Bollettino Coronavirus dell’8 Gennaio 2021
In data 8 gennaio l’incremento nazionale dei casi è +0,78% (ieri +0,81%) con 2.237.890 contagiati totali, 1.589.590 dimissioni/guarigioni (+17.575) e 77.911 deceduti (+625); 570.389 infezioni in corso (-666). Elaborati 140.267 tamponi totali (ieri 121.275); 17.533 positivi (target 4.311); rapporto positivi/tamponi totali 12,49% (ieri 14,85% – target 2%); il numero dei casi testati e il valore del rapporto positivi/casi testati oggi non sono calcolabili per un errore sui dati della Regione Basilicata. Ricoverati con sintomi +22 (23.313); terapie intensive stabili (2.587) con 187 nuovi ingressi del giorno.
Nuovi casi soprattutto in: Veneto 3.388; Emilia Romagna 2.026; Lombardia 1.963; Sicilia 1.842; Lazio 1.613; Puglia 1.349. In Lombardia curva +0,39% (ieri +0,57%) con 18.415 tamponi totali (ieri 20.331) e 6.411 casi testati (ieri 7.522); 1.963 positivi (target 1.000); rapporto positivi/tamponi totali 10,65% (ieri 13,76% – target 2%); rapporto positivi/casi testati 30,61% (ieri 37,21% – target 3%); 494.985 contagiati totali; ricoverati +73 (3.436); terapie intensive -7 (466) con 25 nuovi ingressi del giorno; 25.665 decessi (+133).
L’ultimo Report settimanale della “Cabina di regia Ministero della Salute – Iss”, presentato oggi con dati relativi al periodo 28 dicembre 2020 – 3 gennaio 2021, certifica quello che stiamo puntualmente rilevando dall’ultima decade di dicembre: una chiara ripresa dell’epidemia, “nonostante la settimana in valutazione sia stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive”. Abbiamo visto nei giorni scorsi come lo stesso trend sia proseguito anche dopo il 3 gennaio. L’indice Rt a livello nazionale nel periodo 15-28 dicembre, che l’Iss calcola sui soli casi sintomatici, è salito a 1.03 superando il valore soglia di 1.0 per la prima volta dopo 6 settimane. Le nostre rilevazioni istantanee (metodo Kohlberg-Neyman modificato) danno alla sera del 7 gennaio un valore di 1.18 per l’Italia, 1.10 per la Lombardia e 1.11 per il Veneto, delineando uno scenario in ulteriore peggioramento rispetto alla rilevazione ufficiale che riflette un periodo chiuso 10 giorni fa. Lo stessol Report indica 12 Regioni come ad “alto rischio”: Emilia Romagna, Friuli, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, P.A. di Bolzano, P.A. di Trento, Puglia, Umbria e Veneto.
Nella settimana di rilevazione 28 dicembre 2020 – 3 gennaio 2021l’Iss certifica un nuovo aumento dell’incidenza a livello nazionale (166 nuovi casi per 100.00 abitanti), molto sopra la soglia dei 50 per 100.000 abitanti considerata quella minima utile per riprendere con efficienza le attività di tracciamento del contagio sul territorio. Come abbiamo verificato più volte nei giorni scorsi la stima attuale dell’epidemia, sulla base dei parametri insensibili al basso numero di test (primi fra tutti i ricoveri in area medica e terapia intensiva, entrambi in crescita da inizio anno) porta a ipotizzare a causa dell’esiguo numero di test effettuati nell’ultima settimana mobile (1-7 gennaio 2021) un numero dei nuovi casi di almeno il 30% superiore a quello (112.816, media giornaliera 16.116) ufficialmente rilevato. La stima più conservativa che si ottiene è di 146.600 nuovi casi (media giornaliera 20.951): in linea con i 150.722 registrati nella settimana epidemiologica 28 novembre – 4 dicembre 2020, che aveva preceduto la fase di allentamento con il passaggio di molte Regioni in zona gialla (6 e 13 dicembre).
La crescita dei numeri attuali riflette proprio il periodo delle riaperture, durato fino all’introduzione della zona rosso-arancione nazionale a partire dalla vigilia di Natale. L’Iss osserva oggi “un aumento del rischio di epidemia non controllata e non gestibile” che sembra preludere a “un nuovo rapido aumento di casi nelle prossime settimane qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti”. Vedremo solo a partire dal 25 gennaio gli effetti delle blande restrizioni approvate oggi e in vigore da lunedì 11 a venerdì 15 gennaio, data entro la quale è atteso un nuovo provvedimento. Nei primi 5 giorni della prossima settimana Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia e Veneto saranno in zona arancione, tutte le altre in zona gialla, incluse quelle che fanno parte del gruppo indicato ad “alto rischio” dallo stesso Iss. Le restrizioni legate al colore giallo hanno finora dimostrato di essere del tutto inadeguate a contenere la diffusione dell’epidemia: si veda il caso del Veneto, ma anche il recente periodo in zona gialla della Lombardia (13-23 dicembre) che ha avuto come ricaduta l’attuale maggiore diffusione del contagio. Al massimo sembra possibile ottenere una stabilizzazione dell’infezione: con un rischio molto elevato visti i valori espressi in questa fase e la pressione che si mantiene ai livelli di allerta (occupazione del 30% dei posti in intensiva, del 40% in area medica) sul sistema ospedaliero nazionale. Alla sera del 7 gennaio (dati Agenas) 9 tra Regioni e Province autonome presentavano almeno un valore superiore alle soglie critiche.

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