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Ultimatum Israele, pronto l’attacco a Rafah – Ascolta

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Ultimatum Israele, pronto l’attacco a Rafah – Ascolta

Ultimatum Israele, pronto l’attacco a Rafah - Ascolta

Mentre le manifestazioni pro Palestina dilagano nelle università americane le forze di difesa israeliane fanno sapere che se entro 48-72 ore non sarà presa una decisione definitiva sulla proposta di accordo che porterebbe alla liberazione di 33 ostaggi verra lanciato l'attacco su Rafah. I carri armati israeliani sarebbero schierati al confine con Gaza e pronti a ricevere il via libera per iniziare l'offensiva, considerata da Israele come l'ultima spinta necessaria per sradicare le forze combattenti di Hamas dalla Striscia, nonostante gli avvertimenti di un disastro umanitario se i civili non saranno allontanati dal pericolo.

Un team di giornalisti altamente specializzati che eleva il nostro quotidiano a nuovi livelli di eccellenza, fornendo analisi penetranti e notizie d’urgenza da ogni angolo del globo. Con una vasta gamma di competenze che spaziano dalla politica internazionale all’innovazione tecnologica, il loro contributo è fondamentale per mantenere i nostri lettori informati, impegnati e sempre un passo avanti.

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Russia, Putin schiera anche i blogger in guerra: ma non...

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Hanno centinaia di migliaia di follower e veicolano i messaggi del Cremlino: ora colpiscono duro contro un 'nemico' interno

Vladimir Putin

I blogger militari al servizio di Vladimir Putin contro il ministero della Difesa. La guerra che la Russia ha scatenato in Ucraina con l'invasione scattata nel febbraio 2022 è stata seguita passo passo da una schiera di 'milbloggers'. Esperti, ex militari, figure spesso 'embedded' e sempre schierati a favore del Cremlino e delle scelte di Putin. Su Telegram, sono diventati megafoni e fonti di informazione. Da qualche giorno, dopo la rimozione dell'ormai ex ministro della Difesa Sergei Shoigu sostituito da Andrei Belousov, si osserva un fenomeno quantomeno curioso.

I post e i messaggi critici nei confronti del ministero, prima una rarità se non del tutto assenti, hanno iniziato a comparire con una certa frequenza. Il trend ha attirato l'attenzione persino dell'Institute for the study of war (Isw), think tank statunitense che monitora il conflitto quotidianamente.

Le accuse a Shoigu

Ad accendere la miccia è stato un messaggio del milblogger Dva Majors, che su Telegram ha 700mila iscritti. Ha diffuso un documento inviato dal responsabile Dipartimenti missili e artiglieria in risposta a domande sulla presunta inefficienza dell'artiglieria di Mosca. Nel documento, si scaricano tutte le responsabilità sull'inappropriata gestione delle munizioni da parte dei soldati, che non rispetterebbero le linee guida stabilite dai vertici militari.

La versione ufficiale del Dipartimento, però, cozza con i rapporti che arrivano dal campo di battaglia: il personale dell'esercito ha più volte segnalato l'anomalo funzionamento dei sistemi di artiglieria e ha scoperto che nei proiettili, spesso, la quantità di polvere da sparo varia senza apparente motivo. Le variazioni di peso dei proiettili condizionano l'efficacia delle operazioni, come è stato evidenziato alle alte sfere militari: secondo Dva Majors, però, non sono arrivate risposte né spiegazioni e nulla è cambiato.

Il tema ha appassionato anche il blogger noto come Philologist_zov, che vanta nel curriculum anche un'esperienza come istruttore di unita Storm-Z, le squadre in cui confluiscono in genere soldati poco disciplinati. Secondo l'ex militare, il 'bug' con cui convive l'artiglieria russa era noto sin dalla primavera 2022 anche ai vertici della Difesa. A questo, si aggiunge anche un diffuso problema di usura di armi ed equipaggiamenti: risposte dai 'capi'? Nessuna.

Un altro blogger, Alekin Telega, ha espresso considerazioni critiche nei confronti della gestione farraginosa della macchina militare: lo ha fatto usando parole in codice e termini apparentemente scollegati dal tema. Per l'Isw, però, il quadro è chiaro: a Belousov si chiedono robuste riforme per far funzionare l'elefantiaco apparato burocratico che, nel 'regno' di Shiogu, si è rivelato una zavorra e non un ingranaggio produttivo. Quindi, il pezzo forte. Mikhail Zvinchuk, fondatore del canale Rybar – 1,2 milioni di iscritti su Telegram – e voce pro-Cremlino da sempre, ha rilasciato un'insolita intervista in cui ha criticato apertamente il ministero della Difesa. Difficile, se non impossibile, che l'intervista sia sta realizzata senza il placet del Cremlino.

