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Tumori, indagine OncoVoice: qualità della vita centrale in pazienti con cancro prostata
La community chiede più informazione su tutte le fasi di malattia e anche per la prevenzione
La qualità di vita è uno degli aspetti maggiormente chiamati in causa dai pazienti con tumore alla prostata che evidenziano la necessità di maggiori informazioni relative alla patologia, alla sua diagnosi e gestione, oltre che alla sua prevenzione. E’ quanto emerge dall’indagine quali-quantitativa sugli aspetti bio-psico-sociali che caratterizzano i pazienti e i loro caregiver, analizzando i commenti e le azioni degli utenti della Community OncoVoice, una sezione del portale Janssenconte.it dedicato ai tumori del polmone e della prostata, istituito da Janssen, azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson. OncoVoice - spiega una nota - comprende anche il servizio ‘L’esperto risponde’, collocato all’interno del medesimo portale, una pagina Facebook e un account Instagram.
L’analisi ha interessato 1.288 item, l’85% dei quali erano inerenti al tema di indagine. Solo 293 commenti (22,7%) citano la diagnosi, di questi, il 76,5% dichiara di avere un tumore della prostata. La maggior parte dei post è stata pubblicata dai pazienti stessi, ma non mancano contributi da parte dei caregiver. In tal senso si evince che i post più carichi emotivamente contengono proprio commenti di donne, spesso caregiver coniugi o familiari, che ricordano i loro cari che hanno perso la vita per la patologia.
Il cancro alla prostata, che interessa circa 564 mila italiani - secondo i dati dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) - è la forma tumorale più frequente negli uomini, sono il 33% delle neoplasie nel sesso maschile con circa 40.500 nuovi casi all’anno, pari al 19,8 % di tutti i tumori maschili. L’incidenza del carcinoma prostatico è in costante crescita dagli anni 2000, in concomitanza con la diffusione del test dell’antigene prostatico specifico (Psa), l’esame digitorettale, l’ecografia prostatica e la biopsia sotto guida ecografica, per lo screening opportunistico. Nel 2022, nel nostro Paese, si sono stimati 7.200 decessi per la patologia. L’indagine evidenzia che il tumore della prostata ha un impatto sulla qualità di vita soprattutto nella sfera fisica (87%) e psicologica (42,8%). Diversi utenti condividono le tipiche difficoltà emotive di adattamento alla malattia - rabbia, paura e tristezza - e riportano bisogni insoddisfatti di tipo psicologico.
Inoltre, la paura e il conseguente meccanismo ‘dell’evitamento’ interessano soprattutto chi è restio a sottoporsi alle visite, in particolare alla visita urologica. Le emozioni emerse sono: frustrazione, speranza, preoccupazione e tristezza e altre sfumature emotive a cui si somma la sensazione di insoddisfazione per i propri principali bisogni. In primis c’è il bisogno comunicativo di dialogo e informazione (77,6%), di assistenza e cura (33,9%) e la necessità psicologica di supporto emotivo (32,9%). Qualche utente ha anche espresso bisogni insoddisfatti relativi all’area economica, relazionale, sessuale e spirituale.
Dai contenuti dell’indagine, si nota che gli utenti hanno assunto meccanismi di ‘coping’ differenti: il 58,5% sembra mantenere la capacità di attribuire a sé il controllo e la gestione della situazione clinica e di malattia, così come la sensazione di poterla padroneggiare. Alcuni, tuttavia, adottano stili di ‘coping’ disfunzionali come la negazione, o il senso di inaiutabilità, cioè di non poter essere aiutati, situazione che complica trattamenti e prognosi. Inoltre, nel 13,8% dei casi è emersa la presenza di un gap insoluto tra il paziente e la figura sanitaria di riferimento per carenza di fiducia per problemi negli scambi comunicativi o per episodi di diagnosi tardiva. Sembrano dunque elevate e non soddisfatte le necessità relative a questo aspetto della cura, che si potrebbero colmare offrendo più informazioni e servizi relativi al tema.
