Connect with us

Cronaca

Molly e i giovani prigionieri di social e algoritmi,...

Published

on

Molly e i giovani prigionieri di social e algoritmi, viaggio alle origini del disagio

Nuove generazioni in bilico fra virtuale e realtà, quasi la metà degli adolescenti italiani ha pensato almeno una volta al suicidio.Il racconto: "Così la Rete può diventare una trappola che moltiplica le fragilità"

Molly e i giovani prigionieri di social e algoritmi, viaggio alle origini del disagio

I primi campanelli d'allarme erano suonati già nella seconda metà del 2020. Diversi team di scienziati nel mondo, Italia compresa, hanno cominciato a documentare come la pandemia di Covid-19 - complice l'isolamento sociale che ha caratterizzato la lotta a Sars-CoV-2 - stesse facendo da detonatore al disagio mentale degli adolescenti. Una costante emergeva dalle loro ricerche: il ruolo da co-protagonista del mondo digitale in cui - complice anche l'effetto lockdown - alcuni di loro restavano prigionieri. Sono trascorsi ormai quasi 4 anni e gli studi sulla complessità delle dinamiche che spingono sempre più giovani in spirali buie senza uscita, si sono moltiplicati. Ultimo della lunga lista uno studio italiano del Cnr-Irpps (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma) che, cercando di inquadrare i meccanismi che portano allo sviluppo di pensieri di suicidio in adolescenza, ha fatto emergere un dato: quasi la metà (il 44,9%) degli adolescenti italiani ha sperimentato questi pensieri almeno una volta nella vita, soprattutto ragazze.

Ragazze come Molly Russell, 14enne britannica che si è tolta la vita a 14 anni nel 2017. Sui suoi canali social vennero poi ritrovati centinaia e centinaia di contenuti inerenti al suicidio e furono storiche le conclusioni dell'inchiesta sul suo caso che puntavano il dito per la prima volta anche sugli effetti negativi di questi contenuti online. Il suo caso è tornato al centro dell'attenzione dei media una settimana fa, perché un report della "Molly Rose Foundation", che deve il nome proprio alla ragazza, ha svelato come poco sia stato fatto per contrastare il problema in questi anni. E come poco sia cambiato sui social media, nonostante i siti oggetto della ricerca, TikTok, Instagram, Pinterest, abbiano tutti promesso di creare strumenti per limitare l'accesso a materiale dannoso.

A questa "bolla" che imprigiona i ragazzi "riproponendogli le loro fragilità" ha dedicato una puntata anche la trasmissione di Rai3 'Presa Diretta', affrontando un viaggio-inchiesta fra le famiglie dei ragazzi rimasti vittime di queste dinamiche e fra gli esperti che indagano sull'impatto di piattaforme e algoritmi sul cervello e sulla salute mentale dei giovanissimi. "Il messaggio che vorremmo arrivasse? Che siamo di fronte a un problema di salute pubblica, che come tale va affrontato, così come le dipendenze dalle droghe, così come le epidemie, così come il Covid", spiega all'Adnkronos Salute Riccardo Iacona. "Sono questioni statali che vanno prese in carico anche a livello di Europa, così come gli Stati Uniti si stanno muovendo da questo punto di vista. Dobbiamo salvare i nostri giovani da una malattia che provoca danni. E' impressionante il viaggio che ha fatto Lisa Iotti", che ha curato la puntata 'La scatola nera' con Irene Sicurella e Sabrina Carreras, "nelle strutture sanitarie pubbliche che hanno visto improvvisamente raddoppiare i casi per esempio di disturbi alimentari, sempre più legati alla frequentazione dei social. E' l'uno e l'altro, non è più un fattore separato".

Agli aspetti che concorrono al disagio si aggiunge oggi "questo abuso" di social. "E ci vuole una responsabilità politica nazionale - continua Iacona - perché non è un trend o una moda che possiamo marginalizzare dicendo che riguarda una quota piccola di persone. E' qualcosa che ci danneggia tutti profondamente. Va aggiunto che la sovraesposizione a queste piattaforme toglie tempo alla nostra concentrazione, alla nostra capacità di lettura, porta dei cambiamenti cerebrali", fotografati dagli scienziati con l'imaging. "Insomma, stiamo consegnando la nostra vita, i nostri dati e la nostra psiche a 4-5 multinazionali del mondo che su questo fanno i soldi".

