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Cronaca

Giubileo, l’appello del Papa: “Amnistia ai...

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Giubileo, l’appello del Papa: “Amnistia ai detenuti, abolire la pena di morte”

"La proposta: percorsi di reinserimento a cui corrisponda impegno nel rispetto delle leggi"

Papa Francesco (Fotogramma)

Città del Vaticano, 9 mag.(Adnkronos) - Il Papa chiede ai governi del mondo di assumere iniziative volte a ridare speranza ai detenuti: "Nell'Anno giubilare saremo chiamati a essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai governi che nell'Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell'osservanza delle leggi".

"È un richiamo antico, - osserva il Papa - che proviene dalla Parola di Dio e permane con tutto il suo valore sapienzale nell'invocare atti di clemenza e di liberazione che permettano di ricominciare". Da qui il monito: "In ogni angolo della terra, i credenti, specialmente i Pastori, si facciano interpreti di tali istanze, formando una voce sola che chieda con coraggio condizioni dignitose per chi è recluso, rispetto dei diritti umani e, soprattutto, l'abolizione della pena di morte, provvedimento contrario alla fede cristiana e che annienta ogni speranza di perdono e di rinnovamento". Quindi l'annuncio di quello che farà il Papa stesso: "Per offrire ai detenuti un segno concreto di vicinanza, io stesso desidero aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita”.

Il programma per il Giubileo 2025

Il Papa ha varato il programma per il Giubileo 2025. Dall’amnistia per i detenuti all’accorato appello perché sia abolita la pena di morte, dal condono del debito per i Paesi più poveri, alla proposta della creazione di un Fondo mondiale coi soldi impiegati nelle armi per combattere la fame, Bergoglio, nella Bolla consegnata oggi ‘Spes non confundit’, ha messo nero su bianco le azioni da intraprendere per l’Anno Santo. ‘Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza’, l’auspicio.

La Bolla papale si apre alla luce dell’espressione di san Paolo “Speranza che non delude” perché offre la certezza dell’amore di Dio. Sul tema dell’indulgenza, che è il primo contenuto del Giubileo, ‘Spes non confundit’, come rileva il dicastero per la nuova evangelizzazione, offre una chiave di lettura interessante: “Perdonare non cambia il passato, non può modificare ciò che è già avvenuto; e, tuttavia, il perdono può permettere di cambiare il futuro e di vivere in modo diverso, senza rancore, livore e vendetta. Il futuro rischiarato dal perdono consente di leggere il passato con occhi diversi, più sereni, seppure ancora solcati da lacrime”.

Bergoglio, nel programma, non si ferma all’annuncio di speranza, andando nel concreto: dall’appella per la pace (“Tacciano le armi”), all’importanza della trasmissione della vita in un’epoca di “culle vuote”. Nel cuore del Papa ci sono i detenuti per i quali il Papa intende aprire una “Porta Santa” all’interno di un carcere “perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita”. Nella Bolla c’è poi il richiamo a tutti i vescovi perché si facciano portavoce contro la pena di morte. ‘Spes non confundit’ chiede speranza per i giovani e gli anziani; per gli ammalati, i profughi, i migranti e i rifugiati. “Le loro attese- scrive Francesco - non siano vanificate da pregiudizi e chiusure; l’accoglienza, che spalanca le braccia ad ognuno secondo la sua dignità, si accompagni con la responsabilità, affinché a nessuno sia negato il diritto di costruire un futuro migliore”.

Gli “appelli” che il Papa rivolge in Spes non confundi - come rileva il dicastero per la nuova evangelizzazione- possono essere interpretati “come ulteriori segni di speranza che richiedono l’impegno di tutti perché il creato sia rispettato e conservato nella sua interezza”; alla stessa stregua il richiamo per ‘condonare i debiti di Paesi che mai potrebbero ripagarli’: “prima che di magnanimità, è una questione di giustizia”. La Bolla contiene poi l’appello per l’unità dei cristiani nella ricorrenza dei 1700 anni del primo concilio a Nicea. La speranza è la grande dimenticata. “In virtù della speranza nella quale siamo stati salvati, guardando al tempo che scorre, - scrive il Pontefice nella Bolla - abbiamo la certezza che la storia dell’umanità e quella di ciascuno di noi non corrono verso un punto cieco o un baratro oscuro, ma sono orientate all’incontro con il Signore della gloria. Viviamo dunque nell’attesa del suo ritorno e nella speranza di vivere per sempre in Lui”.

