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Ucraina, Medvedev attacca: “Biden? Nonno con demenza....
Ucraina, Medvedev attacca: “Biden? Nonno con demenza. Per Macron decadimento cerebrale”
Il post: "Leader occidentali hanno fatto visite teatrali a Kiev per distrarre il proprio elettorato dai problemi"
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è, per il vice presidente del Consiglio di sicurezza nazionale russo Dmitry Medvedev, ''un nonno che diventa ogni giorno più debole con un'andatura incerta in uno stato di demenza persistente, che difficilmente capiscono di chi e di cosa stanno parlando''. Medvedev ha poi citato in un post su Telegram l'incontro tra Biden e la vedova di Alexei Navalny, Yulia, affermando che il presidente degli Stati Uniti ha ''abbracciato un'allegra p... che si presenta sotto le sembianze di vedova di un estremista russo deceduto''.
''Decadimento cerebrale''. Questo quanto starebbe invece colpendo il presidente francese Emmanuel Macron secondo Medvedev, che ha duramente criticato l'ipotesi illustrata dal capo dell'Eliseo di inviare truppe occidentali in Ucraina.
''I piccoli eredi di Bonaparte, provando le spalline d'oro strappate duecento anni fa, hanno sete di vendetta su scala napoleonica e stanno portando una bufera di neve feroce ed estremamente pericolosa sullo sbarco di truppe di singoli paesi della Nato a Kiev, così come sulle nuove armi per colpire la Russia'', ha scritto Medvedev su Telegram. ''Ogni giorno compaiono esempi della decomposizione cadaverica del cervello dei politici occidentali'', ha aggiunto in un post.
L'attacco ai "leader occidentali"
''I leader occidentali hanno fatto visite teatrali a Kiev nel giorno dell'anniversario dell'operazione militare speciale per distrarre il proprio elettorato dai problemi accumulati'', ha scritto ancora su Telegram l'ex presidente russo, accusando i leader occidentali di voler ''leccare lo stivale sporco del proprietario americano in un'esaltazione acuta e servile''.
L'agenzia di stampa russa Tass ricorda che sabato 24 febbraio, nel secondo anniversario dell'inizio dell'aggressione militare russa in Ucraina, la premier italiana Giorgia Meloni si è recata a Kiev e nella capitale ucraina ha presieduto il G7. Presenti anche il primo ministro canadese Justin Trudeau e quello belga Alexander de Croo , oltre alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
''Si tratta di uno spettacolo triste, a volte divertente, ma inquietante'', ha aggiunto Medvedev parlando di ''clown seriali, che non hanno lavorato un solo giorno nella pubblica amministrazione, che controllano le azioni delle truppe e gestiscono la vita di milioni di sfortunati''.
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Usa, Urbinati (Columbia): ”La rettrice ha scatenato...
La docente di Teoria politica difende la protesta pacifica degli studenti e sostiene il dialogo senza toni aggressivi in spazi dedicati. Occorre portare avanti una trattativa che permetta il ritorno alla normalità ed eviti un grave danno di immagine per il campus, sostiene.
E' stata una ''reazione folle'' quella della rettrice della Columbia University, Nemat Shafik, di chiamare la polizia per rimuovere la manifestazione studentesca contro Israele. ''Era una protesta pacifica, fatta a suon di rap con giochi, canti e balli'', ma lei ''l'ha trasformata in un inferno''. Per fortuna, anche grazie ''a un documento di appello al dialogo che ho firmato anche io'', ora ''il clima è molto cambiato'' e si è aperto ''un tavolo di trattativa e negoziazione tra i rappresentanti degli studenti, il corpo docente, i dipendenti e l'ammnistrazione dell'università''. L'obiettivo è quello di rientrare in un ''clima di trattativa per riportare la normalità'', altrimenti ''c'è il rischio che salti il semestre'', ma ''nessuno vuole che si arrivi a tanto, sarebbe un danno di immagine incredibile, una rovina enorme''. Nadia Urbinati, che dal 1996 insegna Teoria politica alla Columbia University di New York, racconta ad Adnkronos dall'interno le contestazioni. ''Si tratta di un accampamento pacifico, gli studenti sono molto più moderati della rettrice, ma sono stati trattati da criminali e questo non è possibile'', ha aggiunto Urbinati.
