Politica
Rapisarda: “Il Secolo d’Italia ultimo giornale...
Rapisarda: “Il Secolo d’Italia ultimo giornale politico, raccontiamo il paese profondo”
"Non siamo un giornale di partito. Noi siamo l'ultimo giornale politico, che si rinnova e riparte con un quarantenne". Antonio Rapisarda, siciliano classe '80 e firma politica di Libero, dalla fine di gennaio è il nuovo direttore del Secolo d'Italia, storico giornale della destra. Parlando con l'Adnkronos, il giornalista spiega quali saranno gli obiettivi e la visione della testata che è stato chiamato a dirigere su mandato del consiglio di amministrazione della Fondazione Alleanza Nazionale. Quindi, focus su "politica interna, sull'operato del governo e sugli esteri", ma, spiega Rapisarda, il nuovo Secolo d'Italia offrirà soprattutto "un punto ragionato sull'azione di destra-centro e dell'esperienza Meloni" con una particolare attenzione al mondo della "destra diffusa".
"Accanto a questo - racconta il neo-direttore della testata - ci sarà una grande operazione di destrutturazione di tutte le 'fake news' che circondano questa esperienza di governo". Rapisarda parla di un'"Italia profonda" che, a suo giudizio, i media mainstream tendono "a banalizzare e a rendere caricaturale: ma per noi è l'Italia reale, creativa e ottimista. Quell'Italia che nonostante tutto, nonostante la crisi, il Covid e un mondo disordinato, alla fine è riuscita a portare questa esperienza di governo al centro del dibattito". "Il nostro - aggiunge - sarà un giornale per gli italiani, come è già scritto nel codice genetico" del quotidiano (oggi solo on line) fondato nel 1952 e che, dice orgoglioso Rapisarda, può contare "su una piccola ma combattiva redazione".
Impossibile eludere il grande tema politico di quest'anno, le elezioni europee di giugno: "Saranno un appuntamento fondamentale, sono le prime vere elezioni politiche dell'Europa: stavolta la partita è molto aperta e l'Italia si pone come l'esperimento più avanzato di destra-centro in Europa", commenta il direttore del Secolo d'Italia. A chi gli chiede se un exploit di Fratelli d'Italia non rischi di 'cannibalizzare' gli alleati di governo di Meloni, Lega e Forza Italia, minando la stabilità dell'esecutivo, il giornalista risponde: "La competizione ha sempre esaltato le leadership del centrodestra, che ormai è un blocco sociale, politico e oserei dire antropologico. Questa competizione interna, a differenza di ciò che accade nel centrosinistra, esalta e non toglie. E' chiaro che ci si aspetta un risultato importante di Fdi, soprattutto se la premier dovesse decidere di candidarsi".
Allo stesso tempo, prosegue Rapisarda, "credo che ci sarà spazio politico per Lega e Forza Italia, che legittimamente tendono a differenziarsi. Il centrodestra farà un grande risultato e quello sarà il punto di partenza per avviare la seconda fase del governo sulle riforme, premierato in primis. Saranno elezioni di midterm per il governo, che daranno il termometro del gradimento degli italiani".
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Giorgia Meloni, Mantovano: “Mai a rischio la sua...
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio riferisce in merito a notizie giornalistiche sulla presenza di due uomini vicino all'auto dell'ex compagno della premier, Andrea Giambruno
"La sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio". Lo sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in riferimento a notizie giornalistiche che parlavano della presenza di due uomini nei pressi dell'auto dell'ex compagno della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno.
"Dell'episodio accaduto sotto l'abitazione del presidente del Consiglio nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, mentre il presidente Meloni era impegnata in una missione all'estero, ho puntualmente riferito - quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell'intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell'episodio di appartenenti ai Servizi".
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Europee, Calenda si candida: “La scelta di Meloni...
"In tutte le circoscrizioni"
Il leader di Azione Carlo Calenda si candida alle elezioni Europee. "Dopo aver consultato il Direttivo del partito, i o ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni - annuncia - per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l'obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l'8 e il 9 giugno" aggiunge.
"Dobbiamo opporci al progetto di Giorgia Meloni"
"Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle Europee" dice. "Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di 'una piccola Italia in una piccola Europa' di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco".
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Europee, ecco perché si potrà votare Meloni scrivendo solo...
Le schede che riporteranno solo il nome di battesimo della premier saranno valide
"Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda il mio nome, ma il mio nome di battesimo, scrivete sulla scheda Giorgia, perché io sono e sarò sempre una di voi". Dal palco di Pescara, dove ha annunciato la sua candidatura alle Europee come capolista in tutte le circoscrizioni, Giorgia Meloni ha invitato gli elettori a scrivere sulla scheda solo 'Giorgia'. A spiegare il perché e a fugare ogni dubbio sulla scelta è stato poco dopo il ministro per le Politiche agricole Francesco Lollobrigida, che, al termine dei lavori della kermesse Fdi, ha spiegato che, sulla scheda per le Europee, "ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'", chiarendo quindi che le schede che riporteranno solo il nome di battesimo della premier saranno perfettamente valide.
"È una possibilità che la norma dà proprio per semplificare il concetto", ha chiarito il ministro. Una possibilità, quella dello pseudonimo elettorale, usata più volte anche in passato. L'esempio più noto è quello dello scomparso leader dei Radicali, che sulla scheda elettorale compariva come "Giacinto Pannella detto Marco". Più di recente, nell'elezione che lo ha incoronato sindaco di Milano, Sala ha usato sulla scheda "Giuseppe Sala detto Beppe". Ha aggiunto invece il solo nome di battesimo proprio come farà la premier una candidata delle liste di Carlo Calenda alle comunali di Roma del 2021, "Cecilia Frielingsdorf detta Cecilia".