La Bolla si sofferma a lungo su questo tema presentando i grandi interrogativi che spesso sorgono dal profondo del cuore e non sempre trovano la risposta adeguata. E’ così davanti alla morte delle persone che si amano quando sorge la domanda di dove possano essere e in quale luogo; se c’è veramente una vita dopo la morte e come può essere; sul giudizio di Dio per ognuno di noi, ricordando che è sempre compiuto alla luce della misericordia. La risposta del Papa: “Cosa sarà dunque di noi dopo la morte? Con Gesù al di là di questa soglia c’è la vita eterna, che consiste nella comunione piena con Dio, nella contemplazione e partecipazione del suo amore infinito. Quanto adesso viviamo nella speranza, allora lo vedremo nella realtà”.

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Cronaca

Maturità 2024, impazza toto-tracce: D’Annunzio, Pirandello...

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Tra i pronostici ci sono anche gli 'usati sicuri' Ungaretti e Montale, l'intelligenza artificiale e il delitto Matteotti

Una ragazza durante la prova di italiano alla maturità - (Fotogramma)

A un mese dalla maturità 2024, che come sempre sarà inaugurata dalla prova di italiano, impazza il toto-tracce. Ci sono gli immancabili D’Annunzio e Pirandello. Gli 'usati sicuri' Ungaretti e Montale. Ma anche la stretta attualità, come l’infinito conflitto tra Israele e Palestina e l’Intelligenza artificiale. A cui fanno da corredo delle ricorrenze centrali per la storia del nostro Paese, come il delitto Matteotti, o anniversari trainati dai media: è il caso di Oppenheimer, protagonista del recente film premio Oscar. Questi i pronostici di circa 1.200 maturandi, interpellati negli scorsi giorni dal portale Skuola.net.

Probabilmente si tratta di speranze, più che di reali anticipazioni. Visto che, in molti casi, questi nomi sono degli eterni attesi per il primo scritto dell’esame, ma poi raramente ne fanno parte. Come, ad esempio, avviene per gli autori indicati come principali spunti per l’analisi di un testo di prosa. Per quanto riguarda quelli a cavallo tra ‘800 e ‘900 - il ministero può estrarre componimenti prodotti dall’Unità d’Italia in poi - è palese il dominio di Gabriele D’Annunzio: lo votano quasi 4 maturandi su 10, il 37%, dato in lieve aumento rispetto alla precedente rilevazione di aprile. Si è persa la memoria dell’ultima volta in cui il “vate” abruzzese sia comparso come tema di Maturità, almeno nelle sessioni ordinarie. Dietro di lui, a seguire, figurano Giovanni Verga (indicato dal 31%), ma già uscito nel 2022, e Alessandro Manzoni, anche se molto staccato (18%) e mai proposto in una Maturità dei nostri tempi. Sono lontani, infatti, i fasti dell’esame sperimentale - in vigore dal ‘69 al ‘98 - quando quest’ultimo e Leopardi giganteggiavano.

A confronto, è più probabile che venga indovinato un eventuale autore del Novecento. In pole position c’è sempre lui: Luigi Pirandello, con il 29% dei consensi, in ulteriore ascesa negli scorsi trenta giorni. Il drammaturgo siciliano è un altro assente da tantissimo tempo dallo scritto d’esame, l’apparizione più recente è datata 2003. Al secondo posto, in questa categoria, c’è invece Italo Svevo (20%), proposto nel 2009 e quindi anche lui ipoteticamente pronto a tornare. Molto gradita agli studenti sarebbe anche una traccia su un brano di Italo Calvino: ci punta il 17% degli intervistati. Idee ancora più verosimili per quel che attiene ai poeti. Perché la doppia traccia di analisi del testo apre a uno scenario in cui dovrebbe esserci sia un componimento in prosa che uno in versi. In quest’ultimo caso le ragazze e i ragazzi rispolverano dei nomi frequentemente protagonisti alla Maturità: sul gradino più alto del podio, selezionato dal 16%, si piazza Giuseppe Ungaretti, già uscito nel 2006, nel 2011 e nel 2019; al secondo posto si fa largo Eugenio Montale, votato dal 14%, comparso nel 2004, nel 2008 e nel 2012. A far loro compagnia Giovanni Pascoli, anche lui al 14%, che però è stato selezionato nel recente 2022.

