Esteri
Matteo Falcinelli, da soffocamento ai danni alle ossa: i...
Matteo Falcinelli, da soffocamento ai danni alle ossa: i rischi dell’incaprettamento
Il presidente della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti: "Si corre un rischio grande. Speriamo che questo tipo di pratiche finiscano"
La pratica dell'incaprettamento, finita sotto i riflettori per il caso dello studente italiano Matteo Falcinelli arrestato a Miami, "è inutilmente pericolosa, può esserlo di più o di meno a seconda di come viene attuata. Tanto più è stretta e tanto più i danni possono essere maggiori; in assenza di sorveglianza i rischi sono maggiori, e nel caso in cui la persona viene collocata a pancia in giù questo implica un rischio aggiuntivo forte, importante. Non a caso questo tipo di coercizione è illegale in molti Stati. Il rischio principale è l'insufficienza respiratoria, perché questo tipo di tecnica già riduce la capacità di ventilare dell'essere umano". E' quanto spiega all'Adnkronos Salute Francesco Dentali, presidente della Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti), direttore Dipartimento area medica dell'Asst Sette Laghi di Varese e associato di Medicina interna dell'università Insubria di Varese.
I rischi e il pericolo di morte
Una persona legata in questa modalità "fa molta più fatica a espandere la cassa toracica e a ventilare - osserva il camice bianco - Poi questa cosa ovviamente peggiora a pancia in giù e il rischio può essere anche letale. Meno pericoloso se l'arrestato viene messo sul fianco, seppure resti terribile, crudele e somigliante molto alla tortura. E' meno pericoloso, perché la possibilità di ventilare è maggiore. Poi è chiaro che se viene arrestato un giovane con una buona capacità di ventilare e senza particolari patologie, non sotto effetto di droghe o alcol, la possibilità che succeda qualcosa di mortale è più bassa", approfondisce l'esperto che si dice "a titolo personale francamente stupito e colpito".
E' una pratica "inutilmente pericolosa - continua - e in alcuni casi ci sono stati dei decessi negli Usa negli ultimi anni per questo tipo di tecnica. Il problema è proprio sulle vie respiratorie, oltre a tutta la parte osteoarticolare muscolare, a livello per esempio della spalla. Se fatta molto stretta, infatti", questa forma di coercizione "può dare un danno che può essere anche importante da un punto di vista osteotendineo muscolare, ma è chiaro che non sarebbe mortale, mentre la questione respiratoria è più significativa. Resta però una pratica dolorosa: se la persona è agitata muovendo le gambe tira le braccia" e può danneggiarsi "la spalla. Insomma, rischia di farsi male da sola. Da medico ribadisco solo che è una pratica inutilmente pericolosa. E fra i morti ci sono state anche persone giovani. Probabilmente erano anche sotto effetto di qualche sostanza ma non vuol dire nulla, perché anche un soggetto sano messo in quella posizione a pancia in giù può andare in insufficienza respiratoria. E diventa molto pericoloso per la vita se non sorvegliato adeguatamente, perché se si va in insufficienza respiratoria come si fa a intervenire tempestivamente? Bisogna togliere le manette e ventilare il paziente e non è che in 5 secondi si riprende tutto. Si corre un rischio grande. Speriamo che questo tipo di pratiche finiscano".
Esteri
Fili staccati e ‘record mondiale’, intoppi e...
Dietro le quinte dei primi 100 giorni post impianto: ecco cos'è successo
Traguardi da record ma anche problemi per l'impianto cerebrale Neuralink, la startup di neuroscienze fondata da Elon Musk. Quando a gennaio di quest'anno la compagnia, che si occupa di interfacce cervello-computer, ha annunciato al mondo di aver eseguito il primo impianto nel paziente zero, Noland Arbaugh, i riflettori mondiali si sono accesi anche sulla tecnologia che ha reso possibile al 29enne, arruolato nello studio Prime, imprese come muovere un cursore, inviare mail, giocare a scacchi e a videogiochi di corse d'auto stile Mario Kart col pensiero.
In particolare colpiva l'identikit dell'impianto: 1.024 elettrodi distribuiti su 64 fili altamente flessibili e ultrasottili per registrare l'attività neurale. Un sistema hi-tech che nei primi 100 giorni dentro il cervello di Noland ha regalato traguardi da record, ma ha costretto anche gli ingegneri e i ricercatori a risolvere intoppi. Incidenti di percorso, poi risolti.