L'ULTIMO STUDIO SUGLI ADOLESCENTI ITALIANI - Cosa porta un adolescente con una vita carica di promesse davanti, a sviluppare pensieri di suicidio? A fare chiarezza su un fenomeno che è esploso con la pandemia e il lockdown è uno studio condotto dal Gruppo multidisciplinare di ricerca mutamenti sociali, valutazione e metodi (Musa) dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Irpps), attraverso un approccio di ricerca di tipo psicosociale. Il lavoro ha ribaltato i cliché dimostrando che i disagi psicologici che alimentano i pensieri suicidari "non costituiscono l’origine del problema, rintracciata, invece, in particolari dinamiche di interazione sociale e in specifiche caratteristiche sociodemografiche", spiegano i ricercatori che hanno verificato anche come l'abuso di alcol e l'uso di sostanze psicotrope risultano "secondari".

Lo studio, pubblicato sulla rivista 'Scientific Reports' di 'Nature', fornisce risultati utili alla comprensione del problema e alla progettazione di interventi mirati a sostegno del benessere giovanile. E' basato sui dati di un’indagine quantitativa trasversale post-pandemica condotta dal gruppo a cavallo tra il 2021 e il 2022 attraverso la tecnica Capi (Computer Assisted Personal Interview) su un campione rappresentativo di 4.288 adolescenti italiani delle scuole pubbliche secondarie di secondo grado. Mentre la maggioranza degli studi sui pensieri suicidari condotti a livello mondiale analizza esclusivamente gli aspetti psicologici del fenomeno, la ricerca del gruppo Musa ha analizzato l’eziologia del pensiero tra gli adolescenti prendendo in esame simultaneamente una serie di fattori socio-demografici, psicologici e sociologici, per analizzarne la relativa influenza sul problema.

"Un primo dato emerso è che il 44,9% degli adolescenti italiani ha sperimentato almeno una volta il pensiero suicida (23,2%, una volta; 21,7% più di una volta), che riguarda pensieri di pianificazione del suicidio, desideri e preoccupazioni riguardo alla morte. I risultati - evidenziano gli scienziati - hanno confermato l’esistenza di un'associazione diretta tra il malessere psicologico e il pensiero suicida, chiarendo però come, ad esclusione di implicazioni psichiatriche, esso non determina ma è determinato dal deterioramento dell’interazione umana. La sfera sociale viene così a configurarsi come il principale oggetto di ricerca ai fini della comprensione e del trattamento del problema dei pensieri suicidi".

"Rispetto allo status socio-demografico, il pensiero suicida caratterizza maggiormente le ragazze (6 su 10 contro 4 ragazzi su 10), chi vive nelle aree settentrionali del Paese, chi ha una cittadinanza straniera, chi frequenta gli istituti tecnici, i non credenti e chi ha un background familiare economico basso - riporta lo studio - Come dimostrato dalle analisi matematiche effettuate sono però specifiche caratteristiche dello status relazionale e dell’interazione sociale all’origine del fenomeno. Nello specifico, i pensieri suicidi scaturiscono da una compromissione della salute mentale caratterizzata da ansia, depressione, bassa autostima, felicità e soddisfazione, alta intensità di emozioni primarie negative e un atteggiamento negativo verso il futuro".

Gli aspetti appena elencati sono però "sintomi della presenza di una stretta e insoddisfacente rete amicale, di relazioni qualitativamente scarse con pari e genitori, di problemi di rendimento scolastico, iperconnessione, insoddisfazione corporea e coinvolgimento come vittime nel bullismo e nel cyberbullismo", analizza il Cnr. Quanto alla particolare presenza femminile nella quota di ragazzi che esprimono questa problematica, gli esperti analizzano: "Il fatto che le ragazze maturino pensieri suicidi più dei loro coetanei è motivato dall’influenza di norme sociali di genere e dalla pressione di modelli estetici che compromettono la soddisfazione corporea, l’autostima e il piano delle emozioni", riflette Antonio Tintori del Cnr-Irpps, responsabile dell’indagine.

