Salute e Benessere
Il Medico risponde: I Crampi, questi dolorosi...
Il Medico risponde: I Crampi, questi dolorosi sconosciuti…
“Il Medico risponde”
I Crampi, questi dolorosi sconosciuti…
DOMANDA
Salve Dr. sono Federica assidua lettrice di Sbircia la notizia magazine e non vi nascondo che vi adoro da matti, si perché le vostre notizie a 360° gradi sono gratuite, non come altri che per leggere i loro giornali online bisogna pagare un abbonamento altrimenti è impossibile visionarle. Dr. comunque il mio problema sono i crampi, questi dolorosi sconosciuti. Eh si Dr., per favore mi aiuta a conoscerli meglio e mi dia dei consigli su come prepararmi per affrontare una visita medica per ottimizzarla al meglio. Grazie infinitamente, buon lavoro e buona serata a lei e tutti di Sbircia.
Federica, niente social network
RISPOSTA
A cura del Dr. Ferdinando Martinez
ATTENZIONE: "Le informazioni contenute in questa rubrica medica, non devono ASSOLUTAMENTE, in alcun modo, sostituire il rapporto Medico di Famiglia/Assistito. Si raccomanda per buona regola, di chiedere SEMPRE il parere del proprio Medico di Famiglia, o Specialista di fiducia, il quale conosce in dettaglio la storia clinica del proprio Paziente. La nostra rubrica, non avendo fatto un'anamnesi di chi ci scrive, impossibile online, ha il solo ed esclusivo scopo informativo, decliniamo quindi tutte le responsabilità nel mettere in pratica qualsiasi chiarimento o indicazione riportata al solo scopo esplicativo e divulgativo. Qualsiasi domanda umanamente intrattabile via web, verrà automaticamente cestinata. Grazie per la gentile comprensione."
Salve Federica, grazie a lei per “adorarci”, ne sono e ne siamo lusingatissimi. Certo che le rispondo volentieri, anche perché, lei affronta un argomento molto interessante.
Deve sapere Federica che, un crampo è una contrazione involontaria, improvvisa, transitoria intensa e dolorosa.
Questa contrazione può interessare un muscolo o un gruppo di muscoli solitamente coinvolti in uno sforzo o un movimento e dura da pochi secondi a qualche minuto. Molto spesso i crampi si verificano dopo un’ intensa attività fisica, ma anche a riposo e, addirittura, possono insorgere anche durante il sonno o un semplice riposo.
Le cause possono essere molteplici (infettive, neuromuscolari, carenze specifiche di vitamine e minerali, respiratorie, effetti di alcuni medicinali). Ma la grande maggioranza di questi è di origine circolatoria arteriosa o correlata a insufficienza venosa.
Le cause arteriose
- La contrattura muscolare arteriosa è dovuta a un’ossigenazione insufficiente del muscolo;
- La contrattura dolorosa di origine vascolare è comunemente chiamata claudicatio intermittente; riguarda i polpacci e si manifesta dopo un perimetro di deambulazione abbastanza costante;
- Quando la distanza percorribile si accorcia, la malattia arteriosa peggiora;
- La comparsa di crampi notturni, che si arrendono quando ci si alza, si cammina o si costringe a dormire con la gamba fuori dal letto, riflette anche un grave peggioramento della malattia arteriosa.
Le cause venose
Si verificano più facilmente a riposo, il crampo è abbastanza frequente anche in caso di vene varicose o disturbi circolatori di origine venosa. Le contrazioni muscolari si verificano inaspettatamente durante il sonno, a volte inducendoci a svegliarci per il dolore. Queste contrazioni colpiscono le dita dei piedi o i muscoli del polpaccio o anche le dita della mano. Scompaiono rapidamente con il massaggio o con il defaticamento muscolare.
Riguardano principalmente le donne e possono essere cicliche (spesso durante il periodo delle mestruazioni)
o stagionali (in primavera, o in estate) oppure essere influenzate, in inverno, da un riscaldamento a pavimento inadeguato.
La contrattura muscolare legata alle sequele della flebite degli arti inferiori è spesso non riconosciuta. È un dolore cronico di origine venosa. Questi crampi riflettono l’esistenza di una cattiva circolazione a lungo termine a seguito di un episodio acuto di flebite.
Le cause non vascolari
- I crampi possono avere origini non vascolari;
- Il crampo è frequentemente di origine vascolare ma si riscontrano molte altre cause: neuromuscolari, tossiche e da farmaci in particolare.
