Economia
Dal taglio del cuneo a Ponte Stretto e pensioni, ddl...
Dal taglio del cuneo a Ponte Stretto e pensioni, ddl Bilancio domani in Aula Senato
Dal taglio del cuneo fiscale, intervento principale della manovra, alle risorse per il Ponte di Messina, ma anche le pensioni, gli affitti brevi e i mutui per i giovani: sono questi alcuni dei capisaldi del ddl Bilancio che vede ora avvicinarsi il traguardo dell'approvazione del Parlamento. Grande assente il superbonus, nonostante il pressing di Forza Italia per la proroga.
TEMPI. La manovra, incassato il primo sì in commissione Bilancio al Senato, approda domani pomeriggio in Aula a Palazzo Madama per arrivare alla fiducia e al via libera entro venerdì. Il disegno di legge passa poi alla Camera per un iter rapido che porterà all'approvazione definitiva del provvedimento tra Natale e Capodanno. Un esame quello della Finanziaria - partito a rilento per il nodo emendamenti e la volontà del governo di 'blindare' il ddl - che adesso entra nel rush finale scongiurando lo spettro dell'esercizio provvisorio in caso di mancato via libera entro il 31 dicembre.
RISORSE. La manovra vale circa 24 miliardi di euro dei quali oltre 15 miliardi finanziati in deficit e destinati al taglio del cuneo (quasi 11 mld) e alla riduzione delle aliquote Irpef (poco più di 4 mld). Le due misure insieme portano un vantaggio in busta paga per i contribuenti coinvolti di circa 120 euro al mese.
GIU' TASSE LAVORO, IN MEDIA +100 EURO IN BUSTA PAGA. Giù le tasse sul lavoro per 14 milioni di dipendenti con vantaggi medi di circa 100 euro al mese: in manovra il governo conferma il taglio del cuneo, rafforzato con il decreto del primo maggio, di 7 punti per i redditi fino a 25mila e 6 punti per quelli fino a 55mila euro. La misura è finanziata solo per il 2024.
IRPEF, CON TAGLIO ALIQUOTE +20 EURO MESE. Con la manovra parte il primo modulo della riforma fiscale: per il 2024 le aliquote Irpef si riducono da quattro a tre accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23% per i redditi fino a 28.000 euro; al 35% per i redditi fino a 50.000 euro e al 43% oltre i 50.000. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area. Secondo le stime delle associazioni, la riforma garantisce un beneficio massimo di circa 20 euro al mese per i contribuenti convolti.
PONTE MESSINA. La manovra conferma le risorse per il Ponte sullo Stretto di Messina pari a 11,6 miliardi di euro dal 2024 al 2032, ma alleggerisce a 9,3 miliardi l'onere a carico del bilancio statale. La rimanente parte di 2,3 miliardi verrà reperita dal Fondo di sviluppo e coesione, con una dote da 1,6 mld a carico del Fondo ma a valere sui bilanci di Calabria (300 mln) e Sicilia (1,3 mld).
SUPERBONUS SENZA 'CASA', IPOTESI DL AD HOC O MILLEPROROGHE. Grande assente nella manovra è il Superbonus. Nessuna mini-proroga in Legge di Bilancio del termine per chiudere i lavori fatti con il bonus al 110% nonostante il pressing costante ma non esclusivo di Forza Italia. L'intervento potrebbe però approdare in un decreto ad hoc o nel dl Milleproroghe che il governo approva di consueto a fine anno. Il senatore Guido Liris, il relatore FdI alla manovra ha avanzato l'ipotesi di un Sal (stato di avanzamento lavori) 'straordinario' a costo zero per tutti i lavori effettuati nel 2023 anche se non conclusi. Intanto sale il conto del superbonus con un rialzo di 4 mld a novembre che portano l'onere totale a 98 miliardi. Cifra che salirebbe a quota 100 mld a dicembre con le ben note ripercussioni sulle finanze pubbliche paventate dal Mef.
PENSIONI. 'Salve' le pensioni di vecchiaia dei medici con penalizzazioni light per le anticipate. Dopo polemiche e scioperi il governo con un emendamento all'art 33 della manovra mette al riparo dai tagli le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari e riduce progressivamente la decurtazione per i sanitari che restano in corsia (riduzione di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro). I dirigenti medici e gli infermieri, se lo vorranno, potranno inoltre rimanere al lavoro fino a 70 anni.