Considerando il grave impatto della pandemia di Covid sulla salute mentale degli adolescenti e la trasposizione dell’interazione sociale sempre più sul piano virtuale, lo studio - concludono gli autori - evidenzia l’urgente bisogno di interventi mirati e contestualizzati. "I nostri risultati mostrano il ruolo centrale e cruciale della scuola nel sostegno del benessere relazionale giovanile - conclude Tintori - Interventi più esperti dovrebbero essere attivati urgentemente a partire dalle scuole primarie, con il coinvolgimento di insegnanti e genitori, in materia di iperconnessione, devianza e violenza relazionale, educazione emotiva, autostima e decostruzione di simbolismi e condizionamenti sociali che stereotipizzano e gerarchizzano l’ambiente vissuto, a partire dalle asimmetrie di genere, deteriorando sostanzialmente la qualità di vita dei giovani".

LA SCATOLA NERA E L'EREDITA' DI MOLLY RUSSELL - Per scoprire cosa c'è dietro quella scatola nera che rischia di danneggiare i giovani più fragili, Iacona e i giornalisti di Presa Diretta hanno viaggiato dagli Usa al Regno Unito. "Abbiamo cercato di gettare una luce su una quota di adolescenti in difficoltà che all'indomani del Covid stava crescendo sempre di più", racconta Iacona. In questa storia, fa notare, ci sono anche "le famiglie" che hanno deciso di opporsi. "Testimonianze toccanti le loro. E oggi un numero crescente di Stati Usa", al momento 41, "hanno fatto causa a Meta proprio sostenendo che gli algoritmi usati in queste piattaforme danneggiano gli adolescenti". L'attenzione a questo tema è un po' l'eredità di Molly Russell.

"Abbiamo intervistato il padre di questa ragazzina inglese morta suicida - dice Iacona - Quello che emerge e preoccupa è che gli algoritmi ci conoscono meglio di come ci conosciamo noi. Specialmente TikTok" è finito nel mirino di approfondimenti su questo piano. "Sono algoritmi potentissimi di riconoscimento: nel momento preciso in cui tu anche solo passi su un contenuto che ha a che fare per esempio con il cibo, da quel momento in poi entri in una rete in cui ti ripropongono contenuti dello stesso tipo per tenerti il più possibile attaccato alla piattaforma. Alla fine entri in questa bolla, in un mondo fatto di ragazze con il sondino, ragazze che si tagliano, ragazzi che fanno pensieri suicidari".

La ricerca della fondazione Molly Rose ha analizzato più di 1.000 post e video, individuati grazie alla ricerca di 15 hashtag associati a materiale dannoso e che Molly utilizzava regolarmente. Su Instagram, la ricerca ha rilevato che quasi il 50% di ciò che è stato visualizzato erano contenuti che "mostravano disperazione, sentimenti di infelicità e temi altamente depressivi". Su TikTok, la ricerca ha rilevato che la metà dei post esaminati con "contenuti dannosi" era stata visualizzata più di un milione di volte. Su Pinterest, invece, al ricercatore sono state attivamente consigliate più immagini di "persone in piedi sulla cima di una scogliera, che annegano, immagini stilizzate di persone in caduta libera nell'aria". È "indifendibile che le aziende social continuino a chiudere un occhio sulla portata degli orrendi contenuti suicidi e autolesionisti presenti sulle loro piattaforme", ha accusato Michelle Donelan, Segretaria dello Stato per la scienza. Ian Russell, padre di Molly, ha rincarato la dose alla Bbc, criticando i social per il "fallimento sistemico fondamentale che continuerà a costare giovani vite".

Iacona ricorda anche la testimonianza di Frances Haugen, che lasciò il suo incarico in Facebook diventando poi 'whistleblower' e rendendo noti documenti interni che svelavano le tante dinamiche controverse e i rischi di questi algoritmi. "Con l'intelligenza artificiale tutto questo diventa sempre più potente", evidenzia Iacona. Un moltiplicatore di fragilità, come quello che ha stretto in una morsa Molly "quasi spingendola sempre di più" sulla strada pericolosa che stava percorrendo. "Tutto ciò avviene e i genitori non sanno niente, i filtri che vengono tanto pubblicizzati non funzionano e sono aggirabili - dice Iacona - I ragazzi finiscono per isolarsi in un mondo dove è difficile poi entrare, e in questo mondo virtuale magari ci rimangono tutta la notte". C'è dunque, conclude, "proprio un tema di riduzione del danno e della dipendenza e naturalmente c'è una fortissima opposizione delle piattaforme. Perché il business è coinvolgere gli adolescenti".

Di Lucia Scopelliti

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

Cronaca

“Sono malato, ho un cancro”: chi è Franco Di...

