Ultima ora
Tumori, Mazzotti (Janssen Italia): “Con informazioni...
Tumori, Mazzotti (Janssen Italia): “Con informazioni accurate al fianco di pazienti”
‘OncoVoice, il sito e 'l’Esperto risponde' una serie di servizi dedicati anche a caregiver’
“OncoVoice si pone all'interno di un sistema che J&J Italia ha sviluppato e che si chiama ‘Janssen Con te’, un sito dedicato a pazienti e caregiver con una serie di servizi e informazioni a loro dedicati. Informazioni relative a patologie, diagnosi, trattamenti, nonché relative ai servizi disponibili sul territorio nazionale. E all'interno di questo sistema abbiamo messo in piedi anche un servizio che si chiama ‘l'Esperto risponde’. Quindi i pazienti o i caregiver possono fare delle domande a un medico che si mette a disposizione per un determinato arco temporale e fornisce delle risposte alle domande che vengono poste. Questo perché ci rendiamo conto che i pazienti e i loro familiari cercano sempre, soprattutto nel mondo online, tutta una serie di informazioni dopo una diagnosi o" quando "semplicemente hanno dei sospetti a seguito di alcuni esami. E quindi riteniamo che come azienda impegnata in questo settore sia importante che trovino le informazioni più accurate e assolutamente affidabili”. Così Federica Mazzotti, direttore Commercial Excellence and Business Transformation Janssen Italia, azienda farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson.
“Abbiamo una community di circa 25.000 tra pazienti e caregiver – prosegue Mazzotti - una community ampia, perché i numeri sono sicuramente elevati, nella quale esiste proprio questa necessità, dal lato paziente e dal lato caregiver, di avere un posto dove riuscire a recuperare una serie di informazioni, ma anche dove scambiarsi una serie di dubbi e appunto bisogni e necessità immersi all'interno di questa community”.
Con l’indagine quali-quantitativa OncoVoice fatta a partire dalla Community online di Janssen dedicata ai tumori solidi, “abbiamo analizzato commenti e azioni degli utenti nell’ambito del tumore della prostata – sottolinea Mazzotti – che è la seconda diagnosi di cancro più diffusa negli uomini, la quarta causa di tumore al mondo. Come J&J siamo presenti nel trattamento del tumore della prostata da tanti anni ed è una delle aree dove continuiamo ad investire in termini di ricerca e innovazione e quindi riteniamo di avere ovviamente un ruolo importante per garantire che i pazienti e i loro familiari possano trovare le informazioni più accurate di cui hanno più bisogno”. A tale scopo “abbiamo cercato di capire di cosa avessero bisogno i pazienti e i loro familiari - chiarisce - Le cose che emergono in maniera evidente sono una necessità di avere informazioni a livello di patologia ma anche di prevenzione, di stili di vita e tutta una serie di interessi nei confronti anche dei servizi che ci sono sul territorio nazionale”. Una delle richieste “più frequenti è capire quali sono i centri di eccellenza dove, ad esempio, viene diagnosticato e curato il tumore della prostata; seguono informazioni a livello di costi – conclude - e il desiderio dei pazienti di far parte di una community dove poter scambiare una serie di opinioni, domande, dubbi e condividerlo con gli altri. Questo è un po' quello che ci siamo posti come Janssen”.
Ultima ora
Ostia, in fiamme stabilimento La Casetta: distrutte alcune...
Il rogo sul lungomare Amerigo Vespucci
Fiamme nello stabilimento 'La Casetta' di Ostia. Un incendio ha coinvolto oggi pomeriggio alcune cabine dello stabilimento sul lungomare Amerigo Vespucci. Fiamme che hanno distrutto parte della struttura, un tempo frequentata da vip, causando un'alta nube di fumo. Un impianto che è stato al centro di una lunga querelle tra sentenze e burocrazia che lo ha portato a uno stato di abbandono. Oggi l'ultimo capitolo con l'incendio che ha distrutto parte di quello che resta.
Ultima ora
Franco Di Mare, cos’è il mesotelioma: il cancro...
Il giornalista a Che tempo che fa parla della sua malattia
"Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo". E' la scioccante rivelazione di Franco Di Mare, giornalista della Rai, a Che tempo che fa. Di Mare, 68 anni, parla a Fabio Fazio con l'ausilio di un respiratore, indispensabile per far fronte agli effetti della malattia.