La strategia tra Telegram e Putin

Ogni post, secondo l'Isw, fa parte di una strategia di comunicazione, di un mosaico. Con Shoigu 'promosso' e con il nuovo corso avviato alla Difesa, secondo l'Istituto, l'obiettivo è aumentare la pressione mediatica sul ministero della Difesa, identificato come l'anello debole della catena.

Il contributo dei milblogger diventa uno strumento, evidenzia l'Isw, per sollecitare e favorire cambiamenti radicali cambiamenti radicali nella gestione – burocratica e non – del ministero. L'obiettivo finale sarebbe l'allineamento ulteriore del dicastero alle esigenze e alle strategie del Cremlino in una guerra che attraversa una fase cruciale, tra l'ipotesi di una nuova offensiva russa – anticipata dalle operazioni a Kharkiv – e il prevedibile impatto delle armi americane che Kiev riceverà dopo il via libera del Congresso al maxi pacchetto da 61 miliardi di dollari.

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Netanyahu: “Paragone Corte penale internazionale tra...

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La replica del procuratore: "Accuse lontane dal vero"

Netanyahu (Afp)

(Adnkronos)

Il "disgustoso" paragone che il procuratore della Corte Penale Internazionale fa tra Israele e Hamas è un esempio "del nuovo antisemitismo" che va dai campus universitari all'Aja. E' quanto afferma Benjamin Netanyahu in video in cui rigetta come "assurda e falsa" la richiesta di mandato di arresto contro di lui, e il ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme a tre leader di Hamas, avanzata oggi dal capo procuratore Karim Khan.

"Come osa paragonare i mostri di Hamas ai soldati dell'Idf, l'esercito più morale del mondo ? - prosegue il premier israeliano - Con quale spudoratezza fai un paragone tra Hamas che assassina, brucia, macella, violenta e rapisce i nostri fratelli e sorelle e i soldati dell'Idf che combattono una guerra giusta che non ha paralleli, con una moralità che non ha pari?". Netanyahu conclude promettendo che il "tentativo della Cpi di legarci le mani fallirà" che nessun foro internazionale "ci impedirà di colpire quelli che vogliono la nostra distruzione" fino alla "vittoria totale" su Hamas.

"La scandalosa decisione del procuratore della Corte Penale Internazionale, Karim Khan, di chiedere mandati di arresto per leader democraticamente eletti di Israele, è un oltraggio morale di proporzioni storiche" ha detto Netayahu, in videomessaggio, postato su X, in cui sottolinea che questo "lascerà una macchia indelebile di vergogna sulla corte internazionale" che verrà trasformata "in una farsa".

Procuratore Cpi: "Non è una caccia alle streghe"

"Questa non è una caccia alle streghe, questa non è una reazione emotiva, è un procedimento legale a cui siamo tenuti come procuratori internazionali di un organismo indipendente, per costruire prove solide che non vengano smontate in aula" ha detto il procuratore capo della Corte Penale Internazionale, Karim Khan. In particolare rigetta le accuse, avanzate da Israele "di antisemitismo, di odio, l'idea che applichiamo la legge alla cieca, che favoriamo una parte, mentre siamo ostili all'altra, non potrebbe essere più lontano dal vero".

Biden: "Richiesta Corte vergognosa"

"La richiesta del procuratore della Corte penale internazionale di mandati d'arresto per leader israeliani è vergognosa". E' quanto afferma Joe Biden in una dichiarazione diffusa dalla Casa Bianca in cui condanna con forza il procuratore della Corte penale internazionale , Karim Khan che ha chiesto alla Corte di autorizzare mandati di arresto per Benjamin Netanyahu e Yahya Sinar, e altri esponenti israeliani e di Hamas.

"Lasciatemi essere chiaro: qualsiasi cosa questo procuratore possa implicare, non c'è nessuna equivalenza, nessuna, tra Israele e Hamas". "Noi staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza", conclude il presidente americano.

Blinken: "A rischio tutti gli sforzi per il cessate il fuoco"

Gli Stati Uniti "rigettano nel modo totale" l'annuncio "vergognoso" del procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, che "mette a rischio gli sforzi per un accordo sul cessate il fuoco". E' quanto dichiara il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken. "Noi rifiutiamo l'equivalenza fatta dal procuratore tra Israele e Hamas, è vergognosa - afferma Blinken in una dichiarazione -. Hamas è una brutale organizzazione terroristica che ha condotto il peggiore massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto e ancora tiene in ostaggio decine di persone innocenti, compresi americani". "Fondamentalmente questa decisione non aiuta, e potrebbe mettere a rischio, gli sforzi in corso per raggiungere un accordo di cessate il fuoco che faccia liberare gli ostaggi e aumentare l'assistenza umanitaria a Gaza, a cui gli Stati Uniti continuano senza sosta a lavorare", aggiunge il segretario di Stato.

