Esteri
Macron e il patto per l’Ucraina: “La Russia non...
Macron e il patto per l’Ucraina: “La Russia non deve vincere la guerra”
Borrell: "Le capitali europee stanno lavorando a uno scenario di una guerra"
Dall'Ucraina all'Europa, il rischio di una guerra contro la Russia non può essere ignorato. "La possibilità di una guerra convenzionale ad alta intensità in Europa non può più essere esclusa. Quasi tutte le capitali europee stanno ora lavorando a questo scenario, sperando ovviamente che non si concretizzi mai", dice l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, parlando alla Georgetown University a Washington.
Da Berlino, rimbalzano le parole del presidente francese Emmanuel Macron dopo il vertice con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il premier polacco Donald Tusk.
Francia, Germania e Polonia: patto per Kiev
La Francia, la Germania e la Polonia sono "unite e determinate a non lasciare mai che la Russia vinca. Noi condividiamo una convinzione: in Ucraina è in gioco la nostra sicurezza e il nostro futuro", prosegue il presidente francese, aggiungendo che "continueremo come abbiamo fatto dal primo giorno a non prendere mai l'inziativa per una qualsiasi escalation".
Parole che appaiono in linea con quelle pronunciate nelle stesse ore in Italia dal ministro degli Esteri Antonio Tajani: "Io credo che la Nato non debba entrare in Ucraina. Sarebbe un errore entrare, noi dobbiamo aiutare l'Ucraina a difendersi, ma entrare noi a fare la guerra alla Russia significa rischiare la Terza guerra mondiale".
"Tutti e tre siamo molto seri nel nostro sostegno all'Ucraina. Più che mai la nostra forza è l'unità. E i nostri tre Stati, Germania, Francia e Polonia, hanno una responsabilità speciale a questo riguardo", dice Scholz, dopo le recenti frizioni con Parigi riguardo alla politica verso l'Ucraina. Solidarietà e azioni comuni sono indispensabili per difendere pace e libertà in Europa, prosegue Scholz, sottolineando che l'aiuto a Kiev non diminuirà.
"Siamo fermamente a fianco dell'Ucraina", ribadisce, sebbene Berlino non abbia intenzione di inviare a Kiev i missili Taurus che, con la loro gittata, consentirebbero alle forze armate ucraine di infliggere danni in profondità.
Sullo sfondo, rimangono le parole pronunciate da Macron nell'intervista di giovedì 14 marzo a France 2 e TF1. Alla domanda sul possibile invio di truppe francesi in Ucraina, il presidente ha risposto: ''Non siamo sicuri di farlo. Al momento non ci troviamo in questa situazione, ma non escludiamo questa opzione. Non siamo in guerra con la Russia, ma non dobbiamo lasciarla vincere''. Ce n'è abbastanza per spingere il Cremlino a considerare la Francia "già coinvolta" nel conflitto.
Armi e non soldati in Ucraina. Per ora
La priorità, quindi, rimane il sostegno a Kiev attraverso la fornitura di armi. "Il contesto è molto preoccupante ma potete star certi che la posizione dell'Europa nei confronti dell'Ucraina non si indebolirà. Né dovrebbe farlo quello dell'America. Ci sono lezioni da imparare dalla storia: l'appeasement e l'isolazionismo non hanno funzionato in passato", dice Borrell, evidenziando che "oggi la questione non è nemmeno se gli europei o gli americani debbano 'morire per il Donbass'. E', piuttosto, se siamo disposti a fornire l'assistenza necessaria per aiutare gli ucraini a smettere di morire per il Donbass, e per il resto del loro Paese", prosegue.
L'Ue e la lezione dalla storia
"La nostra lezione dalla storia deve essere che, se permettiamo alla Russia di cancellare l'Ucraina dalla mappa, in seguito pagheremo un prezzo molto più alto. In Europa, questa presa di coscienza ha ampiamente unificato la nostra visione strategica della Russia. La stragrande maggioranza degli europei ora vede la Russia come una minaccia diretta alla propria sicurezza. Questo sentimento è ampiamente condiviso da Riga a Lisbona", dice ancora.
Dall'altra parte, la Russia è guidata da Vladimir Putin: per il presidente "le vite russe costano poco. Ma l'Ucraina non ha né i mezzi, né la voglia di sacrificare una gran parte della sua popolazione. Con l'aumento della letalità della guerra, questa disparità tra le due società aumenta, spostandosi ulteriormente a favore della Russia". "La seconda ragione per cui la guerra in Ucraina è entrata in una nuova fase è che la Russia sta conducendo una guerra asimmetrica. Per vincere è sufficiente non perdere, mentre l'Ucraina ha bisogno di vincere per non perdere. Questa è una differenza fondamentale".
"Mosca si è adattata -continua Borrell - rafforzando le sue posizioni difensive, sfruttando i suoi vantaggi in termini di munizioni, manodopera, droni e guerra elettronica. Per la Russia, ciò che conta è che le perdite ucraine siano proporzionalmente molto maggiori delle sue, in linea con i noti principi delle guerre di logoramento. A torto o a ragione, la Russia ritiene di avere tempo. Ecco perché le richieste di negoziati ora sono inutili, a meno che - ha concluso - non ci si aspetti che l'Ucraina semplicemente si arrenda".
Esteri
Re Carlo e la malattia, le news sul re: “Piano per i...
Per The Daily Beast condizioni peggiori di quanto trapeli
Come sta Re Carlo III? Il sovrano si sta sottoponendo alle terapie per curare il cancro individuato all'inizio del 2024 dopo una procedura di routine alla prostata. A delineare un quadro più preoccupante di quanto non riportino le comunicazioni ufficiali è The Daily Beast: "Non va bene", riporta la testata, che fa riferimento a cicli di radioterapia per il sovrano.
The Daily Beast cita le parole di un anonimo amico di famiglia: Carlo "ovviamente è determinato a battere la malattia e sta dando tutto. Tutti rimangono ottimisti, ma lui sta veramente male. Più di quanto dicano".
Al Daily Beast risulta, inoltre, che i piani per i funerali di Carlo - che in codice sarebbero indicati con la definizione Operazione Menai Bridge, il ponte che colega lì'isola di Anglesey al Galles - vengano regolarmente aggiornati. Sarebbe stato redatto anche un documento per evidenziare gli aspetti positivi, a livello organizzativo, relativi ai funerali della regina Elisabetta e per sottolineare i dettagli da migliorare in una prossima cerimonia.
Un'altra fonte evidenzia che "i piani sono stati tirati fuori e vengono aggiornati. Nulla che non ci aspetti dato che al re è stato diagnosticato un cancro. Ma il fatto che i piani abbiano iniziato a circolare fa riflettere". Gli insider si moltiplicano e un'altra persona sottolinea che "stanno esaminando ogni aspetto del Menai Bridge. Al funerale della regina ha funzionato tutto in maniera perfetta, l'asticella è stata fissata altissima. Non è una questione emotiva, è un lavoro che va preso molto sul serio". Da ambienti militari si evidenzia che la questione non va enfatizzata. "Prepararsi al peggio è ciò che fanno i militari" normalmente.