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Criad, incontro su evoluzione dell’intelligenza...

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Criad, incontro su evoluzione dell’intelligenza artificiale nel settore legislativo

Sono sempre maggiori i casi in cui risulta difficile discernere tra scelte attribuibili alla volontà della persona-programmatore o ai sistemi di IA implementati

Criad, incontro su evoluzione dell'intelligenza artificiale nel settore legislativo

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale va di pari passo con il costante impegno del legislatore nel cercare di istituire norme adeguate. Sono sempre maggiori, infatti, i casi in cui risulta difficile discernere tra scelte attribuibili alla volontà della persona-programmatore o ai sistemi di IA implementati. Il prossimo 7 maggio Stefano Preziosi, ordinario di Diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’università degli Studi di Roma Tor Vergata e coordinatore scientifico del nuovo Centro di ricerca su intelligenza artificiale e diritto (Criad) https://giurisprudenza.uniroma2.it/criad/ dell’Università di Roma Tor Vergata, è tra i protagonisti del convegno intitolato 'Intelligenza artificiale e responsabilità umana. Uno spazio non libero dal diritto. Nuova disciplina europea e ordinamento interno', organizzato da Dipartimento di Giurisprudenza – Criad e Ordine degli Avvocati di Roma, presso la Cassa Forense a Roma in via Ennio Quirino Visconti 8, in cui si mette a fuoco il rapporto tra diritto e intelligenza artificiale.

I sistemi di IA sono quelli che per analogia possono definirsi organizzazioni complesse capaci di produrre decisioni autonome, cioè non completamente governate né governabili dall’uomo. Un aspetto cruciale in ambito di diritto è che più aumenta la capacità di auto apprendimento delle intelligenze artificiali – attraverso gli strumenti di machine learning – maggiori saranno in futuro le cautele necessarie nell’attribuire responsabilità ai programmatori del software originario.

“La premessa fondamentale - sostiene Preziosi - è che ormai qualunque regolamentazione della materia deve accettare che non è più possibile difendere l’esclusività del dominio dell’uomo sulla macchina. In quest’ottica, nulla esclude che si possa pensare ai sistemi di IA anche in chiave di centri di imputazione giuridica e di persone giuridiche. Fondamentale diventa per il futuro la definizione di ambiti di rischio permesso nel quadro di precisi limiti normativi. Diventa perciò necessaria la creazione di uno ‘Statuto dell’IA’ per definire un’area di rischio permesso, considerato che non è (sempre) possibile stabilire a priori la decisione finale che il sistema prenderà, dipendendo quest’ultima da un comportamento fortemente adattativo della macchina”.

Il Criad (Centro di ricerca su intelligenza artificiale e diritto) è il Centro di ricerca dipartimentale istituito all’inizio del 2024 su proposta di quattordici professori ordinari del Dipartimento di Giurisprudenza di Roma Tor Vergata. Attualmente i componenti del consiglio scientifico del Centro sono i docenti Carlo Bonzano, Maria Floriana Cursi, Roberto Fiori, Enrico Gabrielli,Giovanni Guzzetta, Raffaele Lener, Venerando Marano, Francesco Saverio Marini, Donatella Morana, Andrea Panzarola, Stefano Preziosi, Giuseppe Santoni, Adolfo Scalfati, Alberto Zito.

Preziosi ne è coordinatore scientifico: “L'ampiezza del Consiglio garantisce una competenza e una rappresentanza praticamente di tutte le branche del diritto che entra necessariamente in gioco con l'IA: in primo luogo perché i sistemi che se ne avvalgono generano inevitabilmente contenzioso; poi perché il contenzioso in questione non può facilmente risolversi sempre sulla base dei principi consolidati”.

“Vi è inoltre - precisa il giurista Preziosi - un problema regolativo: deve il diritto disciplinare i sistemi di IA? La questione è molto delicata perché ha a che fare con la possibilità di disciplinare lo sviluppo scientifico. Molti vedono i tentativi di stabilire regole giuridiche come lacci al progresso, altri invece auspicano l'intervento di un regolatore terzo, che non siano le grandi aziende di gestione dei dati e dei motori di ricerca (big data)”.

