Cronaca
Farmaci antidiabete per dimagrire, prosegue carenza:...
Farmaci antidiabete per dimagrire, prosegue carenza: “Alcuni introvabili”
Parla il presidente della Società italiana di diabetologia, Avogaro
Prosegue la carenza di farmaci anti-diabete usati per dimagrire con le formulazioni sottocutanee che sono tornate introvabili in farmacia. A fare il punto con l'Adnkronos Salute è Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di diabetologia Sid.
"Se si sente l'impatto della carenza" dei medicinali iniettivi antidiabete semaglutide (Ozempic*) e liraglutide (Victoza*), al centro da mesi di un boom di domande? "Sì, sicuramente i pazienti lo sentono, lo rilevano per quanto riguarda la formulazione sottocutanea. Prima di novembre sembrava che la situazione avesse avuto una parziale normalizzazione, ma poi in un attimo si è riacutizzata. E adesso credo sia legata anche a delle limitazioni di tipo produttivo dell'azienda. Ma stiamo parlando di una molecola che si può dare con iniezioni sottocute o per bocca. E ciò che manca al momento è la disponibilità per quello sottocute: i pazienti lamentano l'impossibilità di trovarlo in farmacia. Quindi c'è chiaramente qualche problema di gestione", dice Avogaro.
Era metà novembre 2023 quando l'Agenzia italiana del farmaco Aifa pubblicava la nota attraverso cui, con l'azienda Novo Nordisk e l'agenzia europea del farmaco Ema, informava che la carenza di questi due farmaci agonisti iniettabili del recettore del Glp-1 (Glp-1 Ra) sarebbe proseguita a intermittenza per tutto il 2024. Aumento della domanda complessiva dei farmaci (che per l'effetto dimagrante intercettano anche i bisogni dei pazienti con obesità) da un lato e, dall'altro, limitazioni di capacità produttiva in alcuni dei siti di produzione: queste le motivazioni. Se si aggiunge poi la celebrità conferita dall'effetto social, con piogge di video di influencer su TikTok e involontari 'testimonial' come l'imprenditore patron di Tesla e Space X, Elon Musk, che ha dichiarato di aver usato la versione pensata per la perdita di peso (Wegovy*), il quadro è completo.
Stesso copione negli altri Paesi europei: per esempio in Gb nei giorni scorsi, mentre il Governo avvisava della carenza citando anche il boom della domanda di Ozempic per la perdita di peso, il Department of Health and Social Care dava indicazioni agli operatori sanitari su come gestire questa fase ricordando di non prescrivere i farmaci carenti al di fuori del loro uso approvato e aprendo la strada a nuove prescrizioni della versione in compresse. Nell'avviso britannico emesso il 4 gennaio si specificava infatti la presenza di scorte sufficienti di questa formulazione, secondo quanto spiegato dall'associazione 'Diabetes Uk'. "Funziona così: o si trasferisce il paziente a un altro farmaco della famiglia o si dà lo stesso composto per bocca, quotidianamente, cercando di aggiustare la dose in maniera proporzionale alla dose che si faceva prima. L'importante è che il paziente prenda quel farmaco", spiega Avogaro. L'aumento della domanda e delle prescrizioni c'è stato anche in Italia, ovviamente. E un'ulteriore crescita "è stata determinata dalla famosa nota 100" dell'Aifa "per cui questi farmaci sono prescrivibili anche dai medici di medicina generale", prosegue l'esperto.
"L'apertura della prescrizione a ulteriori figure professionali oltre ai diabetologi ha reso ancora più evidente la carenza" dei medicinali, che già c'era. Questi, aggiunge Avogaro, "sono farmaci molto efficaci. Quindi sono molto importanti. E stanno andando bene. Ci sono delle evidenze scientifiche sul fatto che in un certo senso proteggono il sistema cardiovascolare e quindi i colleghi li prescrivono sempre di più. Sono un po' più cari rispetto agli altri farmaci, però si tratta della vita dei pazienti. E vediamo concretizzarsi" la svolta promessa, nel senso che "riusciamo a gestirli meglio".