Published

on

Il giornalista in collegamento con Fabio Fazio

Franco Di Mare

Franco Di Mare, 68 anni, annuncia a Che tempo che fa di essere malato. "Ho un mesotelioma, un tumore molto cattivo", dice il giornalista. Di Mare è un nome e un volto notissimo per i telespettatori italiani. La sua carriera comincia negli anni '80, con una serie di collaborazioni prima dell'assunzione a L'Unità, presso cui diventa inviato e caporedattore. Nel 1991 Di Mare approda in Rai e dal 1995 diventa inviato Speciale per il Tg2. Nel 2002 il passaggio al Tg1.

Nel 2003 diventa conduttore televisivo con Unomattina Estate prima di Uno Mattina week end . Dal 2004 diventa il volto di Uno Mattina. Il curriculum comprende programmi di informazione e attualità nella fascia mattutina e una serie di serate su Rai1. Nel 2019 diventa vicedirettore di Raiuno, con delega ad approfondimenti ed inchieste, e l'anno successivo viene nominato direttore generale dei programmi del giorno della Rai prima di assumere la direzione di Raitre il 15 maggio 2020.

Continue Reading

Cronaca

G7, corteo di protesta a Torino: manifestanti bloccano...

Published

on

Avrebbero dovuto sfilare per le vie del capoluogo piemontese, ma a sorpresa hanno cambiato percorso. Bruciate le gigantografie dei leader dei sette Paesi più industrializzati

La tangenziale di Torino bloccata dai manifestanti

È durato una decina di minuti il blocco della tangenziale da parte dei manifestanti che hanno sfilato nel corteo di protesta contro il G7 di domani e martedì a Venaria Reale. Hanno, infatti, cambiato percorso all'improvviso e scavalcato il guardrail, bloccando il traffico con lancio di fumogeni e lo sventolio delle bandiere. Dopo aver ribadito al megafono che "chi blocca il nostro futuro si troverà centinaia di blocchi come questo di persone non disposte a far decidere sulla propria testa", i manifestanti stanno ora tornando sui propri passi verso Venaria. "Siamo stati bravissimi ci siamo ripresi la città ma non ci fermiamo qui continueremo, non abbasseremo la testa", hanno scandito dal megafono mentre continuavano a sfilare.

Arrivati nel viale che conduce alla Reggia di Venaria, i manifestanti dopo aver posizionato davanti al cordone di forze dell’ordine grandi foto dei leader dei sette paesi più industrializzati hanno acceso un falò sul quale hanno bruciato le gigantografie. “Siamo qui non per dialogare ma per protestare per dire no al modello di sviluppo che ci vuole imporre il G7”. Così i manifestanti dal megafono poco aver dato alle fiamme le gigantografie dei leader dei sette paesi più industrializzati. “Continueremo la nostra lotta per i nostri territori, per la libertà del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi, per un futuro degno di questo nome, per garantire una vita che non sia solo sopravvivenza”.

Si è conclusa con gli ultimi interventi dei manifestanti la protesta popolare a Venaria Reale contro il G7 ambiente, clima ed energia in programma domani e martedì alla Reggia. Prima di concludere la manifestazione, gli organizzatori si sono dati appuntamento per domani sera alle 19 a Torino davanti a Palazzo. Nuovo per una nuova iniziativa di mobilitazione mentre Ultima Generazione ha annunciato per domattina a Venaria un’assemblea popolare in piazza.

Continue Reading

Cronaca

Il Papa oggi a Venezia, le tappe della visita lampo

Published

on

Il Pontefice alle detenute della Giudecca: "Vi ricorderò, non mollate". Poi gli incontri con gli artisti e i giovani e la messa a Piazza San Marco

Papa Francesco durante la sua visita a Venezia - (Afp)

Visita lampo di Papa Francesco oggi a Venezia. E' la prima volta di un Pontefice alla Biennale. Bergoglio è atterrato con l'elicottero alle 7.55 nel piazzale interno della Casa di Reclusione all’Isola della Giudecca. Ad accoglierlo Papa Francesco il Patriarca di Venezia, Mons. Francesco Moraglia, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il provveditore Rosella Santoro, la direttrice della struttura, Mariagrazia Felicita Bregoli e il comandante della Polizia penitenziaria, Lara Boco.

"Venezia sia accessibile a tutti"

"Se oggi guardiamo a questa città di Venezia, ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano" ha osservato il Papa nel corso della messa in Piazza San Marco.

