Politica
Botta e risposta Meloni-Schlein e affondo di Conte, cosa è...
Botta e risposta Meloni-Schlein e affondo di Conte, cosa è successo oggi alla Camera
Premier incalzata in Aula, leader Pd soddisfatta. E per il numero uno M5S, la presidente del Consiglio fa opposizione invece di governare
Fosse una coalizione, si potrebbe parlare di attacco a tenaglia. Oggi in aula alla Camera prima Giuseppe Conte sul patto di stabilità e quindi Elly Schlein sullo stato della sanità pubblica, hanno incalzato la premier Giorgia Meloni. Nel duello tra la segretaria del Pd e la presidente del Consiglio, possibili sfidanti da candidate alle europee e nel confronto tv in via di definizione tra gli staff, si inserisce il presidente M5S che punge Meloni definendola "Re Mida al contrario", la attacca sulle promesse mancate ("Lei ha illuso gli italiani. Ha detto che sarebbe andata a Bruxelles a far tremare l'Europa. Qui a tremare invece è l'Italia") senza lasciare, insomma, tutta la scena alla narrazione dello scontro tra le due leader donna.
Un duello da cui Schlein esce visibilmente soddisfatta quando attraversa il Transatlantico diretta alla buvette a prendere una bottiglietta d'acqua dopo i decibel alti dell'intervento in aula. "Ho fatto notare a Meloni che non può sempre rispondere 'potevate farlo voi'. Anche basta. Io al governo non ci sono stata ancora ma lei governa da 16 mesi...". I cronisti le fanno notare gli applausi di Conte al suo intervento. "Mi ha applaudito? Mi fa piacere". E aggiunge: "Ha fatto bene anche lui a battere sul quel tema", il patto di stabilità. "Per noi era importante continuare a tenere alta l’attenzione sul tema della sanità, sul quale stiamo girando l’Italia ascoltando".
L'interrogazione di Schlein era centrata sulla mancanza di personale sanitario con la richiesta dello sblocco delle assunzioni nel settore, "una norma obsoleta ferma al 2009". Replica Meloni: "Come ricorda la collega Schlein il tetto alla spesa del personale sanitario fu introdotto nel 2009. Le dirò che è un'implicita attestazione di stima che chiedete a noi di risolvere i problemi che non avete risolto in dieci anni al governo". Controreplica di Schlein: "Ma lei è andata al governo per risolvere i problemi o per continuare a fare opposizione scaricando su altri i problemi che ha creato lei? Perché nel 2009, quando è stato introdotto il tetto alle assunzioni, al governo c'era lei, da ministra".
Anche Conte insiste su Meloni che continua a fare opposizione invece di governare. Come ho trovato Meloni oggi? "Come altre volte. E' in modalità 'opposizione'. Sembra la leader dell'opposizione. Ci avete fatto caso che, se uno le chiede 'che ore sono?', lei risponde: guardi che il superbonus...", dice il leader del M5S Conte ai cronisti. "La più grande truffa è il programma elettorale farlocco che hanno presentato e che stanno completamente ribaltando adesso che sono al governo".
Punto su cui Conte ha incalzato nell'intervento in aula rivolgendosi a Meloni: "Lei è ossessionata dal Superbonus, perché vuole gettare fumo negli occhi degli italiani con questo mezzo di distrazione di massa. Ma la più grande truffa del secolo è quel programma farlocco che lei ha presentato agli elettori. Lei va in Europa e torna con l'Italia in ginocchio. Voleva aiutare i pensionati, stiamo peggio. Voleva i blocchi navali e stiamo a record di sbarchi. Patriota com'è, ha svenduto Ita ai tedeschi, e adesso poste e ferrovie. Ma lei cos'è? Un re Mida al contrario, tutto quello che tocca distrugge. Ci faccia una cortesia. Faccia anche meno, farà meno danni e gli italiani ne saranno grati".
Schlein batte sulle 'fake news' della premier. "Non racconti la solita balla del più grande investimento della storia, i tre miliardi in più non bastano. La spesa sanitaria, che in tutto il mondo si calcola sul Pil, sta scendendo. Voi non credete che ci sia un problema, con medici stremati e 100 mila pazienti in attesa. Sulla sanità dimostrate che non esiste nessuna destra sociale: questa è una destra letale sul diritto alla salute". E poi l'affondo: "Lei si sta confermando la regina dell’austerità. E avete approvato l’Autonomia, che spacca l’Italia".
Schlein poi parlando con i cronisti alla sanità unisce l'attacco sull'autonomia: "Ci saranno conseguenze devastanti. Si incide sull'accesso ai servizi essenziali, a partire dalla salute. Non è questo il futuro che vogliamo per il Paese. Non c'è riscatto per Italia se non c’è riscatto del Sud".