Crampi di origine neuromuscolare
Sindrome del canale lombare stretto:
- È un conflitto tra un canale lombare ristretto (da un’ernia del disco o da un’osteoartrosi interarticolare posteriore) e la dura madre, la più esterna delle tre meningi che ricoprono il midollo spinale;
- Si traduce in un’autentica claudicatio intermittente associata a dolori nervosi e, talvolta, disturbi della sensibilità;
- Il dolore si verifica stando in piedi, la diagnosi viene effettuata mediante risonanza magnetica (MRI), il trattamento è chirurgico:
- La sciatica può anche causare dolore sotto forma di crampi ai polpacci o alla coscia.
Crampi tossici e metabolici: Alcol, disturbi della tiroide, carenza di fosforo, magnesio, potassio, effetti collaterali dei farmaci …
Quale trattamento
Il trattamento è diverso a seconda che la causa sia arteriosa o venosa. La scoperta di un crampo di origine arteriosa richiede una valutazione medica completa. È in base ai risultati di ulteriori esplorazioni (ecografia doppler, arteriografia) e in base al tipo di coinvolgimento arterioso (restringimento o occlusione) che il trattamento verrà suggerito oculatamente:
- agenti antipiastrinici
- vasodilatatori
- trattamento ipocolesterolemizzante in presenza di ipercolesterolemia
- cessazione totale e definitiva del fumo se viene mantenuta la diagnosi di arterite degli arti inferiori
- riduzione del consumo di alcol
- regolare esercizio fisico quotidiano, all’aperto o al chiuso
- terapia antidiabetica e terapia antipertensiva, se necessaria
Il trattamento chirurgico consisterà nella rivascolarizzazione del bypass o nella dilatazione del palloncino. Il crampo venoso si corregge facilmente con un semplice gesto: è necessario allungare il muscolo, portare il piede squadrato rispetto alla gamba, mantenendo quest’ultima dritta.
Consigli
Si Federica, ha ragione in toto, prepararsi bene per la consulenza medica le permetterà sicuramente di ottimizzarla.
Le consiglio quindi, e di essere pronta a rispondere alle seguenti domande:
- Questi crampi sono occasionali, si verificano poche volte in un lungo periodo di tempo o frequenti, anche quotidianamente?
- Si verificano a riposo o sono provocati dal camminare o da uno sforzo intenso da posizioni o manovre scomode?
- Scompaiono a riposo dopo pochi minuti o impiegano molto più tempo?
- Peggiorano camminando al punto tale da impedirle la deambulazione?
- Sono più frequenti ultimamente o da quanto tempo ne soffre?
- Succedono di notte, la costringono ad alzarsi, le provocano incubi?
Federica sarà inoltre necessario specificare al Medico:
- Quali farmaci sta assumendo e da quanto tempo
- Se beve regolarmente alcolici
- Se fuma, da quanto tempo e il numero di sigarette giornaliero
- La tua storia sanitaria è importante, soprattutto se ha avuto o soffre di flebite, non si sorprenda se le viene chiesto quali interventi chirurgici ha subito, il numero di eventuali gravidanze o se ha avuto fratture, lussazioni o problemi vari.
- Infine, le verrà sicuramente chiesto se ha genitori o componenti familiari (padre, madre, fratelli o sorelle) che hanno avuto malattie vascolari o di altro genere.
Federica, le ricordo che la mia risposta, non intende in alcun modo sostituirsi all’autorevole parere del Medico di famiglia, Medico Curante o di altre Figure Sanitarie di fiducia, preposte alla corretta interpretazione del problema in oggetto, a cui rimando, rigorosamente, per ottenere una più precisa indicazione incline sulle origini di qualsiasi sintomo stesso. Nel ringraziarla per la cortese attenzione, le auguro una meravigliosa domenica.
“Cum lenitate asperitas.” Le difficoltà vanno trattate con dolcezza. (Gabriele D’Annunzio)
Aspettiamo le vostre domande, inviatecele via mail a info@sbircialanotizia.it
Salute e Benessere
Smog, Consulcesi: “Fare di più per raggiungere...