“Vi sono poi implicazioni politico-giuridiche: la tenuta dei sistemi democratici al cospetto della possibile costruzione/manipolazione del consenso con l'IA generativa così come il potenziale carattere sostitutivo dell'IA rispetto al decisore politico. I timori e le lodi a questo sistema di intelligenza artificiale penso che lascino il tempo che trovano”.

“E' più interessante - conclude il giurista - una riflessione filosofica, in cui ci si domandi quale può essere il destino dell'uomo nella nuova dimensione tecnologica: seguire il percorso della storia delle idee alla luce di questo orizzonte fenomenologico, esistenziale, scientifico, in cui la centralità dell'essere umano può entrare in crisi, nell'idea magari che ci sia qualcosa di migliore del pensiero e dell'agire umani, capace di evitarci (secondo questa idea) molti disagi, e perfino molte sciagure come carestie, guerre e altro”.

“Il momento è propizio - commenta Preziosi - da poco è stato approvato dal Parlamento europeo il regolamento sull'IA e nei prossimi mesi dovrebbe essere varato dopo l'ultimo passaggio formale dalla Commissione europea”.

Anche in una recente intervista il professore di Roma Tor Vergata ha approfondito il ragionamento sulle normative in studio a livello europeo riguardo questa tecnologia avanzata, sottolineando che “Il Consiglio dell’Ue dovrà terminare l’iter approvativo nei prossimi mesi, dopodiché il Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale sarà diritto dell’Unione” e come tale applicabile, anche se ci vorranno provvedimenti normativi nazionali di attuazione di questo regolamento.

Le nuove regole imporranno dei sistemi di compliance che impegneranno le imprese e gli enti più in generale, ma anche gli operatori del diritto, che saranno chiamati a confrontarsi con tali regole in sede di loro applicazione o di consulenza. Verranno poste le basi di vari aspetti regolativi: gli usi vietati, i controlli, la valutazione prognostica dei rischi, la riserva di umanità nella programmazione algoritmica, il rapporto con la gestione dei dati e le relative garanzie individuali e molto altro ancora.

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Lavoro

Ia, Deiana: “Il grande gioco-parte prima, la...

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Il padre di Confassociazioni: "Esistono una serie di consapevolezze che possono aiutare tanti giovani, tante persone in crisi e molti altri ancora a trovare una nuova strada per essere protagonisti del mondo e con il mondo"

Ia, Deiana:

"E’ finalmente uscito 'Il grande gioco-parte prima: la promessa', il mio nuovo libro sugli scenari della grande trasformazione che stiamo vivendo nell’era post pandemica e dell’intelligenza artificiale". A dirlo il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana. "Cosa è il grande gioco e perché ne siamo tutti dentro - spiega - abbiamo affrontato una crisi epocale come la pandemia e, quando ne siamo usciti, ci siamo accorti che avevamo partecipato al più grande esperimento sociale della storia: per molti mesi 5 miliardi di persone erano rimaste chiuse dentro casa e avevano fatto business, affetti e relazioni solo digitalmente. Non era mai successo prima".

"Avevamo superato l’ultimo miglio - fa notare - la vera fine del secolo precedente. Quello che è accaduto subito dopo è sotto gli occhi di tutti: invece di fermarci a riflettere su quello che avevamo vissuto, ci siamo accorti che stavamo scendendo velocemente verso la sorpresa, l’inatteso, il nuovo, l’imprevedibile. L’avvento dell’era dell’intelligenza artificiale e della velocità in Rete, ma anche dell’era delle nuove guerre, della nuova inflazione. Un mondo nuovo che dobbiamo ancora capire bene: il mondo del grande gioco”.