ENTI LOCALI. Si alleggerisce la spending review per gli Enti locali rispetto alla versione originaria della manovra: circa 280 milioni di fondi stanziati per il Covid e non spesi vengono ridestinati agli enti locali, riducendone la revisione delle spesa nell'ordine del 20%-30% nel triennio.
SANITA'. La manovra incrementa il Fondo sanitario nazionale di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2 miliardi per il 2026.
CASE RIFUGIO E LAVORO, LE MISURE CONTRO VIOLENZA DONNE. Le opposizioni hanno destinato i 40 milioni delle risorse a loro disposizione alle misure per la lotta alla violenza sulle donne. Tra gli interventi a sostegno delle donne vittime di violenza, la creazione di un fondo per le case rifugio, l'esonero contributivo alle assunzioni e le risorse aggiuntive per il Fondo per le Pari opportunità.
AFFITTI BREVI. Negli emendamenti alla manovra approvati trova spazio la cedolare secca al 21% ma solo sul primo immobile con affitto breve. Dunque l'aliquota al 26% sui redditi da contratto di locazione scatterà solo a partire dal secondo appartamento. Se gli immobili con affitto breve sono più di quattro scatta il calcolo da reddito d'impresa, dunque non sarà applicata la cedolare secca.
MUTUI GIOVANI. La legge di Bilancio ha prorogato per il 2024 le agevolazioni al mutuo per la prima casa degli under 36 con Isee entro i 40mila euro. L’importo massimo finanziabile è di 250mila euro.
LA CARICA DELLE MICRO MISURE. In manovra anche la consueta sfilza di micromisure. Tra le altre, il concorso straordinario per il reclutamento di 345 segretari comunali; la sanatoria ex post delle delibere Imu dei Comuni ritardatari con possibile conguaglio ed il rischio che a fine febbraio i contribuenti interessati debbano pagare l'extra; il raddoppio dei fondi per il bonus psicologo che salgono a 10 milioni e l'istituzione della Capitale italiana dell'arte contemporanea, da indicare ogni anno a partire dal 2024 con relativi stanziamenti.
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Università, Free Academy: “Atenei tradizionali e...
Benché l’Italia abbia un bassissimo numero di laureati (in Europa unicamente la Romania ha risultati peggiori), all’interno del bilancio pubblico il comparto universitario pesa in maniera significativa. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur, il Fondo per il finanziamento ordinario (Ffo) delle università ammonta a 9,205 miliardi di euro, che vanno a coprire più dei 2/3 delle necessità delle università statali. Di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.
A giudizio di Aurelio Mustacciuoli, responsabile Studi e Ricerche di Free Academy, “limitandoci a considerare l’Ffo lo studente di un’università statale ogni anno costa al contribuente ben 5.701 euro, mentre di media uno studente delle università private costa 195 euro. Se poi si considerano le università telematiche (lasciando quindi da parte gli atenei privati tradizionali: la Bocconi di Milano, la Luiss di Roma ecc.) le risorse che lo Stato destina alle università online ammontano a soli 2,8 milioni”. Questo significa che uno studente universitario telematico grava sullo Stato per la risibile cifra di 12,5 euro: lo 0,21% di quanto costa in media uno studente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Sapienza di Roma o della Federico II di Napoli.
Non basta. La maggior parte delle università telematiche sono fondazioni, ma alcune di loro – quelle più 'sotto attacco' da parte dei difensori dello status quo – sono società di capitali e quindi ogni anno versano somme considerevoli all’erario. Sempre ad avviso di Mustacciuoli, “considerando unicamente il gruppo universitario Multiversity (che è controllato dal fondo Cvc Capital Partners e che include Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma) nel 2022 per le sole imposte dirette è stato registrato un esborso di 43 milioni di euro: il che significa che soltanto questi tre atenei online danno allo Stato ben 15 volte quanto tutte le università telematiche nel loro insieme ottengono in forma di Ffo”. Quindi vi sono ben 5050 studenti italiani delle università pubbliche che possono studiare grazie alle entrate fiscali garantite dal gruppo Multiversity.
Da questo punto di vista, una crescita degli atenei privati telematici – la cui retta è mediamente assai inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali – condurrebbe non soltanto a un minor costo complessivo per ogni studente, ma aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.