Quanto alle carenze, "noi eravamo stati messi in allerta direttamente dall'azienda, anche per limitare il più possibile gli ingressi in terapia di nuovi pazienti per poter dare modo ai vecchi di continuare a prendere il farmaco. Chiaramente è difficile". Anche per quanto riguarda chi utilizza i Glp-1 RA per la perdita di peso, Avogaro precisa: "Questi sono farmaci che vanno molto bene nei pazienti obesi. Lo Stato non li rimborsa, ma lo specialista può prescriverli. Esiste quindi tutta una fetta di pazienti che si paga di tasca propria la terapia per dimagrire, una terapia giusta che fa perdere peso, va precisato. E se calcoliamo che 4-5 pazienti su 10 sono sovrappeso in Italia, ovviamente si fa presto a fare i conti su quanto incide. Incide parecchio".
Dal canto suo, l'azienda sta investendo sull'espansione degli impianti di produzione, come comunicato in due note a novembre scorso. Impianti sia in Danimarca che in Francia. Obiettivo: aumentare la capacità di soddisfare le future richieste del mercato, spiegava Novo Nordisk nelle comunicazioni presenti sul sito, precisando che l'investimento comprende anche i prodotti GLP-1. Intanto gli specialisti guardano avanti, a quello che si prospetta per il 2024 appena iniziato. "Ci aspettiamo sicuramente qualche chiarimento in più per quanto riguarda la gestione diabete nel suo insieme - osserva Avogaro - e a come verrà gestita la cronicità anche in funzione di quanto verrà messo in campo con il Pnrr", Piano nazionale di ripresa e resilienza. "Penso cioè alle Case di comunità, al ruolo del diabetologo, quanti diabetologi, come strutturare l'assistenza diabetologica - elenca - Ma soprattutto quello che ci aspettiamo è che un paziente che è diabetico in Calabria abbia lo stesso trattamento del paziente che è in Veneto. E' importante uniformare l'assistenza diabetologica in tutta Italia".
Cronaca
“Sono malato, ho un cancro”: chi è Franco Di...
Il giornalista in collegamento con Fabio Fazio
Franco Di Mare, 68 anni, annuncia a Che tempo che fa di essere malato. "Ho un mesotelioma, un tumore molto cattivo", dice il giornalista. Di Mare è un nome e un volto notissimo per i telespettatori italiani. La sua carriera comincia negli anni '80, con una serie di collaborazioni prima dell'assunzione a L'Unità, presso cui diventa inviato e caporedattore. Nel 1991 Di Mare approda in Rai e dal 1995 diventa inviato Speciale per il Tg2. Nel 2002 il passaggio al Tg1.
Nel 2003 diventa conduttore televisivo con Unomattina Estate prima di Uno Mattina week end . Dal 2004 diventa il volto di Uno Mattina. Il curriculum comprende programmi di informazione e attualità nella fascia mattutina e una serie di serate su Rai1. Nel 2019 diventa vicedirettore di Raiuno, con delega ad approfondimenti ed inchieste, e l'anno successivo viene nominato direttore generale dei programmi del giorno della Rai prima di assumere la direzione di Raitre il 15 maggio 2020.
Cronaca
G7, corteo di protesta a Torino: manifestanti bloccano...
Avrebbero dovuto sfilare per le vie del capoluogo piemontese, ma a sorpresa hanno cambiato percorso. Bruciate le gigantografie dei leader dei sette Paesi più industrializzati
È durato una decina di minuti il blocco della tangenziale da parte dei manifestanti che hanno sfilato nel corteo di protesta contro il G7 di domani e martedì a Venaria Reale. Hanno, infatti, cambiato percorso all'improvviso e scavalcato il guardrail, bloccando il traffico con lancio di fumogeni e lo sventolio delle bandiere. Dopo aver ribadito al megafono che "chi blocca il nostro futuro si troverà centinaia di blocchi come questo di persone non disposte a far decidere sulla propria testa", i manifestanti stanno ora tornando sui propri passi verso Venaria. "Siamo stati bravissimi ci siamo ripresi la città ma non ci fermiamo qui continueremo, non abbasseremo la testa", hanno scandito dal megafono mentre continuavano a sfilare.
