

Spettacolo
Sanremo, Vale Lp tra i Giovani finalisti: “Canto la...
Sanremo, Vale Lp tra i Giovani finalisti: “Canto la provincia, il suo disagio e la voglia di riscatto”
La cantautrice napoletana in gara con 'Stronza': "Chi viene dai sobborghi deve azionare la fantasia"

Napoli, la provincia, il disagio dell'emarginazione del luogo da cui si proviene: temi che fanno parte nel profondo della musica di Vale Lp, nata a Napoli ed ora tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani. "Non potrei fare altrimenti - spiega all'Adnkronos la cantautrice - Fa parte di me, come il mio carattere e il mio modo di essere. Rappresentare il mio luogo di provenienza, io nasco a Napoli e poi mi trasferisco a Caserta, poi a Sparanise in provincia. Nelle mie canzoni si parla anche molto di disagi, di punti di riferimento che mancano".
Nella sua musica, Vale Lp cerca di dare "un punto di vista differente. L'ambiente è sicuramente il contesto provinciale, dal quale invece di soffrirne ho cercato di trarre speranza e fantasia. E' un invito a tutte le persone che hanno meno strumenti di altre a inventare e costruire, la fantasia è una risorsa che va sfruttata", spiega. Il brano che presenterà alla finale del 19 dicembre su Rai1, per tentare di aggiudicarsi uno dei tre posti al festival di febbraio, lascia poco spazio all'immaginazione, e si intitola 'Stronza'. "E' un brano che mi ha aiutato molto a superare dei limiti - dice Vale Lp - e si pone l'obiettivo di superare una mia grande paura, quella di non essere amati per ciò che realmente si è. Io infatti non sono una stronza, l'ho detto chiaramente con un titolo provocatorio".
"E' un brano particolare - dice la finalista di Sanremo Giovani - Ci sono canzoni che ti cadono in testa e che riesci a scrivere in un giorno, 'Stronza' no, ha richiesto tempo perché parla in modo diretto di sentimenti, in maniera onesta. E' un approccio di scrittura diverso dal mio solito". Perché "la musica è sicuramente lo specchio dei moti emotivi e culturali che ci sono, oggi infatti è molto provocatoria. La mia passione per la scrittura nasce proprio dalla mia urgenza di esprimermi, ed è sicuramente per me il catalizzatore più funzionale". La vittoria? "Vincere è un concetto personale, la competizione è solo con me stessa, alzare il livello qualitativo della mia musica e a non aver paura che gente diversa da me possa avvicinarsi al mio modo di comunicare. Certo, salire sul palco è in generale una grande emozione, l'Ariston è sicuramente quello più importante che mi trovo ad affrontare ma ho voglia di emozionarmi e divertirmi perché è un'occasione e un onore essere qui", dice Vale Lp.
(di Ilaria Floris)
Spettacolo
Dapporto e Fassari alle prese con ‘Il delitto di via...

I due protagonisti diretti da Andrée Ruth Shammah nell'opera di Eugene Labiche

Un omicidio di sicuro c'è stato e anche il luogo dove è stato consumato è certo, ma commesso da chi, quando e in quali circostanze è tutto da scoprire e verificare. Ci sarà tempo fino a domenica per svelare il segreto che ruota attorno a 'Il delitto di via dell'Orsina', l'opera di Eugène Labiche in scena al teatro Ambra Jovinelli di Roma, protagonisti Massimo Dapporto e Antonello Fassari, diretti da Andrée Ruth Shammah e interpreti di due personaggi che il destino della vita ha completamente ribaltato nelle gerarchie sociali rispetto a quelle scolastiche di quando frequentavano la stessa classe: con 'il somaro' divenuto ricco, elegante e rispettato e 'il secchione' un disperato, rozzo e volgare.
I due uomini si risvegliano una mattina nello stesso letto, in casa del riccone con tanto di moglie e di servitù, con le mani sporche e le tasche piene di carbone, non ricordando più niente di quanto successo la notte prima, dopo l'invito a una rimpatriata di ex studenti. Quando dalla lettura di un giornale apprendono che una giovane carbonaia è stata uccisa, si auto-convincono di essere stati loro a commettere l’omicidio, forse perché ubriachi e fuori di testa. A quel punto, i due sono disposti a tutto, anche a uccidere, per evitare di pagare le conseguenze del delitto che credono di aver insieme commesso.
"Il primo lavoro fatto sul testo di Labiche è stato quello della traduzione e si è deciso di spostare l’intera vicenda dalla Francia dell'Ottocento all’Italia del primo dopoguerra - spiega la regista Shammah - Poi c’è stato l’adattamento, inserendo all’interno di questo atto unico elementi presi da altre opere di Labiche, come la presenza dei due camerieri, per arricchire lo spettacolo con alcuni aspetti della vita: il confronto tra un giovane e un vecchio, il passaggio di consegne da una generazione all’altra, il doppio punto di vista sull’epoca presente".
(di Enzo Bonaiuto)
Spettacolo
Sanremo Giovani, Nausica: “Sul palco porto la magia...