'Milano si conferma prima città italiana a chiedere misure più incisive per ridurre l'inquinamento atmosferico'
"E' necessario fare di più per ridurre l'inquinamento atmosferico, puntando a raggiungere almeno i nuovi limiti Ue, senza ricorrere alle possibili deroghe contemplate nella nuova normativa". E' il commento dei legali Consulcesi, il network europeo promotore dell'azione collettiva 'Aria Pulita', al nuovo piano Milano Futura Ora. Dal capoluogo lombardo e non solo continuano a giungere richieste di informazione sull'azione collettiva volta a difendere il diritto alla salute e a vivere in un ambiente sano dei residenti in Italia lanciata lo scorso giugno da Consulcesi, ricorda il gruppo. "Sempre più cittadini preoccupati che vivono a Milano chiedono misure più incisive per l'inquinamento dell'aria e decidono di unirsi alla nostra iniziativa", riferisce Bruno Borin, a capo del team legale Consulcesi.
Solo da inizio anno - riporta una nota - con circa 135mila persone che hanno mostrato interesse all'azione collettiva, su oltre 180mila giunte complessivamente dalla regione, Milano si conferma apripista nella battaglia contro l'inquinamento atmosferico. "Non solo, Milano - evidenzia Borin - è anche la prima città in cui è stata depositata l'iscrizione a ruolo della prima azione collettiva per violazione dei limiti di Pm10 e di NO2. Ora il giudizio è pendente dinanzi al tribunale di Milano e siamo in attesa dell'esito della prima udienza". Il nuovo piano sulla mobilità e sulla qualità dell'aria per Milano è "certamente un passo importante verso una città più verde e sicura - dichiara Borin - Tuttavia, è necessario inseguire gli obiettivi Oms, abbandonando l'idea di ricorrere alle possibili deroghe contenute nella nuova direttiva europea, come più volte e da più parti auspicato per il bacino padano. Qualunque ulteriore ritardo nel raggiungimento degli obiettivi sulla qualità dell'aria 2030, si traduce in altre migliaia di morti e malati che possono e devono essere evitati".
Secondo le stime dell'European environmental bureau (Eeb) - si legge nella nota - l'applicazione delle deroghe previste dalla nuova direttiva Ue sulla qualità dell'aria, che permetterebbe a Regioni quali Veneto, Piemonte e Lombardia di spostare al 2040 il raggiungimento dei livelli di inquinamento atmosferico, potrebbe causare circa 120mila morti premature in più nel nostro Paese.
I dati su Milano, come sul resto della Pianura Padana, affermano i legali Consulcesi, mostrano una situazione critica che perdura ormai da anni, continuando ad esporre la popolazione a significativi rischi per la salute. Nel nostro Paese milioni di persone si vedono ancora negato il diritto alla salute, riconosciuto a livello internazionale, nazionale e regionale. Lo ha confermato in passato anche la Corte Ue, richiamando e poi condannando l'Italia per aver superato i limiti dei valori di Pm10 e NO2 nell'aria, danneggiando l'ambiente e mettendo a rischio la salute dei cittadini.
Secondo Consulcesi, oltre 40 milioni di persone, su un totale di 3.384 Comuni italiani, hanno respirato e continuano a respirare aria avvelenata da concentrazioni elevate di particelle inquinanti, come il particolato atmosferico (Pm10) e il biossido d'azoto (NO2), e per questo potrebbero aderire all'azione collettiva per richiedere un risarcimento allo Stato e alle Regioni. Per aderire basta dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver risieduto tra il 2008 e il 2018 in uno o più dei territori coinvolti. Per scoprire se e come partecipare all'azione legale, Consulcesi mette a disposizione il sito di Aria Pulita: www.aria-pulita.it.
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Covid, aumenta rischio cardiovascolare nei 3 anni dopo...
Lo studio condotto dall'Irccs San Raffaele in collaborazione con La Sapienza e Federico II
L'aumento del rischio cardiovascolare che si registra per i pazienti Covid-19 potrebbe non essere limitato alla fase acuta dell'infezione, ma estendersi nel tempo, almeno per 3 anni. Sono questi i risultati dello studio, pubblicato su 'Cardiovascular Research', condotto dai ricercatori dell'Irccs San Raffaele di Roma in collaborazione con colleghi delle università di Roma Sapienza e Federico II di Napoli. L'indagine è stata realizzata su un campione di circa 229mila pazienti, tra cui circa 32mila che hanno avuto una diagnosi molecolare di Covid-19, in una regione - la Campania - a rischio cardiovascolare moderato secondo la classificazione europea Score.