A complicare lo scenario - si legge nella nota - ci sono anche le difficoltà diagnostiche e/o di cura che sono emerse in 54 item per difficoltà nell’interpretare gli esiti (46,3%), problematiche nei servizi tempi di attesa, costi, errori e simili (33,3%) e per un esordio asintomatico (20,4%). Molto dibattuto il tema della prevenzione che ha registrato il numero più elevato di post, con fazioni che ne sostengono l’inutilità perché ‘non esiste la prevenzione, ma solo la diagnosi precoce’, oppure ‘è solo un business’. In questo gruppo, è diffusissimo il malcontento per la sanità pubblica, in particolare per i tempi di attesa, e il prevalere di un sentimento generalizzato di sfiducia e di abbandono. Infine, sui trattamenti, solo il 13,2% dei 1.288 item fa riferimento ai miglioramenti conseguenti alle cure, il 13,6% allude agli effetti collaterali e il 13% affronta il tema dell’inefficacia. Dall’indagine emerge la necessità di porre attenzione sia alla fase dei trattamenti attivi che a quella post-trattamenti, affrontando il tema dell’efficacia delle cure anticancro e degli effetti collaterali associati, e trattando la riabilitazione come fase importante di cura, stimolando la discussione all’interno della Community.
Spettacolo
Concerto primo maggio, Cosmo con bandiera palestinese
Spunta anche un quasi topless nello show
Cosmo con la bandiera palestinese sul palco del concerto del primo maggio al Circo Massimo. Il cantante, protagonista di una delle ultime esibizioni dello show, porta la bandiera sul palco durante l'esecuzione del brano Tristan Zarra. La performance è particolarmente 'vivace', spunta anche un quasi-topless. "Che avete combinato?", chiosa BigMama, rivolgendosi all'artista. "Ti sei liberato sicuramente, sei un grande", aggiunge congedando Cosmo.
Esteri
Ucraina, F-16 in arrivo. Russia: “Servono più armi...
Si avvicina il 'debutto' dei jet attesi da Kiev. Shoigu chiede un ulteriore sforzo alla macchina bellica di Mosca
La Russia ha bisogno di nuove armi per la guerra, l'Ucraina si prepara ad accogliere gli F-16. Grandi manovre tra Mosca e Kiev in una fase cruciale del conflitto, tra piani di nuovi attacchi e strategie che cambiano.
L'Ucraina, dopo circa 5 mesi con le spalle al muro, aspetta l'arrivo delle armi che gli Stati Uniti hanno inserito nel pacchetto da 61 miliardi di dollari recentemente approvato dal Congresso. Da Washington, che ha già inviato missili a lungo raggio Atacms, arriverà anche una fornitura speciale del Pentagono con sistemi Patriot. Kiev, quindi, potrà contrastare con nuovi strumenti la probabile offensiva che la Russia si appresta a sferrare tra la fine della primavera e l'inizio dell'estate. Le forze ucraine, costrette a razionare per mesi le munizioni, potranno adottare un atteggiamento e di conseguenza una strategia differente.
Il quadro potrebbe cambiare in maniera nei prossimi giorni per l'arrivo sulla scena di un nuovo 'protagonista'. L'Ucraina si prepara a salutare l'arrivodei jet F-16 dopo la Pasqua ortodossa, che viene celebrata domenica 5 maggio.
A fare riferimento alla data è Ilya Yevlash, portavoce dell'aviazione di Kiev. "Stiamo aspettando", dice - come riportano media ucraini e come rilancia Newsweek - e annuncia che gli aerei potrebbero 'debuttare' "dopo Pasqua". Da mesi i piloti si addestrano per sfruttare i caccia, forniti in particolare da Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia e Belgio.
Non è chiaro, a questo punto, quale sarebbe l'impatto degli F-16 sugli equilibri in campo. Nelle scorse settimane, un'anonima fonte militare ucraina ha evidenziato a Politico che "gli F-16 servivano nel 2023, non vanno bene per il 2024". Il governo olandese nei mesi scorsi ha preannunciato l'invio degli aerei "nel secondo trimestre del 2024". A marzo, il Belgio si è impegnato a consegnare i velivoli entro la fine dell'anno. "Quest'anno, più di uno squadrone di F-16 comincerà ad arrivare in Ucraina con piloti e addetti alla manutenzione", una delle ultime comunicazioni del segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin.