Il mesotelioma, come spiega l'Airc dal proprio sito, è un cancro tumore che nasce dalle cellule del mesoteli, le membrane che rivestono, come una sottile pellicola, gli organi interni. A seconda dell'area che ricopre, il mesotelio assume nomi diversi: si chiama pleura nel torace, peritoneo nell'addome, pericardio nello spazio attorno al cuore e tunica vaginale nella zona attorno ai testicoli.
Oltre al mesotelioma maligno, dal mesotelio possono svilupparsi anche tumori benigni che in genere vengono rimossi chirurgicamente e non richiedono ulteriori trattamenti.
Cos'è il mesotelioma
Il mesotelioma maligno è una patologia rara che colpisce prevalentemente gli uomini. In Italia rappresenta lo 0,8 per cento di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo e lo 0,3 per cento di quelli diagnosticati nelle donne. Il 90% dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto. Con il termine amianto o asbesto si indica una famiglia di minerali dalla struttura fibrosa, molto resistenti al calore. Le fibre di amianto, oltre mille volte più sottili di un capello umano, possono essere inalate e danneggiare le cellule. Se si depositano nei polmoni, le fibre possono dare origine ad altre malattie come l'asbestosi (una sorta di fibrosi del tessuto polmonare che impedisce la corretta espansione dell'organo) o il tumore polmonare.
La maggior parte dei mesoteliomi interessa persone che sono entrate in contatto con l’amianto sul posto di lavoro. Tuttavia anche l’esposizione non professionale, per esempio ambientale, all’asbesto e ad altre fibre minerali asbestiformi aumenta il rischio di mesotelioma. I familiari dei lavoratori esposti all’amianto sono anch’essi a rischio, dal momento che le fibre di amianto si possono depositare sui vestiti ed essere trasportate dal posto di lavoro a casa, e in tal caso si parla di esposizione passiva. Il periodo di latenza, ossia il tempo che intercorre tra l’esposizione all’amianto e la comparsa del mesotelioma, è molto lungo, circa 40-50 anni. Il rischio aumenta all'aumentare della durata dell'esposizione e della quantità di fibre di amianto inalata.
Altri fattori di rischio meno comuni per il mesotelioma sono l’esposizione alle radiazioni ionizzanti o al diossido di torio (utilizzato in passato come mezzo di contrasto per le immagini radiografiche). Esistono rari casi di predisposizione familiare legate a mutazioni del gene BAP1.
Si distinguono diversi tipi di questo tumore:
- mesotelioma pleurico: si sviluppa nella cavità toracica ed è il tipo più diffuso (circa 3 casi su 4);
- mesotelioma peritoneale: si sviluppa nell'addome e rappresenta la quasi totalità dei restanti casi di mesotelioma;
- mesotelioma pericardico: si sviluppa dalla membrana che riveste il cuore ed è estremamente raro;
- mesotelioma della tunica vaginale: si sviluppa dalla membrana che riveste i testicoli ed è molto raro.
A seconda delle caratteristiche delle cellule, si distinguono quattro sottotipi di mesotelioma pleurico:
- epitelioide, il più comune (70-85 per cento dei casi), e quello con una migliore prognosi;
- sarcomatoide o fibroso (10 per cento);
- misto o bifasico (10-25 per cento)
- desmoplastico, il più raro (meno del 2 per cento) e più difficile da diagnosticare.
I primi sintomi con cui si presenta il mesotelioma pleurico, spesso legati all’accumulo di liquido nella cavità pleurica (versamento pleurico), sono respiratori: fiato corto (dispnea) e tosse. Possono essere presenti anche dolore nella parte bassa della schiena o a un lato del torace e sintomi più aspecifici, come debolezza muscolare e perdita di peso. Dolore addominale, perdita di peso, nausea e vomito sono, invece, i sintomi più comuni in caso di mesotelioma peritoneale. Il volume dell’addome può aumentare a causa dell’accumulo di liquido nel peritoneo (ascite).
Determinare lo stadio del tumore, ovvero quanto la malattia sia estesa, è essenziale per decidere il tipo di terapia. Per il mesotelioma vengono individuati quattro stadi (I-IV) sulla base dei criteri TNM che tengono conto dell'estensione del tumore (T), dell'eventuale coinvolgimento dei linfonodi (N) e delle metastasi (M).