E poi allarga alla campagna elettorale in viste delle europee così: "Anziché occuparsi di attaccare la stampa come sta facendo con Repubblica, a cui va la nostra solidarietà, Meloni dovrebbe occuparsi dei problemi concreti di questo Paese. Mi sembra che Meloni abbia avviato campagna di Ungheria... Attacca la libertà di stampa a cui si affiancano gli attacchi a magistratura e sindacati. Attacchi spregiudicati. Lo abbiamo già visto in paesi che si definiscono democrazia illiberali".
Matteo Richetti di Azione ha interrogato Meloni Stellantis, Maria Elena Boschi sul fisco e Nicola Fratoianni sul Medio Oriente. "Ho chiesto alla Presidente Meloni cosa intendesse fare il governo italiano per fermare il massacro del popolo palestinese a Gaza. La sua risposta è stata non rispondere. La verità è che non hanno uno straccio di idea", scrive il segretario di Sinistra Italiana sui social.
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Europee, Meloni in campo: “Scrivete Giorgia sulla...
Salvini si videocollega in strada con la figlia Mirta. La presidente del Consiglio punge: "Ci ha preferito il ponte"
A Pescara, poco più di un mese fa, mimò il gesto di chi calza l'elmetto. A distanza di un mese, sempre a Pescara, Giorgia Meloni quell'elmetto lo indossa davvero, pronta a scendere in campo per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno, capolista in tutte le circoscrizioni. L'annuncio, atteso ma ormai diventato un 'segreto di Pulcinella', arriva in chiusura di un intervento di ben 73 minuti, in cui la leader di FdI puntella tutte le battaglie portate avanti in questi 18 mesi al governo del Paese. Seduti in prima fila i leader di centrodestra, tutti eccetto uno: Matteo Salvini, che si videocollega da via del Corso, con la figlia Mirta al suo fianco, gli 'impegni improrogabili' che hanno fatto saltare la sua presenza a Pescara sono legati all'ultima domenica da trascorrere in famiglia prima di dare il via alla maratona elettorale. "Ci ha preferito il ponte…", punge Meloni, che però corregge subito il tiro: "Scherzo ovviamente, so quanto è importante trovare il tempo da dedicare alla famiglia". Nel pomeriggio arriva la telefonata tra i due, per fare il punto sulla kermesse e darsi appuntamento a Roma, fanno sapere dai rispettivi staff.
Sorridente, ma a tratti un po' tesa, Meloni dal palco vista mare spiega che gli otoliti continuano a darle il tormento: "Mi sembra di essere su un ottovolante", confessa. "Ma tranquilli, ce la faccio", rincuora la platea, tanto da essere ancora una volta pronta a mettersi in gioco. "Mi sono sempre considerata un soldato e i soldati, quando devono, non esitano a schierarsi in prima linea". "Siamo di fronte a una battaglia decisiva, un vero e proprio bivio che non consente di sbagliare la scelta o di tirarsi indietro. Tutti devono essere pronti a fare la loro parte e io, come sempre, intendo fare la mia". Trainando la corsa di FdI alle europee e intestandosi una battaglia per l'intero centrodestra: "Vogliamo fare in Europa esattamente quello che abbiamo fatto in Italia il 25 settembre del 2022: creare una maggioranza che metta insieme le forze di centrodestra e mandare finalmente all'opposizione la sinistra anche in Europa".
Per centrare l'obiettivo, la presidente del Consiglio spinge sull'acceleratore. Incurante di chi guardava come fumo negli occhi a una sua possibile discesa in campo, decide di calarsi nell'arena dando alla sua corsa il massimo della personalizzazione: "Scrivete sulla scheda Giorgia, semplicemente Giorgia", raccomanda a chi vorrà votarla. Un'astuzia da campagna elettorale, resa possibile dalla legge, spiegherà poi ai cronisti un po' interdetti dalla scelta il ministro Francesco Lollobrigida.
"Non toglierò un solo minuto all'azione di governo"
"C'è la possibilità, nelle elezioni di ogni tipo – spiega infatti il responsabile delle Politiche agricole -, di dare all'elettore la scelta se mettere il nome per esteso oppure semplificarlo quando è chiarito in fase di presentazione di candidatura come è sostituibile il nome. Accade in tutte le elezioni", in queste "ci sarà scritto 'Giorgia Meloni detta Giorgia'". Un piccolo artificio tecnico e le jeux sont faits.