Bergoglio ha elencato i problemi che affliggono la città lagunare: “I cambiamenti climatici, che hanno un impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine”. Un passaggio applaudito dai 10mila fedeli in Piazza San Marco.

Bergoglio chiama in causa i cristiani: "E noi, che siamo tralci uniti alla vite, vigna del Dio che ha cura dell’umanità e ha creato il mondo come un giardino perché noi possiamo fiorirvi e farlo fiorire, come rispondiamo? Restando uniti a Cristo potremo portare i frutti del Vangelo dentro la realtà che abitiamo: frutti di giustizia e di pace, frutti di solidarietà e di cura vicendevole; scelte di attenzione per la salvaguardia del patrimonio ambientale ma anche di quello umano: abbiamo bisogno che le nostre comunità cristiane, i nostri quartieri, le città, diventino luoghi ospitali, accoglienti, inclusivi. E Venezia, che da sempre è luogo di incontro e di scambio culturale, è chiamata a essere segno di bellezza accessibile a tutti, a partire dagli ultimi, segno di fraternità e di cura per la nostra casa comune. Venezia che fa fratelli”.

L'incontro con le detenute

Bergoglio, sulla sedia a rotelle, ha salutato le detenute del carcere della Giudecca all’interno del quale è stato allestito il Padiglione della Santa Sede per la Biennale. “Vi ricorderò, non mollate”, è stato l’incoraggiamento. “Non isolare la dignità, dare nuove possibilità” a chi è recluso in carcere, ha detto nel corso della visita. “Care sorelle e fratelli, tutti siamo fratelli, nessuno può rinnegare l’altro. Ho desiderato incontrarvi all’inizio della mia visita a Venezia per dirvi che avete un posto speciale nel mio cuore - ha affermato - il carcere è una realtà dura, e problemi come il sovraffollamento, la carenza di strutture e di risorse, gli episodi di violenza, vi generano tanta sofferenza. Però può anche diventare un luogo di rinascita, morale e materiale, in cui la dignità di donne e uomini non è 'messa in isolamento', ma promossa attraverso il rispetto reciproco e la cura di talenti e capacità, magari rimaste sopite o imprigionate dalle vicende della vita, ma che possono riemergere per il bene di tutti e che meritano attenzione e fiducia. Nessuno toglie la dignità di una persona”.

“Non dimentichiamo che tutti abbiamo errori di cui farci perdonare e ferite da curare, io anche, e che tutti possiamo diventare guariti che portano guarigione, perdonati che portano perdono, rinati che portano rinascita”, è stato un altro dei passaggi del discorso.

L'incontro con gli artisti

Concluso l’incontro con le detenute, Bergoglio ha raggiunto la Chiesa della Maddalena (Cappella del Carcere). Qui l'incontro con gli artisti che hanno realizzato le loro opere per il Padiglione. Sia valorizzato adeguatamente il contributo delle donne nell’arte, è stato il mandato che il Papa ha affidato agli artisti: “Oggi abbiamo scelto di ritrovarci tutti insieme qui, nel carcere femminile della Giudecca. È vero che nessuno ha il monopolio del dolore umano. Ma ci sono una gioia e una sofferenza che si uniscono nel femminile in una forma unica e di cui dobbiamo metterci in ascolto, perché hanno qualcosa di importante da insegnarci. Penso ad artiste come Frida Khalo, Corita Kent o Louise Bourgeois e tante altre”.

I giovani e la messa in Piazza San Marco

E dopo avere incontrato le detenute e gli artisti, in motovedetta è arrivato alla Basilica della Salute per incontrare i giovani di Venezia e delle Diocesi del Veneto.

“Andate controcorrente. E insieme: il 'fai da te' nelle grandi cose non funziona. Per questo vi dico: non isolatevi, cercate gli altri, fate esperienza di Dio assieme, seguite cammini di gruppo senza stancarvi”, è stato il mandato che il Papa ha consegnato ai giovani. Bergoglio ha incoraggiato i giovani a creare: “Pensiamo al nostro Padre, che ha creato tutto per noi: e noi, suoi figli, per chi creiamo qualcosa di bello? La bellezza della gioventù quando diventa paternità e maternità. Pensate ai figli che avrete. Non siate professionisti del digitare compulsivo, ma creatori di novità! Siate creativi con gratuità, date vita a una sinfonia di gratuità in un mondo che cerca l’utile! Allora sarete rivoluzionari. Andate, donatevi senza paura! Alzati e vai!”.