Lei stessa ha avuto contatti con gli studenti, ''hanno scritto un documento bellissimo e molto moderato rivolto alla rettrice che ho firmato insieme a colleghi del mio dipartimento. Un documento in cui chiedevano di tenere in considerazione il problema della violenza che si amplifica se si chiama la polizia''. Tra i suoi studenti, racconta, ''uno che aveva fatto con me un corso sulla retorica è stato arrestato ieri per uso sconsiderato del linguaggio. Ha detto che i sionisti dovrebbero sparire dalla faccia della terra... Ma a parte questo caso nessuno mio studente è stato sospeso o arrestato''. Sottolineando che ''il 20 per cento degli studenti della Columbia arrestati sono ebrei'', Urbinati racconta anche il caso di ''uno studente ebreo israeliano che ha chiesto di non venire in classe per non attraversare il campus in quanto si sente a disagio''. La sua richiesta è stata accolta, ''un caso eccezionale risolto permettendogli di seguire le lezioni tramite Zoom''.
Urbinati racconta poi che in questi giorni hanno visitato la protesta al campus ''il rappresentante repubblicano e quello democratico. Entrambi sono stati ottusamente arroganti. L'esponente repubblicano ha proposto di chiamare guardia nazionale, il che avrebbe riportato il campus a livelli raggiunti solo nel '68''. Secondo la politologa, quindi, è stata ''la rettrice che ha radicalizzato'' la manifestazione. Shafik, spiega Urbinati, ''è alla Columbia da nove mesi e si è dimostrata molto inadeguata. Viene dal mondo delle finanza e ha dimostrato totale incapacità di comprendere che qui non si tratta di dipendenti di una banca, ma di persone varie con le quali occorre entrare in contatto''. E invece, durante la protesta, ''la rettrice è rimasta sempre chiusa nel suo ufficio o nella sua casa. Non ha mai interagito con gli studenti''.
L'auspicio, ora, è che ''vengano messi a disposizione degli spazi, delle aule, dove poter proseguire il dibattito sulla guerra e sui rapporti con Israele''. Perché, prosegue Urbinati, ''se c'è libertà di insegnamento, se si studiano argomenti come la guerra e la pace, gli stati nazione, è evidente che ne esca un dibattito''. Anzi, aggiunge, ''ben venga il dialogo e la riflessione promossi dagli studenti, certo senza usare toni aggressivi''.
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Elezioni Usa, Biden prende in giro Trump: “Sono in...
Durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca
''Sono un uomo adulto e sono in corsa contro un bambino di sei anni''. Così il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha preso il giro l'ex inquilino della Casa Bianca e suo rivale alle prossime elezioni americane Donald Trump. ''L'unica cosa che abbiamo in comune è l'età'', ha aggiunto Biden durante la cena annuale con i corrispondenti accreditati alla Casa Bianca. Anche se, età anagrafica alla mano, Biden ha 81 anni contro i 77 di Trump. ''Le elezioni del 2024 sono in pieno svolgimento e sì, l'età è un argomento - ha detto Joe Biden - Sono un adulto che corre contro un bambino di sei anni''.
Molti gli ospiti illustri, giornalisti e celebrità presenti all'hotel Hilton di Washington mentre all'esterno un centinaio di manifestanti hanno scandito slogan contro la guerra di Israele nella Striscia di Gaza e sventolato una bandiera palestinese lunga diversi metri. Ma all'interno il conflitto in Medioriente non è stato al centro della scena, soppiantato appunto dalle battute sull'età dei candidati alla presidenza Usa.
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Re Carlo torna agli impegni pubblici, martedì la visita a...
Buckingham Palace: "Medici incoraggiati dai suoi progressi"
Buckingham Palace mette fine alle congetture sullo stato di salute di Re Carlo. Il sovrano, malato di cancro, da martedì riprenderà i suoi impegni pubblici. Con la regina Camilla si recherà in visita a un centro di cure per i tumori. "Il team medico di Sua Maestà - fa sapere una nota della Casa Reale - è molto incoraggiato dai progressi compiuti finora e rimane positivo quanto al continuo recupero del re".