Delle ottime “scappatoie” dall’analisi del testo, qualora non si fosse a proprio agio con la letteratura italiana, sono le tracce di testo argomentativo, la tipologia B. In cui, spesso e volentieri, confluiscono temi legati ad anniversari e ricorrenze di eventi o personaggi famosi. Sulle date storiche, i maturandi restano fermi sulle loro posizioni iniziali: i 100 anni dal Caso Matteotti, per quasi 3 su 10 (il 28%), sono l’argomento imprescindibile. Altrimenti, sarebbero gradite anche una traccia sulla Prima Guerra Mondiale, di cui si ricordano i 110 anni dallo scoppio, o una sui 75 anni della Nato, molto citata di recente: in entrambi i casi l’ha indicata il 12%. In lieve crescita le chance di un tema sui 20 anni di Facebook, con tutto il discorso sui social network.

Per quanto riguarda, invece, i personaggi si afferma sempre di più Robert Oppenheimer, di cui si celebrano i 120 anni dalla nascita: sono, di nuovo, circa 3 studenti su 10 (28%) a evidenziarla rispetto a tutte le altre, magari perché permetterebbe di parlare di un argomento molto caldo quale è il rischio del conflitto atomico o semplicemente perché influenzati dal film biopic sulla sua figura, uscito lo scorso anno. L’unica alternativa plausibile, in questo caso, per i maturandi sembra il centenario della morte di Lenin, messo nel calderone dal 20% del campione.

Non si può, infine, concludere il toto-esame senza menzionare le tracce di attualità, sempre molto gettonate in sede di scritto di Maturità. Qui i riferimenti sono quelli in questi mesi all’ordine del giorno. Il vertice, infatti, se lo contendono lo scontro israelo-palestinese (che prende sempre più corpo) e gli effetti dell’intelligenza artificiale e delle nuove frontiere digitali: a scommetterci, sia in un caso che nell’altro, è 1 maturando su 5. Oppure, si può virare sul sempre valido tema della questione “di genere” e sulla violenza contro le donne: si piazza poco sotto, con il 18% dei voti. “Aspettando D’Annunzio…questo sarebbe il titolo da scegliere se il totoesame fosse un’opera teatrale. Il “Vate” continua a essere atteso dagli studenti di anno in anno, ma costantemente viene ignorato dagli inquilini di Viale Trastevere, almeno nelle sessioni ordinarie. Infatti lo scorso anno una poesia di D’Annunzio è stata proposta nella prima prova scritta della sessione suppletiva. Ad ogni modo il toto-tracce sta entrando sempre più nel vivo: se ne parla in 7 classi su 10, mentre 1 studente su 5 segue costantemente il borsino delle indiscrezioni sui mezzi d’informazione”, così Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.

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Cronaca

Matteo Salvini, ladri nella sua casa di Roma

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Alcune persone, dopo essersi introdotte nel giardino, avrebbero alzato l'avvolgibile e forzato la porta finestra

Matteo Salvini - (Fotogramma)

Ladri ieri sera prima di mezzanotte nella casa del vicepremier Matteo Salvini, nella zona di Ponte Milvio, a Roma. Alcune persone, dopo essersi introdotte nel giardino, avrebbero alzato l'avvolgibile e forzato la porta finestra. Poi si sarebbero date alla fuga. La casa è stata trovata a soqquadro ma la cassaforte non è stata portata via. Indaga la polizia.

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Cronaca

Peculato e truffa, divieto dimora a Cefalù per Gianfranco...