Dopo aver rivolto ai presenti il suo discorso, il Papa, accompagnato da una delegazione di giovani, ha attraversato il ponte di barche che collega la Basilica della Salute con Piazza San Marco da dove ha presieduto la messa e il Regina Coeli.

In Piazza San Marco circa 10.500 fedeli secondo la stima del Vaticano. “Se oggi guardiamo a questa città di Venezia, ammiriamo la sua incantevole bellezza, ma siamo anche preoccupati per le tante problematiche che la minacciano”, ha osservato.

Bergoglio ha quindi elencato i problemi che affliggono la città lagunare: “I cambiamenti climatici, che hanno un impatto sulle acque della Laguna e sul territorio; la fragilità delle costruzioni, dei beni culturali, ma anche quella delle persone; la difficoltà di creare un ambiente che sia a misura d’uomo attraverso un’adeguata gestione del turismo; e inoltre tutto ciò che queste realtà rischiano di generare in termini di relazioni sociali sfilacciate, di individualismo e solitudine”.

Il ritorno in Vaticano

Papa Francesco, in elicottero, è tornato in Vaticano alle 14,40 e ha fatto rientro a Casa Santa Marta dopo la visita lampo a Venezia.

Zaia: "Con la sua visita ha portato un segnale di pace"

"È stato un privilegio oggi aver ricevuto la visita di papa Francesco a Venezia, la capitale del Veneto con i suoi 1.100 anni di storia e la meravigliosa Basilica di San Marco, simbolo di tutto ciò che rappresenta questa città". . Lo ha detto Luca Zaia, presidente della Regione del Veneto in occasione della visita a Venezia di Papa Francesco. "Con la sua visita pastorale il Papa ha portato un segnale di pace, invocandola non solo per il Medio Oriente e l'Ucraina, due terre segnate da pesanti conflitti, ma anche per tutte quelle zone del mondo, oltre una sessantina, in cui si continua a morire".

"Come diceva Hemingway, la guerra è il luogo dove gli uomini peggiori mandano a morire gli uomini migliori. Dobbiamo lavorare tutti per la pace. Qui in Veneto esiste una comunità dalle profonde radici cristiane, dove credenti e non credenti si riconoscono uniti da un carattere comune, la solidarietà. Basti pensare che un veneto su cinque, credente e non credente, è impegnato in attività di volontariato. Una regione, la nostra, che è non solo cosmopolita ma anche inclusiva, come ha auspicato il Papa. Un Pontefice - sottolinea - che ha sempre saputo parlare agli ultimi, con quella particolare attenzione che non siano lasciate indietro persone per scelte di vita o condizioni di disagio. Mi sono sentito particolarmente orgoglioso quando il Santo Padre ha definito Venezia una 'terra che fa fratelli': un riconoscimento a questa Regione che da sempre è un crocevia tra Oriente e Occidente, quindi luogo ideale per parlare di pace. A Papa Francesco un grande grazie e un arrivederci a Verona il prossimo 18 maggio”.

Il presidente della Regione Veneto ha voluto ricordare che "oltre all'Ucraina e alla crisi israelo-palestinese, nel mondo ci sono 60 guerre di cui non si parla mai e dobbiamo tutti lavorare per la pace". Ha sottolineato, inoltre, come le radici cristiane della regione siano alla base della dimensione solidale del Veneto "dove 1 veneto su 5 fa volontariato, a prescindere se sia credente o meno, secondo una prospettiva inclusiva e cosmopolita e anche il Veneto sta andando in questa direzione". Al presidente Zaia piace questo Papa che "parla agli ultimi, che è attento a che non ci siano persone lasciate indietro".

Continue Reading

Ultime notizie

Ultima ora2 ore ago

Ucraina, “attacco Russia in estate e poi risposta di...

L'Institute for the study of war delinea i prossimi mesi del conflitto: offensiva di Mosca, Ucraina può replicare alla fine...

Cronaca2 ore ago

“Sono malato, ho un cancro”: chi è Franco Di...

Il giornalista in collegamento con Fabio Fazio Franco Di Mare, 68 anni, annuncia a Che tempo che fa di essere...

Politica3 ore ago

Europee, Meloni in campo: “Scrivete Giorgia sulla...