Gli Stati Uniti da tempo si oppongono all'inchiesta della Corte Penale Internazionale sul conflitto a Gaza perché ritengono che questa "non abbia nessuna giurisdizione su questa questione" perché la Corte è "stata istituita dai suoi Paesi membri come tribunale a giurisdizione limitata". "Questi limiti sono radicati nei principi di complementarità che non sembrano essere stati qui essere stati applicati, nella fretta del procuratore di richiedere mandati di arresto, invece, di concedere al sistema legale di Israele una piena e tempestiva opportunità di procedere", aggiunge il segretario di Stato Usa, sostenendo che in questa occasione il procuratore non applicato il processo legale usato per la richiesta di altri mandati d'arresto.

"In altre situazioni, il procuratore ha deferito alle indagini nazionali e lavorato con gli Stati per dare loro il tempo di indagare - ha aggiunto - il procuratore non ha dato la stessa opportunità a Israele, che ha conducendo inchieste sulle accuse contro propri militari". Israele, come del resto gli Usa, non riconoscono la Cpi, ma questa ha avviato già dal 2021 un'inchiesta su presunti crimini a Gaza, affermando di avere giurisdizione su tutti i territori palestinesi dopo che nel 2015 l'Anp ha firmato lo Statuto di Roma.

La replica della Corte penale internazionale

"Nonostante i significativi sforzi, l'ufficio del procuratore non ha ricevuto" da Israele "nessuna informazione che dimostrasse una vera azione a livello interno per affrontare i presunti crimini o gli individui sotto inchiesta". Così la Corte Penale Internazionale replica, parlando con Christiane Amanpour della Cnn, ad Antony Blinken. Secondo la Cpi, il procuratore ha trascorso "tre anni" cercando di migliorare il dialogo con Israele e "ottenere informazioni rilevanti alla nostra indagine". "Il procuratore ha anche ripetutamente sottolineato le sue preoccupazioni riguardo al rispetto da parte di Israele della legge umanitaria internazionale - spiegano - e ha pubblicamente affermato di non aver visto nessun visibile cambiamento della condotta nonostante le sue precedenti dichiarazioni".

La richiesta della Corte penale internazionale

La Corte penale internazionale ha chiesto, tramite il suo procuratore Karim Kahn, che i giudici emettano mandati di arresto internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Sono ''profondamente preoccupato'' dalle ''prove raccolte ed esaminate dal mio ufficio'' spiega in un videomessaggio condiviso sui social.

Una giuria della Corte penale internazionale esaminerà ora la richiesta di Khan per i mandati di arresto. Con i mandati di arresto chiesti nei confronti dei politici israeliani è la prima volta che la Cpi prende di mira il leader di uno stretto alleato degli Stati Uniti.

Chiesto anche un mandato di arresto internazionale per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che, insieme a Netanyahu, è accusato da Kahn di vari crimini tra cui "sterminio, l'uso della fame come metodo di guerra, la negazione degli aiuti umanitari, trattamenti crudeli, atti disumani e la presa di mira deliberata della popolazione civile durante il conflitto'', seguito all'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Per quanto riguarda Hamas, invece, oltre che per Sinwar il procuratore capo della Cpi ha chiesto che venga emesso un mandato di arresto per Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, il leader delle Brigate Al Qassem meglio conosciuto come Mohammed Deif, e Ismail Haniyeh, il leader politico di Hamas. Nei loro confronti le accuse sono di ''sterminio, omicidio, presa di ostaggi, torture, stupro e violenza sessuale durante la detenzione''.

Tajani: "Cpi? Inaccettabile equiparare governo israeliano a terroristi"

"Intanto si tratta di una richiesta, non di una decisione. Mi pare veramente singolare, direi inaccettabile, che si equipari un governo legittimamente eletto dal popolo a una organizzazione terroristica che è la causa di tutto ciò che sta accadendo in Medio Oriente". Lo ha detto a Quarta repubblica su Rete 4 il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a proposito della richiesta di mandato d'arresto per Netanyahu e Hamas avanzata dal procuratore della Corte penale internazionale. "Detto questo, credo non si debba fare assolutamente l'attacco a Rafah, che sia indispensabile arrivare a un cessate il fuoco e che sia indispensabile arrivare a una soluzione 'due popoli due Stati'", ha proseguito il titolare della Farnesina.

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La Procura della Corte penale internazionale chiede arresto...

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(Fotogramma)

Il procuratore capo della Corte penale internazionale Karim Kahn ha chiesto che i giudici emettano mandati di arresto internazionale nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e del leader di Hamas a Gaza Yahya Sinwar per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Chiesto anche un mandato di arresto internazionale per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant che, insieme a Netanyahu, è accusato da Kahn di vari crimini.

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