“Ma non basta - avverte Deiana - in quello stesso periodo, l’insieme delle persone connesse in Rete ha smesso di essere un semplice database di dati e comportamenti e ha iniziato a divenire una specie di coscienza collettiva, sempre più sfruttata dalle piattaforme di Usa, Cina, Ue, Russia e big tech e dai loro approcci all’IA. Un mix esplosivo a livello globale, la guerra di attrito economica, finanziaria e ibrida delle grandi globali piattaforme a rete con la conseguente separazione definitiva tra potere e politica. Un nuovo ordine globale che coinvolge tutti noi”.

“D’altra parte - continua - è una 'promessa' importante quella del mondo del grande gioco, ma anche una tentazione pericolosa perché viene la voglia matta di oltrepassare i confini, di andare oltre le ennesime Colonne d’Ercole, moltiplicando le nostre stesse vite nel mondo della realtà ibrida e aumentata: il nostro personale e collettivo multiverso. Tutto questo ad una velocità di cambiamento che cresce con progressioni impensabili. Ecco perché siamo in ansia: più rapidamente cambiano le cose, più crisi ci saranno. D’altra parte, in giro per il mondo, sono tutti preoccupati e allarmati. Tutti analizzano, commentano e, soprattutto si lamentano: crisi, policrisi e futuri che non sono più quelli di una volta. E, di fronte alle crisi del mondo del Grande Gioco, molte persone si vedono perse e sentono la velocità del cambiamento come un ineluttabile viaggio verso l’incertezza e condizioni peggiori”.

“Senza dimenticare - puntualizza - che tutto si è scatenato perché, alle tante micro paure individuali, si è aggiunta la grande paura collettiva, il panico globalizzato della pandemia, delle guerre, dell’inflazione, della fine dell’ordine precedente. Si è rotto un punto di equilibrio e siamo tutti alla ricerca del prossimo. Come provare a far fronte alle innovazioni del mondo del grande gioco e al disorientamento che genera in tutti noi?”.

“Un mondo difficile - evidenza - anche solo da descrivere perché animato, inoltre, da regole in divenire e ad una velocità di evoluzione così importante che quando, ad esempio ho iniziato a scrivere questo libro erano già in essere, ma ho dovuto, e ho voluto, provare lo stesso perché non potevo sottrarmi alla sfida culturale e strategica del mondo del grande gioco. Quella per cui, anche se è difficile predire il futuro, esistono una serie di consapevolezze che possono aiutare tanti giovani, tante persone in crisi e molti altri ancora a trovare una nuova strada per essere protagonisti del mondo e con il mondo”.

“D’altra parte - fa notare - chi è stato a contatto con questo tsunami senza precedenti (fatto da pandemia, guerra, inflazione, IA, nuovi modelli di economia, lavoro e business) sta imparando molto. Ecco perché questo libro rappresenta, per me e per tutti noi, solo il primo passo nella traversata del mare in burrasca del mondo del Grande Gioco. Una navigazione con l’unico radar delle prime consapevolezze utili a guidarci verso un futuro fatto di mondi inesplorati e spesso pericolosi, perché potrebbero dischiudere spiagge morbide, ma anche scogliere pericolose. Che siano spiagge o scogliere, l’unica cosa di cui siamo certi è che su di esse si sta per abbattere una tempesta mai vista di innovazione profonda che riusciremo a governare solo se saremo soggetti veramente consapevoli e proattivi. In ogni caso, siamo tutti dentro al grande gioco per cui non possiamo far altro che giocare”.

"Per questo - suggerisce - a partire da un indice concettuale innovativo da leggere tutto d’un fiato, questo libro prova ad esplorare gli scenari evolutivi e le reti che legano persone, imprese, professionisti, manager, governi, Istituzioni, finanza nel mondo del Grande Gioco, cercando di capire quali sono le consapevolezze per leggere e governare la nostra personale nave in questa tempesta mai vista di innovazioni. D’altra parte, come diceva Einstein, per ottenere risultati differenti bisogna fare cose differenti”.