Il problema si è verificato "nelle settimane successive all'intervento - hanno raccontato gli esperti di Neuralink nel loro resoconto - Alcuni fili" del chip "si sono ritirati dal cervello, determinando una netta diminuzione del numero di elettrodi efficaci. Ciò ha portato a una riduzione dei valori di bit al secondo (Bps)", l'unità di misura con cui sono state valutate le performance dell'impianto. "In risposta a questo cambiamento - hanno spiegato ancora gli esperti - abbiamo modificato l'algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali della popolazione neurale, migliorato le tecniche per tradurre questi segnali in movimenti del cursore e migliorato l'interfaccia utente". Queste modifiche "hanno prodotto un miglioramento rapido e duraturo del valore Bps, che ora ha superato la performance iniziale di Noland".
Nei giorni feriali, Noland è impegnato in sessioni di ricerca per un massimo di 8 ore al giorno. Nei fine settimana, l'uso personale e ricreativo dell'impianto può superare le 10 ore al giorno. Recentemente il paziente zero ha utilizzato il dispositivo per un totale di 69 ore in una sola settimana: 35 di sessioni strutturate e ulteriori 34 di uso personale. Le sessioni permettono di valutare le performance del device. Più sono alti i valori Bps, migliore è il controllo del cursore. Durante la prima sessione, hanno riportato gli esperti, Noland ha stabilito anche "un nuovo record mondiale per il controllo del cursore" con un'interfaccia cervello-computer, "di 4,6 Bps. Successivamente ha raggiunto 8 Bps e attualmente sta cercando di battere i punteggi degli ingegneri Neuralink utilizzando un mouse".
Esteri
Il chip di Elon Musk nel cervello tra intoppi e record,...
Dietro le quinte dei primi 100 giorni post impianto: ecco cos'è successo
Traguardi da record ma anche problemi per l'impianto cerebrale Neuralink, la startup di neuroscienze fondata da Elon Musk. Quando a gennaio di quest'anno la compagnia, che si occupa di interfacce cervello-computer, ha annunciato al mondo di aver eseguito il primo impianto nel paziente zero, Noland Arbaugh, i riflettori mondiali si sono accesi anche sulla tecnologia che ha reso possibile al 29enne, arruolato nello studio Prime, imprese come muovere un cursore, inviare mail, giocare a scacchi e a videogiochi di corse d'auto stile Mario Kart col pensiero.
In particolare colpiva l'identikit dell'impianto: 1.024 elettrodi distribuiti su 64 fili altamente flessibili e ultrasottili per registrare l'attività neurale. Un sistema hi-tech che nei primi 100 giorni dentro il cervello di Noland ha regalato traguardi da record, ma ha costretto anche gli ingegneri e i ricercatori a risolvere intoppi. Incidenti di percorso, poi risolti.
Il problema si è verificato "nelle settimane successive all'intervento - hanno raccontato gli esperti di Neuralink nel loro resoconto - Alcuni fili" del chip "si sono ritirati dal cervello, determinando una netta diminuzione del numero di elettrodi efficaci. Ciò ha portato a una riduzione dei valori di bit al secondo (Bps)", l'unità di misura con cui sono state valutate le performance dell'impianto. "In risposta a questo cambiamento - hanno spiegato ancora gli esperti - abbiamo modificato l'algoritmo di registrazione per renderlo più sensibile ai segnali della popolazione neurale, migliorato le tecniche per tradurre questi segnali in movimenti del cursore e migliorato l'interfaccia utente". Queste modifiche "hanno prodotto un miglioramento rapido e duraturo del valore Bps, che ora ha superato la performance iniziale di Noland".
Nei giorni feriali, Noland è impegnato in sessioni di ricerca per un massimo di 8 ore al giorno. Nei fine settimana, l'uso personale e ricreativo dell'impianto può superare le 10 ore al giorno. Recentemente il paziente zero ha utilizzato il dispositivo per un totale di 69 ore in una sola settimana: 35 di sessioni strutturate e ulteriori 34 di uso personale. Le sessioni permettono di valutare le performance del device. Più sono alti i valori Bps, migliore è il controllo del cursore. Durante la prima sessione, hanno riportato gli esperti, Noland ha stabilito anche "un nuovo record mondiale per il controllo del cursore" con un'interfaccia cervello-computer, "di 4,6 Bps. Successivamente ha raggiunto 8 Bps e attualmente sta cercando di battere i punteggi degli ingegneri Neuralink utilizzando un mouse".
Esteri
Carenza di uomini al fronte, Kiev arruola i detenuti...
L'Ucraina cerca di colmare la carenza di uomini al fronte: il Parlamento di Kiev ha approvato una legge che permetterà di arruolare i detenuti.