Arrivati nel viale che conduce alla Reggia di Venaria, i manifestanti dopo aver posizionato davanti al cordone di forze dell’ordine grandi foto dei leader dei sette paesi più industrializzati hanno acceso un falò sul quale hanno bruciato le gigantografie. “Siamo qui non per dialogare ma per protestare per dire no al modello di sviluppo che ci vuole imporre il G7”. Così i manifestanti dal megafono poco aver dato alle fiamme le gigantografie dei leader dei sette paesi più industrializzati. “Continueremo la nostra lotta per i nostri territori, per la libertà del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi, per un futuro degno di questo nome, per garantire una vita che non sia solo sopravvivenza”.
Si è conclusa con gli ultimi interventi dei manifestanti la protesta popolare a Venaria Reale contro il G7 ambiente, clima ed energia in programma domani e martedì alla Reggia. Prima di concludere la manifestazione, gli organizzatori si sono dati appuntamento per domani sera alle 19 a Torino davanti a Palazzo. Nuovo per una nuova iniziativa di mobilitazione mentre Ultima Generazione ha annunciato per domattina a Venaria un’assemblea popolare in piazza.
Cronaca
Il Papa oggi a Venezia, le tappe della visita lampo
Il Pontefice alle detenute della Giudecca: "Vi ricorderò, non mollate". Poi gli incontri con gli artisti e i giovani e la messa a Piazza San Marco
Visita lampo di Papa Francesco oggi a Venezia. E' la prima volta di un Pontefice alla Biennale. Bergoglio è atterrato con l'elicottero alle 7.55 nel piazzale interno della Casa di Reclusione all’Isola della Giudecca. Ad accoglierlo Papa Francesco il Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il provveditore Rosella Santoro, la direttrice della struttura, Mariagrazia Felicita Bregoli e il comandante della Polizia penitenziaria, Lara Boco.
"Venezia sia accessibile a tutti"
"Se oggi guardiamo a questa città di Venezia, ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano" ha osservato il Papa nel corso della messa in Piazza San Marco.
Bergoglio ha elencato i problemi che affliggono la città lagunare: “I cambiamenti climatici, che hanno un impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine”. Un passaggio applaudito dai 10mila fedeli in Piazza San Marco.
Bergoglio chiama in causa i cristiani: "E noi, che siamo tralci uniti alla vite, vigna del Dio che ha cura dell’umanità e ha creato il mondo come un giardino perché noi possiamo fiorirvi e farlo fiorire, come rispondiamo? Restando uniti a Cristo potremo portare i frutti del Vangelo dentro la realtà che abitiamo: frutti di giustizia e di pace, frutti di solidarietà e di cura vicendevole; scelte di attenzione per la salvaguardia del patrimonio ambientale ma anche di quello umano: abbiamo bisogno che le nostre comunità cristiane, i nostri quartieri, le città, diventino luoghi ospitali, accoglienti, inclusivi. E Venezia, che da sempre è luogo di incontro e di scambio culturale, è chiamata a essere segno di bellezza accessibile a tutti, a partire dagli ultimi, segno di fraternità e di cura per la nostra casa comune. Venezia che fa fratelli”.
L'incontro con le detenute
Bergoglio, sulla sedia a rotelle, ha salutato le detenute del carcere della Giudecca all’interno del quale è stato allestito il Padiglione della Santa Sede per la Biennale. “Vi ricorderò, non mollate”, è stato l’incoraggiamento. “Non isolare la dignità, dare nuove possibilità” a chi è recluso in carcere, ha detto nel corso della visita. “Care sorelle e fratelli, tutti siamo fratelli, nessuno può rinnegare l’altro. Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore - ha affermato - il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza. Però può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è 'messa in isolamento', ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia. Nessuno toglie la dignità di una persona”.
“Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita”, è stato un altro dei passaggi del discorso.
L'incontro con gli artisti
Concluso l’incontro con le detenute, Bergoglio ha raggiunto la Chiesa della Maddalena (Cappella del Carcere). Qui l'incontro con gli artisti che hanno realizzato le loro opere per il Padiglione. Sia valorizzato adeguatamente il contributo delle donne nell’arte, è stato il mandato che il Papa ha affidato agli artisti: “Oggi abbiamo scelto di ritrovarci tutti insieme qui, nel carcere femminile della Giudecca. È vero che nessuno ha il monopolio del dolore umano. Ma ci sono una gioia e una sofferenza che si uniscono nel femminile in una forma unica e di cui dobbiamo metterci in ascolto, perché hanno qualcosa di importante da insegnarci. Penso ad artiste come Frida Khalo, Corita Kent o Louise Bourgeois e tante altre”.