“E, soprattutto - conclude il presidente di Confassociazioni, Angelo Deiana - bisogna imparare a giocare al grande gioco".

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Lavoro

Lavoro, Unobravo: +109,7% malessere psicologico, per 8...

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Aumentano in Italia le persone che dichiarano di avere sofferenze psicologiche correlate all'ambito lavorativo

Lavoro, Unobravo: +109,7% malessere psicologico, per 8 italiani su 10 rischio burnout

Aumentano in Italia le persone che dichiarano di avere sofferenze psicologiche correlate all'ambito lavorativo: secondo l'Inail, infatti, nel primo trimestre 2024 sono state oltre 22.000 le denunce di malattie professionali legate a disturbi psichici e comportamentali, con una crescita del 17,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Dalla fatica a bilanciare vita personale e lavorativa fino alla frustrazione per una mancata crescita professionale, il disagio psicologico connesso al lavoro si manifesta in diverse forme e settori, colpendo una larga fetta dei lavoratori italiani che arrivano a manifestare sindrome di burnout, stress, frustrazione, disturbi psicologici. A confermarlo anche i dati raccolti dal servizio di psicologia online Unobravo nell’ambito dell’analisi condotta sul disagio psicologico legato al lavoro in Italia: nel primo quadrimestre del 2024, le persone che manifestano disagio sul fronte lavorativo sono infatti aumentate del 109,7% rispetto allo stesso periodo del 2023.

In particolare, il 28,3% di coloro che si sono rivolti a Unobravo in cerca di supporto dichiara di avere delle difficoltà proprio sul fronte professionale. Di questi, più della metà (57,3%) manifesta una sofferenza generata dal lavoro e il 10% attribuisce all’ambito lavorativo le principali complicazioni che si trova ad affrontare nella quotidianità. Il malessere psicologico derivato dal lavoro, infatti, può avere un forte impatto sulla vita personale, portando anche a sintomi fisici che, se non trattati, possono sfociare in una condizione di forte stress e nella sindrome di burnout.

Per questo è importante intervenire tempestivamente, anche chiedendo il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta. Stress lavorativo in Italia: le donne più esposte al rischio Dall’analisi condotta da Unobravo, a livello nazionale, sono soprattutto le donne a cercare supporto psicologico per problematiche connesse al lavoro (66,3%, contro il 33,7% di uomini) e le persone che probabilmente si trovano nella prima fase della loro carriera professionale: il 62,9% ha tra i 25 e i 34 anni, mentre il 22,8% è compreso nella fascia che va dai 35 ai 44 anni.

Sindrome di burnout: a rischio 8 persone su 10. Quando lo stress lavoro-correlato si protrae nel tempo, si può incorrere nella sindrome di burnout, una condizione che presenta sintomi psicologici, fisici e aspecifici e che coinvolge un numero sempre maggiore di lavoratori. Per esempio, tra coloro che temono di soffrire di sindrome da burnout in Italia e che si sono sottoposte al test di screening gratuito, l’82,9% potrebbe essere a rischio, di cui il 61,6% a rischio elevato, mentre il 21,3% moderato.

I problemi legati al benessere lavorativo sono avvertiti soprattutto in Lombardia (27%) e Lazio (10,6%), ovvero le due regioni più popolose d’Italia, nonché poli lavorativi per eccellenza per la presenza di Milano e Roma. Seguono, secondo l’analisi Unobravo, Emilia-Romagna (9,4%), Veneto (8,9%) e Piemonte (8,6%). Il Piemonte, in particolare, è la regione che, paragonando i dati relativi allo stesso periodo del 2023, mostra il maggiore incremento (+146,7%) rispetto alla media italiana, attestata al 109,7%. I problemi sembrano attenuarsi nelle regioni del Sud, e le regioni con le percentuali più alte in questo caso risultano essere Campania (5,6%), Sicilia (4,3%) e Puglia (4,2%). Milano al primo posto tra le province con la percentuale più alta di stress lavorativo Andando ancora più nel dettaglio a livello geografico, i dati raccolti da Unobravo mostrano come a livello provinciale la percentuale più elevata di coloro che dichiarano di avere problemi di natura psicologica legati alla sfera lavorativa si registri a Milano (13,2%).