Salvini si videocollega in strada con la figlia Mirta. La presidente del Consiglio punge: "Ci ha preferito il ponte" A...

Ultima ora3 ore ago

Gaza, Israele aspetta la risposta di Hamas. Biden chiama...

Israele continua a preparare l'attacco a Rafah. Hamas non accetterà "alcun accordo che non includa la fine dell'aggressione nella Striscia"...

Cultura4 ore ago

Scurati a Che tempo che fa: “Trascinato nella lotta...

"Se qualcuno vuole accusarmi di qualcosa può accusarmi di fare soldi contro Mussolini, non con Mussolini" "Se qualcuno vuole accusarmi...

Attualità4 ore ago

I nuovi casting per Mister Talent of Italy a Milano e poi a...

È nato un nuovissimo concorso maschile: “Mister Talent of Italy“. Il concorso unisce bellezza e talento con l’obiettivo di scoprire...

Ultima ora4 ore ago

Ostia, in fiamme stabilimento La Casetta: distrutte alcune...

Il rogo sul lungomare Amerigo Vespucci Fiamme nello stabilimento 'La Casetta' di Ostia. Un incendio ha coinvolto oggi pomeriggio alcune...

Ultima ora5 ore ago

Franco Di Mare, cos’è il mesotelioma: il cancro...

Il giornalista a Che tempo che fa parla della sua malattia "Mi sono preso il mesotelioma, un tumore molto cattivo"....

Ultima ora5 ore ago

Franco Di Mare: “Ho il mesotelioma, un tumore molto...

La rivelazione del giornalista a 'Che tempo che fa': "Non voglio fossilizzarmi attorno all'idea di morte, l'arbitro non ha ancora...

Sport6 ore ago

Napoli-Roma 2-2, Abraham salva De Rossi dopo la rimonta...

Giallorossi avanti con il rigore di Dybala, i campioni d'Italia ribaltano il risultato con Olivera e Osimhen. Nel finale, il...

Sport6 ore ago

Scudetto Inter, lo striscione di Dumfries contro Theo...

Il giocatore del Milan raffigurato come un cane Non poteva mancare il 'caso striscione' durante la festa scudetto dell'Inter. Nella...

Politica6 ore ago

Giorgia Meloni, Mantovano: “Mai a rischio la sua...

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio riferisce in merito a notizie giornalistiche sulla presenza di due uomini vicino all'auto dell'ex...

Ultima ora7 ore ago

Harry a Londra a maggio, prima volta da visita a re Carlo...

Parteciperà a una cerimonia in occasione del decimo anniversario degli Invictus Games Il principe Harry tornerà nel Regno Unito il...

Politica8 ore ago

Europee, Calenda si candida: “La scelta di Meloni...

"In tutte le circoscrizioni" Il leader di Azione Carlo Calenda si candida alle elezioni Europee. "Dopo aver consultato il Direttivo...

Ultima ora8 ore ago

Cristiano Malgioglio: “Ho scritto una canzone...

L'annuncio a Verissimo: "Lui ancora non lo sa" "Ho scritto una canzone con una dedica d'amore a Cristiano Ronaldo. E'...

Spettacolo8 ore ago

I tanti progetti di Giuseppe Pisacane

Sono tanti i progetti che attendono nei prossimi mesi Giuseppe Pisacane, attore italiano con alle spalle un lungo curriculum fatto...

Cultura8 ore ago

Libri: esce ‘Palestina Israele – Il lungo inganno. La...

Scritto da Mario Capanna e Luciano Neri, il volume documenta le responsabilità nella mancata soluzione del conflitto La polveriera mediorientale,...

Sport8 ore ago

Bologna-Udinese 1-1, gol di Payero e Saelemaekers

I rossoblu falliscono l'aggancio alla Juve al terzo posto Il Bologna pareggia 1-1 in casa con l'Udinese nel match della...

Politica9 ore ago

Europee, ecco perché si potrà votare Meloni scrivendo solo...

Le schede che riporteranno solo il nome di battesimo della premier saranno valide "Chiedo agli italiani di scrivere sulla scheda...

Spettacolo9 ore ago

La ‘risposta’ di Amadeus a Presta, allo stadio...

Dopo l'intervista dell'ex manager, Ama pubblica una Storia su Instagram con lo scatto e la celebre 'Buona Domenica' di Antonello...