Rischio infarto e ictus
Diversi studi, su un numero limitato di persone ospedalizzate, hanno dimostrato che l'infezione da Sars-CoV-2 è molto spesso associata allo sviluppo di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. L'importanza di questo nuovo lavoro sta nel fatto che prende in esame una popolazione reale di grandi dimensioni. Coinvolge infatti persone provenienti da un database dei medici di medicina generale della Asl 1 di Napoli, seguite per 3 anni, durante la pandemia nel periodo 2020-22, e confrontate con una popolazione pre-pandemia derivata dallo stesso database nel periodo 2017-19. "I risultati hanno dimostrato che il gruppo infettato dal virus ha avuto circa il doppio dei casi di infarto del miocardio, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, fibrillazione atriale e miopericarditi", ha spiegato Massimo Volpe, responsabile del Centro per la diagnosi e cura dell'ipertensione arteriosa e delle complicanze cardiovascolari del San Raffaele, tra i firmatari dello studio.
Un rischio aumentato, insomma, che "nella popolazione colpita dal virus pandemico si protrae per almeno 3 anni. La rilevante ricaduta clinica e sociale impone quindi un'attenzione particolare nei confronti dei soggetti colpiti dal Covid-19 che devono essere seguiti nel tempo, per il possibile sviluppo di malattie cardiovascolari", ha aggiunto Volpe. I ricercatori, in base ai risultati dello studio, invitano quindi alla pianificazione di un follow-up più lungo per i pazienti con Covid-19, per prevenire e gestire tempestivamente possibili eventi cardiovascolari e cerebrovascolari gravi.
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Ospedale del futuro, Petralia (Fiaso): “Con...
Al congresso Aiic, 'digitalizzazione e Ai per una presa in cura unitaria'
Il futuro dei nostri ospedali "parte qui e ora, da ciascuno di noi che ci aspettiamo di essere presi in cura, prima ancora che essere curati. Gli ospedali non sono stati sempre soltanto luoghi di auspicabile guarigione, di cura di malattie, ma sono nati come luoghi di accoglienza, di ospitalità per viandanti e pellegrini. Con l'avanzare della tecnologia e della scienza sono diventati percorsi, spazi, prospettive di presa in carico e di cura", e in questo "un ruolo importante è giocato dalla digitalizzazione e dall'intelligenza artificiale". Così Paolo Petralia, vicepresidente vicario Fiaso e direttore generale Asl 4 Liguria, questa mattina a Roma, ha descritto l'evoluzione dell'assistenza ospedaliera al Convegno nazionale dell'Associazione italiana ingegneri clinici (Aiic) in corso nella Capitale fino a sabato.
Si tratta di "un modello di ospedale che sempre di più va verso il territorio - continua Petralia - e di territorio che va verso l'ospedale in una logica di circolarità e non di esclusività", che supera il concetto di "integrazione ospedale-territorio. Abbiamo bisogno di parlare di un percorso per le persone, di una presa in cura unitaria e che vada dall'ospedale al setting assistenziale intermedio e al domicilio, in una logica di continuità di assistenza e cura". Oltre ad essere un luogo "bello", nell'ospedale del futuro "non si è costretti a dover condividere la camera con altre persone e, grazie alla tecnologia", ci sarà "la virtualizzazione dei posti letto - spiega l'esperto - e non sarà più necessario dover dormire in ospedale per essere curati" perché, con la condivisione dei dati, "l'assistenza sarà fornita al bisogno, a domicilio". A livello tecnologico, "l'intelligenza artificiale potrà affiancare e sostenere gli operatori, ma anche i pazienti nell'esperienza di permanenza in ospedale per ottenere risposte che sono avanzate dal punto di vista dei contenuti clinici, ma anche sostenibili e gradevoli dal punto di vista della modalità con cui vengono erogati".
A fronte di un patrimonio edilizio ospedaliero spesso obsoleto, "possiamo immaginare, nel tempo, di riuscire" a lavorare per trasformare gli edifici attuali in "building adeguati in termini di struttura - conclude Petralia - che risparmino energia, che siano green, automatizzati, efficienti dal punto di vista dei percorsi, ma anche degli spostamenti, in una logica che dal monoblocco ritorna a padiglioni piccoli, immersi nel verde, capaci di essere flessibili nel loro utilizzo, come la pandemia ci ha insegnato".