Al secondo posto si posiziona la Città Metropolitana di Roma (8,2%), mentre al terzo si trova Torino (4,9%). Seguono Bologna (3,4%), Napoli (2,9%), Monza e Brianza (2,4%), Varese (2,1%), Bergamo (2%), Padova e Brescia (entrambe 1,9%). “Se non trattato, il malessere psicologico legato al lavoro può portare a sintomi fisici e a condizioni gravi che impattano e interferiscono negativamente sulla vita delle persone, come la sindrome di burnout”, spiega Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e clinical director di Unobravo. “La sindrome si sviluppa in quattro fasi: entusiasmo e aspettative irrealistiche, stagnazione, frustrazione e apatia. Riconoscerle quanto prima è fondamentale per richiedere, per tempo e prima che la sindrome abbia un grave impatto sulla propria vita, l’intervento e il supporto di uno psicologo o di uno psicoterapeuta, figure che possono aiutare a ristabilire un equilibrio tra la vita privata e quella professionale”, conclude.

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Lavoro

Food: ecco Streg8, nuovo cocktail con Liquore Strega,...

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Presentato a Napoli

Il bartender Ugo Acampora mentre prepara lo Stregotto

Il cocktail Streg8, un'affascinante creazione a base di Liquore Strega, Bitter 900 Rosso e Chin8 Neri è stato presentato ufficialmente nelle sale del tempo ritrovato del Caffè Letterario Scottojonno di Napoli. L'evento, organizzato da Strega Alberti Benevento S.P.A. e I.b.g. s.p.a. Società Benefit, ha visto la partecipazione di un pubblico di giornalisti, influencer, professionisti ed appassionati della mixology, che hanno potuto degustare il cocktail e scoprire il connubio unico di sapori che lo caratterizza. Streg8 delinea incisivamente il gusto intenso e aromatico del Liquore Strega unendosi alla nota amara del Bitter 900 Rosso e alla freschezza acidula di Chin8 Neri dando vita a un cocktail equilibrato e persistente, che racconta il caloroso abbraccio di benvenuto al Sud, espressione e sintesi dell’anima mediterranea, scrigno dell’identità produttiva dei due brand, cullati con amore in terra campana.

"L’entusiasmo che accompagna questa uscita ufficiale è stato amplificato dal consenso del pubblico presente", ha dichiarato Andrea D’Angelo, vice presidente di Strega Alberti Benevento S.p.A. "Grazie alla prestigiosa storicità del Liquore Strega e la vivace caratterialità di Chin8 Neri, icona del vintage contemporaneo, il cocktail guarda al futuro del buon bere, consapevole della sua versatilità, seducente in aperitivo ed amabile nel dopopasto", ha continuato.

“La storia di Chin8 Neri -ha sottolineato Rosario Caputo, presidente di I.B.G. S.p.A. SB- ci accompagna da un quarto di secolo. In tutti questi anni abbiamo già avuto modo di apprezzare aperitivi con la nostra iconica bevanda ma Streg8 ci ha conquistato al primo sorso per il suo perfetto bilanciamento, l’armonia e la persistenza dei singoli sapori e con questo cocktail gli appassionati del nostro Brand, alla classica degustazione in purezza potranno godersi una intrigante variante alcolica". Streg8 potrà essere degustato in esclusiva durante alcuni eventi del Premio Strega, a Roma durante il 91° Concorso Ippico Internazionale Piazza di Siena, al Leftignition Porsche di Parma (25 maggio) al Festival della Letteratura di Salerno (22 giugno), a Shorts International Film Festival di Trieste (1-6 luglio) ad Umbria Jazz (12-21 luglio) ed infine a Foligno al Festival dei Primi d’Italia (26-29 settembre), oltre che in alcuni selezionati cocktail bar.

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