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Allergie in piena fioritura, ecco come difendersi: la parola all’esperto
Domenico Schiavino: "Siamo in piena fase di sensibilizzazione agli allergeni. Questo è il momento della cura, ecco come"
Naso chiuso e gocciolante, starnuti, difficoltà respirare, fastidi agli occhi, prurito e lacrime. Primavera tutt'altro che piacevole per milioni di italiani alle prese con le allergie stagionali. "Siamo in piena fase di sensibilizzazione agli allergeni", spiega all'Adnkronos Salute Domenico Schiavino, già direttore del Servizio di allergologia del Policlinico Gemelli di Roma, sottolineando che "rinite e congiuntivite sono i sintomi più presenti in questo momento e possono essere molto pesanti".
L'aria primaverile, infatti, è ricca di pollini. "Questo è il periodo in cui comincia il cipresso, poi proseguono le graminacee e con la parietaria. Di questi fondamentali allergeni - precisa lo specialista - quello più problematico è proprio la parietaria perché questo polline è il più piccolo di tutti, penetra in profondità creando maggiori danni e ha un'impollinazione molto lunga: comincia a marzo, si ferma a luglio e agosto con il gran caldo, ma da settembre a novembre è attiva e dà molti problemi". L'infiammazione della mucosa nasale provocata dai pollini "fa chiudere le narici e si respira poco e niente". E per alcuni allergici va anche peggio, perché "circa il 30% del totale ha complicazioni polmonari: tosse, bronchite. E sono molti a soffrire di asma in questa fase", evidenzia Schiavino.
Antistaminico, spray nasale e collirio: le cure
Questo, però, "non è il periodo per fare la diagnosi di qualità, ma è il momento della cura". Il primo passo, ricorda l'esperto, "è l'antistaminico. Attualmente abbiamo disponibili prodotti che non danno sonnolenza e che quindi possono essere usati con tranquillità". Per controllare la rinite "è possibile utilizzare spray a base di cortisone che hanno un'azione antinfiammatoria", mentre se c'è una congiuntivite "si utilizzano colliri antinfiammatori". Via libera all'uso di acque per lavare il naso: "Va bene quella fisiologica o prodotti lenitivi", non invece le acque sulfuree "che possono sollecitare ancora di più la mucosa e che vanno utilizzate in fase preventiva".
Sempre necessario invece, raccomanda Schiavino, "fare i test allergici se per due anni consecutivi si hanno sintomi, perché ogni specifica allergia ha una specifica cura e una specifica prevenzione. In base alla diagnosi possiamo sapere 'chi è il nostro nemico', sapere quando ci sarà l'impollinazione massima, prepararci a prevenire il contatto e decidere se fare un vaccino desensibilizzante". Inoltre, puntualizza lo specialista, "le allergie possono presentarsi a qualsiasi età": è infondata l'idea che chi non ha mai avuto problemi da giovane sia al riparo dal rischio. "L'incidenza è comunque minore dopo i 70 anni".
Cosa devono evitare gli allergici?
Per gli allergici, in questo periodo, da evitare assolutamente sono "le lunghe passeggiate nei prati: questo - rimarca l'esperto - è il periodo in cui, quanto più siamo esposti all'ambiente esterno, tanto più respiriamo pollini e veniamo a contatto con gli allergeni. Meglio quindi stare il più possibile in ambienti riparati, tenere chiuse le finestre soprattutto se c'è vento. La mascherina può essere d'aiuto, ma non basta. Se però si deve necessariamente stare fuori, usarla è comunque meglio di niente. I pollini sono piccolissimi, parliamo di micron, la milionesima parte di un metro, quindi penetrano anche il tessuto della mascherina".
Non tutti quelli che in questa fase soffrono per "una grave rinite sono però allergici. Il 30% è costituito da persone con 'riniti vasomotorie' , che sono legate ad una iperreattività, non specifica, della mucosa nasale. Basta un po' di vento, un po' di freddo, un po' di umidità - descrive Schiavino - per stimolare il disturbo. In questi casi le indicazioni sono farmacologiche, in particolare spray nasali antinfiammatori. E anche in questo caso vanno bene lavaggi del naso".
Salute e Benessere
Medicina, Enrico Di Rosa nuovo presidente igienisti Siti
Cambio alla guida degli igienisti italiani. Enrico Di Rosa, direttore del Servizio di Igiene e Sanità pubblica della Asl Roma 1, è il nuovo presidente della Siti (Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica) per il biennio 2025-2026. Succede a Roberta Siliquini che ricoprirà il ruolo di vice presidente. Luigi Vezzosi, dirigente medico in Ats Val Padana Mantova e Cremona, è stato nominato segretario generale nella seduta di insediamento della nuova Giunta esecutiva, composta da Silvio Brusaferro (coordinatore Collegio docenti), Alberto Fedele (coordinatore Collegio operatori), Vincenzo Paolozzi (coordinatori Consulta specializzandi), Roberto Rizzi (coordinatore Consulta Professioni sanitarie), Giancarlo Icardi (coordinatore Comitato scientifico) e dai membri eletti Maria Teresa Montagna, Emilia Prospero, Caterina Rizzo, Tiziana Menegon, Fabrizio Gemmi e Daniel Fiacchini, elenca la Siti in una nota.
