce vengono sistematicamente neutralizzati. I friulani, dopo 45 minuti di pura opposizione, colpiscono nel recupero. Freuler perde palla, l'Udinese accelera con Samardzic: il pallone capita sui piedi di Payero che da pochi passi buca Skorupski, 0-1.
Il Bologna prova ad alzare il ritmo nella ripresa, ma il fortino friulano regge e la porta di Okoye non corre rischi reali, se si eccettua una debole conclusione di Ndoye al 59'. Poco dopo, la missione dei padroni di casa si complica. Beukema stende Samardzic lanciato verso la porta, cartellino rosso e Bologna in 10 dal 64'. Con l'uomo in meno, i rossoblu trovano il pari con un pizzico di fortuna. Al 78' la punizione di Saelemaekers è un cross velenoso che beffa Okoye, 1-1. Gli ultimi giri di orologio regalano un brivido a testa. Al 90' Saelemaekers sfiora il bis dal limite dell'area, in pieno recupero Davis timbra la traversa e sfiora il colpaccio per l'Udinese in extremis.