Come per la maggior parte dei tumori, anche per il mesotelioma più basso è lo stadio e migliori sono le probabilità di successo del trattamento. Spesso però la diagnosi di questo tumore arriva quando la malattia ha già superato gli stadi iniziali ed è ormai difficile da trattare, perciò è uno dei tumori con prognosi raramente positiva. A distanza di 5 anni dalla diagnosi sono ancora vivi solo l’8 per cento degli uomini e il 10 per cento delle donne colpiti dal mesotelioma.
La terapia
Il mesotelioma è un tumore raro e difficile da curare. I medici valutano innanzitutto la possibilità di intervenire chirurgicamente. In linea di massima i mesoteliomi in stadio iniziale sono operabili, ma l’opportunità di rimuoverli dipende dal sottotipo, dalla posizione, dalle dimensioni e dalle condizioni generali del paziente. Nella maggior parte dei casi la chirurgia non ha intento curativo, ma palliativo, ossia serve a prevenire o ridurre i sintomi.
Esistono anche altri trattamenti che possono essere utilizzati a scopo palliativo: la rimozione di liquido mediante un ago lungo e sottile dalla cavità toracica (toracentesi), addominale (paracentesi) o attorno al cuore (pericardiocentesi) è in grado, per esempio, di dare sollievo, ma, purtroppo, deve essere ripetuta periodicamente, perché il liquido tende a riformarsi.
Il trattamento standard per il mesotelioma consiste nella chemioterapia. I farmaci più efficaci sono i derivati del platino, come il cisplatino, e gli antifolati, come il pemetrexed, spesso usati in associazione.
I farmaci chemioterapici possono essere somministrati per via sistemica, con una iniezione intravenosa che li porta in tutto l'organismo, oppure direttamente nella cavità toracica (per via intrapleurica) o addominale (per via intraperitoneale). Questa somministrazione localizzata è usata soprattutto nel caso del mesotelioma peritoneale e permette di colpire il tumore con dosi più alte di chemioterapico, che a volte viene riscaldato per aumentarne l'efficacia (chemioterapia ipertermica), limitando gli effetti collaterali al resto dell'organismo.
Da alcuni anni sono in corso diverse sperimentazioni terapeutiche con farmaci biologici e con l’immunoterapia, seppure sinora nessuno di questi approcci abbia ancora dimostrato un reale significativo impatto sulla sopravvivenza dei pazienti trattati. Il progressivo miglioramento delle conoscenze scientifiche su questa malattia sta comunque aprendo nuove interessanti prospettive terapeutiche.
.
Ultima ora
Franco Di Mare: “Ho il mesotelioma, un tumore molto...
La rivelazione del giornalista a 'Che tempo che fa': "Non voglio fossilizzarmi attorno all'idea di morte, l'arbitro non ha ancora fischiato la fine"
"Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo". Franco Di Mare, giornalista della Rai, a 'Che tempo che fa' parla a Fabio Fazio della sua malattia. "Questo tubicino che mi corre sul viso è un legato a un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. E' un cancro legato alla presenza di amianto nell'aria", dice. "Si prende tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto e senza saperlo. Una fibra di amianto è 6.000 volte più piccola e più leggera di un capello. Ha un tempo di conservazione lunghissima, può restare in attesa fino a 30 anni e quando si manifesta spesso è troppo tardi. Le speranze però non finiscono, la ricerca va avanti", aggiunge.
"La vita finisce quando l'arbitro fischia, ancora non l'ha fatto"
"Non è vero che domani non ci saranno possibilità, ma al momento no. Io stasera sono qui a festeggiare l'idea che ci sia una soluzione che ancora non si è scoperta ma che probabilmente verrà scoperta. Non bisogna buttarsi giù e si può andare avanti con ragionevoli speranze che ci sia una soluzione e che non sia cosi lontana", aggiunge Di Mare. "Ho avuto una vita bellissima. Le memorie che ho sono piene di vita. Non voglio fossilizzarmi attorno all'idea di morte. Mi voglio legare all'idea che c'è la vita. Quello che mi dispiace tanto è scoprirlo solo adesso. Non è ancora tardi". "Non è ancora tardi perché -aggiunge -, come diceva Boskov la partita finisce quando arbitro fischia. Il mio arbitro non ha fischiato ancora".
"Questo tubicino che mi corre sul viso è un tubicino legato ad un respiratore automatico e mi permette di respirare in modo forzato, ma mi permette di essere qui a raccontare, a parlare con te. Mi sono preso il Mesotelioma, un tumore molto cattivo, legato alla presenza di amianto… pic.twitter.com/41Wz7WoNRT
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) April 28, 2024