"Il brano 'Favole' nato dalla fine dolorosa di una relazione, un mix tra classico e urban"

Nausica è catanese, ha delle trecce rasta rosa raccolte dietro, il sorriso di chi ha passato 'la nuttata' e molta voglia di parlare. Così si presenta all'Adnkronos alla vigilia della finale di Sanremo Giovani, in onda il prossimo mercoledì 19 dicembre su Rai1, in cui sfiderà altri 11 colleghi per accedere al festival di febbraio. La cantautrice porta all'Ariston il suo 'Favole', "un pezzo nato qualche mese fa dopo la rottura di una relazione che mi ha segnata in modo particolare. "Si dice che il primo amore non si scorda mai e io penso che sia proprio così", racconta.
"La sera quando tornavo a casa avevo dentro una serie di emozioni che non riuscivo a far venire fuori in alcun modo, fino a quando una notte ero presa da una tale rabbia, tristezza, malinconia che ho dovuto buttar giù tutte queste sensazioni ed è nato 'Favole'", spiega. Il brano è "un connubio perfetto tra il classico e l'urban, quello che sta andando tanto adesso", dice Nausica. Che sul palco si presenterà con la sua inseparabile arpa. "Sì, a rendere il tutto classico è anche Kitty, la mia arpa, che però si sta modernizzando tanto e riesce dunque a creare un'atmosfera più pop e moderna", dice sorridendo. E sottolinea: "E' uno strumento molto classico ma come ogni cosa se usata nel modo giusto può dare quel plus in più. Io e lei siamo in simbiosi, facciamo ogni cosa insieme, scriviamo insieme inventiamo cose nuove insieme. E' la mia compagna di vita".
Sulle emozioni che le crea il palco dell'Ariston, la ventenne artista catanese rivela che "in generale nella vita non sono una persona competitiva, al massimo competo con me stessa. Spero che insieme alla mia Kitty riuscirò a creare quella magia che si crea sempre". La sua musica la definisce "Magnetica, magica, un po' caotica". Infine, un cenno ai suoi thread rosa: "Sono bellissimi, anche se la prima notte non ho nemmeno dormito dal dolore. Ma ne vale la pena, le avrò anche all'Ariston. D'altronde, si 'matchano' perfettamente con la mia arpa, no?".
(di Ilaria Floris)
Spettacolo
Sanremo, tra 12 Giovani finalisti c’è Jacopo Sol:...

"Sul palco sento più l'adrenalina che l'ansia, la mia musica è energica e imprevedibile"

"La mia musica in tre parole? Energica, imprevedibile, emotiva". A descriversi all'Adnkronos è Jacopo Sol, nome d'arte di Jacopo Porporino, cantautore e musicista originario di San Severo in provincia di Foggia, arrivato tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani che mercoledì 19 dicembre si sfideranno sul palco dell'Ariston per accedere ad uno dei tre posti per il festival di febbraio. Il brano che l'artista porta a Sanremo è 'Cose che non sai', "una canzone nata in un periodo particolare per me -spiega- E' nata in un periodo di sessione universitaria, in cui c'erano parecchi esami e mi sentivo un po' oppresso, con parecchi pensieri, ero molto confuso, tra università e musica. Mi rendo conto che ero così preso da quanto mi accadeva intorno da non riuscire a capire cosa stessi provando. Il pezzo infatti è un dialogo interiore tra me e me, in cui ne parlo e tiro fuori queste emozioni".
Le sonorità della sua musica, e del brano che porta all'Ariston, Jacopo le spiega così: "Nel mio sound ci sono tante influenze, in particolare nel pezzo che porto perché c'è la drum and bass, che è un pattern di batterie, influenze di R&B, pop, anche un pochino di blues perché sono sempre stato super fan di Pino Daniele e penso che si senta", dice la giovane promessa sanremese.
E su come stia approcciando l'esperienza di Sanremo Giovani, Jacopo Sol rivela: "Io penso che crederci sia quasi tutto, è importante, e anche proiettare quello che succederà, perché questo poi traspare, il pubblico lo percepisce. Sul palco credo che sarò concentrato su me stesso, non vivo tanto l'ansia quanto l'adrenalina durante l'esibizione. C'è tanta eccitazione". Se vinci? "Se vinco chiamo la mia famiglia, chiamo tutti quelli che mi sono stati vicini. Sento molto il supporto di tutti, ed è il motivo per cui mi sento sicuro sul palco. Poi ovviamente, dal giorno dopo, si comincia a lavorare sul serio", conclude.