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L'ex presidente dell'Ars avrebbe usato l'auto blu in maniera irregolare: "Andrò a spiegare tutto ai magistrati, non credo di avere commesso atti illeciti"

Gianfranco Miccichè - (Fotogramma)

Divieto di dimora a Cefalù (Palermo) per l'ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, oggi deputato regionale del Gruppo Misto, per avere usato l'auto blu in maniera irregolare. E' la misura cautelare a cui è stato sottoposto il politico a cui sono stati sequestrati anche 12mila euro. L'accusa è di peculato, truffa aggrava ai danni dell'Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio. Coinvolto nella inchiesta anche un suo collaboratore, che gli fa da autista. "Andrò a spiegare tutto ai magistrati - dice Miccichè all'Adnkronos - Io non credo di avere commesso atti illeciti. Se è un illecito dare un passaggio a mia moglie. Va bene, questo non posso negarlo. Forse ho fatto qualche leggerezza ma nulla di grave".

Miccichè ha la villa al mare a Sant'Amborgio, a Cefalù, nel palermitano, dove trascorre tutta l'estate e dove vive anche durante l'anno. "Sto tornando a Palermo", dice all'Adnkronos. "Perché se resto a Sant'Ambrogio rischio magari l'arresto...". E aggiunge: "Non vi è dubbio che potrei avere commesso qualche errore ma davvero non ci trovo niente di male. Se questo è peculato... Io non ho nulla da rimproverami, forse ho commesso, lo ripeto, qualche leggerezza". E ricorda che "per regolamento" l'ex Presidente dell'Ars ha in dotazione l'auto blu. Che adesso non avrà più.

La misura cautelare è stata emessa dal gip di Palermo su richiesta del Procuratore capo Maurizio de Lucia. Destinatario del provvedimento anche il collaboratore Maurizio Messina, assistente parlamentare con funzione di autista di Miccichè che ha l'obbligo di dimora a Palermo e Monreale. L'ordinanza è stata eseguita dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Gdf di Palermo. In tutto è stato anche disposto il sequestro di 24mila euro quale "profitto dei reati di peculato, truffa aggravata ai danni dell'Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio del dipendente pubblico, a vario titolo contestati". Il provvedimento, come dice la Procura, è stato emesso "sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo sussiste la presunzione di innocenza".

Le accuse

Miccichè avrebbe tenuto "una gestione arbitraria e del tutto personalistica dell'autovettura", scrive il gip di Palermo Rosario Di Gioia nella misura cautelare. Secondo l'accusa l'ex presidente dell'Ars avrebbe fatto accompagnare dal suo autista, con l'auto blu, il suo collaboratore Vito Scardina fino a Cefalù "per incombenze domestiche".

Ma anche per accompagnare la moglie o per fargli arrivare un "bidone di benzina" o consegnargli un imprecisato cofanetto. Avrebbe usato l'auto blu anche per portare il "gatto dal veterinario o recuperare il caricabatterie dell'iPad". Sono oltre trenta gli episodi contestati per l'uso illegittimo dell'auto blu.

Il giudice cita decine di episodi contestati a Miccichè, più di 30 in tutto, in cui avrebbe usato l'auto come un taxi anche per spostamenti non suoi. Come quando per il giorno del suo compleanno ha mandato l'autista a ritirare delle teglie di pasta dal suo amico Mario Di Ferro, quest'ultimo poi arrestato per traffico di droga.

Le condotte di peculato contestate "restituiscono un quadro a dir poco desolante, caratterizzato da un costante piegamento all'assolvimento di interessi del tutto privati di un bene in dotazione a una pubblica amministrazione e con una regolamentazione del suo utilizzo a destinazione pubblicistica", scrive ancora il gip nella misura cautelare. "Miccichè serbando il tipico atteggiamento 'uti dominus' sulla vettura di servizio, si è di fatto appropriato della stessa non solo a suo piacimento del mezzo e del relativo autista per le più varie esigenze di carattere personale ma consentendo anche che ne disponessero un analoga maniera i suoi familiari (la moglie) e i suoi collaboratori domestici", si legge nella ordinanza.

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