"Il mio ringraziamento - dichiara Di Rosa - va alla professoressa Roberta Siliquini che in questi ultimi 2 anni ha svolto in maniera egregia un ottimo lavoro, portando sempre più in alto il nome della Siti, ma anche a tutta la Giunta esecutiva per la fiducia riposta nei miei confronti. Gli obiettivi che ci proponiamo per il prossimo biennio riguardano in primo luogo la promozione del progresso scientifico e culturale nel campo dell'igiene, della sanità pubblica e dell'organizzazione dei servizi sanitari; il tradizionale impegno della società a supporto delle istituzioni nella scelta e nell'applicazione delle migliori strategie di sanità pubblica per il benessere della popolazione, anche in un'ottica 'One Health', e la valorizzazione del ruolo delle discipline igieniste e degli operatori di sanità pubblica nei servizi sanitari".
Laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato sia in Medicina interna sia in Igiene e Medicina preventiva - riporta la Siti - Enrico Di Rosa ha lavorato dal 1991 nell'ambito dei servizi sanitari territoriali e ha assunto l'incarico di direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell'Asl Roma 1 dal 2019. In particolare, si è occupato di sorveglianza e prevenzione delle malattie infettive, di promozione della salute e igiene ambientale.
Dal dicembre 2019 - prosegue la nota - Di Rosa è stato attivamente impegnato nella gestione dell'emergenza pandemica. Nel 2020 ha fatto parte della task force regionale per l'emergenza Covid ed è stato componente del gruppo di lavoro di supporto alla Direzione regionale Salute e Integrazione sociosanitaria per la definizione dei percorsi clinico-diagnostico-assistenziali dell'infezione da Sars-CoV-2 e della patologia correlata. Nello specifico si è occupato dell'implementazione del contact tracing e dell'adozione delle misure contumaciali, dell'avvio e gestione della diagnostica di prossimità (responsabile dell'attività dei tamponi a domicilio e del drive in di Santa Maria della Pietà) e della partecipazione attiva all'implementazione della campagna di vaccinazione anti-Covid, in qualità di referente clinico del Centro vaccinazioni di Santa Maria della Pietà.
Dal 2021 Di Rosa è anche componente del Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni) e dal maggio 2022 è responsabile dei programmi di screening oncologici dell'Asl Roma 1. A dicembre 2023 è stato nominato componente del tavolo tecnico di lavoro dedicato alla definizione degli obiettivi, standard organizzativi e di personale dei Dipartimenti di Prevenzione. Nella Siti Enrico Di Rosa ha ricoperto, fra gli altri, i ruoli di componente del Consiglio direttivo (2011-2012), segretario generale e tesoriere (2016-2018) e vice presidente nazionale (2023-2024).
Salute e Benessere
Covid Italia, bollettino ultima settimana: 1.481 casi e 44...
I dati dal 9 al 15 gennaio: aumentano tamponi e scende il tasso di positività, Lombardia regione con più contagi
Sono 1.481 i nuovi casi di Covid registrati in Italia dal 9 al 15 gennaio, in calo rispetto ai 1.562 della settimana 2-8 gennaio. Stabili i nuovi decessi: 44 morti rispetto a 45.
A fronte di un aumento dei tamponi (54.973 nell'ultima settimana contro i 42.025 della precedente), il tasso di positività scende dal 3,7% al 2,7%. Sono i dati riportati nel bollettino settimanale pubblicato online dal ministero della Salute. La Lombardia è la regione che in numeri assoluti ha segnalato più casi. Le Marche registrano il tasso di positività più alto (12,6%).
Salute e Benessere
Semaglutide, Ema valuta rischio rara malattia occhi con...
Alert sull'antidiabetico dimagrante da 2 studi osservazionali mentre altri 2 non suggeriscono aumento pericolo
L'Agenzia europea del farmaco Ema valuterà i farmaci anti diabete e obesità contenenti semaglutide per capire se esiste un rischio aumentato di sviluppare una rara malattia degli occhi, la neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (Naion). Lo comunica l'ente regolatorio Ue spiegando che il suo Comitato per la sicurezza, il Prac, ha avviato una revisione di questi medicinali, "a seguito di preoccupazioni relative a un aumento del rischio di sviluppare Naion". A suggerire questa possibilità sono "due recenti studi osservazionali", mentre "altri due non suggeriscono un aumento del rischio".
Cos'è la Naion
Questa rara patologia oculare è un disturbo causato da un ridotto afflusso di sangue al nervo ottico nell'occhio, con potenziale danno al nervo, che può portate a perdita della vista nell'occhio interessato, illustra l'Ema nella nota in cui si riportano i punti principali toccati nel corso dell'ultima riunione del Prac (13-16 gennaio). "I pazienti con diabete di tipo 2 - si precisa - potrebbero già avere un rischio intrinsecamente più elevato di sviluppare questa condizione".
Semaglutide, cos'è
Semaglutide è un agonista del recettore Glp-1, ed è il principio attivo di popolari medicinali per il trattamento del diabete e per la perdita di peso nei pazienti con obesità (vale a dire Ozempic*, Rybelsus* e Wegovy*). "Il Prac sta valutando se i pazienti trattati con semaglutide possano avere un rischio elevato di sviluppare Naion" ed "esaminerà ora tutti i dati disponibili su Naion con semaglutide, inclusi quelli provenienti da studi clinici, sorveglianza post-marketing, studi sul meccanismo d'azione e letteratura medica (inclusi i risultati degli studi osservazionali)".