La Russia ha bisogno di altre armi
Rispetto all'Ucraina, finora la Russia ha potuto esibire e sfruttare una netta superiorità in termini di uomini, munizioni e mezzi. Mosca riversa soldati al fronte senza soluzione di continuità, con minima attenzione alle perdite umane. Il tema delle armi a disposizione, per quantità e qualità, comincia però a diventare un argomento da affrontare. Ad accendere i riflettori sul tema è il ministro della Difesa, Sergei Shoigu, che chiede uno sforzo ulteriore alla macchina bellica. Gli accordi con altri paesi - la Corea del Nord per l'artiglieria, l'Iran per i droni - sono fondamentali ma non bastano.
"Per mantenere il ritmo richiesto dell'offensiva... è necessario aumentare il volume e la qualità delle armi e degli equipaggiamenti militari forniti alle truppe, in primo luogo le armi", dice Shoigu dopo una riunione con la leadership militare e alla luce delle esigenze illustrate dal capo di Stato maggiore, il generale Valery Gerasimov.
La Russia da mesi esercita una pressione costante in particolare lungo il fronte orientale. Le forze di Mosca hanno guadagnato terreno, costringendo Kiev a scelte conservative e a abbandonare alcune posizioni. Ora, però, l'Ucraina inizia a ricevere le armi dagli Usa e da altri paesi della coalizione occidentale. La Russia, che secondo analisti e esperti potrebbe sferrare una nuova offensiva tra fine primavera e inizio estate, nelle prossime settimane dovrà confrontarsi con nemici più preparati.
Esteri
Gaza, Hamas: “Oggi risposta a Israele su...
Netanyahu e Gallant: guerra non finisce anche se si raggiunge intesa
Hamas risponderà oggi alla proposta per il cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi rapiti in Israele nell'attacco del 7 ottobre. I colloqui per una tregua tra Israele e Hamas sono in stato avanzato ma le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. "Molto probabilmente" oggi, se Dio vuole che i mediatori riceveranno una risposta", dichiara Hamas in merito ai tempi di una risposta sulla proposta.
Blinken: "Progressi reali verso accordo"
A tessere la tela della diplomazia, nelle ultime ore, contribuisce soprattutto il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele incontra il premier Benjamin Netanyahu. I progressi sono "reali e significativi", dice Blinken. Un segnale incoraggiante è rappresentato dalla decisione di Israele di aprire il valico di Erez per far arrivare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.
L'esercito israeliano afferma che circa 30 camion con cibo e forniture mediche dalla Giordania sono entrati oggi nel nord della Striscia attraverso il valico. I camion sono stati sottoposti ad una "attenta ispezione di sicurezza", fanno sapere le forze di difesa (Idf). Il passaggio era stato attaccato e gravemente danneggiato durante l'assalto di Hamas del 7 ottobre, l'Idf sostiene di aver effettuato lavori per consentire il transito dei camion.
Netanyahu: guerra non finisce anche se c'è accordo
"Un progresso reale e importante", ripete Blinken. Netanyahu, però, nell'incontro con il numero 1 della diplomazia a stelle e strisce ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. "Israele farà tutto il possibile per il ritorno degli ostaggi ma si sta preparando per l'operazione a Rafah", sottolinea anche il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant.
La Colombia interrompe rapporti con Israele
Blinken avverte i leader israeliani che un'operazione a Rafah in questo momento diminuirebbe le possibilità di raggiungere un accordo e avrebbe un impatto sugli sforzi statunitensi per promuovere la normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita. Secondo un rapporto del Guardian, Riad sta attualmente promuovendo un accordo di cooperazione in materia di sicurezza con gli Stati Uniti che esclude la normalizzazione dei legami con Israele, a causa dei continui combattimenti a Gaza.
Le operazioni militari condizionano anche i rapporti tra Israele e la Colombia, che interromperà le relazioni con lo stato ebraico, come annuncia il presidente del paese sudamericano, Gustavo Petro. Perentoria la replica del ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, che stigmatizza la posizione "antisemita e piena di odio". "La storia ricorderà che Gustavo Petro decise di schierarsi accanto ai mostri più vili che la storia abbia mai conosciuto", scrive Katz su X, "che bruciarono neonati, uccisero bambini, violentarono donne e rapirono civili innocenti". "I rapporti tra Colombia e Israele sono sempre stati cordiali", continua Katz, "e nessun presidente antisemita pieno di odio cambierà la situazione".