Politica
Natalità, Meloni: “Decrescita non è mai felice, se...
Natalità, Meloni: “Decrescita non è mai felice, se applicata a demografia futuro a rischio”
La premier durante il suo intervento all'incontro "Per un'Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro": "Invertire drammatica tendenza che compromette sviluppo"
"La decrescita non è mai felice e se la applichi alla natalità e alla demografia rischia di compromettere qualsiasi futuro possibile, di compromettere le fondamenta su cui si regge il nostro welfare". Così la premier Giorgia Meloni, in un passaggio del suo intervento all'incontro "Per un'Europa giovane. Transizione demografica, ambiente, futuro" presso il Tempio di Adriano. "Potevamo assecondare questo pensiero dominante e buttarci anche noi nel precipizio della glaciazione demografica oppure potevamo ribadire che il declino non è mai un destino, che è sempre una scelta. E' una scelta che si può ribaltare, rimboccandosi le maniche", ha rimarcato Meloni.
"Considero un cambio di passo fondamentale -continua la premier- l'approccio con cui questo governo affronta queste tematiche rispetto al passato": la natalità e la demografia sono "sfide prioritarie che devono essere trasversali rispetto all'azione di tutto il governo". "Era ora ci fosse un governo con il coraggio di dire che noi possiamo fare per l'Italia le migliori riforme possibili, possiamo fare scelte importanti ma tutto questo non porta a nulla se a monte non invertiamo la drammatica tendenza della denatalità che compromette ogni possibile sviluppo positivo per la nostra nazione e non solo", ha proseguito la presidente del Consiglio.
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Europee, Vittorio Sgarbi si candida con Fratelli...
Lo conferma lo stesso critico d'arte all'AdnKronos: "Ho accettato dopo aver discusso nel tempo con La Russa, Donzelli e la stessa Meloni"
Ci sarà anche Vittorio Sgarbi in lista con Fratelli d'Italia per le prossime europee. Lo conferma lo stesso critico d'arte all'AdnKronos spiegando di "aver accettato la candidatura, dopo aver discusso nel tempo con La Russa, Donzelli e la stessa Meloni". "Adesso vedremo il da farsi, e dove sarò candidato", dice infine rimandando a una prossima conferenza stampa.
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Lavoro, Meritocrazia Italia: “Nuovo decreto ‘1...
'Sia occasione per una riforma di struttura'
"È oggi in discussione in Consiglio dei Ministri il nuovo ‘decreto 1 Maggio’, che dovrebbe prevedere, secondo le prime indiscrezioni, una serie di interventi a favore di imprese e lavoratori a basso reddito. Mentre dalla parte delle imprese sembra procedersi sulla strada di scivoli e agevolazioni per chi assume, l’intervento sui redditi bassi, fino a 28.000,00 euro, prevederebbe un aumento di circa 100 euro con sgravi che ricadrebbero sulle tredicesime". Lo si legge in una nota di Meritocrazia Italia che aggiunge come "l’impressione, sempre stando alle poche notizie trapelate e in assenza di un testo ufficiale, è che la direzione sia ancora quella di interventi temporanei, a tampone, di certo poco utili in termini di assunzioni e creazione di nuova occupazione. Nessuna prospettiva di riforma strutturale del mercato del lavoro. Proprio quello che invece servirebbe. Altro capitolo quello della politica sui redditi. Meritocrazia Italia - continua la nota - più volte ha sottolineato la necessità, anche e non solo attraverso una rinnovata centralità della contrattazione collettiva, di recuperare margini sui redditi dei lavoratori, tra i più bassi nell’eurozona".
"Inflazione crescente, da una parte, e devalutazione dei risparmi, dall’altra, hanno prodotto un calo di possibilità di spesa che si ripercuote sull'intero sistema economico italiano. L’intervento a sostegno dei redditi più bassi, fino a 28.000 euro, pare insufficiente a colmare il deficitario status reddituale dei lavoratori nel loro insieme, e nello specifico di quelli a basso reddito. Non basta, poi, il solo abbassamento del cuneo fiscale a incrementare il potere di acquisto; ben altri dovrebbero essere gli sbocchi programmatici in un mercato del lavoro in forte evoluzione. - prosegue la nota -Per questo, Meritocrazia chiede che l’occasione del nuovo dibattito sia colta Italia per riflettere anche sull’opportunità di aprire tavoli di confronto con le rappresentanze sindacali e sociali, al fine di individuare nuovi modelli di sviluppo aziendali in cui il lavoratore persona sia messo al centro di progettualità, con effetti premiali rispetto al prodotto; riattivare i tavoli di contrattazione collettiva partendo da quei settori in stasi da diverso tempo; prevedere sistemi paracadute in caso di non adeguamento salariale attraverso la contrattazione collettiva con adeguamenti triennali e comunque al raggiungimento di una perdita del potere di acquisto pari al 10%; rafforzare i sistemi di welfare aziendali, prevedendo margini di detassazione per le aziende più accentuati e diffusi di quelli attuali".
"Le politiche ‘a tampone’, pure utili a produrre effetti palliativi nell'immediato, non servono davvero a garantire sviluppo e prosperità e questo sia a livello occupazionale, dove molte analisi prevedono un rimbalzo in negativo al termine delle agevolazioni concesse, sia a livello economico produttivo. Meritocrazia Italia chiede con forza una sistemazione del mercato del lavoro, curandone le criticità e le distorsioni in modo strutturale, e cogliendo le opportunità che una economia in fase di trasformazione offre", conclude Meritocrazia Italia.
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Due miliardi fermi nei cassetti, l’ira di Schifani...
Nei cassetti della Regione siciliana restano fermi circa due miliardi di euro, fondi che la Regione doveva versare entro lo scorso anno a imprese e dipendenti ma che pastoie burocratiche hanno finora bloccato. Uno stop forzato che ha causato, come rivela il Giornale di Sicilia, l'ira del governatore siciliano, Renato Schifani, che ieri ha inviato una nota ai dirigenti generali dei dipartimenti Energia, Infrastrutture e Territorio e Ambiente con un vero e proprio ultimatum. Entro il 3 maggio dovrà essere portato a termine il riaccertamento dei residui attivi. In caso contrario, avverte il presidente della Regione siciliana, "tale grave inadempienza potrà avere come conseguenza la decadenza dall'incarico dirigenziale".
"Ciò che è successo, spiegano dall'assessorato all'Economia, è frutto di regole contabili molto complesse - si legge sul quotidiano -. In pratica, le obbligazioni assunte ogni anno dalla Regione vanno saltate entro il 31 dicembre. Quando ciò non avviene, per poter pagare, bisogna fare nei presi mesi dell'anno successivo il cosiddetto riaccertamento. Cioè la verifica della sussistenza del debito, dei fondi necessari a onorarlo e di altri dettagli. E questo è quello che non è avvenuto tempestivamente. In particolare nei tre dipartimenti citati nella nota di Schifani, ma più in generale in quasi tutti gli assessorati".
Già a novembre la Presidenza della Regione aveva indicato le linee guida per portare a termine rapidamente la certificazione e una seconda direttiva datata 26 marzo indicava nel 3 aprile il termine ultimo. Ma, scrive Schifani nella nota inviata ieri ai vertici dei dipartimenti "permangono rilevanti irregolarità nelle risultanze contabili gestionali", che provocano "nocumento all'amministrazione in termini di spesa". Da qui l'ultimatum ai dirigenti: recuperate i ritardi o rischiate il posto.