In conclusione, secondo Mustacciuoli, “alla luce dei dati sopra riportati è chiaro che lo studente tradizionale costa allo Stato ben 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (a.a. 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Si tratta di cifre che devono far riflettere”.
Economia
Qualità dell’aria: polveri sottili alle stelle in...
I risultati di uno studio dell'Università di Orléans
Che nelle metropoli del mondo la qualità dell'aria sia più o meno scadente non è una novità. Ma forse non tutti sanno che anche nell'immediato sottosuolo la situazione non è affatto migliore. Anzi, l'inquinamento da polveri sottili raddoppia in metropolitana. Lo afferma un recente studio dell'Università di Orléans, in Francia, sulla qualità dell'aria nelle underground di Parigi. In sintesi, secondo la ricerca, trascorrere circa 1,5 ore al giorno in metropolitana aumenta l'esposizione media quotidiana di oltre un microgrammo per metro cubo di PM 2,5 le cosiddette polveri sottili. Che in metropolitana l'inquinamento sia maggiore rispetto a quello di superficie è spiegato dal fatto che l'aria presente viene prelevata dall'esterno tramite apposite griglie posizionate a livello della strada e, quindi, risulta già carica di particelle inquinanti. In più, si sommano le polveri sottili generate dal passaggio dei treni della metro olte che attraverso frenate, usura di ruote e rotaie.
Inquinamento raddoppiato
La ricerca sopra citata si è concentrata specie nella metropolitana di Parigi dove negli orari di punta le rilevazioni hanno registrato il doppio di concentrazioni di PM 2,5, ovvero un valore medio di 15 microgrammi per metro cubo prodotto nei sotterranei a cui si aggiunge la stessa quantità proveniente dall'aria esterna. In sintesi, ciò significa che coloro che utilizzano la metropolitana sono esposti a circa il doppio di polveri sottili rispetto a coloro che si muovono in superficie. Trattandosi di un valore medio, potrebbe essere inferiore, ma anche superiore nelle metropolitane più inquinate e nelle stazioni scarsamente ventilate. Un altro studio, pubblicato nel 2021 e incentrato sulla qualità dell'aria della metropolitana di Nanchino, in Cina, ha rilevato quali siano i metalli più presenti nelle particelle. Il ferro con l'80% del totale è risultato quello maggiormente presente, ma nelle particelle sono stati rintracciati anche rame, manganese, stronzio e vanadio sottolineando che gli addetti della metro erano esposti a livelli molto più elevati di tali sostanze rispetto ai passeggeri: 15,5 microgrammi per metro cubo per i primi, 2 microgrammi per metro cubo per i secondi.
I nuovi standard europei
Per soddisfare i nuovi obiettivi fissati dall'Oms in tema di riduzione di polveri sottili nell'atmosfera, la Commissione europea ha ridotto il quantitativo annuale tollerato da 25 microgrammi per metro cubo a 10. Ricordiamo che però tale indicazioni riguardano solo gli ambienti esterni e dunque non comprendono le metropolitane dove invece andrebbero estesi i monitoraggi, in ragione del fatto che ogni giorno milioni di cittadini europei che utilizzano la metro respirano un'aria particolarmente inquinata. Tra le soluzioni che gli esperti indicano per cercare di migliorare almeno in parte la qualità dell'aria nelle metropolitane, si segnalano la riduzione della velocità dei convogli in presenza di curve strette e tratti in pendenza, l'installazione di sistemi di ventilazione intelligenti per gestire al meglio lo scambio di aria con l'esterno utilizzando purificatori d'aria, lo svolgimento di manutenzione e pulizia negli orari notturni. Un altro suggerimento consiste nell'indossare mascherine per proteggere le vie respiratorie dal contatto con le particelle metalliche in sospensione.
Economia
Ethereum vola grazie agli Nft di CryptoPunk
Da forza trainante della rivoluzione cripto, negli ultimi mesi il mercato degli NFT ha perso slancio, lasciando ad altri asset il compito di sostenere l’impresa DeFi. All’interno di questo quadro, la vicenda CryptoPunk potrebbe rappresentare un’interessante inversione di tendenza; le vendite di questi collezionabili, infatti, sono in aumento. Ne trae profitto anche Ethereum, che ha legato il suo nome agli NFT di CryptoPunk, e ha fatto registrare ottime performance sulle borse digitali. Lo riporta cryptoslam.io, portale tra i più autorevoli del settore.