I giovani e la messa in Piazza San Marco
E dopo avere incontrato le detenute e gli artisti, in motovedetta è arrivato alla Basilica della Salute per incontrare i giovani di Venezia e delle Diocesi del Veneto.
“Andate controcorrente. E insieme: il 'fai da te' nelle grandi cose non funziona. Per questo vi dico: non isolatevi, cercate gli altri, fate esperienza di Dio assieme, seguite cammini di gruppo senza stancarvi”, è stato il mandato che il Papa ha consegnato ai giovani. Bergoglio ha incoraggiato i giovani a creare: “Pensiamo al nostro Padre, che ha creato tutto per noi: e noi, suoi figli, per chi creiamo qualcosa di bello? La bellezza della gioventù quando diventa paternità e maternità. Pensate ai figli che avrete. Non siate professionisti del digitare compulsivo, ma creatori di novità! Siate creativi con gratuità, date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura! Alzati e vai!”.
Dopo aver rivolto ai presenti il suo discorso, il Papa, accompagnato da una delegazione di giovani, ha attraversato il ponte di barche che collega la Basilica della Salute con Piazza San Marco da dove ha presieduto la messa e il Regina Coeli.
In Piazza San Marco circa 10.500 fedeli secondo la stima del Vaticano. “Se oggi guardiamo a questa città di Venezia, ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano”, ha osservato.
Bergoglio ha quindi elencato i problemi che affliggono la città lagunare: “I cambiamenti climatici, che hanno un impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine”.
Il ritorno in Vaticano
Papa Francesco, in elicottero, è tornato in Vaticano alle 14,40 e ha fatto rientro a Casa Santa Marta dopo la visita lampo a Venezia.
Zaia: "Con la sua visita ha portato un segnale di pace"
"È stato un privilegio oggi aver ricevuto la visita di papa Francesco a Venezia, la capitale del Veneto con i suoi 1.100 anni di storia e la meravigliosa Basilica di San Marco, simbolo di tutto ciò che rappresenta questa città". . Lo ha detto Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto in occasione della visita a Venezia di Papa Francesco. "Con la sua visita pastorale il Papa ha portato un segnale di pace, invocandola non solo per il Medio Oriente e l'Ucraina, due terre segnate da pesanti conflitti, ma anche per tutte quelle zone del mondo, oltre una sessantina, in cui si continua a morire".
"Come diceva Hemingway, la guerra è il luogo dove gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori. Dobbiamo lavorare tutti per la pace. Qui in Veneto esiste una comunità dalle profonde radici cristiane, dove credenti e non credenti si riconoscono uniti da un carattere comune, la solidarietà. Basti pensare che un veneto su cinque, credente e non credente, è impegnato in attività di volontariato. Una regione, la nostra, che è non solo cosmopolita ma anche inclusiva, come ha auspicato il Papa. Un Pontefice - sottolinea - che ha sempre saputo parlare agli ultimi, con quella particolare attenzione che non siano lasciate indietro persone per scelte di vita o condizioni di disagio. Mi sono sentito particolarmente orgoglioso quando il Santo Padre ha definito Venezia una 'terra che fa fratelli': un riconoscimento a questa Regione che da sempre è un crocevia tra Oriente e Occidente, quindi luogo ideale per parlare di pace. A Papa Francesco un grande grazie e un arrivederci a Verona il prossimo 18 maggio”.
Il presidente della Regione Veneto ha voluto ricordare che "oltre all'Ucraina e alla crisi israelo-palestinese, nel mondo ci sono 60 guerre di cui non si parla mai e dobbiamo tutti lavorare per la pace". Ha sottolineato, inoltre, come le radici cristiane della regione siano alla base della dimensione solidale del Veneto "dove 1 veneto su 5 fa volontariato, a prescindere se sia credente o meno, secondo una prospettiva inclusiva e cosmopolita e anche il Veneto sta andando in questa direzione". Al presidente Zaia piace questo Papa che "parla agli ultimi, che è attento a che non ci siano persone lasciate indietro".