Si tratta di una trovata elettorale che la premier investe di un forte valore simbolico. "Se gli italiani pensano che stia facendo bene – dice infatti mentre la sala gremita scandisce il suo nome - chiedo loro di andare a votare, chiedo loro di scegliere Fratelli d'Italia e chiedo loro di scrivere sulla scheda il mio nome, il mio nome di battesimo: scrivete Giorgia. La cosa che personalmente mi rende più fiera è che la maggior parte dei cittadini che si rivolge a me continua a chiamarmi Giorgia, semplicemente Giorgia. Non presidente, non Meloni, ma Giorgia. Perché io sono e sarà sempre una di voi: il potere non mi cambierà, il Palazzo non mi isolerà", promette in quell'Abruzzo che sembra portarle fortuna.
La campagna elettorale, però, non la vedrà giocare nel ruolo da protagonista, tutt'altro. Per lei sarà 'light', ristretta, come già accaduto nel 2009, quando Silvio Berlusconi, candidato alle europee ma al timone di Palazzo Chigi, prese parte solo al comizio finale, forte del ruolo da presidente del Consiglio costantemente sotto i riflettori. "Su una cosa voglio essere chiara e so che mi capirete – rimarca la premier -: io non toglierò un solo minuto dell'attività del governo per fare campagna elettorale sul mio nome. Il mio compito è risolvere i problemi di questa nazione e questo intendo fare anche in campagna elettorale".
Anche Arianna Meloni in campo per la campagna elettorale
Dunque l'affondo sul Pd. "Siccome, per fortuna, non sono la segretaria del Partito Democratico – dice -, penso di poter confidare nel fatto che il mio partito sarà del suo meglio per darmi una mano in questa campagna elettorale". Lo schema di gioco, del resto, è già pronto. Incentrato sul 'modello Pescara', con i panel di discussione che hanno animato la 'tre giorni' della conferenza programmatica replicati in tutta Italia, protagonisti ministri, sottosegretari e nomi di peso del partito di via della Scrofa.
Compreso quello di Arianna Meloni, la più fedele dei fedelissimi, responsabile della segreteria politica e del tesseramento di FdI, decisiva per le sorti del partito ma sempre convintamente e per scelta nell'ombra. Non correrà nemmeno stavolta, ma darà una mano in campagna elettorale prendendo parte a un evento in Salento.
L'obiettivo, dichiarato, resta quello di replicare il voto messo a segno alle politiche, il 26%. Ma qui, tra i delegati e i militanti di FdI che hanno riempito le tre sale di Pescara, nessuno fa mistero di puntare più in alto: con il nome di 'Giorgia' sulla scheda, il tetto del 30% potrebbe essere a portata di mano. (dall'inviata Ileana Sciarra)
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Giorgia Meloni, Mantovano: “Mai a rischio la sua...
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio riferisce in merito a notizie giornalistiche sulla presenza di due uomini vicino all'auto dell'ex compagno della premier, Andrea Giambruno
"La sicurezza del presidente Meloni non è mai stata posta a rischio". Lo sottolinea il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, in riferimento a notizie giornalistiche che parlavano della presenza di due uomini nei pressi dell'auto dell'ex compagno della presidente del Consiglio, Andrea Giambruno.
"Dell'episodio accaduto sotto l'abitazione del presidente del Consiglio nella notte tra il 30 novembre e il 1 dicembre, mentre il presidente Meloni era impegnata in una missione all'estero, ho puntualmente riferito - quale Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica - nella mia ultima audizione al Copasir il 4 aprile scorso. Non ho difficoltà a ribadire quanto già chiarito nella sede parlamentare propria, e cioè che gli accertamenti svolti per la parte di competenza dell'intelligence hanno consentito con certezza di escludere il coinvolgimento nell'episodio di appartenenti ai Servizi".
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Europee, Calenda si candida: “La scelta di Meloni...
"In tutte le circoscrizioni"
Il leader di Azione Carlo Calenda si candida alle elezioni Europee. "Dopo aver consultato il Direttivo del partito, i o ed Elena Bonetti abbiamo deciso di accettare la sfida e candidarci insieme in tutte le circoscrizioni - annuncia - per dare ancora più forza alla squadra di straordinaria qualità che abbiamo messo in campo da settimane, con un programma netto e chiaro e l'obbligo per tutti i candidati di aderire al gruppo Renew. Siamo europei e lo dimostreremo l'8 e il 9 giugno" aggiunge.
"Dobbiamo opporci al progetto di Giorgia Meloni"
"Nei mesi scorsi ho più volte sollecitato pubblicamente tutti i leader politici a firmare un accordo per non candidarsi alle Europee" dice. "Schlein e Tajani hanno già scelto la strada della candidatura diretta. Ma la discesa in campo della presidente del Consiglio e la sua piattaforma antieuropea e sovranista, cambiano completamente lo scenario. Dobbiamo opporci con tutti i mezzi al progetto di 'una piccola Italia in una piccola Europa' di Giorgia Meloni. È necessario rispondere a questa sfida antieuropea mettendosi direttamente in gioco".